CAPITOLO SEDICI

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Pov Dorian James

È da due ore che continuo a rigirarmi tra le dita il bigliettino di Richard.
Dopo la scuola, sono dovuto immediatamente venire qui a casa per ripassare, o meglio studiare, per il test di lunedì di matematica. Se non studio adesso, non lo farò nel weekend perchè sarò troppo impegnato.
Anche Rebecca è corsa subito a casa per studiare e adesso lei è in silenzio, con le cuffiette nelle orecchie e il libro tra le gambe, mentre cerca di imparare qualcosa di quest' orribile materia.
E ovviamente è la mia tortura più grande: se da un lato voglio cacciarla via a calci nel sedere, dall' altro vorrei stenderla sul letto e baciarla fino a farle perdere i sensi.
Guardo il bigliettino e penso che forse è il caso di decidere entro queste tre ore che ci separano dall' ipotetico appuntamento con Richard Hell. E lo devo fare con lei.
Mi inginocchio sul letto e alzo leggermente il busto per sbirciare nella sua direzione. Per tutto il tempo non mi ha rivolto nè la parole nè il suo sguardo color blu. Mi ritrovo a fissarla mentre picchietta la penna sul libro e torce alcune pagine del quaderno, mordendosi il labbro inferiore e scorrendo con gli occhi le parole stampate.
Dio... Non ho mai riflettuto sul quanto fosse bella.
So per certo che quello che sento io, lo sente anche lei. A volte mi capita di immaginarmela sotto il mio corpo, mentre le scompiglio i capelli con una mano e con l' altra le tengo il mento, baciandola fino a farle dimenticare come si chiama.
A questo pensiero, il mio corpo va a fuoco e mi accorgo che sto pian piano avvicinandomi al bordo del letto, come se volessi raggiungerla e inchiodarla al materasso. Mi stropiccio gli occhi, cercando di reprimere ciò che invece, più in basso, si è decisamente risvegliato. Perché il lato animale e smaliziato di me prevale come sempre.
Stringo nel palmo il bigliettino e prendo l' iniziativa di disturbarla. "Rebecca" urlo per chiamarla.
Lei si sfila una cuffietta, tenendo gli occhi fissi sul libro. So per certo che non ci sta capendo proprio niente. "Cosa c'è?"
Non mi lascio intimidire dal suo tono brusco, non l' ho mai fatto, e mi alzo dal letto, sgranchendomi i muscoli della schiena e delle braccia, che oggi non sono potuto andare ad allenare. Sono narcisista, parecchio. Mi piace tenere il petto nudo per casa e fermarmi in ogni riflesso per ammirare il mio corpo. "Dobbiamo decidere se andare o no da Richard, questa sera".
Annuisce, tenendo ancora l' attenzione sul libro. "Per me va bene". Sfoglia le pagine, poi alza quegli stramaledetti occhi luminosi su di me. Il suo sguardo guizza per un secondo sul mio petto, poi sul bigliettino. "Non startene come un imbranato con la mano a mezz' aria e quell' idiota foglietto tra le mani".
Rido. "Magari dovresti essere tu a non stare come un' imbranata con quel libro tra le mani". Mi inginocchio sul materasso, facendola scivolare leggermente verso di me. "Scommetto che non ci capisci niente. Scommetto anche che non passerai il compito e dovrai fare gli esami di recupero a fine semestre".
Lei alza un sopracciglio. "Questo lo dici tu. Scommetti? Okay, allora facciamo cento dollari: se perdo e quindi devo fare gli esami, te li daró io, se invece il contrario, succederà che dovrai essere tu a darmeli".
Rido ancora. Troppo facile, piccola. "Direi che potresti fare di meglio".
Sorride, compiaciuta. "Se perdo, andrò al letto con te".
Il mio cuore ha un balzo, decisamente fa un salto troppo lungo nel mio petto. Per fortuna, sono bravo quanto lei a mascherare le emozioni. "Chi ti dice che voglia andare a letto con te?" Oh, avanti Dorian! Chi vuoi prendere in giro? Ma che domanda le hai fatto?
Lei scrolla le spalle. "Ti si legge in faccia". Si raddrizza, furba. "Tra poco andrai in giro con le parole: voglio portarmi a letto Rebecca Fillagan. Avanti, a voi maschi basta un po' di tette in più e un bel culetto, che subito vi ritrovate gli occhi fuori dalle orbite e..."
"Okay..." Troppa psicologia maschile. "Se perdo?"
Ammica. "Dovrai tuffarti nella piscina della scuola".
"Facile".
"Nudo e con l' acqua congelata. Fidati, so come funzionano le bocchette che regolano la temperatura" aggiunge lei.
Sorrido, compiaciuto, ma allo stesso tempo indeciso se accettare o no. So che quando Rebecca si mette in testa, una cosa, la ottiene. "Okay". Cavoli, ho acconsentito. Perchè sono sicuro che vinceró e mi porterò a letto Becca.
Mi porge la mano. Gliela stringo subito. "Allora il patto è suggellato, James. Non si scappa. Diciamo che ti do di tempo fino al 31 ottobre di quest' anno, poi dovrai congelarti".
"Perchè a Halloween? Ho da fare".
Sospira. "Non penso che tu abbia da fare chissà che nuotata olimpionica, quindi anche due secondi vanno bene".
"E nel tuo caso...?"
Annuisce. "Penso che tu abbia capito bene".
Sorrido, sporgendomi su di lei. "Allora, direi che questa scommessa potrebbe convenire soprattuto a me, non trovi? Probabilmente vinceró, Becca. Basterà sedurre Jen, la secchiona, e tutto andrà per il meglio". Le faccio l' occhiolino. "E a quel punto dovrai solo prepararti".
La vedo sorridere, divertita, "vediamo, sarà il caso che mi prepari prima allora. Lingerie elegante oppure mutandoni della nonna? Cosa preferisci?"
Scoppio a ridere, ma in qualche modo non riesco a distogliere gli occhi da lei. Sono come una calamita. Mi piacciono.
Mi protendo di più e a questo punto sono praticamente a dieci centimetri dalla sua bocca. "Il reggiseno della scorsa notte era molto sexy".
Alza un sopracciglio. Altre ragazze si sarebbero trasmormate in gelato sciolto per questa mia considerazione. "Lo metterò in lista. Non cantare subito vittoria, però, non si sa mai, potrebbe succedere tutto".
Faccio schiccare la lingua. "Io? Di tutto? Stai parlando con il play boy della scuola, quello che tutti temono, il ragazzo con la pistola nei passanti dei pantaloni". Piego la testa di lato e gli occhi mi cadono accidentalmente sulle sue labbra. "Ho la sensazione che quella ad aspettare a cantare subito vittoria, sia tu".
Storce la bocca. "Potrebbe o magari quel giorno Jen deciderà di non fare niente per te".
Sorrido, ma quando lei mi preme le mani sulle spalle, facendomi allontanare, il sorriso finisce per svanire. "Fidati. A che ora dobbiamo essere lì?" domanda alzandosi dal letto e dirigendosi verso le scale.
"Alle dieci".
Annuisce e fa per scendere le scale, quando d' improvviso si ferma e si volta, mostrandomi un sorrisetto sexy e furbo. "Eh Dorian!" Ammicca. "Dimenticavo qualcosa di importante: ogni tipo di sabotaggio sarà ben accetto".

Polvere di Noi -(With Us Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora