POV REBECCA FILLAGAN
L'elicottero atterra sulla prima piattaforma che Dorian trova libera. Lo spegne completamente e scende, venendomi ad aprire lo sportello. Mi prende tra le braccia ed io lo lascio fare perché mi sento psicologicamente e fisicamente turbata.
"Vieni qui" mi sussurra baciandomi la fronte.
Mi stringo a lui, versando una lacrima. "Dorian...
"Lo so, lo so. Torniamo a casa, okay?"
Il mio cuore ha un sussulto quando mi ricordo di cosa è successo. "Karen" mormoro fissando spaventata la porta che conduce alle scale dell'alto palazzo su cui siamo atterrati. "Ci dobbiamo sbrigare, andiamo!"
Il pensiero mi dà la forza per atterrare sul pavimento e mettermi a correre verso la porta. Dorian mi segue alle spalle, cercando di controllare i miei movimenti, pronto a raccogliermi se dovessi cadere da un momento all'altro. Ma non cado e continuiamo a scendere le scale per chissà quanto tempo, come fossimo un disco rotto.
Le mie gambe si muovono di vita propria così velocemente, che non sento più quanto in realtà facciano male, mentre il cuore... il cuore è lì, è vivo e batte all'impazzata, ma è come spezzato, squarciato completamente, come colpito da mille schegge di vetro.
Arrivati al primo piano ci sembra essere arrivati in paradiso. Ci precipitiamo ancora per qualche rampa, poi apriamo la porta di sicurezza, che conduce direttamente in strada. Non siamo coperti bene ed il freddo ci punge come spilli impazziti.
Mi stringo nelle spalle e guardo Dorian. "Grazie".
Sorride, posandomi una mano sul viso. "Dovere e piacere". Mi bacia dolcemente. "Ti amo".
Annuisco. "Anche io".
Si scosta e chiama un taxi. Mi fa stendere sulle sue ginocchia, reggendomi la testa con una mano e le gambe con il braccio destro. Chiede al tassista di alzare la tendina nera tra i sedili posteriori e quelli anteriori, quindi ci accontenta.
"Mi dispiace" mormora con la fronte corrugata.
Scuoto la testa, nascondendo il viso nel suo collo. "Non è colpa tua, Dorian. Il fornitore e Richard ci hanno traditi e noi ci vendicheremo".
Lo sento annuire. "Hai ragione, ma prima dobbiamo portare in salvo Karen".
"Infatti". Lo guardo seria. "Dove la porteremo?"
Risponde subito: "La porteremo nella vecchia casa dei miei genitori, quella sul lago, lì sarà al sicuro".
"Grazie".
Karen... ora Karen è la priorità.
Devo salvarla, assolutamente.
Lei è tutto quello che mi rimane insieme a Dorian e... questo piccolo bambino che porto in grembo. Abbasso gli occhi sulla mia pancia ed istintivamente mi passo una mano sulla maglietta.
"Io... io... è tuo per forza, Dorian".
Lui mi guarda piegando la testa di lato. "Come fai a saperlo?"
"Ho perso la verginità con te, ragazzo!" esclamo. "Idiota".
Lui sorride. "E qual è il problema?"
"Quando l'ho saputo ho subito pensato a quello che mi sarebbe potuto succedere dopo, se fossi morta, ma... ora mi preoccupo del fatto che tu potresti non accettarlo, tirarti indietro e lasciarmi sola" rispondo sinceramente.
Ridacchia. "Be', è nostro figlio, una nostra creatura e per quanto sia stronzo, mai mi permetterei di lasciarti sola, soprattutto ora che mi sono innamorato di te".
Scoppio a piangere. "Ti prego, aggiustiamo tutto, al più presto".
Mi stringe al suo petto. "Ma certo".
Quando ci accorgiamo che non abbiamo soldi con noi, Dorian prende il tassista per il colletto e gli punta la pistola della talpa di Dasten alla testa, minacciandolo.
Eh sì, so tutto di Dasten.
Il tassista fugge spaventato e Dorian mi prende la mano, guidandomi verso la casa dei suoi genitori. Bussa con colpi forti alla porta, finché non arriva la madre del ragazzo in una valle di lacrime, poi dietro di lei compare mio padre. Sgrano gli occhi e mi sembra di sentire il mondo cadere.
"Ma buona sera".
"Cosa? Cosa ci fai qui?"
E solo dopo averlo spinto lontano ed essere entrati in casa, vedo il padre di Dorian imbavagliato e costretto ad una sedia, mentre i bambini stanno continuando a piangere sul divano, immobili. Mi volto e vedo Karen tremante in intimo seduta sulla poltrona più in là.
Faccio per raggiungerla, ma mio padre mi spinge verso la porta, bloccandomi.
Dorian lo afferra per le spalle e lo riempe di pugni una volta immobilizzato al muro. Gli assesta diversi calci e anche altri pugni. Guardo la madre di Dorian. "Presto, porta Karen e i bambini in salvo". Indico il salone. "Porta via anche tuo marito".
Mentre Dorian tiene impegnato mio padre con pugni e calci, la madre di Dorian riesce a slegare il marito e copre Karen con un plaid, tenendo per mano i suoi altri due figli. Prende le chiavi della macchina e si affretta a scendere in garage.
Solo dopo aver sentito la macchina allontanarsi, Dorian si stacca da mio padre, facendolo cadere sul divano che si sporca del suo sangue.
"Ecco la mia troietta" ridacchia guardandomi con occhi pesti.
Gli spunto in faccia. "Sei un pezzo di merda, lo sai questo?"
Annuisce. "Sai, violentavo anche tua madre, solo che eravate troppo piccole per accorgervene. E Karen poi... lei è così innocente ed è divertente fare queste..."
Gli sferzo un calcio in faccia. "Non voglio neanche più sentirti. Ho voglia di spaccarti la faccia".
Dorian prende la pistola che sta dietro l'appendi abiti all'ingresso e gliela punta. "Io. Ho. Voglia. Di. Spararti".
Mio padre ride. "Lo sai, ho fatto quel che mi piace anche con tua madre. I tuoi fratellini stavano a guardare e piangevano, mentre tuo padre era letteralmente fuori di sé e continuava a versare lacrime perché sentiva tua madre fare la..."
Gli spara un proiettile nella gamba. "Non ti azzardare a parlare così di mia madre".
Mio padre lancia un urlo, dolorante. "Brutto stronzo".
"Sarò contento di ucciderti".
Lo guardo. "Lo farò io".
Dorian annuisce e mi porge la pistola.
Io la prendo, stringendola forte tra le mani. La punto su mio padre, ma...
Non ci riesco?
Cavoli Rebecca, premi il grilletto!
Scuoto la testa vedendo la vista appannarsi di fronte al corpo ridotto male di quello che una volta consideravo mio padre e prendo la mira, quando la porta dell'ingresso si apre con un tonfo. Ci voltiamo tutti di scatto e rimango interdetta nel vedere un gruppo di poliziotti entrare in casa. Mirano al corpo di mio padre ed io getto la pistola a terra.
"Rebecca?" mormora Dorian.
"Prendetelo, è lui!" dice uno della polizia indicando mio padre.
E tra questo gruppo compare anche Mister Dasten in giacca e cravatta e pantaloni pesanti. Lo guardiamo rapiti, folgorati... confusi.
"Lei è qui?"
"Vedo che la mia talpa ha fatto il suo lavoro".
Dorian annuisce. "Grazie".
Lui sorride. "Avevo capito tutto, ragazzi".
"Cosa aveva capito?"
"I vostri sentimenti".
Io e Dorian ci sorridiamo. "Allora non la ringrazieremo mai abbastanza" mormoro io.
Scrolla le spalle. "Per così poco". Indica i poliziotti. "Siamo alla ricerca di Richard e il fornitore è stato catturato. Verrà condannato all'ergastolo. Ci aiuterete?"
Io e Dorian ci guardiamo di nuovo. "Sì".
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Polvere di Noi -(With Us Saga)
ChickLitNew Adult (Storia Completata nel 2016) Rebecca ha diciassette anni ed una pistola nello zaino, lo skate sempre sotto il braccio ed una situazione familiare difficile. A scuola tutti temono lei ed il suo piccolo gruppo: 'Gli intoccabili'. Dorian ha...