POV REBECCA FILLAGAN
Insomma, mi ritrovo nell'Audi A6 della madre di Dorian, una macchina che più scomoda di così non può essere, due marmocchi dietro che continuano ad urlare e farsi i dispetti, un Dorian alla guida che sembra sia sul punto di esplodere e poi ci sono io: da poco risvegliata da uno svenimento, una buona dose di quello che sembra nervosismo e il senso di calore che mi riempie il petto, provocandomi un perenne rossore sulle guance. Inoltre, sono svenuta per una specie di cosa legata al ciclo, che ne so io, me l'ha spiegato rapidamente prima di uscire la madre di Dorian, che mi ha chiesto anche di fare quest'opera di bene accompagnando i fratelli di Dorian a un dannatissimo parco giochi al chiuso, una specie di struttura dove tutta una serie di ragazzini urlanti e con il mocciolo, si divertono a urlare e schiamazzare, lanciandosi palline rosse e blu, facendosi la cacca addosso e chiamando la mamma perché si sono fatti male su uno dei tanti scivoli.
E Dio solo sa che mal di testa avrò.
Ma questa è la cosa meno grave. Passiamo a circa un ora fa. Cosa è successo? Sono svenuta tra le braccia forti di Dorian e poi mi sono risvegliata sul divano, anch'esso scomodo della famiglia James. Mi chiedo che faccia avevo e come abbia reagito il ragazzo idiota che ora guida di fianco a me, soprattutto perché mi ha portata via, perché non mi ha lasciato sul ciglio del marciapiede. Non capisco neanche perché mi stava fissando con quegli occhi fantastici prima, davanti al divano. Ed io gli ho dato una sberla perché il suo sguardo mi attirava come una calamita ed avevo paura di baciarlo in seduta stante. Avrei fatto la figura dell'idiota, ma ora che mi tremano le mani e le ginocchia, capisco che vorrei legargli le braccia al collo e schioccargli un bacio. Uno dei baci come quelli che ci siamo scambiati qualche notte fa, di cui ancora sento l'ombra sulle mie labbra.
Mi schiaffeggio da sola, perché no! Questo è assolutamente sbagliato, sbagliatissimo. Ma anche incredibilmente fantastico. Non ho mai sognato, immaginato queste cose, forse è da ragazza normale.
"Questo posto dov'è?" Oh bene Rebecca, questo si che è un buon modo per rompere la tensione tra voi!
Lui sbatte le palpebre, come se si fosse appena svegliato da una lunga meditazione. "Vicino il lago, uno dei tanti baby parking della città". Sembra testo come una corda di violino. Potrebbe spezzarsi in due.
Annuisco, perché non so cos'altro fare.
"Tanto perché tu lo sappia, ti ho portata a casa perché non mi andava di fare la spesa per mia madre e il tuo era un perfetto alibi" ribatte come se si sentisse obbligato a darmi spiegazioni.
Annuisco di nuovo e mi appoggio al finestrino per nascondere il filo di delusione che mi aleggia sul viso. E poi perché sarei così delusa? Insomma, cosa mi aspettavo? Non so neanche io...
"Be', vaffanculo..." Le parole mi escono così e per fortuna siamo arrivati a destinazione, perché penso che altra tensione non l'avrei sopportata.
Lui si volta di nuovo vero di me e questa volta ciò che noto è puro stupore, prima di aprire lo sportello e uscire dalla macchina, prendendomi la responsabilità dei due fratellini di Dorian di cui neanche ricordo il nome. Forse Gail e Iron, ma farò dopo una prova per assicurarmi che sia così.
Anche Dorian scende dalla macchina, ma ormai siamo lontani l'uno dall'altro e non c'è pericolo, di nessun genere.
"Becca, ci aiuti a cercare il nostro amichetto?" domanda Gail, la femmina.
Annuisco e la incoraggio a seguirmi. Io odio i bambini, io odio i bambini.
Non volevo deludere Felicia, così l'ho fatto solo per lei. O per stare con Dorian?
"Eccolo eccolo!" urla Iron stritolandomi la mano.
Mi ritrovo in un edificio con palloni giganti, tappeti elastici, castelli gonfiabili con le palline e piscine di schiuma, insieme a tantissimi altri percorsi ad ostacoli che implicano l'uso di cervello cosa che i bambini di cinque anni spesso non hanno. Mi guardo intorno, per cercare un posto tranquillo, ma in realtà penso che io stia cercando Dorian.
"Andiamo andiamo". I due ragazzini schizzano verso un tavolino dove è posizionata un enorme torta con tante decorazioni infantili. Mi assicuro che siano arrivati dai rispettivi genitori del festeggiato e dai loro amichetti, quindi mi trovo un tavolino da pic nic vuoto e mi accascio sulle tavole in legno della panchina.
"Anche tu hai portato i tuoi fratellini alla festa di Paul?"
Alzo lo sguardo e incrocio quello di un ragazzo alto e i capelli neri come la pece. "Sono i fratelli del diavolo" rispondo giocherellando distrattamente con la manica della giacca di pelle.
Lui sorride. "Mi chiamo Trevor, sono amico di Dorian James, il diavolo di cui parli".
Corrugo la fronte. "Allora non capisco la tua domanda di prima".
Ridacchia. "Era una modo per parlare, avanti!" Mi porge la mano ed io gliela stringo dicendo il mio nome.
STAI LEGGENDO
Polvere di Noi -(With Us Saga)
ChickLitNew Adult (Storia Completata nel 2016) Rebecca ha diciassette anni ed una pistola nello zaino, lo skate sempre sotto il braccio ed una situazione familiare difficile. A scuola tutti temono lei ed il suo piccolo gruppo: 'Gli intoccabili'. Dorian ha...