CAPITOLO VENTOTTO

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POV REBECCA FILLAGAN

Verso le dieci di sera di qualche giorno dopo, decido di andare a fare una visita a mia sorella, nella casa di quel mostro odioso di mio padre. Quello che ancora legalmente è considerato mio padre.

Mi accompagna Dorian, con cui sono riuscita a tenere il nostro segreto a scuola.

Sembriamo ancora nemici nella realtà, ma nel nostro mondo siamo avvolti da una passione irrefrenabile. Baci, carezze, qualche morsetto sul collo... Tutto ciò che non ho mai considerato e immaginato con Dorian.

Scendo dalla macchina. "Grazie".

"Un piacere" ribatte sfilandosi il passamontagna. "Ma mi aspetto un ringraziamento più efficace".

Il suo sorriso malizioso mi fa palpitare, ma non lo do a vedere. "Puoi anche andare adesso, entro da sola, okay?"

Annuisce. "Ricordati che mancano solo quattro giorni ad Halloween, alla missione ed alla mia scommessa persa".

Piego la testa di lato. "Ci tieni così tanto a spogliarti e buttarti nudo in una piscina gelata?" Ridacchio beffarda. "Ho sentito dire che sei molto sensibile a queste cose, soprattutto al freddo".

Scende dalla macchina e si avvicina come fosse una pantera. "Posso pur sempre buttarmi con te, potresti riscaldarmi".

Scoppio a ridere. "Sei proprio un idiota, Dorian!"

Mi afferra, avvolgendomi i fianchi con le braccia ed attirandomi a sé. Mi ritrovo a ridere, felice, e gli cingo le braccia attorno al collo. "Lo vuoi un bacio?"

"Non siamo sdolcinati, noi" gli ricordo.

Lui sorride, beffardo. "Noi non lo siamo, infatti, ma io ho voglia di darti un bacio". Mi preme un dito sulle labbra. "Qui e..." Mi mostra la lingua. "Voglio usare questa".

"Sei disgustoso".

Mi tappa la bocca con un sonoro bacio, poi le nostre lingue si intrecciano ed io mi perdo nel fuoco che si è creato nel mio petto, nel cuore... Boom, boom, boom! Un battito cardiaco fortissimo, che non riesco a smettere di ascoltare. E poi succede cosi, senza alcuna spiegazione: mi faccio prendere dalla foga e lo sbatto contro lo sportello della macchina, cingendogli i fianchi con le gambe.

"Ehi, vacci piano" mormora lui, seguito da un suono gutturale delizioso.

Mi stacco e scendo sull'asfalto, stordita. "Bene, ci vediamo dopo".

Corro verso la villetta di mio padre, in trepida eccitazione per il bacio di Dorian ma anche di rivedere mia sorella. Ad aprirmi viene la domestica, che mi guarda con occhi sbarrati.

"Rebecca..."

"Sì, proprio io" ribatto dura. "Voglio vedere mia sorella".

Lei scuote la testa e fa per chiudermi la porta, ma io gliela sbatto in faccia, facendola cadere all'indietro. Sento puzza di bugia! Non voglio essere presa per i fondelli.

"Cosa cazzo fai?" sbraito.

Lei urla, mettendosi una mano in faccia. "Io... Io... Dovevo stare zitta, ho fatto un patto, non volevo..."

E il mondo sembra crollarmi addosso quando sento provenire degli strani rumori nella stanza di mia sorella, di Karen, che sembra lamentarsi. Ansimare...

"Vaffanculo!" urlo rivolta alla domestica.

Corro nel corridoio che conduce a diverse porte e quando raggiungo la porta della camera di Karen, sento altre urla, dei sospiri... Mio Dio...

Polvere di Noi -(With Us Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora