POV DORIAN JAMES
Scaravento il milkshake di Rebecca in un cestino, con rabbia.
Insomma, se lo poteva portare via!
Comunque, questo è l'ultimo dei miei problemi. Quello che più mi confonde è ciò che ci siamo detti, come ci siamo guardati ed io che come un coglione le ho offerto qualcosa di rosa da bere, in un dannatissimo baby parking che mi sta facendo venire il mal di testa.
Non è da me. Non è da me tutto quello che sto facendo.
Mi viene da piangere, ma per fortuna un briciolo del mio spirito guerriero e forte rimane ancora vivido nel corpo.
Mi accascio sulla panchina di uno dei tavoli da pic nick e rimugino nella mia testa che sta esplodendo e su qualcosa che sta nascendo dentro di me, che non dovrebbe neanche azzardarsi di presentarsi al mio cospetto.
1...2...3...
"Dorian!"
Mi tolgo le mani dalla faccia e mi ritrovo Trevor Been davanti. "Ciao Trevor" lo saluto con non molto entusiasmo. "Cosa ci fai qui?"
"Oh avanti, mi hai visto prima. Mi hai praticamente carbonizzato con un'occhiata mentre parlavo con quella ragazza... Rebecca!"
Sentire il suo nome è come ricevere un pugno nello stomaco. Bello forte. "E quindi?"
"Sono venuto a portare Carl... Stai bene?" domanda vedendo che, probabilmente, sembro disperato.
Scuoto la testa per risvegliarmi e sbatto le palpebre. "Cosa faresti se fossi confuso, Trevor?"
Lui scoppia a ridere. "Dorian James... Confuso? Wow, mi cogli impreparato".
"Trevor" ringhio. "Per favore, non fare l'idiota".
Scuote la testa e si siede. "Nessun idiota. Sei sempre stato sicuro... Cos'è che ti mette così in confusione?"
Rebecca... "Perché mi chiede se è una persona? Potrebbe anche essere una cosa? Un fatto..."
"Il fatto che ti piace Rebecca?"
Una domanda improvvisa, come un pugno dritto in faccia o come ricevere un calcio nelle palle. Ma perchè poi fa così male questa domanda? Ah sì, perché forse Rebecca inizia a farmi uno strano effetto. Sorrido pensando alla scossa che ho sentito quando le ho stretto la mano, ma quando alzo lo sguardo su Trevor, mi muore il sorriso. "Cosa diavolo ti frulla nella testa?"
Sorride malizioso. "Ti piace?"
Scuoto la testa. "È figa, me la faccio , poi la butto via" dico scrollando le spalle. "Semplice, come faccio sempre".
Lui ridacchia. "Avanti, Rebecca non è mica il genere di persona che ama questi giochetti. Se te la provi a portare a letto ti gonfierà di botte e se poi succede qualcosa, lo farà lo stesso. Non hai chance" dice appoggiandosi al tavolo. "Proprio nessuna".
Gli faccio cenno di stare in silenzio. "Chi sei tu per venirmi a dire queste cose?"
"Sapevi che da domani verrò a scuola tua?"
Trevor è un mio conoscente, diciamo, il figlio di un amico di mio padre con cui passo le estati quando andiamo in vacanza alla villa che abbiamo sul lago. "E quindi?"
"Sai, potrei aiutarti. Sono molto bravo in questa cose".
"Sei bravo a fare il deficiente e lo stronzo" ribatto guardandolo male. "Quindi non penso che tu mi sarai d' aiuto".
"Vedi, è proprio qui che ti sbagli. Non vuoi che la gente ti dica come stanno davvero le cose" dice serio, facendomi innervosire. "Non potrai fidarti di te stesso per sempre".
Scatto in piedi, ma lui è più veloce e mi assesta un destro in piena mascella. Passo una mano sul punto dolente e piego le labbra, poi lo fisso truce. "È il caso che tu vada".
"Spero che questo ti basti per farti svegliare". E se ne va.Torno a casa con i miei fratellini, puzzolenti e sporchi.
Il destro di Trevor mi ha provocato un bel livido violaceo e quando mia madre mi vede, per poco non urla. "Dio, tesoro. Cosa è successo?"
"Lasciami in pace" rispondo freddo, superandola e raggiungendo le scale che portano alla mia camera. Le salgo velocemente e quando arrivo davanti allo specchio della camera, chiudo gli occhi e sbuffo, passandoci una mano sopra. Percorro a grande falcate la stanza e apro di scatto la porta del balcone, dove Rebecca sta ascoltando musica e leggendo un libro, vestita con un pantalone nero e una maglietta lunga. Sembra assorta e concentrata.
Ma a quanto pare riesco a distrarla e non ho più occasione di fissarla. "Allora ti hanno menato!" esclama guardando il mio viso con attenzione. "Chi è stato? Qualche ragazzino? Sono disposta a dargli una medaglia".
Sono serio, davvero. "No".
"Oh bene, allora smamma" dice ritornando alla lettura.
Stringo i pugni e reprimo la voglia folle di strapparle i vestiti di dosso. Porta due treccine nere deliziose, che la rendono irresistibile. Oh, ma che mi è preso? Che cazzo mi è preso?! La odiavo, diamine! La odiavo ed ora la desidero. "Rebecca". Il suo nome mi esce in un sussurro, quasi agonizzante.
Lei ormai si è tolta le cuffiette, quindi può sentirmi. Si volta lentamente, molto lentamente perplessa dal mio tono di voce quasi disperato. "Cosa?"
"Sei sempre stata una gran bastarda"
Scrolla le spalle. "Lo so, principessina. Non guardarmi con la faccia di chi mi conosce bene, perché tu non mi conosci affatto, capito?" Si alza di scatto e in un soffio è davanti a me, il dito accusatorio che preme sul mio petto e lo sguardo inceneritore. "Hai capito?"
"Ho capito che tu sei diversa da così, ti stai solo nascondendo".
"Non sto giocando, Dorian, tra poco la mia mano finirà direttamente sulla tua mascella dalla parte sinistra" mi minaccia, ma la trovo così irresistibile che scoppio a ridere.
Lei mi guarda perplessa, un misto tra rabbia e confusione, quindi la sua mano si alza lentamente e sta per finire sulla mia faccia, ma io gliel' afferro e torno serio, così prendo il controllo della situazione e le afferro anche l' altro polso, attirandola a me. Il mio cuore ha un guizzo e quando mi accorgo che il suo respiro dolce mi soffia sulle labbra, perdo per un momento il contatto visivo e le guardo la bocca. Lei deglutisce ed io la porto dentro, spingendola sul pavimento e bloccandola definitivamente.
E nessuno capirebbe mai cosa sto provando: desiderio, rabbia, nervosismo, confusione... Mi sento incendiare, divento completamente di fuoco e ho il timore non riuscirò a trattenermi stavolta.
"Dorian..." La sua fronte ora è corrugata, non per la rabbia, ma perché probabilmente non capisce cosa sta per succedere.
Mi avvicino al suo orecchio e sfioro la pelle del suo collo con le labbra. "Sai di fragola". Sicuramente è colpa del milkshake, ma adoro questo profumo. "Ho voglia di leccarti la pelle per gustarne il sapore". Sento il mio corpo fremere, eccitato come non lo sono mai stato. Nessuna donna è mai stata capace di risvegliare il mio lato virile come Rebecca. In quest' ultimo periodo...
"Cosa stai dicendo?" Non sembra piccata, neanche fredda, ma... Eccitata.
"Sto dicendo che mi stai facendo qualcosa di strano".
"Dorian, io... Io non ci sto capendo più niente. Io ti odiavo, ma ora..."
"Ora?"
Scuote la testa. "Devo andare da Karen, non posso stare con te qui adesso a parlare di queste cose, di cosa ci sta succedendo. Io... Ho bisogno di schiarirmi le idee e tu non mi aiuti per niente, Dorian. Qual è il tuo segreto? Come fai? Ti prego, devi capire che qualsiasi cosa tu stia facendo è sbagliata, ma anche incredibilmente giusta. Ora... Davvero, io devo andare".
Resto a bocca aperta, il fiato sospeso, ma la lascio andare, alzandomi e voltandomi, ma lei mi frena, poggiandomi una mano sulla spalla. Non l' ho mai vista così fragile. "Tu cosa provi adesso?"
"Inizio a credere che siamo stati degli idioti".
Annuisce e fa per andarsene, ma ritorna indietro. "Anche io... Lo penso, ma per la prima volta ho paura".
"Non averne". Sono pacato, tranquillo. Mi sento bene.
Spero che sorrida, ma non lo fa. "Sento che mi spezzerai il cuore".
E anche lei se ne va.
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Tada!
Altro capitolo completato!
Come vi sembra? Cosa vi aspettate?
Grazie per le stelline🌟🌟🌟🌟🌟🌟.
Domani o dopodomani dovrei riuscire a pubblicare il trailer per Rebecca e Dorian, ma non ci sperate tanto.
Un bacio,
Irene.
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Polvere di Noi -(With Us Saga)
ChickLitNew Adult (Storia Completata nel 2016) Rebecca ha diciassette anni ed una pistola nello zaino, lo skate sempre sotto il braccio ed una situazione familiare difficile. A scuola tutti temono lei ed il suo piccolo gruppo: 'Gli intoccabili'. Dorian ha...