CAPITOLO TRENTASEI

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Pov Dorian James

Richard... Ora l' unico obiettivo è Richard.

Un Richard spietato, orribilmente pericoloso.
Una missione fatale.
Suicida.
Una missione in cui, assolutamente, non posso coinvolgere Rebecca.
"Io voglio venire con voi!" ripete per la centesima volta a me e alla squadra del dottor Dasten. "Io devo".
"No Becky, devi restare qui con tua sorella, con mia madre. Sono scossi. I miei fratelli... Devi aiutarli, io conto su di te. Ora che aspetti mio figlio, non ti metterò in pericolo". Faccio una pausa e le carezzo il viso. "Te ne prego".
Lei annuisce alzando gli occhi al cielo. "Solo perché voglio supportare tua madre, i tuoi fratelli e soprattutto mia sorella".

Certo, ma io non voglio assolutamente che Rebecca si faccia male. Neanche un graffio deve rovinare la sua pelle rosea, neanche una ferita superficiale.

Vado in salone con la sua mano stretta nella mia e la voglia di restare cresce ogni volta che rivolgo a mia madre una semplice occhiata. C'è Karen, in silenzio in un angolo, mia madre che stringe i miei fratellini sul divano... la scena è qualcosa che non ho mai sognato, mai ho avuto voglia di vedere la mia famiglia ridursi a tanto, anche quando faccio cazzate e mio padre mi rimprovera. Ed io lo mando a quel paese.

"Becca, ascoltami".

"No, ascoltami tu!" mi interrompe nascondendo entrambi dietro un angolo. "Tu devi tornare vivo, senza neanche una goccia di sangue sprecata. Non so cosa sia questa mia 'nuova Rebecca', ma non voglio dire un giorno a mio figlio che non ha un padre perché è morto per uno stronzo qualsiasi. Io voglio che tu torni da me, dalla tua famiglia e da Karen, a cui vuoi bene e so che le insegneresti molte cose". Mi abbraccia, stringendo forte il mio corpo al suo. "Ti prego, ti prego, torna da tutti noi, Dorian".

La bacio dolcemente, chiudendo gli occhi e imprimendo nel mio cuore la sensazione splendida che ho quando la bacio. "Tornerò Rebecca. Tornerò perché ti amo".


"Okay Dorian, il piano è questo".

Scruto bene l'espressione della talpa di Dasten, tornata per la missione.

"Tu entri con questa arma" mi indica la pistola nel fodero, "e farai da esca, devi distrarlo, intrattenerlo. Noi entreremo ed io mi apposterò sul piano più alto di questo capanno, pronto a sparare".

"Non capisco, quindi mi sto sacrificando?"

"Oh no, Dorian. Premi il grilletto nel caso ci sia bisogno, io premerò il grilletto se vedo movimenti sospetti. Noi sgomberiamo l'edificio mentre tu raggiungi la terrazza al coperto. Richard è lì, a gestire i traffici che sono saltati non appena abbiamo catturato il fornitore".

Annuisco e prendo la pistola. "Sono pronto. Hai idea di cosa mi stia giocando?"

"La vita, lo so, ma non ne uscirai ferito, Dorian. Non lo permetterò".

Si dividono in due squadre. Io avanzo veloce, consapevole di ciò che mi aspetta là dentro, dentro a quest'orrido capannone, dove un tizio alto e grosso mi accoglie senza obiettare. Corpi sudati che ballano, musica assordante ed effusioni un po' troppo sensuali.

Dio, perché mi trovo qui?

Io dovrei essere con Rebecca a casa, ma ho promesso che avrei aiutato la polizia a catturare Richard. Sì, sono un'ottima esca, ma sarò anche un futuro papà che deve tornare a casa dalla sua donna. E voglio esserci quando nascerà il piccolo.

Un uomo mi ferma. "Dorian James, Richard ti sta aspettando".

Mi apro la giacca, sento un tremendo caldo. "Lo so".

Ma certo... So perfettamente che Richard mi sta aspettando. Non è stupido, non possiamo ingannarlo, ma oggi troveremo un modo per fregarlo definitamente. C'è sempre una soluzione a tutto, anche se in alcuni casi bisogna ricorrere a rimedi estremi.

Polvere di Noi -(With Us Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora