CAPITOLO DICIOTTO

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POV DORIAN JAMES

Rebecca mi cade praticamente tra le braccia. Si accascia pesantemente sul mio petto.
Le giro il volto nella mia direzione e dichiaro che è decisamente svenuta. Vado alla macchina di mia madre, quella che mi ha dato per andare a farle un po' di spesa, che poi è andata a farsi benedire quando ho visto nei pasticci Rebecca. La faccio sdraiare sui sedili posteriori e traggo un sospiro quando mi rendo conto di ciò che ho fatto. In altri casi l' avrei lasciata lì, probabilmente l' avrebbero messa in galera, anche se ha cercato solo di difendere i commessi del supermercato e i suoi compratori. Ma ora mi ritrovo a riportarla a casa sana e salva, preoccupandomi perfino della sua saluta fisica.
Dio, sono proprio un coglione.
Sono proprio un pezzo di idiota perchè non capisco cosa mi stia succedendo.
Guido come un pazzo per tornare a casa, dove spero mia madre non faccia troppe domande perchè non la reggerei. E so anche che al risveglio, Rebecca mi riempirà la testa a furia di chiedere e chiedere.
Che poi, mi domando perchè sia svenuta. E tra le mie braccia, cosa che mi ha fatto un effetto straordinario proprio come quando l' ho stretta per tirarla indietro oppure... Quando l' ho baciata.
Porca miseria... Ritorno a sentirmi i vestiti troppo stretti.
"Cristo Santo!" sbotto afferrando il volante e stringendolo talmente forte che le nocche mi diventano bianche. "Perchè mi stai facendo questo, Rebecca?"
Lei non puó sentirmi: con il braccio riverso sul bordo del sedile e i capelli sparsi sulla pelle degli interni della macchina. Mi sento in una stanza così piccola, che inizio a boccheggiare e sentire un tremendo caldo. Sì, un caldo asfissiante.
Ed è strano avvertire queste sensazioni quando sono con lei. Tutto sbagliato, tutto. Ma è anche incredibilmente fantastico. Parcheggio davanti casa e mi affretto a prendere Rebecca tra le braccia e lentamente mi incammino verso casa. Il suo corpo è in perfetta sintonia con le mie braccia, sembra fatto apposta per essere trattata come una principessa. La sua testa penzola dal mio gomito e i capelli mi sfiorano il tessuto dei jeans. Il mio sguardo scende lungo il suo corpo e giù, giù, giù... Trattengo il respiro per non scoppiare.
Qualcosa di irresistibile e straordinario aleggia nel mio corpo, nelle mie vene pronto a farmi impazzire.
Non capisco. Non capisco perché la sto portando in casa, al sicuro e l'ho soccorsa prima al supermercato. Sto diventando un imbecille, un pazzo che gioca con il fuoco. Un pazzo che desidera follemente Rebecca. E' come se ci fosse qualcosa che mi attira a lei, ora più che mai, ma non ne comprendo la natura.
Apro la porta di casa ed ecco che non appena varco la soglia, mia madre mi corre incontro. "Dorian!" urla isterica guardando Rebecca tra le mie braccia ed una bocca spalancata per lo stupore. "E ora cosa dovremmo passare?"
"Cosa?" le domando brusco. "Di cosa ti preoccupi tanto, mamma?"
Lei arrossisce e ha un tremito, ha sempre avuto paura di me, ma io non le ho mai torto un capello. L' unico che mi è successo di picchiare è mio padre, che mi fa incazzare sempre.
"Non pensavo che arrivassi a tanto. La odi ma non era il caso di ucciderla, anzi ora come faremo? Dio, dammi tu la forza!" borbotta facendomi irritare. "Una povera creatura così dolce, una ragazza così carina. Santo Cielo, prega perché vada in un posto migliore... Pregherò...."
"Ma cosa hai capito?" sbotto furioso, facendola interrompere e tremare ancora di più. "Non l'ho uccisa, mi è svenuta tra le braccia al supermercato. Cosa avrei dovuto fare?" Lasciarla lì, ignorarla, poteva essere questa la risposta un tempo, ma ora il mio fottutissimo cervello deve essersi andato a schiantare da qualche parte e non ha più il controllo della mia situazione. Del povero corpo in cui è legata la mia anima... Se ce n'ho una.
Lei trae un sospiro di sollievo e mi viene incontro. "Oh tesoro, perdonami di essere tratta a conclusioni affrettate. Temevo che fosse successo qualcosa, che aveste litigato di nuovo ed era finita male".
Scuoto la testa e le sorrido. "No, mamma, tutto bene. Ora ho bisogno di un buon posto dove metterla".
Lei annuisce e mi fa cenno di metterla sul divano del salone. La nostra donna delle pulizie, che non smette mai di guardarmi, mi scruta ancora e direi che da quando è arrivata Rebecca, il suo sguardo e i suoi sorrisi si sono fatti più insistenti. Una volta ha provato a flirtare con me, ma io non l'ho calcolata molto, anche se una bella...
"Dorian!" Mia madre mi distrae da i miei pensieri perversi. "Vai a prendere una pezza fredda".
Agisco e mentre bagno uno strofinaccio, mi ricordo di quanto sia uno stronzo ed un pervertito, quando a me questo mio lato piace da matti. Soprattutto in questo periodo, soprattutto quando penso a Rebecca. Ed è proprio questa la cosa che mi fa più arrabbiare: io Rebecca la odio, da morire. Le sparerei, sul serio, ma mi piacerebbe ancora di più riassaggiare le sue labbra, sbatterla sul materasso e carezzare la sua pelle liscia. E poi... Magari sfilarle la camicetta nera che porta oggi.
Ma queste sono idiozie, perché in realtà io me la voglio soltanto portare a letto. Sono sicuro che mi basterebbe per smettere di fare pensieri strani durante la giornata.
Quando ritorno in salone, mia madre le sta carezzando la fronte. "Forse ho capito perché è svenuta. Povera stellina, noi donne siamo dannate con i nostri problemi e le nostre cose".
Corrugo la fronte. "Ho portato..."
"Tesoro mio, davvero non hai capito cosa ho detto?"
Scuoto la testa.
"Rebecca si è sentita male perché ha quel periodo del mese. Sai, i nostri..."
"Mamma, frena la lingua. Queste cose non le voglio sapere. Sta bene, comunque?" la interrompo e solo dopo lo sguardo ammiccante di mia madre capisco che la mia voce e la mia faccia, trasparono ciò che invece inizio a provare in questo momento... No, seriamente sono preoccupato per lei?
"Dorian James, ti sei innamorato di Rebecca?"
Sgrano gli occhi. Innamorarsi? Amore? Voler bene? Io non conosco nessuno di queste cose quando si tratta di Rebecca, no!
"No!" le urlo.
"Cosa..." Rebecca si sveglia di soprassalto e si guarda freneticamente intorno, poi si volta verso di me e sgrana gli occhi. Sì, piccola, ti ho salvata io. E sono un coglione. "TU?"
Sorrido, ironico. "Dovresti ringraziarmi". La frase mi esce più gentile del solito, mentre altre volte sarei risultato acido, come è giusto che debba essere.
Mia madre mi dà una gomitata nel fianco. "Spero che tu ti senta bene, tesoro. Posso darti qualcosa? Un tè? Un bicchiere d'acqua?"
Annuisce, ma rimane sempre a fissarmi. "La seconda, per favore. Ghiacciata".
Mamma mi sorride, entusiasta per chissà cosa. Forse pensa che ora mi metta a fare tanti piccoli Rebecca e Dorian, ma si sbaglia di grosso. Ho l'intenzione di dire a Rebecca che ciò che ho fatto oggi non accadrà di nuovo e che soprattutto non sarò più così tanto gentile con lei. Gentile... Santo Cielo, io neanche la conosco questa parola.
Apro bocca per dirle che sta succedendo qualcosa di sbagliato e che sarò costretto a cacciarla di casa, quando lei mi precede, guardandomi con due occhi che farebbero sciogliere chiunque, io compreso. "Grazie, Dorian. Se non fosse stato per te, sarei rimasta sul ciglio del marciapiede a farmi calpestare dalle macchine".
La sua voce...
Quelle iridi blu...
Quel sorriso accennato e la sua voce sincera...
Sono come un nettare dolce, qualcosa a cui d'ora in poi penso sarà la mia droga preferita. Ed è così sincera... Non mi sta prendendo in giro, non c'è traccia di sarcasmo nella sua voce e nella sua espressione. Nel modo in cui adesso passiamo a fissarci, mi fa sentire il cuore in gola e rizzare i capelli sulla nuca. Una calda sensazione che mi culla in questo nostro leggerci dentro in silenzio, anche se forse lei non sa che io mi sento così.
Ed è sbagliato, ma al tempo stesso GIUSTO!
Una volta io e lei eravamo amici, io neanche più ci penso a cosa ci ha separati. Insomma, è stata una decisione delle nostre famiglie non frequentarci più, avremmo potuto DECIDERE da noi se seguire le loro direttive. Ma come, proprio mia madre mi ha detto che Dio ci ha dato il libero arbitrio, allora a quel tempo avrei potuto invitare Rebecca a continuare a frequentarci, se strettamente necessario anche di nascosto.
Ed ora che sono al cospetto di due occhioni che sono come l'oceano, mi sento perso. Mi sento come se avessi agito senza un senso preciso. Ho qualcosa dentro di me che sta nascendo, che mi dice che sono stato un idiota. Avrei dovuto tenermi Rebecca. Sì! Non dico che ora è tutto improvvisamente cambiato... O forse sì?
"Doria?" La sua voce mi suona lontana. "Stai bene?"
La guardo e un sorriso mi incornicia il volto "Sì".
"Sembri strano" mormora con la fronte corrugata.
Scuoto la testa. Ho bisogno di un bello schiaffo, oppure di un telecomando che mi porti indietro nel tempo. "Ho bisogno di qualcosa"
Confusione. Ora nei suoi occhi c'è solo confusione. "Tua madre sta impiegando un po' troppo a prendere quel bicchiere d'acqua" commenta distogliendo lo sguardo.
"Davvero, ho bisogno di qualcosa".
Lei si alza dal divano e mi si avvicina. Avverto il suo odore, spero di non essere l'unico a cui batte forte forte il cuore, poi d'improvviso mi arriva la sua mano sulla mia guancia e ho un sussulto di sorpresa solo dopo essermi accorto che mi ha mollato un bello schiaffo in faccia. "Così va meglio?" domanda con sorriso compiaciuto.
Mi massaggio la guancia, incapace di capire come lei abbia capito che ne avevo bisogno. "Forse".
Fa una smorfia, poi si volta di scatto nel vedere mia madre con un bicchiere d'acqua e non posso fare a meno di guardare tutto di lei: dall'inizio alla fine. Ci starebbe bene sulla mia moto, mentre magari indossa un bel bikini provocante.
"Grazie" dice a mia madre, poi risucchia l'intero contenuto del bicchiere. Sospira. "Ne avevo bisogno".
Mia madre sorride a lei, poi mi lancia un sorriso d'intesa. "Se ce la fai, ho bisogno che accompagni Dorian a portare i miei due bambini alla festa di un loro amichetto. Potete andarci con la mia macchina, se tu..."
"Signora James, sto benissimo, grazie". Poi si volta verso di me, con uno sguardo misto tra il freddo e l' incerto. "Accompagnerò Dorian se le fa piacere".
Abbasso lo sguardo, sentendo che il suo premere nel mio.
Sarà un lungo viaggio.

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BOOM BABY!
Ce l'ho fatta. Insomma, ho finito questo capitolo che scrivo da tipo tre giorni ad interruzioni continue. Sono in vacanza al Terminillo e qui non prende neanche bene, ma per fortuna l'albergo ha un fantastico WI-FI che adora Wattpad e la Decca! (Dorian+ Rebecca, non so se si capisce XD)
Comunque, già stasera lavorerò per il ventesimo capitolo, anche perché da quel che avrete capito, Dorian cercherà di recuperare il tempo perso, che invece hanno usato per litigare. La vuole conoscere! E vedrete che anche la Regina di Ghiaccio Rebecca sarà pronta a prendere questa decisione, ma... Non voglio anticiparvi niente.
E soprattutto non voglio dirvi ciò che sto preparando per questi due protagonisti e anche per voi... Qualcosa da vedere... Avete già un'idea?

Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e grazie per tutte le stelline che state dando alla mia storia.

Polvere di Noi -(With Us Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora