Più tardi, mentre saliva la scala che conduceva al suo appartamento, Louis era perfettamente consapevole che Harry fosse dietro di lui. Ma non si voltò indietro, neppure quanto tirò fuori la chiave e aprì la porta con mani tremanti, eccitato e spaventato in egual misura. L'altro uomo lo seguì all'interno, attendendo in paziente silenzio che chiudesse la porta, dietro di loro. Mordendosi un labbro, Louis notò come Harry sembrasse ancora più alto, nello spazio limitato del piccolo soggiorno. Il suo ex padrone lo fissò con evidente interesse, soffermandosi sul cavallo dei pantaloni. Louis arrossì, cercando di nascondere la reazione del suo corpo alla vicinanza dell'uomo. "Dimmi cosa vuoi, Louis" sussurrò Harry, con voce roca, fissandolo con uno sguardo deciso. Il maggiore si mosse a disagio, fissando il pavimento. Harry si avvicinò, fermandosi a un passo da lui. Louis sollevò di colpo lo sguardo, incontrando il suo sguardo diretto. "Ho sempre preso quello che volevo, Lou" continuò, la voce calma: "Ma con te, è diverso. Solo a te, ho dato una scelta". Louis annuì, comprendendo cosa intendesse. Sentiva, come Harry, una strana pulsione tra loro, un profondo bisogno a cui non riusciva a dare un nome. "Vuoi che me ne vada o che resti?" chiese Harry, alzando il tono della voce. Louis rabbrividì istintivamente, passandosi la lingua sulle labbra prima di replicare sottovoce: "Non tornerò a casa con te, sto bene qui". "Lo so" ammise l'altro, con qualcosa di simile al rimpianto nella voce. "Però" riprese Louis, il respiro leggermente affannato. "Però?" domandò Harry, sollevando un sopracciglio. Il maggiore abbassò lo sguardo, puntando gli occhi sulla protuberanza che rivelava il desiderio dell'altro uomo, speculare al proprio. Harry annullò la distanza tra loro, spingendolo con le spalle contro il muro e tenendogli le mani contro il petto, schiacciandolo. "Però, vuoi essere ancora mio?" chiese con voce roca, soffiandogli direttamente nell'orecchio. Gli insinuò le mani sotto la camicia bianca, carezzandogli rudemente la pelle. "Anche se non tornerai da me, vuoi sempre essere il mio gattino, vero?", aggiunse mordendogli il lobo e abbassando le mani, infilandole nei pantaloni, sfiorandogli il pene duro e umido. Louis gemette, completamente abbandonato contro la parete, le gambe divaricate e la braccia abbandonate sui fianchi. "Lo vuoi, piccolo Lou?" insistette l'uomo, la mano che carezzava la sua intimità. Il maggiore boccheggiò, limitandosi ad annuire. "Ti ho detto che non mi dispiace la tua voce, gattino in calore" lo prese in giro Harry, afferrandogli il membro con forza e facendolo squittire in modo poco mascolino. "H-Harry" mormorò, senza fiato. "Mi pare avessimo stabilito, come devi chiamarmi" obiettò l'uomo più alto, ritraendo appena la mano. "P-padrone" si corresse immediatamente Louis, mugolando quando la mano dell'altro tornò ad afferrarlo e pomparlo lentamente. Accelerando gradualmente il movimento, Harry portò la bocca sul suo collo, appena sotto l'orecchio e lo morse con forza. Il corpo di Louis si irrigidì, chiuse gli occhi per abbandonarsi completamente al piacere che lo attraversava. Harry si ritrasse bruscamente, rimuovendo la mano e sollevando la testa, lo fissò con un sorrisetto soddisfatto: "Molto bene, mio kitten. Tornerò domani e ti porterò un nuovo collare", accennò al vecchio, ormai inservibile, abbandonato in un angolo del salotto. "C-cosa?" balbettò Louis, eccitato e insoddisfatto al tempo stesso. Senza aggiungere altro, Harry si voltò e si incamminò verso l'uscita, lasciandolo a respirare affannosamente, con una dolorosa erezione e un ordine preciso: "Ti proibisco di darti piacere da solo, ci vediamo domani, micetto".
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Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)
FanfictionAVVISO Avvertenze/Warnings: scene di sesso esplicito, violenza, abusi, dominio/sottomissione, BDSM, kitten kink, torture fisiche e psicologiche. Trama Harry avrebbe fatto qualunque cosa, per soddisfare i propri desideri. Louis, doveva dei soldi all...