Sabato, 28 Dicembre
BeckyErano passati due giorni da quando avevo incontrato Theo davanti alla scuola, ma quella conversazione, se così si poteva chiamare, continuava a tormentarmi. Aveva qualcosa di diverso, un'esitazione che non gli avevo mai visto. Lui, sempre così sicuro di sé, distante, come se nulla potesse mai scalfirlo davvero. Eppure, lì, di fronte al campo da football, avevo intravisto un'incrinatura. Una fragilità che non gli avevo mai attribuito.
Per schiarirmi le idee, decisi di fare una passeggiata nel centro. Le luci natalizie erano ancora appese sopra le teste delle persone, proiettando un luccichio intermittente sulle facciate dei negozi. Ogni tanto mi fermavo a osservare una vetrina, ma i miei pensieri continuavano a tornare a Theo. Cosa c'era dietro quella maschera che indossava? E perché avevo l'impressione che mi fosse stato permesso, anche solo per un attimo, di vedere oltre?
Passai davanti alla libreria Mondo dei Libri, la stessa in cui ero diretta l'altro giorno, quando l'avevo incontrato. Decisi di entrare. L'odore familiare della carta e della pelle vecchia mi avvolse appena varcai la soglia, un rifugio dal caos della città. Tra gli scaffali, lasciai che le dita scorressero sulle copertine ruvide e lisce, sentendo un lieve conforto nel perdersi tra titoli nuovi e conosciuti.
Stavo per uscire, quando un pensiero mi colpì: forse avrei dovuto comprare qualcosa anche per Theo. Mi sembrava una follia, considerato che ci conoscevamo appena. Eppure, quell'idea non mi lasciava in pace. Magari un libro avrebbe potuto essergli utile, un appiglio. Feci un passo indietro e mi diressi verso la sezione dei classici, i miei preferiti. Uno mi attirò subito: Il giovane Holden. Un libro che avevo letto tempo fa e in cui mi ero rispecchiata, forse troppo. Holden era perso, alienato, incerto sul proprio posto nel mondo. Mi sembrò perfetto per Theo, per quella malinconia che mi sembrava di aver visto nei suoi occhi.
Portai il libro alla cassa e chiesi che lo incartassero. Non sapevo nemmeno come glielo avrei consegnato, ma non importava. Avevo semplicemente seguito un impulso. Uscii dalla libreria, stringendo il pacchetto tra le mani. Mentre camminavo verso casa, il vento pungente mi ricordava quanto fosse freddo quel periodo dell'anno, eppure non era solo il freddo a tenermi sveglia. La città sembrava vuota quel giorno, quasi preparandosi alla calma di fine anno. Io, però, avevo in testa solo Theo e l'immagine di quel suo sguardo sfuggente, incapace di lasciarmi in pace.
Quando arrivai a casa, trovai mia madre in cucina, intenta a preparare la cena. «Hai trovato qualcosa di interessante?» mi chiese senza smettere di tagliare verdure.
Annuii e appoggiai il pacchetto sul tavolo. «Ho preso un libro... per un amico.» La parola "amico" mi parve strana sulle labbra. Theo e io non eravamo davvero amici. Ci conoscevamo da anni, eppure non avevamo mai parlato così tanto come negli ultimi giorni.
Mia madre mi lanciò uno sguardo curioso, ma non mi chiese altro. Passai il resto della serata in camera, il libro di Theo poggiato sul comodino. Continuavo a chiedermi se lui avrebbe mai avuto il coraggio di leggerlo, se avrebbe capito che era un piccolo tentativo di avvicinarmi a quel vuoto che avevo percepito.
Domenica mattina mi svegliai presto, quasi con un senso di urgenza. Presi il pacchetto, mi infilai il cappotto e uscii di casa prima di poter cambiare idea. Avevo deciso di portargli il libro. Non sapevo nemmeno se l'avrei trovato, ma immaginai che fosse al campo da football. Quello era il suo rifugio, il posto dove sembrava sentirsi a casa.
Quando arrivai, lo vidi. Era seduto sugli spalti, solo, con le mani che giocavano con qualcosa. Per un attimo restai a guardarlo, immobile. Poi mi feci coraggio, presi un respiro profondo e chiamai il suo nome. «Theo!»
Lui alzò lo sguardo, e nei suoi occhi rividi quella stessa esitazione, quella confusione che mi aveva colpito l'altro giorno. Mi avvicinai lentamente, stringendo il pacchetto tra le mani, il cuore che batteva troppo forte. Non avevo pianificato cosa dirgli. Volevo solo che sapesse che qualcuno, almeno, si era accorto di lui.
Glielo porsi, cercando di mantenere un tono sicuro. «Questo è per te.»
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L'Anima dei Libri
ChickLitBecky, una giovane con una pressione profonda per i libri, sogni di aprire una libreria accogliente, dove storie e caffè si mescolano, creando un rifugio per chi cerca un momento di pace. Alla soglia dei diciotto anni, determinata a realizzare ques...