Cinque anni dopo
BeckyMi fermai a guardare l'insegna sopra la porta della mia libreria, Becky's World, con quella scritta dorata e lo sfondo bianco adornato da delicate rose. Ogni giorno mi dava una sensazione di meraviglia, una sorta di incredulità, come se quel sogno realizzato potesse dissolversi da un momento all'altro. Il legno laccato rifletteva il sole del primo pomeriggio, un invito luminoso per chiunque passasse.
Due anni erano già trascorsi dall'apertura, eppure la sensazione di appagamento era sempre lì, ferma, come una certezza. Ogni sacrificio, ogni notte insonne, ogni dubbio ora trovava una risposta tangibile in quegli scaffali pieni di storie, in quel piccolo caffè interno che accoglieva chiunque volesse una pausa dal caos di New York.
Riflettei su come tutto fosse cambiato da quando avevo lasciato la mia città natale. Io e Lily, la mia compagna di avventure, avevamo affrontato il salto, lasciando le sicurezze della nostra vecchia vita per qualcosa di incerto e affascinante. New York ci aveva accolte, a modo suo, con quel miscuglio di frenesia e anonimato che all'inizio intimorisce, ma che ti rapisce lentamente, come una danza che non ti lascia scampo.
Certo, la libreria non era solo mia. Lily era stata una costante. Ci conoscevamo da sempre, e ogni sogno che avevamo condiviso ci aveva portate a questo. Ma era il nostro rifugio tanto quanto lo era per i clienti. Entravano, esploravano, si perdevano tra gli scaffali o si rilassavano con un libro e un caffè caldo tra le mani. Tutto si era trasformato in una routine dolce e rassicurante, e in quei momenti trovavo la pace.
Eppure, ogni tanto, il pensiero tornava lì, a Theo. Era rimasto un punto fermo, un'ombra che si mescolava a quei ricordi lontani del liceo. Cinque anni erano passati dall'ultima volta che avevo incrociato il suo sguardo. All'epoca, quel breve contatto sembrava racchiudere mille possibilità mai realizzate. Ma la vita ci aveva portato altrove, io in questa città e lui, apparentemente, ancorato al passato.
Con il tempo, avevo imparato a pensare a Theo come a una vecchia ferita che guarisce lentamente. Non c'era più dolore, solo una strana nostalgia, come un rimpianto che non riuscivo a dissolvere del tutto. Eppure, nonostante questo, la mia vita aveva trovato nuove direzioni. C'era Kai, l'uomo con cui ora condividevo ogni cosa. Lo avevo incontrato quasi per caso, e il suo sorriso aveva sciolto immediatamente le mie incertezze. Con lui avevo costruito un equilibrio che non avevo mai pensato di poter trovare.
Proprio mentre questi pensieri scivolavano nella mia mente, Lily comparve al mio fianco con il suo solito entusiasmo. «Becky, ho appena sistemato i nuovi arrivi!» annunciò, interrompendo il filo dei miei pensieri.
Le sorrisi, sentendo un senso di gratitudine che mi riempiva il cuore. Ogni momento che passavamo insieme nella nostra libreria mi ricordava quanto fossi fortunata ad avere qualcuno che comprendesse ogni sfumatura di ciò che eravamo state e di ciò che stavamo diventando.
Ci sedemmo al nostro tavolino preferito, quello vicino alla vetrata, da cui si poteva osservare la città che si muoveva frenetica all'esterno. «A cosa stavi pensando?» mi chiese Lily, con un tono che sembrava già conoscere la risposta.
«Al passato, credo,» risposi, abbassando lo sguardo sulla mia tazza di tè. «Ai cambiamenti... a quello che abbiamo lasciato dietro di noi.»
Lily mi osservò in silenzio, poi annuì senza bisogno di altre parole. C'era comprensione nel suo sguardo, e rispettava quel velo di mistero che preferivo mantenere. Non c'era bisogno di spiegare o di riaprire vecchie ferite; bastava quel silenzio complice, quella serenità che solo lei poteva darmi.
Il pomeriggio trascorse così, tra chiacchiere leggere e sguardi distratti ai clienti che entravano e uscivano, portando con sé un po' della tranquillità che avevamo costruito. Quando, in serata, tornai a casa, trovai Kai intento a cucinare, la sua presenza dolce e rassicurante che riempiva lo spazio. «Com'è andata oggi?» mi chiese, con quel sorriso familiare che ormai conoscevo così bene.
«Benissimo,» risposi, lasciandomi andare al calore delle sue braccia. Ogni sera, quella routine mi riportava a una sicurezza solida, una stabilità che mi permetteva di lasciare andare il passato, o almeno provarci.
Ma anche quella notte, come altre, non riuscii a sfuggire del tutto a quei pensieri. Dopo cena, presi un libro, sperando che la lettura mi trascinasse altrove, ma la mente continuava a vagare. Kai, come sempre attento, si accorse della mia distrazione. «Tutto bene?» mi chiese, e con la dolcezza di sempre mi strinse tra le braccia.
Mentii, dicendo solo che ero stanca.
E quando finalmente, quella notte, chiusi gli occhi per cercare di lasciarmi il giorno alle spalle, il pensiero di Theo riemerse, come un'onda che non si spegne mai davvero. E mi accorsi che, per quanto lontano fosse, per quanto tempo fosse passato, una parte di me non aveva mai smesso di chiedersi cosa sarebbe stato.
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L'Anima dei Libri
ChickLitBecky, una giovane con una pressione profonda per i libri, sogni di aprire una libreria accogliente, dove storie e caffè si mescolano, creando un rifugio per chi cerca un momento di pace. Alla soglia dei diciotto anni, determinata a realizzare ques...