Capitolo 32 (Honey Eyes)

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22 Marzo
Becky

Con la scopa tra le mani e "Umbrella" di Rihanna sparata nelle cuffie, mi perdevo in un universo parallelo fatto di musica e movimenti goffi. Non pulivo casa: stavo dominando un palco immaginario, circondata da un pubblico che esisteva solo nella mia testa. Cantavo, ballavo, ridevo. Era uno di quei momenti di libertà rara, in cui il mondo poteva anche crollare, ma io ero in pace con me stessa.

Non mi accorsi subito della presenza di Theo. Quando mi voltai, lo trovai seduto sul divano, le braccia incrociate e un sorriso che non sapevo se definire divertito o provocatorio. Mi fermai, colta sul fatto, e il rossore salì immediatamente alle guance.

«Da quanto sei lì?» chiesi, cercando di mantenere una parvenza di dignità.

Theo batté lentamente le mani, accentuando ogni applauso con una risatina. «Abbastanza da capire che sei una popstar mancata.»

Lo fissai per un attimo, combattuta tra l'imbarazzo e la voglia di prenderlo a scopa. Poi decisi di assecondare il gioco. Feci una piroetta esagerata e puntai la scopa verso di lui come fosse una bacchetta. «Popstar e ballerina, per tua informazione.»

«Ah, certo, e molto convincente,» replicò Theo, alzandosi dal divano e avvicinandosi con quel suo sorriso irresistibile.

Era impossibile non lasciarsi contagiare dalla sua leggerezza, anche quando si prendeva gioco di me. Ero sul punto di ribattere con una battuta, ma Theo cambiò registro così all'improvviso che mi colse del tutto impreparata.

«Becky, quando è il tuo compleanno?»

Lo guardai, sorpresa. Non perché fosse una domanda strana, ma perché non me l'aspettavo in quel momento, tra uno scherzo e l'altro. «Il 9 luglio,» risposi, fingendo di essere seria. «E se lo dimentichi, siamo finiti.»

Theo rise, sollevando le mani in segno di resa. «Scolpito nella pietra, Honey.»

Honey. Quel nomignolo mi colpì più di quanto avrei voluto ammettere. «Honey?» ripetei, curiosa.

«Si adatta al colore dei tuoi occhi,» spiegò, senza nemmeno un accenno di esitazione. «Marrone dorato, come il miele. Sono incredibili.»

Rimasi senza parole. Quel tipo di dolcezza, così naturale per lui, mi disarmava ogni volta. Prima che me ne rendessi conto, mi avvicinai e lo baciai. Un bacio lento, profondo, pieno di tutto quello che provavo e che non avevo ancora trovato il coraggio di dire.

Quando ci staccammo, restai con la fronte appoggiata alla sua, cercando di riordinare i pensieri. Ma le parole mi uscirono di bocca prima che potessi fermarle.

«Ti amo.»

Theo mi guardò, e nei suoi occhi vidi quella scintilla che mi aveva fatto innamorare di lui fin dal principio. «Ti amo anche io.»

E in quel momento, ogni dubbio, ogni paura, si dissolse. Avevo trovato il mio posto. E quel posto era tra le sue braccia.

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