Capitolo 31 (Futuro incerto)

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20 Marzo
Theo

Quel pomeriggio in ufficio sembrava eterno, come se il tempo stesse cercando di punirmi. Le lancette dell'orologio si muovevano con una lentezza esasperante, scandendo ogni secondo con la stessa monotonia delle fatture che continuavano ad accumularsi sulla mia scrivania.

Cercavo di immergermi nel lavoro, di concentrarmi su numeri e scadenze, ma ogni volta che ci provavo, i miei pensieri mi riportavano da lei. Becky. La sua immagine si insinuava in ogni pausa tra un calcolo e l'altro, tra una riga e la successiva. Era come un'ossessione che non riuscivo a scrollarmi di dosso. Il modo in cui mi guardava, il suono della sua risata, il calore che irradiava ogni volta che era vicina: tutto di lei mi teneva prigioniero.

Poi c'era Kai. La sua presenza, seppur lontana, incombeva come un'ombra che non voleva lasciarci in pace. Non ero uno che si tirava indietro di fronte ai conflitti, ma quel pugno che mi aveva colpito giorni prima non era stato solo fisico. Era stato un avvertimento, un segnale che il passato di Becky non si sarebbe dissolto facilmente, e io dovevo fare i conti con ciò che significava davvero stare al suo fianco.

Immerso in questi pensieri, sobbalzai quando la porta dell'ufficio si aprì di colpo. Alzai lo sguardo e trovai Ethan, spavaldo come sempre, che si sistemava sulla sedia di fronte alla mia scrivania con la disinvoltura di chi era abituato a non chiedere permesso.

«Allora, cos'è successo con Becky?» attaccò senza preamboli, un sorriso malizioso che preannunciava guai.

Sapevo che questa conversazione sarebbe arrivata. Ethan non lasciava nulla al caso, e da quando aveva captato l'alchimia tra me e Becky, si era trasformato in un detective personale. Non avevo però voglia di fare giochetti.

«Niente di che,» risposi secco, incrociando le braccia sul petto. «A parte che il suo ragazzo mi ha tirato un pugno in faccia.»

Ethan sgranò gli occhi. «Cosa?!» Poi scoppiò a ridere così forte che dovetti aspettare che si riprendesse. «Aspetta, fammi capire. Stavi parlando con Becky, e lui arriva e ti tira un pugno? Così, senza motivo? Amico, questa è la roba più assurda che abbia mai sentito!»

Provai a sorridere, ma dentro di me la situazione non aveva niente di divertente. «Non è così semplice come sembra. Becky ha scelto di stare con me. Ma Kai... beh, chiaramente non l'ha presa bene.»

Ethan mi studiò per qualche secondo, il sorriso sornione che lentamente si dissolse dal suo viso. «E ora? Cosa pensi di fare?»

«Siamo insieme,» ammisi, sentendo il peso di quelle parole, ma anche la loro verità. «Abbiamo deciso di dare a questa relazione una possibilità. Ma so che non sarà facile. Il passato di Becky... è complicato. E non posso ignorarlo.»

Ethan annuì lentamente, come se stesse valutando le mie parole. «Hai coraggio, Theo. Ma lascia che ti dia un consiglio: se davvero vuoi Becky, devi essere disposto a lottare per lei. Nessuno te la regalerà su un piatto d'argento, meno di tutti Kai.»

Le sue parole mi colpirono più di quanto volessi ammettere. Sapevo che aveva ragione. Becky era tutto ciò che volevo, ma sapevo anche che per costruire un futuro insieme, avremmo dovuto affrontare ogni ostacolo, senza tirarci indietro.

Quella sera invitai Ethan a cena. Non per parlare di Becky o di Kai, ma solo per svuotare la testa. Avevo bisogno di un momento di pace prima della tempesta che, sapevo, sarebbe inevitabilmente arrivata.

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