C𝒶 p𝒾tℴlℴ 15

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Mya
𖥸

Quella mattina mi svegliai con un messaggio inaspettato, inviatomi la notte prima

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Quella mattina mi svegliai con un messaggio inaspettato, inviatomi la notte prima. Mi ci vuole un po' per realizzare cosa significasse e da chi provenisse: ero ancora frastornata dalla lunga dormita che mi ero fatta. Mi sembrava di non riposare così da mesi.

FRIEDRICH: ti va di entrare nel mio caos?

Ecco cosa c'era scritto. Niente di più, niente di meno. Entrare nel suo caos? L'avevo appena sfiorato, e per tutta risposta mi aveva mandata via.

"Per il mio bene"... come se spettasse a lui deciderlo, e non a me.

Ed ora se ne era uscito con quel messaggio. Avrei potuto ignorarlo, bloccarlo se avesse continuato a cercarmi e mettere fine a tutto questo. Il cuore però mi gridava di buttarmici a capofitto... non di bruciarmi, ma di ustionarmi direttamente. Se avessi rinunciato anche solo a provarci, probabilmente avrei vissuto per tutta la vita con quel rimpianto. E dei "se"e dei "ma" ne avevo abbastanza per il momento.

E chi ti dice che non mi chiuderai di nuovo fuori?, gli scrissi.
La risposta fu quasi immediata, e il cuore prese a battermi più forte, insieme alle farfalle nello stomaco.

FRIEDRICH: Stavolta sarà diverso. Dammi la possibilità di dimostrartelo. Voglio che tu ci entri per restare.

Entrarci per restare... Aveva tutta l'aria di una cosa importante. Non risposi subito, anche perché non sapevo cos'altro dirgli. Stavo per inventarmi qualcosa - tutto per continuare quella conversazione - quando mi precedette.

FRIEDRICH: Ora, però, fai entrare me.

Cosa?

L'attimo dopo suonò il campanello.

No, non poteva essere vero...

Corsi alla porta, senza pensarci... Dimenticandomi com'ero conciata. Me ne ricordai quando ormai era troppo tardi. Spalancai la porta, trovandomi un bel tenebroso davanti.
Notai subito una delle sue tante giacche particolari e dei jeans che lo stavano rendendo particolarmente sexy. Quel sorrisino malizioso mi fece subito girare la testa.

La prima cosa che lui notò di me, invece, furono i miei capelli legati in una crocchia alta e disordinata, da cui erano sfuggite delle ciocche. Per non parlare delle briciole di biscotti che avevo sicuramente in faccia dato che stavo facendo colazione. Cercai di darmi una sistemata prima che scappasse a gambe levate.

Che imbarazzo...

«E-ehi», balbettai.

«Ehi». Si morse il labbro nel tentativo di nascondere un ennesimo sorriso.

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