𝑷𝒓𝒊𝒎𝒐 𝑽𝒐𝒍𝒖𝒎𝒆 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑻𝒉𝒆 𝑵𝒆𝒘 𝒀𝒐𝒓𝒌 𝑩𝒐𝒚𝒔 𝑺𝒆𝒓𝒊𝒆𝒔
Nascere in un posto freddo e malsano, sporco di malaffari, egoismo e crudeltà può portare una persona a diventare come il luogo in cui vive.
L'oscurità può trapassare l...
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«Sono contento che il lavoro ti stia dando così tante soddisfazioni, tesoro».
Quel giorno di giugno, papà ed io stavamo passeggiando a braccetto sul lungo mare. Era pomeriggio e attorno a noi c'era trambusto, ma nonostante ciò ero rilassata. Quando ero con lui riuscivo sempre ad essere in pace con me stessa. Mi bastava guardarlo negli occhi per credere che ogni cosa potesse andare bene.
Ci eravamo incontrati per prenderci un gelato nella nostra gelateria preferita - come quando ero piccola - e lo avevo aggiornato sulle ultime novità in ospedale.
Mi ero fermata a quel discorso, o a qualunque altra cosa non riguardasse l'argomento "amore". E lui lo aveva capito.
Per un po' mi aveva accontentata. Poi doveva aver deciso che era ora di affrontare la questione, perché cominciò a parlare di lui. Più precisamente domandò: «L'hai più sentito Friedrich?».
Sentire il suo nome mi fece trattenere il fiato per qualche istante. «Papà...»
«D'accordo, tesoro, scusa. Non volevo...»
«No, tranquillo. È che... mi fa ancora male parlarne. Ma ho anche bisogno di sfogarmi».
Mio padre era sempre stato una sorta di amico per me. Quando ero ragazzina e mi prendevo una cotta per un ragazzo, era uno dei primi a saperlo; quando questi mi spezzava il cuore, era da papà che andavo a piangere. E lui c'era sempre. Non che mia madre non se ne importasse, ma con lui avevo un rapporto speciale.
«Vieni, sediamoci».
«Qualche giorno fa è venuto a casa mia. Era ubriaco. L'ho fatto entrare e, ad un certo punto, mi ha confessato di essere innamorato di me».
«Oh...»
«Già...»
Trascurai la parte in cui mi aveva detto che qualcuno cercava di farci fuori - perché ok raccontargli tutto, ma non volevo farlo preoccupare.
«E tu cosa gli hai risposto?»
Lo guardai in faccia, sconfortata. «Che poteva restare a dormire sul divano, ma che doveva sparire la mattina successiva prima che mi alzassi dal letto».
Rise, per sdrammatizzare. «Ma... tesoro, tu lo ami». Non era una domanda. Lo sapeva. Persino un cieco lo avrebbe notato, ormai.
«Lo so, ma mi ha spezzato il cuore. Sai quanto mi è costato dargli fiducia dopo tutto quello che ho passato per colpa di Tyler: mi ha giurato luna e stelle, e poi mi ha mollata prima del matrimonio».