Capitolo 8

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Sara

Amici.

Cosa ti aspettavi che fossimo?
Non lo conosci neanche. Però è stato dolcissimo, nonostante tutto.

Amici.

"Ciao Sara! Bentornata!", mi accoglie abbracciandomi Giovanna, la moglie di Mario. "Mario ti ha già preparato la stanza, tanto la strada la sai.", mi dice sorridendo.

"Grazie.", le dico riconoscente.

Vado in camera, e, dopo aver fatto il mio rituale, mi butto sul letto, e crollo addormentata.

-Il giorno dopo-

Il ritornello de Lo Stadio mi sveglia, è la mia suoneria.
Rispondo svogliatamente.

"Sar, dove sei?", mi chiede preoccupata Angela.

"Al Golfo.", dico tranquillamente.

"I prof di sala hanno chiesto di te. Gli ho detto che stavi male."

"Grazie."

"Di nulla. Pausa finita, ci sentiamo."

"Ciao Angy.", dico riattaccando.

Sbuffando, mi alzo e vado a prepararmi.

Scendo al piano inferiore, dove Giovanna e Mario sono già indaffarati a servire i clienti.

"Buongiorno.", dico schioccando un bacio.

"Ue, piccolè!", mi dice Mario. "Sempre più bella sei!"

"Seh vabbuò!', dico io. "Mi firmi la giustifica?"

"E chi sennò?", chiede ridendo lui.

"Grazie.", gli dico porgendogli il libretto.

Ormai lui è come un padre per me, come Giovanna una seconda madre.

"Quando ti rivedremo?", chiede Giovanna.

"Non so, forse presto. Mamma è di nuovo partita...", sospiro.

"Lo sai che noi siamo qui.", dice Giovanna.

"Si. Mi fai un cappuccino?", chiedo a Mario.

"Ovvio."

Mi siedo al bancone, e afferro un cornetto, vuoto.

Stash

Entro in macchina e torno a casa.

Appena entro, trovo Alex disperato e Daniele che tenta di consolarlo.
Quando mi vede, Alex, furioso mi viene incontro spintonandomi.

"Aro cazz stiv? T stong chiamann ra stammatin, tu non rispondi, e papà e zio hanno avuto un incidente!", mi urla.

"C-cosa?", chiedo scioccato.

"Hai sentito bene!"

Daniele si avvicina, e mi abbraccia, ed infine anche io ed Alex ci abbracciamo.

"D-dove sono? Sono gravi?"

"Lo zio è in coma, mentre papà se l'è cavata con una gamba rotta."

"Non... Non può essere! Ti prego, andiamo da lui!", dico riprendendo le chiavi della macchina e uscendo, seguito da mio cugino e dal nostro amico.

Arriviamo all'ospedale, dove ci precipitiamo a chiedere informazioni sui nostri padri.

Terzo piano, seconda porta a destra.

Entro prima io, salutando lo zio, e dirigendomi poi da mio papà.

È attaccato a quella macchinetta del cazzo, ma respira.
Lo vedo che respira.
Deve risvegliarsi.

Mi siedo sul letto, e gli prendo la mano.

"Papà, scusami se non sono un figlio perfetto, ma ti prego, io ho bisogno di te!", gli dico piangendo, mentre il dottore mi dice di uscire.

Buonasera.
Volevo ringraziarvi per le visualizzazioni, siamo a 900 in pochissimo tempo!

Vorrei consigliarvi le storie di @Giiadaa__ , sono bellissime.

Un bacione
~Sara

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