Capitolo 29

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Stash

"Sei sicura di voler sapere di me?", le chiedo lasciandole un bacio sui capelli.

"Si.", dice convinta.

"Io vivo con mio cugino ed un nostro amico, sono i ragazzi con cui ho la band. Siamo i The Kolors, con la K.
Mia madre se n'è andata quando ero piccolo, e mio padre ha fatto di tutto per non farmi sentire la sua mancanza. A sedici anni ho deciso di andare a vivere con mio cugino per non essergli di troppo peso, e ho iniziato a lavorare.
Quest'anno è la terza volta che faccio il quinto, perchè diciamo che dove lavoravo era un night club, facevo il barman, e puoi immaginare il resto. Quando il padrone ha scoperto che mi scopavo non solo le clienti, ma anche le cameriere e le cubiste, mi ha licenziato.
Alex, mio cugino, e Daniele, il nostro amico, hanno iniziato a lavorare in un negozio di abbigliamento. Due settimane fa sono stati licenziati, e abbiamo litigato, non volevano dirmi nulla.
Io gli voglio bene, ma a volte sono insopportabili, soprattutto mio cugino.
Poi, un giorno, mi scontrai con una ragazza di terzo, e mi persi nei suoi occhi.
Solo che a volte andavo da Paola, la bionda, perchè lei mi accontentava in qualsiasi momento.
Poi, però, capii che amavo solo la moretta del terzo e troncai con Paola.
Ora so di essere cambiato, e non mi farei nessuno se non la ragazza del terzo.
E con lei non è sesso, ma amore."

Sara alza la testa dalla mia spalla, mi fissa e poi riabassa la testa, sul petto stavolta.

"Posso fidarmi che sei cambiato?", chiede sospirando.

"Come io mi fido di te. Però ora voglio sapere di te.", dico stringendola.

"Non c'è molto da sapere."

"Fa lo stesso."

"Okay.
A tredici anni, io e mia madre ci trasferimmo a Caserta per lavoro.
Fino ai dodici, potevo contare anche su mio padre, poi ebbe un incidente, e morì.
Mia madre mi promise di non portare più nessuno in casa, ma lei non mantiene mai le sue promesse.
Già quando eravamo su, non la vedevo mai, per il suo lavoro.
Lavora in una ditta praticamente giorno e notte, e qui avevamo possibilità di stare più tempo insieme, ma niente.
Ho iniziato a farmi una certa immagine per non essere 'la trasferita', 'l'esclusa'.
Ma come hai potuto capire, soddisfavo solo gli altri, poi sei arrivato tu, e mi hai mandato in tilt.
Non sai quanto ci sia rimasta male per quel 'solo amici'.
Poi ero troppo orgogliosa per ammettere che mi stavo innamorando di te, ma è capitato  e non posso più negarlo.
Poi stai cercando di salvarmi, ma non so se ce la farai.
Mi taglio, e sono bulimica."

"Dovresti smetterla."

"Non è facile. Non so se ce la farò."

"Ce la faremo insieme.", le dico baciandola.

Sale a cavalcioni su di me, e approfondiamo il bacio.
Passa una mano sul mio ciuffo, e mi sento in paradiso.

"Andiamo allo Starbucks?", chiede staccandosi.

"Va bene."

Mano nella mano andiamo in caffetteria, e ci siediamo all'esterno.

Dopo aver ordinato, prende il pacco di sigarette e se ne accende una.

"Vuoi?"

"Grazie.", dico afferrandone una.

La accendo, e nel frattempo arrivano i nostri ordini.

Dopo aver finito il mio frappè, vado a pagare.

Sara

"Che ci fai qui tutta sola?"

La voce di Mattia mi fa sobbalzare.
È con Matteo, Luca e Andrea.

"Vieni pure.", dice Andrea prendendomi per un polso e alzandomi dalla sedia con forza.

Urlo, ma il caos viennese non fa allarmare nessuno.
Stash è ancora dentro, non so tra quanto arrivi.

"Ora ci divertiamo.", ghigna Matteo.

Mi bendano e mi legano le mani, portandomi non so dove.

Buongiorno.
Grazie per le visualizzazioni, voti e commenti, vi amo! *^*
Ci tengo a sottolineare che in questa storia é tutto inventato!
Comunque, chiunque voglia scrivermi, è il benvenuto, mi fa moltissimo piacere leggere i vostri commenti, le vostre recensioni!
Un bacione
~Sara

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