Capitolo 53

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-Sei mesi dopo-

Stash

"E ora?", dico disperato al telefono.

Sono a suonare in un locale con Ale e Dani, e a Sara le si sono rotte le acque.

Al telefono è Angela che mi ha subito chiamato.

"Ora ti inventi qualcosa e vieni qui!", mi urla Angela al telefono.

"Faccio quello che posso.", replico passandomi una mano fra i capelli.

Chiudo la chiamata, e vado a cercare Dani ed Alex, che non so dove siano finiti.

Lo trovo al bancone del bar.

"Ragazzi, Sara...", mi blocco.

"Cosa?", dicono all'unisono.

"Le si sono rotte le acque. Devo andare da lei.", dico dopo aver preso un respiro.

Ed in quel momento realizzo che sto per diventare padre.
La mia vita verrà completamente stravolta.

"Andate voi due, vi raggiungo più tardi. Sistemo qui col direttore.", dice Dani.

"Grazie.", gli dico riconoscente.

Mi sorride, e si avvia verso il retro del locale.

"Allora cugino, andiamo?"

"Si."

Partiamo, ed in poco siamo all'ospedale.

Mi precipito a chiedere di Sara, e chiedo dove posso trovarla.

Mi indicano il reparto e la stanza, ed io corro, seguito da Alex.

Davanti alla stanza, trovo Angela.

"Ce l'hai fatta!"

"Sì."

Entro in stanza, ma un dottore mi blocca.

"Lei chi è?"

"Il padre."

Mi guarda male, ma mi fa entrare.

Sara mi vede e sorride tra le lacrime di dolore.

Mi avvicino e le prendo la mano.

"Sono qui, va tutto bene.", le dico.

Sara

È terribile.
Non pensavo si potesse soffrire così tanto per un parto.

Stavo fangirlando con Angela, prima che mi si rompessero le acque.

Angela ha chiamato Stash, che è corso all'ospedale il più velocemente possibile.

Ora è qui a rassicurarmi.

Non sappiamo se il figlio sarà maschio o femmina, non l'abbiamo voluto sapere.

Dopo non so quante ore di sofferenza, riesco a far nascere nostro figlio.

"È una femmina?", chiede Stash speranzoso.

"No, un maschietto.", risponde l'ostetrica. "Il nome che avete scelto?", continua poi.

Io e Stash ci fissiamo, e all'unisono diciamo il nome: Francesco.

Stash taglia il cordone ombelicale, e vedo che ha le lacrime agli occhi.

I dottori vanno a lavare il piccolo, ed io e Stash ci baciamo.

Poco dopo tornano, e faccio fare la prima poppata a Francesco.

Angela entra, e mi abbraccia non appena mio figlio dorme.
Lo stesso fa Alex.

È così piccolo.
Stash lo prende in braccio, e fra le sue braccia scompare.

I dottori mandano fuori Stash, Ale e Dani, e poi prendono Francesco per portarlo nella sua culla.

-Due settimane dopo-

"Sara, basta! Pensi solo a lui!", mi urla Stash.

"Scusa se nostro figlio ha bisogno di cure!"

"È da quando sei uscita dall'ospedale che stai solo con lui! Non dormi neanche più con me!"

"Quindi è questo quello che ti manca: scopare!"

"No. Mi manca abbracciarti la notte.", dice abbassando il tono di voce.

"Anche tu mi manchi, ma per ora è così."

"Vado a suonare coi ragazzi. Forse..."

"Poi ti fermi da loro. Sì, Stash, lo so. A domani."

Mi bacia e se ne va.

Mi siedo sul divano con le lacrime agli occhi, ma non faccio in tempo a sistemarmi che Francesco reclama la sua cena.
Sbuffo, e gli dò il latte nel biberon.

Il latte materno?
Ovviamente, la quantità bastò per la prima settimana, e basta.

Non appena si addormenta, mi sdraio nel letto, nel mio, con Francesco affianco a me, al posto di Stash.

Stash

"Raga, stasera canzoni forti che devo sfogarmi!"

"Che succede Stà?"

"Niente Dani, tranquillo."

"Stash. Song cugint , iss e o tuoj miglior amic, piens overament ca nun capimm quand c sta coccos ca nun va?"

Sbuffo passandomi una mano fra i capelli.

"Ho litigato con Sara."

"Perchè?"

"Sta più tempo con Francesco che con me. Dorme pure nell'altra stanza."

"Sei geloso di tuo figlio?", Alex chiede stupito.

"No. È che mi manca Sara."

I ragazzi mi fissano senza dire nulla.

Ci chiamano sul palco per suonare, e facciamo uno bello spettacolo.

"Tu adesso vai da lei, e le chiedi scusa.", mi dice Alex una volta finito.

"Grazie.", dico andandomene.

Una volta a casa, trovo Sara in camera nostra, ancora vestita, che dorme nel nostro letto, abbracciata a nostro figlio.

Mi avvicino a lei, spostandole una ciocca di capelli che le ricade sui capelli.
Si sveglia e mi fissa.

"Non sei rimasto dai ragazzi?"

"No. Ti devo delle scuse."

Un sorriso si fa strada sul suo viso, illuminandola.

"Sei perdonato.", dice baciandomi.

Prende Francesco e lo porta nell'altra stanza.
Quando torna, chiude la porta e mi fissa.
Si avvicina lentamente, e mi bacia.

La tiro a me, sul letto, e facciamo l'amore, dopo tanto.

"Ti ricordi la prima volta?", le chiedo.

Annuisce sul mio petto.

"Mi ricordo tutto.", dice.

Mi sorride e si allunga per baciarmi.

"Tanto va la gatta al lardo, che ci rimette lo zampino, dicesti."

"E adesso guardaci.", rispondo sorridendo.

Sorride pure lei, e poco dopo si addormenta.

Francesco, invece, si sveglia.

"Vado io.", le dico.

Gli dò il biberon, e dopo averlo fatto addormentare, torno in camera, e Sara è in bagno.

Esce sorridente, ma sono certo di sapere che ha fatto.

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