Capitolo 26

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-Esplicito-

Stash

"Che succede?", le chiedo dolcemente.

Si stacca dall'abbraccio.

"Niente. Adesso passa, tranquillo.", accenna ad un sorriso, per poi asciugarsi le guance bagnate dalle lacrime con il dorso della mano.

"Lo sai che se vuoi ci sono."

"Si."

Sistemiamo tutto, mancano solo le casse.

"Dove vanno ste casse?"

Ne prende una, mentre io prendo l'altra.
La guido verso il ripostiglio.

Accendo la luce, e poggiamo le casse.

Quando stiamo per uscire, la porta si chiude.
Sara prova ad aprirla, ma niente.
Siamo bloccati.

Striscia con la schiena contro il muro, respirando affannosamente.

"Stash.", dice tra un respiro e l'altro.

Mi avvicino e la abbraccio.
Lentamente, si calma.

"Sei claustrofobica?", le sussurro sempre abbracciandola.

Sono affianco a lei, che è rannicchiata.

"Si. Ma sta passando."

La bacio, e lei ricambia, non poco castamente.
Ci alziamo sempre baciandoci, e ci leviamo i vestiti, rimanendo in intimo.

"Sei sicura?"

Non vorrei approffittarne della situazione.

Lei annuisce, e riprendo a baciarla, con ancora più foga.
Appoggia le mani sul mio petto, facendomi indietreggiare, fino a farmi finire contro il muro.
Inizia a baciarmi il collo, lasciandomi dei succhiotti.
Mi sta facendo impazzire.

Sorride maliziosa.

Inverto le posizioni, facendo finire lei contro il muro.
Stavolta le lascio io un succhiotto, in un punto ben visibile.

Passa le sue mani sulla mia schiena, fino ad arrivare all'elastico dei boxer.
Ci gioca un pò, per poi sfilarli lentamente.
Il mio amico non ce la fa più.
Lo prende in mano, e inizia a giocarci, io nel frattempo le sfilo il reggiseno, accarazzandola lentamente.
Rabbrividisce ad ogni mio tocco, ed è una cosa di cui vado fiero.

"Muoviti.", geme.

Le sfilo anche le mutande, e infilo due dita nella sua intimità già bagnata.
La bacio, e ricambia, ma poi mi morde il labbro, facendomi eccitare ancora di più.
Le blocco i polsi sopra la testa, ed infine entro dentro di lei.
Dopo alcune spinte veniamo insieme, gemendo i nostri nomi.

Mi abbraccia, ed io la stringo forte.

"Stash.", dice preoccupata staccandosi per cercare i vestiti.

"Dimmi."

"Non abbiamo usato le precauzioni.", sussurra.

Merda.

"Tranquilla. Io ci sarò sempre."

Annuisce, e dopo esserci rivestiti, proviamo ad aprire la porta, ma niente.

É come se fosse stata bloccata dall'esterno.

Sara

La porta è ancora bloccata.

Mi siedo per terra.

"Hai il cellulare?", mi chiede Stash.

Scuoto la testa.

"L'ho lasciato su. Tu?"

"Aspetta.", lo tira fuori. "Cazzo, non c'è campo."

"Merda.", dico.

Mi manca l'aria, respiro a fatica.
Stash mi abbraccia.
Si siede affianco a me, e mi fa sedere tra le sue gambe.
La mia schiena è sul suo petto, e mi stringe cercando di calmarmi invano.

"Sara, guardami. Calm...", non sento più nulla, che vedo solo buio.

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