Capitolo 40

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Sara

"Si, volevo sapere se si possono personalizzare i plettri."

"Si, certo."

"Okay. Allora vorrei farne uno."

"Colore?"

"Nero."

"E cosa vuoi scriverci?"

Questo è passato a dare del tu in pochissimo. Lo guardo male, e poi penso a cosa scrivere.

"I am here to stay."

"Michael Jackson, bello.", dice ammiccando prendendo nota.

"Si, è l'idolo del mio ragazzo.", ribatto io.

Il sorrisino gli scompare dal volto, e poi va nel retro per farlo incidere.

Me lo riporta dopo poco, pago ed usciamo.

"Hai avuto una bella idea.", mi dice Angela.

"Grazie."

"Cioccolata?", chiediamo in coro scoppiando a ridere.

Ci fermiamo in un bar vicino, e ordiniamo una cioccolata a testa: densa e senza panna per entrambe.
Rimaniamo almeno un'oretta al bar, chiacchierando del più e del meno.

Dopo aver passato un pomeriggio insieme, torno a casa, ignorando mamma che mi chiede cosa abbia fatto.

Sistemo i regali per tutti, specialmente quello per Stash.

Lui ama suonare la chitarra, e per quanto banale un plettro possa essere, per me significa molto.
Forse però dovevo fargli qualcosa in più.
Ma io sono negata nei regali, quindi mi rassegno pure facilmente.

Scendo in cucina per farmi un po' di pasta, quando mamma mi si para davanti.

"Vieni fuori con noi?"

"No, ho mal di pancia."

"Ah okay."

Quei due escono, ed io torno a concentrarmi sulla mia pasta.
Faccio una carbonara, e me la gusto davanti al televisore sul divano in salotto.
Lavo ciò che ho usato, e poi vado in camera, a dormire.

-Il giorno dopo-

Stash

Oggi è la Vigilia di Natale, ed io non ho un regalo per Sara.
A dire il vero ce l'ho, ma ho paura che non le piaccia.

Le regalo una mia felpa, che so che ama, una collana con uno dei simboli che ama: la runa del potere angelico, e le ho fatto fare un braccialetto col suo tatuaggio.

Possono sembrare banali e scontati, ma per me hanno valore.

"Invec e sta senza fa nient, aiutc a fa a tavul!", urla mio cugino dalla cucina.

Sbuffo, alzandomi dal letto cui ero comodamente sdraiato, e vado ad aiutare Alex e Daniele.

"Tra quanto arriva Sara?", chiede Daniele.

Guardo l'orologio.

"Dovrebbe arrivare a minuti. E poi ce ne andiamo."

"Si, lo sappiamo.", sbuffa Alex.

Un quarto d'ora dopo arriva, ed è pallidissima.

"Stai bene?"

Annuisce.

"Mi girava la testa mentre arrivavo, ma ora sto bene."

"Vuoi un po' d'acqua?"

"Si, grazie.", mi risponde sorridendo.

Entra, e andiamo in cucina.

"Dani, lei è Sara. Sara, lui è Daniele."

"Piacere", dicono stringendosi la mano.

Porgo il bicchiere a Sara, e poi andiamo.

"Dove mi porti?"

"Lo vedrai."

Saliamo in macchina, e dopo essere usciti dal vialetto di casa, intreccio la mia mano con la sua.
Lei mi guarda sorridendo, e tutto il viaggio lo passiamo così.

Arrivati al Golfo, lo riconosce subito, e si apre in un sorriso meraviglioso.

Mi fermo davanti all'hotel dove ho prenotato, e dopo essere scesi dalla macchina, e aver preso i borsoni, prendo per mano Sara, ed entriamo.

Ad accoglierci, un receptionist.

"Avevo prenotato per una notte, Fiordispino.", dico.

Controlla al computer e poi mi da la chiave della stanza.
Richiede le carte d'identità, e poi ci accompagna in stanza.

Una volta soli, Sara si avvicina a me, e mi bacia.

"Preparati, che tra poco ceniamo.", dico staccandomi.

"Vado a farmi la doccia.", dice maliziosa.

Si spoglia rimanendo in intimo, ed entra in bagno.
Lo sta facendo apposta, lo so.

Si chiude la porta alle sue spalle, e poi inizia a canticchiare Love Me Like You Do.

Occhi Dentro Occhi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora