Capitolo 22

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Stash

Siamo 139 ragazzi più sei insegnanti.
Secondo me non ce la faranno mai a tenerci tutti a bada, siamo troppi.

Alloggiamo in un ostello, che fortunatamente è tutto per noi.

"Regà, io vado da Sara del terzo, ci si vede!", dice Mattia uscendo dalla camera.

"Non ti avvicinare a lei.", gli dico duramente io.

"Chi sei tu per impedirmelo? La conosco da due anni, ormai, e c'è sempre per me."

Detto questo, se ne va.

Esco anche io, e vado a cercare Sara.

La trovo avvinghiata a Mattia, ma cerca di respingerlo.

Appena ci riesce, lo lascia lì inerme ed entra in una camera, suppongo sia la sua.

Decido di andare a bussare, ma mi apre Angela.

"Non è il momento.", mi dice.

Sta per richiudere la porta, ma la blocco infilando un piede.

"Invece si. Fammi entrare, per favore."

Sbuffa e mi fa entrare, poi lei va in bagno.

Mi avvicino a Sara, sdraiata a pancia in giù, e la sento singhiozzare.
Mi siedo affianco a lei, e le lascio una carezza sui capelli.

"Lasciami in pace!"

"No. Io rimango qui finchè non ti calmi."

"Non puoi."

"Certo che si.", le sorrido malizioso, anche se non può vedermi.

Sbuffa, e poi si mette seduta pure lei, asciugandosi le lacrime con le maniche della felpa.

Sara

Questo ragazzo mi sta facendo impazzire, in tutti i sensi.

"Che ti ha fatto quel verme?"

"Niente Stash, niente.", dico sbuffando.

"Non ti credo ma va bene."

"Senti, io sono stanca. Domani dobbiamo andare al Schönbrunn, e c'è da camminare.
Puoi lasciarmi in pace?", gli urlo praticamente addosso.

"No, finchè non mi dici che hai. Sfogati Sara."

"Non. Ho. Niente.", scandisco le parole.

"Va bene. Notte.", si alza, dopo avermi lasciato un bacio all'angolo della bocca, e se ne va.

"Stash?", lo blocco prendendogli il polso.

Lui si ferma e mi fissa.
Mi avvicino e lo bacio.

"Grazie.", gli dico poi.

Stash

"Lo sai che per qualsiasi cosa, io ci sono.", le sussurro, e poi me ne vado sul serio.

È un mistero, quella ragazza.
Prima mi urla contro, poi mi bacia.
È forse per questo che mi sono anche innamorato di lei.

Torno in camera mia, e trovo Mattia che mi fissa con un sorriso malefico.

"Ti sei innamorato, Fiordispino?"

"Non sono cazzi tuoi, Briga!"

Mi butto sul letto, e dormo.

-Il giorno dopo-

La sveglia di Luca suona, e a malavoglia mi sveglio.

"Luca, spegni quel coso!", mugugna Mattia.

Lui lo spegne e si gira dall'altro lato.

Decido di alzarmi e di andare al bagno.

Mi vesto con dei jeans e una felpa sopra ad una T-Shirt.
Ormai siamo a metà ottobre, e qui a Vienna fa abbastanza fresco.

Esco dal bagno e mi dirigo nella mensa dove facciamo colazione.

Ci sono alcuni ragazzi, tra cui Paola, Sara ed Angela.

Mi avvicino alle due more.

"Siete in forma?", chiedo.

"Si.", rispondono all'unisono.

Ci mettiamo in coda per prendere la colazione, e poi ci sediamo in un tavolino.

"Qualcuno ti ha detto che potevi stare qui?", chiede acida Sara.

"Si, io.", ribatto facendole la linguaccia.

Sbuffa e beve il cappuccino.

Quando finiamo, usciamo, per fumare.

"Tu non fumi?", chiedo ad Angela.

"No.", dice semplicemente.

-Un'ora dopo-

Sara

Stiamo camminando lungo un sentiero, io, Angela e Stash siamo tra gli ultimi.
Angela è un pò più avanti.

All'improvviso mi fermo ad ammirare la Wiener Secessiongebäude, un edificio dalla cupola dorata.
Senza accorgermene, indietreggio, fino al ciglio della strada.

Stash

Vedo Sara indietreggiare per fotografare la cupola dorata.
Inciampa lungo lo scalino, ma la prendo per un braccio e la tiro a me, prima che una macchina la investa.

Come se non bastasse, inizia pure a tuonare.

Mi sussurra un flebile 'grazie', e mi abbraccia.
Sussulta quando sente un tuono, ed io le lascio un bacio fra i capelli.

"Dopo dobbiamo parlare.", mi dice, fotografando quella maledetta cupola e raggiungendo gli altri.

Cosa vuole dirmi ora?

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