Capitolo 44

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Harry's pov

Mi sentii disperso. Era la prima volta in tutta la mia vita che non sapevo assolutamente che cosa fare. Ero stato qualche giorno senza di lei per riflettere, riflettere su quello che avevo fatto. Un po' lo sapevo che si sarebbe arrabbiata, ma non avrei mai immaginato che ci avrebbe portato a questo. Forse perché non l'avevo mai sentita così lontana e l'idea di quella sensazione mi terrorizzava. Pensavo di fare la cosa giusta. Volevo che quel pezzo di merda sparisse, che ci lasciasse in pace.

Lui era la persona che si meritava veramente: un bravo ragazzo, senza problemi, ma sopratutto normale. Io non ero normale, lo sapevo. Questo fatto del diverso mi aveva sempre inquietato. Avevo paura che non  sarei mai potuto essere quello di cui aveva bisogno, per questo all'inizio avevo provato ad allontanarla. Iniziai a pensare a quando le avevo detto 'ti amo' la prima volta, subito dopo avevo ritirato tutto dicendo che era solo per farla soffrire. In parte era vero, perché prima io vivevo nella sofferenza e nel dolore, e per i demoni non era nulla di spiacevole anzi , ti soddisfaceva. Ma sapevo che in fondo quel 'ti amo' era collegato a qualcosa, sapevo che qualcosa in me stava cambiando, ma non volevo mai ammetterlo. Io provavo e riprovavo a riprendere in mano la mia vita precedente, ma sembrava che da quelle cose che sentivo dentro di me non ci fosse nessuna via d'uscita.

Ed ora ero qui. A girovagare. Sembrava che camminare mi aiutasse a pensare. Andavo sempre in quel fottuto bosco del cazzo. E ci stavo andando anche in quel momento perché non conoscevo altri posti come quello.

Avevo cercato di parlare alla ragazza nel sonno, ma senza successo. Avevo troppa paura di vederla nella vita reale per dirle che mi dispiaceva. Avevo paura di vederla realmente, avevo paura di vedere quello che le avevo fatto. Avevo provocato in lei una tale tristezza, che una volta mi avrebbe fatto impazzire, ma adesso mi stava lentamente distruggendo.

Non sapevo nemmeno che cosa avrei fatto con Lui. Io avevo il compito di proteggerla, ma avevo fallito miseramente. Pensavo che togliendomi Louis dalle palle avrei risolto alcuni problemi, ma molte volte mi dimenticavo che loro erano degli essere umani e che provavano emozioni. Per loro vedere una persona morire è una tragedia, mentre a me faceva solo sentire più potente.

Ero lontana da lei solo da qualche ora e già mi mancava. Mi mancava stare con lei.

Strane sensazioni presero il controllo del mio corpo, soprattutto del mio stomaco. Era questo l'amore? Erano queste le emozioni di cui tutti parlavano?  Il punto era che non ero felice, anzi ero molto triste.

Pensai che gli umani fossero davvero complicati. Dicevano che quando ami una persona ti senti completo, felice. Ma se amavo veramente Gemma, perché non mi sentivo così? Forse perché non era vicino a me. Forse bisognava avere quella persona al tuo fianco. Non lo sapevo. Perché non ero destinato a provare quelle cose, forse non le provavo affatto. Era tutto un forse. Volevo scappare da quelle incertezze per poter ritornare il demone di prima.

Che cosa stava facendo lei in quel momento? Cosa pensava? Aveva anche lei quel vuoto nello stomaco? Aveva anche lei quel grosso masso che ti schiacciava il petto? Provava anche lei quel dolore?

In quel momento volevo solo scappare via. Desideravo che due grosse ali spuntassero dalla mi spina dorsale, squarciandomi la pelle, e che mi facessero volare via. Via da questo mondo di pazzi; si, perché gli umani erano proprio dei pazzi. Come poteva l'amore essere bello e brutto allo stesso tempo? Non era possibile ecco. Per questo erano pazzi. Forse lo ero diventato anche io.

Volevo spiccare il volo, ma noi demoni non siamo destinati a volare. Solo gli angeli possono. I demoni invece sono costretti a girovagare dispersi nel mondo, senza una meta. Forse era per quello che mi piaceva camminare, perché ero una delle cose che sapevo fare meglio.

Io però pensavo di aver trovato la mia meta: in quella casa con Gemma e la nostra bambina per sempre. Ma dopo la nostra ultima conversazione persi la retta via e mi ritrovai di nuovo a camminare verso il nulla.

Sapevo che in qualche modo non sarei stato lontano da lei molto facilmente. Di sicuro non potevo parlarle direttamente, ma mi sarebbe bastato vederla. Conoscendomi però sapevo che non l'avrei lasciata andare e l'avrei seguita nel suo cammino almeno per un po'. L'avrei vista mentre andava avanti con la sua vita, avrei visto nascere la bambina, e l'avrei vista crescere perché ero certo che sarei rimasto comunque insieme a loro, anche se non mi volevano o non mi vedevano.

Mi fermai sui miei passi e feci uscire dalle labbra una specie di risolino.

La mia mente mi mandava continuamente immagini di Gemma, facendo aumentare quel vuoto che sentivo dentro di me. Tutti i miei pensieri erano dedicati solo e unicamente a lei. Ero così distratto da questa ragazza che non mi ero nemmeno reso conto che ora che avevo rovinato tutto non potevo più portare mia madre al rituale. Di conseguenza, sarei andato negli Inferi con Lui per sempre.

Il punto era che il mio cervello non riusciva a dare dei segnali negativi al mio corpo riguardo a questo. Riusciva solo a farmi stare male per Lei. Gemma era la mia unica preoccupazione e in quel momento capii quanto per me lei era importante.

Spazio autrice

In questo capitolo descrivo solo i pensieri di Harry quindi scusate se non succede nulla di particolare😊

Dark Eyes  ➳ h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora