Capitolo 4

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"Cosa vuoi da me?"

Lui si voltò verso di me mostrando quello splendido sorriso con tanto di fossette. Lo ammettevo, se non fosse stato un demone, anzi il figlio di Satana, sarebbe stata la persona più bella del mondo.

Anche quel giorno era venuto a casa mia. Forse dovevo iniziare a farci l'abitudine.

Man mano avevo sempre meno paura di lui.

"Devi aiutarmi"
Era stano come da un giorno all'altro passasse da essere un mostro a una persona quasi civile...quasi.

"Come? Perché io?"

Lo vidi passarsi una mano tra i capelli prima di avvicinarsi a me.

"Come già ti avevo detto, io so tutto di te. Ed è vero perché io sono stato accanto a te da sempre. Sinceramente non so chi mi ha portato da te o come sono nato io però qualcosa o qualcuno mi ha collegato a te."

Lo guardai ancora confusa.

"Quando eri bambina quelle voci, quel bambino con cui giocavi sempre ero io. Ero io la tua allucinazione, ero io la causa delle tue tante terapie dallo psichiatra. Non ti ricordi di me? Io sono Harry."

I ricordi mi ritornarono in mente. Quante persone mi avevano accusata di essere pazza. Avevo passato anni con uno psicologo che non aveva mai capito un cazzo. Allora io non ero pazza.

"Tu..."

Ero scioccata. Dopo tutto questo tempo.

Forse era un'altra allucinazione. Forse la mia mente stava di nuovo proiettando quell'immagine. Non volevo avere altri problemi.

"Tu! Vattene! Lasciami in pace!"
Vidi la sua espressione cambiare in un istante, sembrava disperato. Non poteva veramente avere bisogno del mio aiuto.

"No aspetta! Ti prego!"

"Mi hai rovinato la vita! Tutti credevano che io fossi pazza e tu ti ripresenti così!"

Mi alzai in piedi seguita da lui; gli aprii la finestra e la indicai.

"Fuori.da.casa.mia."

"Fammi spiegare!"

"Ho detto fuori!"

Si avvicinò di corsa verso di me e con una mano mi prese il collo e mi sollevò da terra.

L'aria mancava, avevo bisogno di ossigeno.

Mi dimenavo anche se inutilmente.

Dopo un po' iniziai a vedere tutto sfocato, le forze iniziarono ad abbandonarmi.

Allora sarei morta così?

"No scusa scusa scusa!"

Mi lasciò andare e il mio corpo prese contatto con il pavimento. Respiravo a fatica e tossivo. Mi misi una mano alla gola e chiusi gli occhi cercando di calmarmi.

Mi aveva quasi ucciso.

Io stavo per morire.

Questi erano i miei unici pensieri.

Sentii un tonfo vicino a me capii che Harry si era seduto accanto a me.

"Scusami. Mi dispiace"

Passò le sue mani sulla mia guancia, mentre io mi riprendevo dallo stato di shock.

"Ti prego... va via"

Con un filo di voce riuscii a dire queste ultime parole e mi sorpresi che dopo il riccio mi aveva ascoltato.

"Tesoro, sono tornata!"

Mi alzai in piedi e andai al piano di sotto.

"Ciao mamma"

La mia voce era diventata alquanto roca a causa di Harry.

"Come stai?"

"Bene credo"

Mia madre mi guardò un po' torva prima di disfare la borsa della spesa.

"Mamma, ti ho detto che non sono pazza"

"Lo so, ma non c'era nessuno in quella stanza"

Decisi di non andare avanti con la conversazione, tanto non mi avrebbe mai creduto. Mi misi le mie adorate Vans e uscii di casa.

L'aria fresca mi calmò. Come poteva essere Harry? Quel bambino, quello con cui passavo le mie giornate; pensavo di essermelo dimenticato e invece eccolo qui. Ora era più grande.

Ma i demoni crescevano?

Ma che diavolo di domande facevo?Non dovevo assolutamente parlare di lui. Dovevo dimenticare tutto. Non mi avrei fatto rovinare la vita ancora una volta.

Mi misi le cuffie alle orecchie e ascoltai un po' di musica per scacciare via i brutti pensieri...

Camminavo nel solito parchetto quando la musica cambiò da sola. Iniziò una dolce melodia, stava suonando un pianoforte.

Decisi di cambiare ma il telefono non mi faceva cambiare la canzone. Cosa stava succedendo? Mi guardai intorno ma non c'era nessuno. La musica di sottofondo rendeva la situazione ancora più inquietante.

Mi fermai.

Con me anche la musica si fermò. Potei sentire il mio respiro irregolare e il mio cuore palpitare velocemente.

Sentii come dei passi alle mie spalle. Le foglie venivano calpestate creando un dolce scricchiolio.

Il suono dei passi era vicino e quando non lo sentii più sapevo che la persona era dietro di me.

Delle braccia famigliari mi avvolsero la vita facendomi tirare un sospiro di sollievo.

"Cosa vuoi?"

dissi quasi senza fiato.

"Vuoi uccidermi?"

"Scusami. Non ce la facevo a stare senza di te."

"Lasciami."

Mi dimenai nella sua presa cercando di uscirne ma senza successo.

"No per favore, fammi spiegare.."

"Spiegare cosa?! Il fatto che tu ci sei stato in tutti questi anni oppure il fatto che mi avevi quasi uccis...."

Mi interruppe poggiando le sue labbra sulle mie. Non era la prima volta che mi baciava, ma era diverso. Non l'aveva fatto con cattiveria. E l'altra cosa alquanto strana fu che io ricambiai.

Quando ci staccammo ormai senza fiato, lui mi disse:
"Per favore...aiutami"

Appoggiò la testa sulla mia, quasi supplicando con gli occhi che avevo notato avere una piccola sfumatura di verde.

Dark Eyes  ➳ h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora