Capitolo 51

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Harry's pov

Finalmente ero felice. Erano passate più di due settimane dal mio compleanno e mi sentivo libero, finalmente. I giorni trascorsi erano stati incredibili e meravigliosi e tutto ovviamente grazie a Gemma. Ero riuscito a vedere, a percepire cose che prima non mi sarei mai immaginato di sentire. Forse avevo finalmente capito che cosa volesse dire Amare. Amare è sussurrarle una frase all'orecchio, abbracciarla durante la notte, prenderle la mano stringendola forte per paura di perderla. Amare è come farsi un tatuaggio, fa male ma ti segna per sempre. In qualche modo quando ami una persona le fai una promessa, una promessa che molte persone non mantengono. Perché è difficile esserci sempre per una persona, starle accanto anche durante i momenti peggiori, e questo l'avevo provato sulla mia pelle. Quando si ama una persona bisogna affrontare tutti questi ostacoli, come l'ago che ti segna ripetutamente la pelle rilasciando l'inchiostro in essa. Ma la cosa più bella dell'amore e il dopo, è quando finalmente la tua promessa ha avuto un fine, ti ha portato a un qualcosa che ti cambierà per sempre: è quando finalmente hai completato il tatuaggio. L'amore mi ha portato ad avere quella bellissima bambina.

Mi liberai dei miei complessi pensieri guardando l'orologio. Erano le 6.30 a.m. e il sonno mi aveva definitivamente abbandonato. Allungai il braccio verso il lato destro del letto e quando esso toccò una superficie morbida e liscia rilasciai un sospiro di sollievo. Mi tolsi le coperte ed entrai nel bagno. Avevo una sensazione strana. Mi guardai allo specchio ma non notai nulla di diverso in me. Sentivo una forte energia nel mio corpo, forse era per quello che non riuscivo a dormire. Il mio respiro accelerò e mi appoggiai al lavandino con le mani per cercare di non cadere. Non capivo cosa mi stesse succedendo. Vidi che delle piccole goccioline di sangue stavano scivolando dalle pareti del lavandino, così alzai lo sguardo verso lo specchio notandone l'origine. Dalle mie narici continuava a sgorgare sangue che pitturava man mano anche la mia bocca e una parte del mio collo. Cercai di riemarginare la ferita, ma non ci riuscii. Presi un fazzoletto e mi ripulii, ma il sangue continuava ad uscire. Presi un altro fazzoletto, ma quando ripulii di nuovo la scia di sangue, esso cessò definitivamente. Non feci in tempo a buttare tutta la carta che avevo usato che le sue urla si sprigionarono per tutta la casa.

"Harry!"

Fu in quel momento che capii a cosa stavo andando incontro.

"Harry, vieni presto!"

Mi obbligai a lasciare il bagno e a correre verso Gemma che intanto si stava contorcendo a causa del dolore.

"Harry, il bam-bino." Sentivo che aveva molta paura, potevo leggerla anche nei suoi occhi. Mi adagiai di fianco a lei e iniziai ad accarezzarle i capelli.

"Stai tranquilla, adesso vado a chiamare tua madre. Resisti." Il mio cuore, se ne avevo veramente uno, batteva a mille. Non riuscivo a crederci, stava accadendo sul serio.

La madre non perse tempo e andò subito ad accendere la macchina, mentre io mi occupai di prendere in braccio Gemma.

Mentre scendevamo le scale, notai i suoi occhi inumidirsi.

"Shh, amore non piangere ti prego. Passerà presto." Non riuscivo a capire le mie emozioni. Felicità, paura, amore tutte insieme mi rendevano così confuso.

Poggiai il suo esile corpo nei sedili posteriori, facendola sdraiare. Feci per andarmene nel sedile anteriore, ma la sua mano mi fermò.

"Resta qui. Ti prego." Annuii e mi sedetti di fianco a lei chiudendo lo sportello. Le strinsi la mano e la guardai negli occhi. Le lacrime stavano rigando il suo viso già da un po'. Sentii improvvisamente la mano essere stretta dalle sue dita e vidi una smorfia sul suo viso di dolore.
La stessa situazione si ripeté quasi ogni cinque minuti, ed io mi sentii così impotente di fronte ai suoi gemiti.

Dark Eyes  ➳ h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora