Capitolo 17

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"Oh tesoro mio! Stai bene."

La mia testa sbatteva e facevo fatica a mettere a fuoco. Dove mi trovavo? Sembrava un ospedale.

"Cos'è successo?"

"Sei svenuta cara."

"Io svenuta?"

Facevo fatica a ricordare la notte precedente.

"Si, a quanto pare ieri notte eri uscita e poi all'improvviso sei svenuta. Comunque sul fatto che esci di nascosto a notte fonda ne riparliamo più tardi."

Le rivolsi un sorriso come per dire 'grazie' prima di guardarmi un po' intorno.

La stanza era piccola, con le pareti e il soffitto bianco.

"Come hai fatto a trovarmi?"

"Delle persone ti hanno trovata a terra, non mi ricordo chi erano."

"Mmh."

La mia mente iniziava a ricordare. C'era lui, Harry che mi stava seguendo e poi più nulla, non mi ricordavo niente. E se lui mi avesse fatto qualcosa?

Guardai l'orologio, erano circa le 2 del pomeriggio. Poi mi girai verso mia madre che era impegnata a scrivere al cellulare a qualcuno. Cercai di nascondere la mia curiosità per un attimo e ragionare su cosa possa avermi fatto Harry, ma i miei pensieri vennero interrotti da un'infermiera che entrò nella piccola stanza.

"Mi scusi, l'orario delle visite è finito, può ritornare più tardi se vuole."

"Certo, mi scusi."

Mia madre si avvicinò a me e mi baciò la fronte.

"Non so se riesco a venirti a trovare stasera, finisco tardi a lavoro."

"Hai trovato un lavoro?"

"Si lavoro in un supermercato che c'è in centro." Disse con aria vaga e distaccata ma non ci feci molto caso.

Dopo poco lei se ne andò e l'infermiera mi diede da mangiare. Era vero il cibo dell'ospedale faceva veramente schifo.

Finito di pranzare la donna mi disse che non avevo nulla e che domani mattina potevo lasciare la struttura, detto questo la ringraziai e cercai di riposarmi.

Il mio sonno leggero venne disturbato da qualcuno che mise una mano sopra il piccolo materasso del lettino. Non avevo la minima idea di chi fosse e non volevo aprire gli occhi visto che ero stanchissima.

"Non pensare che solo perché sei in un'ospedale non possa stare lontano da te."

A quella voce aprii subito gli occhi e il mio incubo apparì di nuovo davanti ai miei occhi.

Guardai subito la porta, mi bastavano tre lunghi passi, tre passi per la libertà, tre passi per chiamare aiuto. Solo tre passi.
Feci per scendere dal lettino ma le sue possenti braccia mi bloccarono.

"Dove pensi di andare eh?"

Deglutii rumorosamente.

"Noi abbiamo ancora un conto in sospeso."

"Aiuto! Aiuto!"

Cercai di gridare il più forte possibile.

"Oh, ma sta zitta puttana. Qui non ti crederà nessuno, loro non possono vedermi."

Il suo ghigno era sempre lì, ad occupargli quella sua stupida faccia.

"Cos'è successo?" Chiese una delle tante infermiere della struttura.

"Lui mi sta aggredendo! Mi vuole fare del male." Cerco di spiegare inutilmente alla donna, che guardò il vuoto proprio come fece mia madre.

"Signorina, li non c'è nessuno, si riposi che è meglio. Qui nessuno vuole farle del male, è al sicuro."

"No no! Lei non capisce! Lui è un demone e posso vederlo solo io e vuole farmi del male, la prego non mi lasci sola!"

"Signorina, le ripeto che non c'è nessuno." Mi guardò con un' aria storta come per dire "ma di cosa si fanno i giovani d'oggi?".

"No! No! No! Non mi lasci!" Ormai però se ne era già andata.

"Hai visto, nessuno qui ti crede. Nessuno."

Harry's pov

La guardai mentre vidi la paura oltre ai suoi occhi verdi.

Finalmente potevo averla tutta per me. Aspettavo questo momento da molto tempo.

Presi tutti e due i suoi polsi in una mano e li bloccai oltre la sua testa. Mi catapultai su di lei, mentre con l'altra mano esploravo ogni centimetro del suo corpo.

La sentii mugolare quando iniziai a mordere alcune parti sul suo collo. La mia scia di baci terminò proprio leggermente al di sotto del suo labbro inferiore. Mi fermai 5 secondi per ammirare la mia preda prima di baciare le sue labbra.
Erano così morbide, così perfette e finalmente potevo sentirle.
Il momento che desideravo da tanto tempo venne interrotto da quella cosa, quella cosa che ero finalmente riuscito a nascondere quella cosa che non volevo che si ripresentasse più.

"Vaffanculo!" Gridai allontanandomi da lei.
Mi misi le mani nei capelli tirandoli leggermente per la frustrazione.
Sentivo man mano quella cosa che diminuiva, mentre io mi calmavo.
Potei vedere il suo sguardo nei miei occhi e capire a cosa mi stavo riferendo.
Quel verde che vedeva nei miei occhi non doveva mai apparire. Portava solo problemi. La parte in cui i miei occhi cambiavano improvvisamente colore non faceva fottutamente parte del piano. E questa cosa mi stava leggermente portando oltre. Mi stava letteralmente facendo impazzire. Quelle cose che provavo non si erano fatte sentire da un pezzo e pensavo di essere "guarito" da quella malattia. Ogni volta che provavo quelle cose, un campanello di allarme suonava nella mia testa: mi diceva che non dovevo farle del male, è la mia mente si riempiva di pensieri strani su di lei, non riuscivo più a compiere le cose che avrei dovuto farle. Ora che quella merda era ritornata non sapevo più che cosa fare.

Spazio autrice

Finalmente ho finto gli esami! Da adesso in poi cercherò di aggiornare il più possibile, tolti ovviamente i giorni in cui sarò in vacanza :)

Dark Eyes  ➳ h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora