Distolsi subito lo sguardo dai suoi occhi bui. Il mio cuore iniziò a battere nel mio petto e iniziai a sudare. Perché era qui?
Puntai gli occhi verso la macchina, distava più o meno una trentina di metri. Dovevo raggiungerla il più in fretta possibile, perché lì mi stava aspettando anche mia madre.
Sapevo anche che se avessi iniziato a correre non sarei mai riuscita ad arrivarci, lui poteva raggiungermi in meno di due secondi.
Notai mia madre raggiungere la vettura mentre stava salutando le ultime persone così cercai di avvisarla in qualche modo che qualcosa non andava.
Aprii la bocca ma le sue parole mi interruppero subito.
"Non lo farei se fossi in te." Le sue parole dure erano così vicine, era già arrivato dietro di me e il suo fiato caldo mi colpiva il collo.
Mi morsi la lingua per non imprecare. Ero così vicina a mia madre, alla libertà, alla mia unica via di fuga da questo demone così ossessionato da me, ma ovviamente la mia bocca rimase cucita. Adesso che avevo visto che cosa era veramente capace di fare avevo paura di lui.
"Vattene." Gli dissi solo e allungai il passo.
"Sai che non hai scampo." La sua voce era tagliente.
"Lo so." Ammisi. "Ma ti prego, lasciami in pace." Sospirai.
"Dobbiamo parlare." Mi ignorò completamente.
"No. Abbiamo già discusso, fine della storia."
"No, veramente, dobbiamo parlare."
Mi passai una mano tra i capelli.
"Perché ti sei presentato? Tu non meriti di stare qui. Tutto questo..." Indicai la folla che ancora si stava salutando. "...è colpa tua." Cercai di mantenere un tono rigido e duro.
"Ti ho già detto che mi dispiace per quello che gli ho fatto!"
"Il punto è questo, Harry! Tu non capisci che non bastano delle scuse. Le tue scuse non possono riportare in vita Louis, lo capisci? Noi siamo delle persone, non possiamo ritornare in vita!" Cercai di sottolineare la parola 'persone' perché sapevo che il fatto che lui era un demone era una delle sue insicurezze più grandi. E anche se mi sentivo un po' in colpa lo dovevo dire. Dovevo spiegargli che le cose non potevano andare avanti.
La sua espressione era leggermente ferita. Sapevo che era molto difficile ferirlo e sapevo che avevo centrato il bersaglio.
"Ma io voglio proteggerti, Lui non si fermerà." Mi disse. Adesso che ci pensavo non sapevo perché avevamo iniziato a chiamarlo 'Lui'. Non aveva un nome, quindi semplicemente lo chiamavano così. Ritornai però subito alla realtà.
Sapevo che avrei dovuto pensare anche a questo, ma non sapevo veramente che cosa fare. Io ero debole e senza Harry potevo fare meno di niente. Prima ero protetta, ma in quel momento nessuno poteva farmi da scudo.
"Lo so." Dissi non sapendo cosa dire.
"No, non lo sai. Appena nascerà la bambina, tu sarai in pericolo, cazzo!" Urlò. Mi girai per vedere se mia madre lo aveva sentito, ma subito mi accorsi che non c'era più nessuno, e sapevo anche che quella era una delle opere di Harry. Alzai gli occhi al cielo.
"Lo so, ma a dire la verità io non so cosa fare ok? Tu mi hai completamente distrutto facendo quello che hai fatto. Dio, mi viene da vomitare anche solo a pensarci." Urlai con tutta la voce che avevo.
"Ti ho detto che mi dispiace! Non ci vedevo più dalla rabbia. Un secondo ero a casa tua e il secondo dopo avevo già fatto quello che ho fatto. È successo così tutto all'improvviso e mi dispiace, cosa devo fare per farmi perdonare?" Urlò anche lui.
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Dark Eyes ➳ h.s.
FanfictionLei: una ragazza che voleva solo lasciarsi il passato alle spalle. Lui: un demone spietato e malvagio, ma che riscoprirà la sua parte umana solo grazie a Lei. Ma il loro amore sarà più grande degli ostacoli che cercheranno di dividerli?