«Io credo di amare ancora Jake!»
Ammetto più a me stessa che alle mie amiche.
Dannato Daniel Crab, perché aveva ragione? Sto facendo tutto questo per lui, per Jake Haiden.
***
Messaggio di posta da Jake Haiden. Domenica, ore 16.30. "Buongiorno principessa. Hai già impegni per questa sera? Beh se li hai spostali.. ti porto fuori a cena! Passo a prenderti alla Eaton alle 19 in punto!"
Messaggio di posta a Jake Haiden. Domenica, ore 16.33. "Cosa ti fa credere che io voglia uscire a cena con te?"
Seduta a gambe incrociate sulla trapunta rosa shocking adagiata sul mio letto, guardo la mia amica sconsolata.
«Megan.. Cosa faccio adesso? Non posso continuare così. Devo dirgli la verità, ma sono sicura che appena scoprirà chi sono non vorrà più vedermi.»
«Non dire così tesoro. Non è detto» posso leggere chiaramente nei suoi bellissimi occhi verdi che non crede nemmeno lei alle sue parole.
«Non posso continuare a mentirgli, ma non posso nemmeno dirgli tutto per sms. Secondo te devo uscire con lui?» le domando incapace di prendere una decisione.
«Tu vuoi uscire con lui?»
Annuisco titubante. Si, io voglio uscire con Jake Haiden. Io voglio sentire ancora le sue mani sui miei fianchi. Voglio sentire ancora le sue calde, soffici e carnose labbra sulle mie. E questa volta vorrei approfondire quel bacio, stringere il mio corpo al suo e...
«Tutto bene?» Mi rendo conto di essermi persa nei miei pensieri e dal calore che emana il mio volto è probabile che sia arrossita. Perché anche il solo pensiero di Jake mi fa sempre quest'effetto.
«Si.» Le rispondo affermativamente ad entrambe le domande che mi aveva rivolto.
«E allora escici. Lui sembra molto attratto da te, come non lo è mai stato per nessuna e sono sicura che sia perchè, oltre ovviamente alla tua straordinaria bellezza, tu gli ricordi l'unica altra donna di cui gli sia importato veramente qualcosa. Forse quando scoprirà che sei proprio la sua Mia potrebbe essere contento.»
«O forse potrebbe odiarmi per averlo preso in giro per tutto questo tempo.»
Lei vede il bicchiere mezzo pieno, ma io non posso che pensare che sia mezzo vuoto.
«Forse. Ma non puoi saperlo. Mia da quando conosco Jake l'ho visto passare dal letto di una ragazza a quello di un'altra talmente tante volte da perdere il conto» grazie amica mia, una pugnalata avrebbe avuto lo stesso medesimo effetto sul mio stomaco «ma mai si è seduto sulla sedia di un ristorante con un membro del gentil sesso che non fosse una di noi. Vorrà pur dire qualcosa?»
«Ma io sono una di voi» le rispondo sconsolata.
«Ma lui non lo sa! Cosa ti ha risposto?»
Prendo il cellulare dal comodino e apro la casella di posta.
Messaggio di posta da Jake Haiden. Domenica, ore 16.37. "Alle 19 in punto!"
Leggo a voce alta la sua risposta ingenerando in Megan una sonora risata «E bravo Jake, a quanto pare non è disposto ad accettare un no come risposta. Vieni che decidiamo cosa metterti» Mi afferra per entrambe le braccia e con un po' di fatica mi solleva dal letto sul quale sembro essermi inchiodata, quindi mi trascina all'interno della cabina armadio per scegliere il mio nuovo look.
***
Esattamente due ore dopo, alle 18.58, scendo le scale della Eaton House pronta per il mio primo vero appuntamento con Jake Haiden.
Dopo innumerevoli cambi d'abito Megan, completamente sfinita, ha deciso di andare a dormire senza cena. Questa volta è stato più difficile del solito.
Abiti corti? «No! penserà che vuoi portartelo a letto! E nessuna ragazza per bene ci cade al primo appuntamento.» Mi rimprovera, nemmeno fosse mia madre. E vorrei farle notare che in passato non era proprio il tipo da farsi questo genere di problemi.
Abiti lunghi? «No! Saresti troppo seria ed elegante. E se poi ti porta a mangiare una pizza» In effetti non mi ha detto nemmeno dove vuole portarmi.
Alla fine tira fuori un paio di jeans azzurro chiaro aderentissimi, una maglia senza maniche nera di seta lunga che mi rimborsa in vita con una cintura sottile rossa e scarpe con tacco 12 rosse. Mentre indosso la mise che ha scelto per me Megan apre il portagioie ed estrae un paio di orecchini pendenti rossi e oro e un bracciale largo dello stesso colore. Per concludere pochette rossa Gucci da legare al polso.
«Perfetta, semplice ma sofisticata.» Mi rigiro nello specchio esaminando la mia immagine riflessa. Non ha torto. Non sono sportiva ma nemmeno troppo elegante.
Sistemo i capelli in una delicata treccia laterale alla Katniss Everdeen e completo il tutto con abbondante mascara nero e un velo di rossetto rosso che spero di non aver più a fine serata... e non a causa del cibo.
Jake Haiden è puntuale come un orologio svizzero. Mi attende fuori dalla sua Audi R8 grigia appoggiato con la schiena allo sportello del passeggero, circondato aimè da una decina di mie compagne. Posso capire che è un figo da paura ma perché tutte, ma proprio tutte, devono fare le svenevoli proprio con il mio Jake.
Non posso fare a meno di fermarmi ad osservarli e notare ancora una volta quanto lui sia bello con la barba leggermente incolta, un paio di Jeans scuri e una camicia rosa pallido alla quale ha arrotolato le maniche fino ai gomiti e ha sbottonato i primi tre bottoni. Una delle galline deve avergli detto qualcosa di divertente perchè le sorride maliziosamente mettendo in mostra la sua perfetta e bianchissima dentatura degna di una delle tante pubblicità di gomme da masticare, un "ghigno" malizioso capace di far capitolare qualunque donna nel raggio di centinaia di metri, me compresa.
«Scusatemi ragazze, ma è appena arrivata la donna che stavo aspettando!»
Esclama appena i nostri occhi si incrociano, aprendosi un varco tra le mie care coinquiline per raggiungermi.
Improvvisamente mi ritrovo una ventina di occhi puntati addosso, alcuni carichi di invidia, altri di odio, ma gli unici ad attirare la mia attenzione sono un paio azzurro cielo che scrutano il mio intero corpo dalla punta dei capelli a quella delle scarpe. Scarpe dello stesso colore del mio viso, vale a dire rosso peperone per l'imbarazzo.
«Sei bellissima» mi sussurra all'orecchio schioccandomi un semplice bacio sulla guancia. Perché ci rimango male? Cosa mi aspettavo, che mi baciasse all'improvviso di fronte a tanta gente? Si! In fondo ieri sera l'ha fatto.
«Grazie Jake. Anche tu!» Balbetto per l'imbarazzo.
Afferra la mia mano e mi guida verso la sua auto, sulla quale mi aiuta a salire sul sedile del passeggero dopo avermi galantemente aperto lo sportello, mentre io in stile Regina Elisabetta saluto dalla mia carrozza le mie compagne.
«Dove andiamo?» gli domando sperando che non si accorga che non riesco a distogliere gli occhi dalla sua figura.
«Ti piace il cibo italiano?» Non si risponde ad una domanda con una domanda, ma in questo caso posso anche sorvolare.
«Abbastanza.» Io adoro il cibo italiano, in particolare la pizza, ma conoscevo un posto meraviglioso dove andavo a cena con l mia famiglia almeno una volta la mese e che serviva le lasagne più buone che abbia mai assaggiato in vita mia. Da Tony.
«Bene allora ti porto da Tony! Fanno delle lasagne strepitose. Sono sicuro che ne andrai pazza!» Certo caro.. te le ho fatte assaggiare io..
***
Parcheggiamo poco distanti dall'ingresso.
Il ristorante non sembra cambiato molto dall'ultima volta che ci sono stata. Alle pareti ci sono sempre le stesse foto delle principali città italiane. Piazza San Pietro e il Colosseo di Roma, Piazza San Marco e il Ponte di Rialto di Venezia, il Ponte Vecchio di Firenze.. I tavoli sono ancora gli stessi piccoli tavolini in legno per coppiette o piccole famiglie, con le tipiche tovaglie a scacchi blu e rosse e sedie in vimini. E Tony ancora si ostina a non volersi rasare quegli insulsi baffi che acconcia a punta con chili di gel. Adoravo questo ristorante.
Veniamo accompagnati al nostro tavolo e Jake ordina per entrambi: mozzarella di bufala con pomodori ciliegina e lasagne al ragù.
«Allora Jake, parlami un po' di te.» Gli domando curiosa di scoprire cosa è cambiato negli ultimi quattro anni.
Lui mi sorride gentilmente «Cosa vuoi sapere? Credo che tu sappia quasi già tutto di me»
«Beh io so solamente che gareggi sempre al The Racer e che sei circondato da donne che pagherebbero per avere un'avventura anche solo di una notte con te.» rispondo scuotendo la testa indignata e scrollando le spalle. «Ma che a quanto pare non è tua abitudine portare una donna a cena fuori!» Termino maliziosa. Mio caro Jake, ho io il coltello dalla parte del manico, o almeno credo.
«Immagino che Megan abbia parlato più del dovuto. Eppure non era una ragazza pettegola» Brontola senza smettere di sorridere. «Beh, non c'è molto altro.»
«Non ti credo. Cosa fai nella vita? Oltre le corse ovviamente!» Era bravo a scuola nonostante non si impegnasse molto. Non posso credere che abbia mollato gli studi per il The Racer.
«Beh. In verità studio alla N.Y.U. Il prossimo anni inizio la specializzazione di medicina. Però non lo dire a nessuno, non sono cose che voglio far sapere in giro» mi risponde visibilmente in imbarazzo.
«Medicina?» non lo avrei mai detto. Non aveva mai espresso il desiderio di diventare medico. «E non capisco perchè non vuoi che si sappia in giro, è un mestiere di tutto rispetto e se sei stato ammesso vuol dire che sei anche un ragazzo estremamente intelligente e dotato!»
«Tutte sanno che sono molto dotato» ghigna malizioso «ma diciamo che preferisco la mia fama da Bad Boy a quella del ragazzo intelligente che quando non corre» o non è a letto con le numerose spasimanti - termino la frase nella mia mente sapendo che lo sta pensando anche lui «passa il tempo a studiare per diventare medico»
«Beh, io sinceramente preferisco questa nuova versione di te!»
«Ne ero sicuro. In fondo non sei da meno. Si vocifera che anche se sei solo una matricola sei stata ammessa a frequentare i corsi avanzati di giurisprudenza e che punti a togliere al povero Josh lo stage in procura.»
Sentendo le sue parole non riesco a trattenere una risata. «Ti sei documentato sul mio conto allora?»
«Tesoro nemmeno io so nulla di te e sinceramente ero troppo curioso di sapere che voci giravano sul tuo conto alla Columbia, soprattutto in merito a te e Robert!»
«Robert? È un ragazzo fantastico ma è solo un amico. E comunque è tutto vero, tranne che quella cosa su Josh. Ci sono tre posti in procura e anche se dovessi ottenerne uno non significa rubarlo a lui. Ma non cambiamo discorso. Come mai hai deciso di intraprendere questa strada?» Non ho alcuna intenzione di dirottare il discorso su di me. Io voglio sapere tutto su di lui.
Lui sbuffa tremendamente serio, non gli piace molto parlare di sé. «Anni fa durante una corsa c'è stato un incidente e una persona è morta. Io ero lì e sono arrivato per primo sul posto. Non ho potuto fare niente. Non ho saputo fare nulla per salvargli la vita e lui mi è morto fra le braccia. È stato quello il preciso istante in cui ho deciso di studiare medicina perché io voglio poter aiutare le persone, voglio salvare la vita alle persone.»
Una lacrima sfugge al mio occhio destro rigandomi la guancia. «Scusami, ti ho intristita.»
«No Jake. Assolutamente» rispondo asciugandomi la salata goccia ribelle «è così nobile da parte tua.»
Lui abbassa gli occhi, se non lo conoscessi bene potrebbe sembrarmi intimidito. «Grazie.»
Meglio alleggerire la conversazione. «E il The Racer? Ci tieni tanto al tuo podio?»
«Decisamente! Il The Racer è la mia vita. Ho sempre amato correre, anche se all'inizio lo facevo per soldi, ma adesso non sarei in grado di farne a meno! Gareggerei anche gratis... certo gli incassi non mi dispiacciono.»
«Per soldi? Non credevo ne avessi bisogno.. cioè credevo fossi di buona famiglia.» Soldi? La famiglia di Jake è una famiglia facoltosa. Suo padre era il Sindaco e vivevano come noi nell'Upper East Side.
«Si. Mio padre non è sempre stato ricco. Non che fosse povero ma non navigava di sicuro nell'oro. Ha studiato molto e ha dovuto fare molti sacrifici per diventare l'uomo che è stato e voleva che capissi anch'io il vero valore dei soldi. Ha sempre pagato la mia istruzione e lo stretto necessario per vivere, ma in quanto a vizi non transigeva, dovevo trovarmi un lavoro e guadagnarmeli. Non che il The Racer può essere considerato un lavoro ma... diciamo che ho trovato la via più facile. Sono sempre stato bravo, anche se all'inizio trovavo qualche difficoltà perché non potendomi permettere un'auto mia dovevo chiederla in prestito ai miei amici.»
Non ne avevo idea. Ecco perché voleva sempre utilizzare la mia auto, o quella di Scott.
«Già! Non so nemmeno perché ti sto dicendo queste cose. Mi prenderai per uno sfigato.» Rise sonoramente. «Dovrei cercare di ammaliarti e ti racconto queste cose.»
«Ci stai riuscendo egregiamente però» Le parole sdrenano dal mio cervello uscendo dalla mia bocca prima ancora di riuscire a fermarle. Avvampo nell'istante immediato in cui focalizzo cosa ho appena detto, rischiando di inciuccarmi con la mia stessa saliva. Non posso averlo detto sul serio.
Sul suo volto ritorna il suo meraviglioso ghigno. «Lieto di saperlo!»
Distolgo immediatamente lo sguardo dai suoi meravigliosi occhi azzurro cielo, incapace di sostenerlo. Meglio cambiare discorso. «E quindi fino a quando continuerai a correre? Dopo la laurea sarà difficile. Come farai dopo?»
Lui inspira profondamente senza levarsi quel sorrisino assurdo dalla faccia. Lo prenderei a sberle «Oh beh. Smetterò. Se continuo a correre è per mio volere, non ne ho più bisogno adesso. A diciotto anni ho avuto accesso al mio fondo fiduciario e da quando ho avuto l'eredità i soldi non mi mancano.»
«Eredità?»
È lui questa volta ad abbassare lo sguardo. «Mio padre è morto.»
Suo padre? Il Sindaco Hayden è morto. Sapevo che aveva terminato il suo mandato poco dopo la mia partenza, quando fu eletto l'attuale primo cittadino, suo braccio destro, ma che fosse morto no! Certo la notizia sarà stata diffusa nei giornali locali, ma in tutti i suoi sms Megan non ha mai accennato ad una notizia del genere. Lo ricorderei bene. «Mi dispiace Jake. Quando?»
«La Vigilia di Natale di tre anni fa. Stava già male da anni ma trattandosi di un personaggio politico non aveva detto nulla a nessuno.»
Ricordo perfettamente quel Natale, il primo in Kentucky. Avevo cenato con i miei nonni, poi ero uscita con i miei compagni del collegio e avevamo fatto mattina per locali. Ero tornata a casa completamente ubriaca la mattina seguente e avevo dormito fino a tardi. Appena sveglia avevo trovato una telefonata da parte di Jake ma come per le altre pochissime occasioni non lo avevo richiamato. Credevo volesse solo farmi gli auguri... Quella fu l'ultima volta che aveva provato a contattarmi. Oh Jake, se solo avessi saputo la verità, se solo avessi saputo che avevi bisogno di me.. ti avrei richiamato. Perché Megan non mi ha detto nulla, perché? Non sono stata l'amica che sarei dovuta essere allora e non lo sono nemmeno adesso.
Per una frazione di secondo mi passa per la testa di confidargli tutta la verità e affrontarne le conseguenze. E se avesse ragione Megan? Forse dopo un primo momento di confusione e di rabbia potrebbe accettare la cosa. Potrei spiegargli di aver avuto paura della sua reazione, di essere stata così bene al suo fianco da temere di perderlo ancora e lui potrebbe capire.
Ma cosa sto dicendo? Io sono scappata lasciando alle mie spalle terra bruciata e dolore, rifacendomi una vita con un nuovo nome, fregandomene della loro sofferenza. E nonostante tutto lui ha continuato a considerarmi sua amica e nel momento peggiore della sua vita ha cercato il mio conforto. E io cosa ho fatto? Ho continuato ad ignorarlo per proteggere me stessa dal dolore. Se gli dicessi la verità si alzerebbe da questo tavolo, lanciandomi addosso la salvietta e fuggirebbe lontano da me non rivolgendomi più la parola.
«Ma basta parlare di me.. per carità. Raccontami qualcosa di te.. Non so quasi nulla salvo che sei bellissima e anche estremamente intelligente.»
Non posso perderlo. Non posso dirgli niente. FIFONA! Pensa Mia, pensa. Inventati qualcosa.
«Cosa vuoi che ti dica? Ho vissuto con la mia famiglia a Forks fino alla fine del liceo, quando sono stata ammessa alla Columbia.» Benedetta Meyer. E adesso come ne vengo fuori?
«E dove hai imparato a guidare da pilota? È stato il tuo ragazzo ad insegnartelo» mi domanda con una strana luce negli occhi.
«Ah ah... no. Magari fosse il mio ragazzo. È stato un mio amico ad insegnarmelo, ancora prima di prendere la patente.»
Mi fissa poco convinto, il sopracciglio destro sollevato. «Magari? Non dirmi che esiste un uomo capace di resistere al tuo fascino?»
«Smettila di mettermi in imbarazzo» esclamo viola in volto. Perché deve sempre uscirsene con queste frasi. Mi alzo dalla mia sedia e allungo un pugno colpendolo sulla spalla. «E comunque si. A quanto pare non piaccio proprio a tutti.»
Lui ride massaggiandosi la spalla con il palmo aperto fingendo di provare dolore. «Vorrei proprio conoscere questo stupido. Parlami di lui.»
Jake ti presento Jake lo Stupido.
Scrollo le spalle. «Bellissimo, estremamente intelligente e ovviamente con centinaia di ragazze al seguito. Mi ha considerata sempre e solo un'amica.»
«Forse non sapeva del tuo interesse. Mi sembra così strano che..»
Rido sonoramente. «Oh no. Lo sapeva bene. Credo di non essere stata il suo genere, tutto qui.»
Jake mi sorride amabilmente prima di tornare improvvisamente serio, gli occhi fissi nei miei. «Quindi se non ho capito male, non esci con nessuno adesso?»
No! Jake Haiden vuole sapere se mi frequento con qualcuno in questo momento. Nego scuotendo violentemente la testa a destra e sinistra.
«Bene!» si limita a rispondermi, tornando ad assaporare il suo dolce.
***
Da quella sera io e Jake abbiamo iniziato ad uscire regolarmente per l'intero mese successivo. Almeno una volta a settimana mi porta fuori a cena, ogni volta in un posto diverso, e se la mattina seguente non abbiamo lezione alla prima ora andiamo anche al cinema, anche se, a differenza di Robert, i nostri gusti in materia di film sono decisamente contrastanti e lui non sembra voler accettare di vedere un film senza spari, sangue o alieni. Il week end lo passiamo al Victrola e, ogni volta che Mr Crab chiama, al The Racer. Usciamo spesso insieme anche a Spencer e Micheal che ormai fanno coppia fissa e sembrano perdutamente innamorati, e ogni tanto si uniscono a noi anche Megan, Robert, Josh e Jessica, anche se quest'ultima sembra ormai letteralmente uscita fuori di testa.
Jake sembra non essere più interessato ad alcuna ragazza. In discoteca rimane al mio fianco, beviamo e balliamo insieme per l'intera serata, e lui ignora letteralmente ogni donna che gli si avvicina.
L'unico problema è che anche se lui resta sempre al mio fianco, in realtà ignora anche me. Non del tutto, presta attenzione agli altri ragazzi che mi si avvicinano e non perde occasione per allontanarli, e se lo abbraccio lui stringe il mio corpo a sé circondandomi con le sue forti braccia. Però ogni volta che avvicino il mio viso al suo per far incontrare le nostre labbra lui si scansa leggermente limitandosi a sfiorarmi un angolo della bocca. Da quella sera al The Racer non ha più cercato di baciarmi, nonostante ogni mio tentativo di sedurlo. Ho provato con tutto, abiti molto corti, o eccessivamente scollati, o entrambi. Strusciamenti troppo pronunciati e balletti sexi, ma lui sembra totalmente indifferente o quasi. Però ci sentiamo ogni giorno, usciamo spesso insieme, e sembra persino essere contrario all'idea che io esca senza di lui.
Non posso aver fatto tutto questo ed essere di nuovo per lui una semplice amica. Ma lui non esce più nemmeno con nessun'altra ragazza. Nemmeno Megan sembra capirci più nulla.
La scoperta più piacevole è stata Josh. Continua ad essere abbastanza diffidente nei miei confronti ma ormai sembra aver sotterrato l'ascia di guerra.
«Ciao Amelia, come va?» Mi si avvicina alla fine della lezione poggiando il fondoschiena sul mio banco.
«Bene. Tu?» Gli rispondo fissando il suo sedere adagiato sugli appunti della giornata.
«Abbastanza bene. Lunedì prossimo abbiamo il primo test. Mi chiedevo se ti andava di..» lascia in sospeso la frase scompigliandosi i capelli con la mano destra.
«Di?» lo invito a continuare.
«Di studiare insieme questo week end. Sei brava e preparata. Studiare insieme non può che agevolarci. Sempre che non sia un problema per Jake.»
Istintivamente esplodo a ridere «E perché dovrebbe essere un problema per Jake?»
«Beh lo sai.. insomma tu e lui...» Ah! Persino lui pensa che ci sia qualcosa tra me e Jake.. Peccato che il diretto interessato non sembra della stessa idea.
«Io e lui? Siamo solo amici. Comunque va bene. Pensavo già di passare l'intero week end sui libri, non farlo da sola potrebbe solo rendere il tutto più piacevole.»
«Mmm. Scegli una delle biblioteche. Ci troviamo lì domani mattina presto.»
«Io preferirei la mia stanza, potrei dire a Spencer di fermarsi da Micheal per non essere disturbati.» Ribatto senza rendermi conto che la mia frase potrebbe essere facilmente fraintesa. «Solo per ripetere liberamente a voce alta.»
A stento trattengo una risata vedendo l'espressione sul suo volto. Aveva chiaramente frainteso e sembra aver avuto PAURA che ci provassi con lui. «Ah, ok. Però magari preferisco avvisare prima Jake»
Messaggio di posta da Jake Haiden. Giovedì, ore 15.47. "Mi ha appena chiamato Josh chiedendomi di poter studiare con te nella tua stanza. Non mi sembra giusto che lui possa vederla prima di me. O_O"
Ma stiamo scherzando? Lui vuole solo essere mio amico e io non posso portare nessuno nella mia stanza.
Messaggio di posta a Jake Haiden. Giovedì, ore 16.03. "Lui ha un buon motivo... dobbiamo studiare per il test di lunedì. Anzi ne approfitto per dirti che questo week end non uscirò"
Messaggio di posta da Jake Haiden. Giovedì, ore 16.07. "Mi stai dicendo che passerai l'intero week end nella tua stanza da sola con Josh?"
Messaggio di posta a Jake Haiden. Giovedì, ore 16.18. "Si..."
Messaggio di posta da Jake Haiden. Giovedì, ore 16.37. "Ok"
Ma si è offeso?
Messaggio di posta da Josh Neil. Giovedì, ore 18.41. "Domani sarò davanti all'ingresso della Eaton alle otto in punto. Vedi di svegliarti in tempo"
Messaggio di posta a Josh Neil. Giovedì, ore 18.44. "Perfetto. Io bevo un chococappuccino con molta schiuma e tanto cioccolato."
Io e Josh passiamo l'intera giornata di venerdì a studiare senza sosta fino a mezzanotte, interrompendoci solo quando Spencer bussa alla nostra porta per cambiarsi d'abito e uscire con Micheal. La mattina seguente riprendiamo alle otto e continuiamo a ripetere fino a sera.
«La qualità di imputato si conserva in ogni stato e grado del processo, sino a che non sia più soggetta a impugnazione la sentenza di non luogo a procedere, sia divenuta irrevocabile la sentenza di ... Basta Josh sono esausta»
Mi getto sul letto comprendoni il volto con entrambe le mani. Fuori dalla finestra il sole è calato da un pezzo, l'ora di cena deve essere passata da un po'. Chissà se gli altri sono già al Victrola e chissà se Jake è da solo? Non si è più fatto sentire dopo quel messaggio monosillabico.
«Ma Amelia, sono appena le nove. Non puoi essere già stanca.» Si lamenta Josh scuotendo la testa con un'espressione sdegnata sul volto.
«Abbiamo già ripetuto due volte l'intero programma. Credo che sia sufficiente per oggi. Potremmo riprendere domani?» Non riesco a togliermi l'immagine di Jake con un'altra ragazza dalla testa.
«è da un po' che sei distratta. Che ti prende. Credevo ci tenessi ad avere lo stage almeno quanto me. Se vuoi possiamo mangiare qualcosa ma dopo riprendiamo assolutamente.»
«Ok.. e se facessimo una scappata al Victrola per mangiare qualcosa e poi tornassimo qui.» Provo a proporgli tutubante. Lui a stento si trattiene da ridermi in faccia.
«Al Victrola? E perché? Dobbiamo studiare.»
«Va bene. Va bene professore.» Gli rispondo mettendo il broncio e accavallando le gambe. «Ordiniamo una pizza o scendiamo a cucinare qualcosa?»
«Avanti! Dimmi cosa c'è che ti turba così potrai concentrarti di nuovo sull'esame!»
«Niente.. perché dovrebbe esserci qualcosa che mi turba?» Fisso lo smalto perfetto cercando di mostrare indifferenza.
«Si, certo. Ecco perché controlli ad intervalli regolari la tua casella di posta e vuoi andare al Victrola.» Maledetto Josh. Perché deve essere così perspicace? «Centra per caso Jake?»
«Jake? Ma cosa stai dicendo? Siamo solamente amici!» La mia voce trasuda di delusione.
«Ed è questo che ti turba?» Si siede sul letto accanto a me scrutando il mio volto quasi a voler leggere la risposta nei miei occhi prima di sentirla uscire dalla mia bocca.
«Si.» Rispondo sconsolata, tanto il mio viso è un libro aperto e Josh deve ormai averlo già capito da solo.
In tutta risposta ottengo una fragorosa risata.
«Ti fa divertire così tanto?» ribatto offesa colpendolo su un braccio e facendolo cadere su un fianco.
Josh si solleva dal mio cuscino e senza smettere di ridere. «Ad essere onesto si. Sei così tanto intelligente ma così poco perspicace. Come fai a non rendertene conto?»
«E di cosa non mi sarei resa conto?»
«Di Jake. Ti giuro che non l'ho mai visto interessarsi così tanto ad una ragazza. Come puoi pensare di essere solo un'amica per lui?»
«Perché mi tratta da amica... cioè lui non.. con me non.. insomma hai capito!» Per la vergogna mi copro il viso con entrambe le mani.. non posso credere che sto dicendo sul serio queste cose proprio a Josh. Non siamo nemmeno amici.
«Perché non è ancora venuto a letto con te? Io voi ragazze non vi capisco. Se uno ci prova subito è uno stronzo e vuole solo quello, se uno aspetta vi disperate perché non vi vuole.» borbotta sconcertato facendomi sfuggire un sorriso.
«Ma va! Non voglio dire questo.. è che non dimostra un grande interesse per me. Gli sono indifferente.»
«Indifferente?» Ride ancora una volta. «Minacciarmi di castrazione se solo mi fossi azzardato a sfiorarti anche solo con un dito non è sinonimo di indifferenza.»
«Che?» sgrano gli occhi incapace di credere a quello che mi ha appena detto.
«Eh già. Quindi vedi di riportare la sola verità quando ti domanderà di questo week end di studio. Ci tengo alle mie parti basse.»
Avvampo al pensiero di Jake che minaccia il suo amico Josh. Ma allora ci tiene a me.
«Adesso riuscirai a concentrarti? Vorrei non commettere alcun errore dopodomani.»
Annuisco «Certo! Come mai ci tieni così tanto? Cioè capisco che sia un'occasione come poche ma per te è quasi essenziale.»
«Tu perché vuoi lavorare in procura?»
«Voglio proteggere i più deboli e far rispettare la legge. Non è possibile che nel 2014 New York non possa esprimersi liberamente per paura delle ritorsioni della Mafia e della criminalità.»
Lui scoppia ancora una volta a ridere «Oh. Io non ho ideali così puri! Io lo faccio per il The Racer. Non sono mai stato abbastanza bravo per partecipare ma così potrò fare anch'io la mia parte.»
Lo scruto allibita incapace di comprendere il reale significato delle sue parole.
«Una sera ho sentito Mr Crab rivelare che da qualche anno un ex corridore di cui non si conosce il nome è riuscito ad entrare in procura e che grazie a lui che vengono avvisati prima di qualche imboscata. È per questo che ancora non sono riusciti ad arrestare nessuno»
Un ex corridore in procura? Ecco chi aveva avvisato Mr Crab la sera dell'arresto.
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THE RACER
ChickLitAmelia River, dopo quattro lunghi anni torna a New York per frequentare la Columbia University. Era scappata da un passato che non riusciva ad affrontare, ma soprattutto dimenticare. Nonostante tutti i suoi sforzi il passato tornerà a bussare alla s...