Capitolo 34

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Monto in auto e chiudo immediatamente la sicura nonostante sia certa di non essere stata seguita. Jake mi ha pregata di non andarmene, ha chiamato più volete il mio nome e nella sua voce c'era un non so che di disperazione. Una parte di me voleva tornare indietro e parlargli ma come potevo restare dopo averlo baciato? Sento ancora la consistenza dei suoi muscoli tesi sulle mie mani, il profumo della sua pelle nelle narici e la dolcezza delle sue labbra.
Come ho potuto perdere così il controllo?
Mi è bastato un suo abbraccio, sentirlo chiamarmi amore, i polmoni invasi dal suo odore e non ho capito più nulla. Le sue labbra erano così invitanti e così tremendamente vicine. È stato più forte di me.

Accendo il motore, affondando il piede sull'acceleratore con foga ed esco dal parcheggio dirigendomi immediatamente verso la procura. Ieri ho promesso a Megan che l'avrei chiamata e non posso non mantenere la mia promessa, quindi digito il suo numero sullo schermo del telefono e attendo la sua risposta che arriva fin dal primo squillo. Sembra apparentemente stupita, forse non credeva veramente nella mia parola.
Discutiamo a lungo parlando del più e del meno, dell'intervento di mio padre, di mia madre e infine di Spencer che dovrebbe tornare domani dalle sue vacanze con Micheal ai Caraibi. A parere di Megan la mia ex coinquilina, dopo un primo attacco di rabbia nei miei confronti per aver deciso di farmi viva giusto l'unica settimana all'anno in cui lei è lontana da New York, sarà veramente felice di rivedermi e riallacciare il rapporto con me e infondo anch'io non vedo l'ora di stringerla e scoprire come sta e cosa le è successo nell'ultimo periodo. Ci accordiamo quindi per organizzare una cena il prima possibile noi tre insieme. Prima di chiudere mi avvisa che sta organizzando anche una festa per la bambina per la settimana seguente, prima di diventare troppo ingombrante, e avrebbe piacere di essere sicura della mia presenza. Inspiro profondamente un paio di volte prima di domandarle chi, oltre me e ovviamente Robert, ha intenzione di invitare e come mi aspettavo non manca nessun nome dei vecchi amici, ad eccezione di Josh, e socchiudo gli occhi mentre lei titubante pronuncia i nomi di Jake e della nuova fidanzata Hanna.
Come posso stare nella stessa stanza con lui, o peggio con lei dopo quello che è successo tra noi solo pochi minuti fa? Aspettano un figlio, Jake diventerà padre tra qualche mese e io l'ho baciato e muoio dalla voglia di farlo ancora. La risposta mi esce spontanea. "Mi dispiace Megan, preferisco non venire se ci saranno anche loro. Non offenderti, festeggeremo io e te." Segue un lungo silenzio dopo il quale Megan, senza insistenza alcuna, mi rassicura dicendomi che se proprio deve fare una scelta, questa scelta sarebbe ricaduta su di me e che non li avrebbe invitati, mentre il senso di colpa mi stritola la cassa toracica togliendomi il respiro.
Come posso chiedere ai miei amici di scegliere tra me e lui?

Raggiungo la procura decisa a buttarmi a capofitto sul lavoro, studiare la prossima causa riuscirà sicuramente a distrarmi e a farmi smettere di pensare alle labbra di Jake premute sulle mie. Velocemente salgo le scale verso il mio ufficio ignorando gli sguardi stupiti dei miei colleghi per il mio abbigliamento poco consono, decido di non disturbare Josh che è chiuso nella sua stanza insieme al nuovo disastroso stagista e apro l'armadio alla ricerca del fascicolo sull'arresto di un tale Snow, beccato a correre con la sua auto in quella che aveva tutta l'aria di essere una corsa illegale. Il The Racer non ha più gli stessi piloti di un tempo e non è la prima volta che un qualche sprovveduto si fa beccare, fortunatamente non hanno mai vuotato il sacco in nessun interrogatorio e non sembrano intenzionati a tradire Mr Crab. Questo almeno finchè riesco ad evitare loro il carcere e qualunque tipo di incriminazione.

"Mara! Mara!" Richiamo la mia segretaria sperando che possa essermi d'aiuto. "Mara tu sai dove ho messo il fascicolo Snow? Non lo trovo da nessuna parte!"

La piccola donna si porta un dito sotto il mento soffermandosi a riflettere sul se e quando avesse visto quella particolare pratica illuminandosi dopo qualche secondo. "L'aveva preso il Dott. Bass prima di partire per Seattle dicendo che se ne sarebbe occupato lui. Credo che se lo sia portato a casa e deve averlo lasciato là."

"Maledizione." Impreco alzando entrambi gli occhi al cielo, questa deve essere la mia giornata sfortunata. "Hanno anche anticipato l'interrogatorio. Vado a recuperarlo." Le comunico riafferrando la borsa e dirigendomi nuovamente verso l'uscita nonostante fossi appena arrivata da meno di qualche minuto.


***


Estraggo il piccolo portachiavi a forma di cuore regalatomi da Ryan all'ultimo Natale nella speranza che mi decidessi ad andare a vivere insieme a lui e infilo la chiave nella toppa del portone dell'elegante palazzina in centro Manhattan. Non mi piace andare a casa sua, né con lui e tantomeno senza di lui, la trovo troppo fredda e fintamente raffinata. Per questo preferisco restare ancora nel mio piccolo appartamento, in una palazzina dove se ti ritrovi all'ultimo minuto senza sale o zucchero puoi suonare al dirimpettaio senza temere di essere scambiata per una barbona. E diciamo che Josh al piano di sopra mi dà una certa sicurezza che nemmeno il miglior portiere di tutta New York riuscirebbe ad infondermi.
Giunta al primo piano seleziono dal mazzo la chiave della porta blindata, la inserisco e faccio per ruotarla verso destra senza però riuscirci. La porta è infatti stranamente chiusa senza mandata e questo mi lascia interdetta pensando che Ryan non potrebbe mai aver lasciato la casa praticamente aperta sapendo di mancare per giorni. Tuttavia anche le luci sono accese e dalla cucina provengono alcuni suoni, delle voci forse anche se non sembrano pronunciare parole in modo chiaro. Titubante mi addentro nell'ingresso avvicinandomi alla stanza in questione attraverso il salotto, man mano che accorcio le distanze le voci sembrano sempre più chiare e una delle due è quella di Ryan mentre l'altra appartiene sicuramente ad una donna, non emettono parole ma gemiti. So già cosa mi troverò davanti ma non esito nel mio cammino volendo vedere con i miei occhi ciò che sta accadendo.

Un viaggio di lavoro a Seattle?

Mi appoggio con la schiena allo stipite della porta della cucina incrociando le braccia al petto e scrutando amareggiata la scena. Alessia, l'ex fidanzata di Ryan e chiaramente sua amante, è stesa a pancia in giù sul tavolo dove io consumo solitamente la colazione quando dormo qui, mentre Ryan completamente nudo la sta prendendo con foga, tirandole i capelli con la mano sinistra e schiacciandola contro la superficie con la destra.

Istintivamente mi ritrovo a battere le mani l'una contro l'altra, schifata da lui. Ecco perché aveva reagito così stranamente bene al ritorno di Jake, non aveva paura che lo tradissi visto che lui fa altrettanto da chissà quanto tempo. "Non vi fermate a causa mia, continuate pure. Devo solo prendere questo e vi lascio da soli."

Ryan si immobilizza pietrificato a metà dell'orgasmo seguendo con gli occhi chiari il mio corpo che veloce raggiunge la penisola accanto all'angolo cottura e recupera quello che spero sia il fascicolo Snow. Senza più degnarlo di uno sguardo esco dalla stanza e mi allontano da loro fingendo di non sentire la sua voce che mi supplica di non andare, nonostante non sia ancora uscito dalla sua amante.



POV JOSH

Siedo alla mia scrivania intendo ad esaminare alcune foto di una scena del crimine, non ho ancora trovato nulla con cui poter sostenere una stabile accusa verso quel delinquente nonostante sia sicuro che è stato lui a picchiare quasi a morte quella ragazza. Voglio vederlo dietro le sbarre entro massimo una settimana così.
Il vibrare del telefono dalla tasca dei pantaloni mi riporta con i piedi per terra. Mi sorprendo leggendo il nome di Ryan visto che a Seattle è notte inoltrata. Che sia successo qualcosa?
"Ryan dimmi tutto?"

"Josh passami Mia, subito!" Sbraita senza nemmeno perdere il tempo per rivolgermi un saluto, spaventandomi leggermente.

"Ryan non c'è Mia, Mi han detto che è passata qui ma che è andata via oltre un'ora fa. Cosa sta succedendo?" Ho il presentimento che Mia abbia combinato qualche cavolata con Jake.

"Non dire cazzate Josh, se scopro che la stai nascondendo finirai ad occuparti di sospensioni di patenti per il resto della tua vita."

"Dannazione Ryan, Mia qui non c'è e adesso mi dici cosa nascondi altrimenti ti posso giurare che non avrai l'occasione di mandarmi in motorizzazione, finirò in carcere per averti pestato a sangue." Lo minaccio, il tono di voce così alto che metà dell'ufficio smette di lavorare e rivolge lo sguardo verso la mia porta che mi affretto a chiudere per separarmi da orecchie indiscrete.

"Amelia è venuta a casa mia." Ammette desolato con un filo di voce.

"Lo so, doveva prendere un fascicolo."

"Peccato che io ero lì, con Alessia. Due o tre volte al mese fingo di avere un incontro di lavoro fuori città e ci chiudiamo in casa mia."

"CHE COSA?" Urlo indignato. Appena Mia è tornata single si è affrettato a lasciare la provocante avvocatessa con cui ormai si frequentava da qualche anno, nonostante raccontasse in giro di volerla sposare, ed è stato dietro alla mia amica fino a riuscire a conquistarla nuovamente, ed ora che sono fidanzati ufficialmente la tradisce con la sua ex? "Ci penso io a trovarla tu però vedi di starle alla larga, a meno che non sia lei a volerti vedere." Sibilo prima di attaccargli il telefono in faccia. Può essere così stupido? Tradire Mia con Alessia?
Afferro le chiavi dell'auto e mi fiondo fuori dall'ufficio fingendo di non vedere gli sguardi sorpresi dei miei colleghi: devo assolutamente trovarla ovunque sia.


.... Continua

Che dire... Magari questa è la fine di Ryan!!!!

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