Capitolo 26

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CAPITOLO 26 Un anno dopo.
Siedo sul letto sentendo le gambe cedere improvvisamente sotto il mio peso. «Ripetilo perché credo di non aver capito bene.»

«Mia...» Jake si avvicina a me lentamente, titubante.

«Ho detto ripetilo, ho bisogno di sentirmelo dire ancora una volta.» Allungo le mani per intimargli di rimanere dove si trova, la sua vicinanza mi manda sempre in confusione e io voglio rimanere lucida. Fortunatamente mi sono seduta perché l'improvvisa carenza di ossigeno, causata dal mio respiro accelerato, mi fa girare la testa. «Ripetilo.» Sussurro infine ancora una volta con un filo di voce.

«Mi hanno offerto di proseguire la specializzazione a Washington ed io ho accettato. Amore non mi capiterà mai più un'offerta del genere, lì c'è il miglior cardiochirurgo di tutti gli Stati Uniti. Mi ha raccomandato direttamente dal primario di chirurgia e la dott.ssa Yang ha acconsentito.» Jake parla lentamente, con il capo chino, quasi vergognandosi delle sue capacità. Pochi giorni dopo la laurea ha iniziato la specializzazione in chirurgia nel miglior ospedale di New York facendosi fin da subito notare tra le altre matricole per le sue straordinarie abilità. Era il primo ad entrare e l'ultimo ad uscire, non lo spaventavano infiniti turni e lunghissime ore in sala operatoria, sempre pronto a memorizzare ogni insegnamento possibile da parte dei suoi superiori. Ben presto venne accolto sotto l'ala protettrice del primario di chirurgia, un uomo di sessant'anni senza figli che notò immediatamente la sua propensione per tutto ciò che riguardava il cuore. Ecco perché non ha esitato a raccomandarlo ad una sua vecchia studentessa nota per le sue grandi capacità e specializzata proprio in quell'ambito la quale non ha esitato ad accontentare il suo vecchio mentore e accogliere Jake tra i suoi adepti.

«Quando dovresti partire?» Domando fissando le punte dei miei piedi nudi come il mio intero corpo. Jake ha ben pensato di dirmelo dopo aver fatto l'amore, sicuro di trovarmi più docile e accondiscendente dopo il piacere.

«Mia, se potessi rimarrei qui con te. Il solo pensiero di non poterti vedere tutti i giorni...»

«Quando?» Lo interrompo scandendo bene ogni singola lettera.

«La settimana prossima.» Risponde d'un fiato avvicinandosi di un passo a me e cercando di coprire con le mani il suo corpo completamente svestito. «Amore mio, Washington è a sole due ore e mezza di strada da qui. Ci potremo vedere ogni volta che vorremo.»

Una lacrima sfugge al mio controllo rigandomi la guancia destra e istintivamente allungo le braccia verso di lui pregandolo silenziosamente di stringermi a sé, assaporando già la sensazione di solitudine. Il corpo di Jake si porta immediatamente sul mio e le sue labbra mi sfiorano delicate e gentili e io approfondisco immediatamente il bacio mentre il pensiero di stare lontana dal mio unico amore mi logora dentro.

«Non cambierà nulla Mia, ti amo troppo per permetterlo.» Sussurra al mio orecchio stringendomi ancora più a sé e mentre il suo bacino preme sul mio.

«Promettimelo Jake, promettimi che non mi lascerai.» Biascico tra un bacio e l'antro allargando le gambe per concedergli maggior accesso alla mia intimità.

«Mai.» Sussurra entrando in me desideroso di possedermi esattamente come pochi minuti fa.

«Ti amo Jake.»

«Ti amo Mia.»





Un altro anno dopo.


Quest'anno è stato ancora più fruttuoso del precedente, almeno in ambito universitario. L'assenza di Jake mi ha costretta a concentrarmi sugli studi permettendomi di superare più esami di quelli originariamente previsti nel mio calendario e i vari docenti sono stati ben lieti di ammettermi a tutti i corsi del penultimo anno. Il professor Collins oltre ogni mia aspettativa mi ha persino concesso la tesi che secondo i miei progetti riuscirò ad esporre tra un anno esatto a partire da oggi, un anno in anticipo rispetto ai miei compagni.

I primi mesi abbiamo cercato di trovarci almeno una volta a settimana ma presto gli impegni lavorativi di Jake sono diventati talmente pressanti da impedirgli di avere abbastanza tempo per affrontare il viaggio di ritorno a New York e nonostante mi sia impegnata in tutti i modi per incontrarlo regolarmente , vederlo è stato sempre più difficile.
La maggior parte delle volte che lo raggiungevo a Washington trascorrevo la giornata da sola nel suo appartamento aspettando di vederlo rientrare completamente sfinito da un turno di trenta ore e addormentarsi al mio fianco privo persino anche delle forze necessarie per fare l'amore.
L'ultima volta ho passato l'intera notte a guardarlo dormire, osservando le profonde occhiaie intorno ai suoi occhi stanchi e le piccole rughe sul suo viso, infine dopo diverse ore mi sono alzata e, fingendo un test all'università, ho raccolto la mia roba e sono tornata a New York stanca di questa eterna lontananza.



Il punto di non ritorno arriva però in un caldo giovedì di giugno.

Megan insiste affinché io mi unisca a lei per cena, una serata tra donne, ed è per questo che usciamo io, lei, Spencer e Greta, costringendomi ad indossare scarpe col tacco e un abito troppo corto e troppo scollato.

«Se Jake vede che sono uscita conciata così ci ammazza entrambe.» Sbotto allungando con le mani l'orlo del vestito cercando di coprire le gambe bianche e scoperte.

«Oh Mia ti rendi conto di quanto sei diventata noiosa? Da quando Jake è partito passi tutto il tuo tempo in biblioteca a studiare o a Washington, non ti riconosco più!»

«A proposito di Washington, a che ora parti domani?» Il volto di Megan fa capolino dai sedili posteriori che occupa insieme a Greta. «Micheal vorrebbe venire a dormire da noi, il nuovo coinquilino non ci lascia mai la camera libera.»

«L'ho conosciuto ed è veramente sgradevole, comunque pensavo di partire subito dopo l'ultima lezione delle sedici. Può fermarsi tutto il week end se vuole.» Sorrido amorevolmente alla mia coinquilina, lei e il suo fidanzato si erano abituati bene finché Jake condivideva la stanza con lui permettendoci ogni notte di riservare una delle due camere ad una delle due coppie. Paul, il ragazzo che ha sostituito Jake, invece ha dato la sua disponibilità a proseguire con questa abitudine solo a patto di condividere la stanza con me, ragion per cui Micheal e Spencer ora riescono a dormire insieme solo quando io sono a Washington.

Arrivate al Temple ci facciamo strada tra la folla alla ricerca di un tavolo libero dove bere il nostro aperitivo. Sono stata una sola volta in questo posto, al mio primo appuntamento con Ryan, e il ricordo di Jake che bacia una provocante rossa mi scuote ora come allora.
Chissà cosa sta facendo adesso?
Guardo il telefono fingendo di controllare l'ora quando in realtà spero solo di trovare un suo messaggio che mi rassicuri che tra noi va tutto bene.

«Se osi mandare un solo sms a Jake ti sequestro il cellulare per tutta la sera. Serata donne abbiamo detto!» Contesta Megan stizzita, le mani intorno ai fianchi e il volto imbronciato. So che vuole distrarmi, se solo capisse cosa sto provando.


«Tranquilla!» Le rispondo alzando lo sguardo al cielo e guadagnandomi un'occhiataccia che fa scoppiare a ridere sia me che Megan in contemporanea. «Io prendo un Mojito grazie!» Ordino infine alla cameriera di fronte a noi.

«Mojito, ci dai dentro stasera?» Continua Spencer ordinando un bicchiere di vino fermo, seguita da Greta che opta per un cocktail analcolico.

«Se non mi vuoi vedere ogni cinque minuti a controllare il telefono aspettando una telefonata di Jake è meglio alzare fin da subito il grado.» Ammicco alla mia amica restituendo il listino alla cameriera che se ne va rassicurandoci che sarebbe tornata a breve con le nostre ordinazioni.

«Ma quindi è così che passi le serate alla Eaton? Aspettando che Jake ti chiami?» Greta alza il sopracciglio destro evidentemente sorpresa dalla mia ammissione. Ormai è la fidanzata di Josh da oltre due anni ma non siamo ancora riuscite a legare molto. La sua amicizia con Jessica ha sempre frenato i nostri rapporti e dopo la partenza di Jake non ho più avuto molta voglia di frequentare il Victrola e quindi l'intero gruppo.

«Già! I suoi turni lo esauriscono e spesso per avere almeno un week end al mese totalmente libero li raddoppia, con il risultato che a volte è difficile anche solo sentirsi per telefono. Quando ha un minuto chiama e io ho talmente tanta voglia di sentirlo che tengo sempre il telefono sotto controllo.» Ammetto sconsolata. Ormai la nostra non sembra più nemmeno una relazione a distanza.

«Siete bravi però a resistere, a me spaventa anche solo l'idea di non poter vedere Josh tutti i giorni dopo la laurea, non oso immaginare per due o tre settimane.»

Fortunatamente sulle sue parole il pesante bicchiere di Mojito mi viene consegnato dalla cameriera e un buon sorso di alcool mi aiuta a cacciare all'interno dello stomaco il nodo che mi si sta formando in gola.

Per quanto ancora riusciremo a resistere?

«E Josh come sta? Che idee ha per dopo la laurea?» Cambio abilmente argomento di conversazione.

«Non so.» Ammette sconsolata giocando con l'ombrellino posto in cima al suo cocktail. «In questo istante ha un incontro "importante" ma per scaramanzia ha preferito non parlarmene. Mi chiamerà a breve penso.»

La chiamerà? Eh no! Se non posso sentire io Jake, nemmeno lei sentirà Josh. Insomma le regole sono regole. Mi limito a sorriderle guardando con la coda dell'occhio Megan che sorseggia il suo vino e si guarda intorno evidentemente a disagio per la piega che ha preso la conversazione.

«Greta in realtà abbiamo bandito i telefoni per stasera, per concentrarci solo su di noi.»

«Bandito?» Greta spalanca i grandi occhi scuri incredula guardando furtiva la borsa ancora aperta. «Ma non me lo avevate detto.»

«Colpa mia, mi dispiace!» Le sorrido alzando le spalle, anche se in realtà il merito è di Spencer che non sembra sopportare più il fatto che il mio Iphone sia diventato un tutt'uno con la mia mano e che io continui a controllarlo anche di notte. «O tutte o nessuna.»

«Va bene... Se proprio dobbiamo.» Accetta chiudendo la borsetta verde senza riuscire tuttavia con la sua espressione di circostanza a nascondere la delusione.

Trascorriamo l'ora successiva a parlare animatamente bevendo altri due giri di aperitivo, finché la mia testa comincia a girare e decido che almeno per me è arrivata l'ora di buttare qualcosa di solido all'interno dello stomaco. Ci trasferiamo quindi da Pino's dove ordiniamo una maxi pizza al salamino piccante e patatine fritte e ben quattro birre. Argomenti principali della serata: la nuova squadra di football della Columbia che sembra attirare tutta l'attenzione di Spencer, ovviamente all'insaputa di Micheal, la prova di ingresso particolarmente crudele per le nuove matricole della Eaton elaborata dalla sottoscritta e Megan, i nuovi corridori del The Racer e infine la questione Mia/Amelia di cui Greta conosce solo qualche particolare malignamente raccontato da Jessica.

«No! Non ho mai chiesto a Jake di fare una cosa a tre con Ryan! E non sono stata con lui solo per essere ammessa allo stage!» Sbuffo indignata. «In realtà la mia storia con lui è cominciata proprio in procura dopo aver superato a pieni voti entrambi i test di ammissione che sono stati corretti personalmente dal Professor Collins.»

«Credo che Jessica abbia distorto un po' gli avvenimenti. E devo ammettere che non sei così male come ti dipinge lei.» Allargo le sopracciglia per niente sorpresa dalla sua affermazione, chissà cosa le avrà raccontato sul mio conto.

«Era ora che te ne accorgessi.» Esulta Spencer sbattendo il bicchiere sul suo e bevendo un generoso sorso di birra.
Quando ormai l'alcool sembra avere il sopravvento su tutte noi al nostro tavolo cala improvvisamente il silenzio. Ad una ad una colgo le mie amiche osservare o addirittura sfiorare le proprio borse chiuse da oltre tre ore.

«Elimino la regola che bandiva i cellulari!» Esclamo esasperata dalla tensione che si è venuta a creare. «Controllate chiamate e messaggi e salutatemi i ragazzi.»

Greta non se lo fa ripetere due volte ed estrae immediatamente il telefono dalla borsa digitando velocemente il numero di Josh, Spencer e Megan invece mi fissano incerte con gli occhi sgranati. «Sei sicura?» Domanda la prima senza muovere un solo muscolo.

«Ma certo!» Sorrido loro recuperando il mio Iphone e controllando eventuali chiamate da parte del mio fidanzato. Tutto ciò che vi trovo tuttavia è una notifica da parte di Candy Crush. Nessun messaggio, nessuna chiamata persa. Inspiro profondamente cercando di nascondere la delusione. «Allora che dicono?»

Greta è la prima a rispondermi. «Niente di che. Sono al Victrola ma non sentivo molto quindi ho messo giù.»

«Anche Robert è lì, dicono che il locale è pieno e che si stanno divertendo.» Il tono di Megan non nasconde la sua preoccupazione, eppure il suo fidanzato ha occhi solo per lei e non le ha mai dato un solo motivo per aver paura.

«Si, anche Micheal è con loro.» Ammette sconsolata Spencer.

Nessuna di loro è capace di celare la voglia di raggiungere i rispettivi fidanzati e anche se a malincuore decido che la nostra serata solo donne, per quanto bellissima, è durata fin troppo. «Ragazze andate! Io chiamo un taxi.»

«No, no, no.» Megan scuote violentemente il capo a destra e sinistra. «Non se ne parla, siamo uscite con te e restiamo con te.»

«Abbiamo avuto la nostra serata! Abbiamo mangiato, bevuto. Ora andate a ballare.» Obbietto cercando di essere il più convincente possibile.

«Ma perché non viene con noi?» Mi incalza Greta sorprendendomi positivamente, tali parole me le sarei aspettate da Spencer piuttosto che da lei.

«No, grazie. Sarei solo il settimo incomodo. Raggiungete i vostri ragazzi e divertitevi.»

«In realtà c'è anche Paul!» Aggiunge Spencer rendendosi conto di aver fatto una gaffe solo dopo aver pronunciato quelle parole.

«Un motivo in più per non venire con voi! Non lo sopporto quando ci prova con me.»

«Ma c'è anche Charlie. Dai vieni, solo una mezz'ora e poi torniamo a casa.» Insistono in coro le mie amiche e alla fine non riesco più a negarmi.

«Va bene, ma solo mezz'ora.»



Raggiungiamo velocemente il Victrola, il corpulento Adam appena mi nota tra la folla ci raggiunge a grandi falcate stritolandomi nel suo abbraccio rimproverandomi per non essermi più fatta viva negli ultimi mesi. Saltiamo come sempre la coda e ci dirigiamo come consueto verso la parte di pista a noi riservata dove troviamo i nostri amici intenti a bere dell'ottimo Champagne.

«A cosa brindiamo.» Domanda Spencer prendendo un bicchiere e sorseggiando il liquido trasparente all'interno.

«Al prossimo vice procuratore.» Le risponde il fidanzato indicando Josh con il capo.

«Vice procuratore?» Ripeto avvicinandomi al mio amico, è sempre stato il suo sogno entrare in procura fin da quando eravamo adolescenti e adesso sembra averlo realizzato.

«Si. Sono stato stasera al colloquio.» Annuisce visibilmente entusiasta Josh. «Non ti nego che quando mi sono trovato davanti Ryan ho avuto paura che mi ostacolasse per quel che è successo. Invece si è dimostrato felice di incontrarmi e mi ha detto che sono stato uno dei migliori stagisti mai passati per quell'ufficio.»

La sua affermazione mi colpisce nell'orgoglio, chissà se pensa la stessa cosa di me? Ma poco importa, dubito che il mio ex fidanzato darà mai anche a me la possibilità di lavorare in procura una volta laureata. Afferro anch'io un bicchiere e ingoio il contenuto in un sorso decisa ad annegare i miei dolori nell'alcool per una sera. La tristezza però non sembra volermi abbandonare, in particolare quando tutte le coppie si riuniscono e iniziano a ballare dimenticandosi della mia presenza.

La voglia di vedere Jake, stringerlo tra le mie braccia e respirare il suo profumo prende il sopravvento e per un istante progetto di chiedere le chiavi a Megan e partire immediatamente fregandomene delle lezioni di domani, subito però mi ricredo immaginandomi da sola all'interno del suo appartamento e ricordando la sensazione di solitudine anche maggiore che mi assale nel preciso momento in cui rimetto piede alla Eaton.

Senza farmi notare dal gruppo chiamo un taxi, una volta ricevuto il segnale da parte dell'autista che mi avvisa di essere arrivato nel parcheggio del locale saluto tutti guadagnandomi non poche occhiatacce di disappunto e ritorno nella mia stanza dove, trovato riparo sotto le lenzuola, finalmente lascio libere le lacrime che ho trattenuto per tutta la serata realizzando quanto in realtà mi stia rendendo infelice la relazione a distanza con il ragazzo che amo.

La mattina seguente mi trascino a lezione senza ascoltare una sola parola dei miei insegnanti, a mensa mi rigiro tra le mani una mela incapace di ingoiare anche solo un boccone di cibo e nel pomeriggio il mio umore peggiora mentre mille dubbi mi assalgono. Alle quattro in punto esco dal padiglione B dirigendomi alla Eaton ma invece di prendere il mio bagaglio estraggo il telefono dalla borsa salendo al secondo piano e fermandomi davanti alla camera di Megan.

Nuovo messaggio a Jake Haiden: "Perdonami ma non mi sento bene, non me la sento di affrontare il viaggio."

Inspiro profondamente prima di premere il tasto invio pentendomi immediatamente di averlo fatto ma la sola idea di partire e rivederlo mi fa più male che bene.
Busso alla porta sperando di non disturbare la mia amica, ormai però ho promesso a Spencer che le avrei lasciato la stanza e non ho proprio idea di dove poter passare la notte. «Megan sono io.»

«Mia.» Megan apre la porta stranita di trovarmi di fronte a lei. «Cosa fai qui? Problemi con l'auto?»

«No, no.» Scuoto il capo per rassicurarla.«Ho deciso di non partire. Posso entrare?»

Megan si sposta di lato permettendomi di accedere all'interno della sua stanza completamente vuota. «Cosa è successo?»

«Non ce la faccio più, sta diventando troppo dura e io non credo di farcela.» Le lacrime rigano immediatamente le mie guance e io mi accascio sul suo letto comprendoni il volto con entrambe le mani. «Posso dormire qui, solo per questa notte.»

«Tesoro, puoi fermarti quanto vuoi. Tina è partita oggi per tornare dai suoi.» Sussurra accarezzandomi i capelli dolcemente.

Nuovo messaggio da Jake Haieden. "Amore, sto lavorando, finisco tra un paio di ore e ti chiamo."

Leggo il messaggio spegnendo il telefono immediatamente, non sarei in grado di mentirgli a voce. Solo adesso mi rendo conto di ciò che indossa Megan. «Ma stavi uscendo? Me ne vado immediatamente.»

«Non dire cavolate, adesso chiamo Robert e gli dico che ci vediamo domani, e tu mi racconti cos'è successo.» Afferma risoluta la mia amica accomodandosi al mio fianco.

«Non se ne parla. Esci, io rimango qui e ne parliamo domani. Ok?» La incito asciugandomi una lacrima e tirando su col naso come una bambina. «Non riuscirei nemmeno a parlare adesso.»

«Va bene, ma torno presto.» Mi rassicura stringendomi tra le sue braccia e baciandomi entrambe le guance. Quindi recupera la borsa ed esce lasciandomi sola con il mio dolore sotto le sue lenzuola che profumano di lavanda.

«Ah Megan, non dire nulla a Jake.»

***

Nuovo messaggio a Jake Haiden: "Jake muovi il culo, Mia non è malata, è nella mia stanza in piena crisi. Ha bisogno di te."

Nuovo messaggio a Megan Foster: "Parto immediatamente."

***

«Apri Mia.» La voce di Jake mi desta facendomi sobbalzare, cosa ci fa alla Eaton? «Avanti Megan mi ha detto che sei qui.»

Mi alzo dal letto e avanzo lenta verso la porta guardando di sfuggita la mia immagine riflessa nello specchio, gli occhi gonfi e arrossati per le troppe lacrime versate. Dannata Megan, mi aveva promesso che non lo avrebbe chiamato e invece lo ha fatto. «Ciao.» Gli apro senza accendere la luce sperando che il buio possa celare la mia faccia stravolta.

«Amore.» Sussurra stringendomi immediatamente tra le sue braccia con tanta forza da togliermi il respiro. «Quanto mi sei mancata.»

Inspiro profondamente inebriandomi del suo profumo e crogiolandomi nel suo abbraccio senza però avere il coraggio di ricambiarlo. «Sei venuto a New York, per me?»

«Certo.» Annuisce deciso. «Dimmi la verità piccola, non sei malata? Cosa sta succedendo?» Sussurra al mio orecchio, il tono di voce triste e deluso.

Porto entrambe le mani al suo petto e faccio pressione per separate i nostri corpi e allontanarmi da quella presa che mi soffoca e confonde allo stesso tempo. «Sto male Jake, sto male.» Le lacrime che pensavo di aver esaurito rigano di nuovo il mio volto cogliendo di sorpresa il mio ragazzo. «Sta diventando troppo difficile, ho provato a farmi forza tutto questo tempo ma la verità è che io non ce la faccio più!»

Jake apre e chiude la bocca un paio di volte senza emettere alcun suono, lo sguardo stravolto. «Pensi che per me sia facile? Starti lontano tutti i giorni e cercare di non pensare alla paura che tu possa incontrare un altro ragazzo e innamorarti di lui mentre io sto lavorando?» Scuote la testa portandosi le mani tra i capelli ormai troppo lunghi.

«Non dire cavolate Jake, non potrei mai innamorarmi di un altro.»

«E allora perché vuoi lasciarmi?» Biascica incapace di guardarmi in volto.

«Perché ti amo troppo.» Sbotto allontanandomi di qualche passo da lui e sedendomi sul letto di Megan. «Perché vorrei poterti vedere sempre, potermi addormentare ogni notte al tuo fianco e vorrei poter fare l'amore ogni giorno con te come prima. Non sopporto più la lontananza, sto troppo male.»

Jake Haiden fissa i suoi occhi sorpresi e lussuriosi nei miei, mai avrei potuto immaginare la sua reazione.
«Co-cosa stai fa-facendo?» Balbetto incredula mentre il mio ragazzo di fronte a me senza interrompere il contatto visivo sbottona la camicia azzurra che indossa e la lascia cadere a terra, seguita immediatamente dai pantaloni beige chiaro e dalle scarpe da ginnastica.

«Hai appena detto che mi ami e che vorresti fare l'amore con me tutti i giorni Mia, non hai idea di quanto tu mi sia mancata nelle ultime tre settimane. Ti amo anch'io piccola e ti voglio adesso.» Gli occhi più scuri per il desiderio non si slacciano dai miei mentre si avvicina, il suo corpo coperto solo dal boxer blu scuro. Sospiro appena le sue mani raggiungono le mie spalle obbligandomi a stendermi sul letto dopo avermi sfilato la vecchia felpa verde simbolo del nostro amore.

«Jake non risolverà i nostri problemi.» Ansimo incrociando le mani dietro il suo collo e avvicinando il mio volto al suo.

«Non parlare Mia, fa l'amore con me.» Sussurra unendo le nostre labbra e entrando in me in un gemito soffocato. Così Jake fa l'amore con me, senza mai staccare gli occhi dai miei e ricordandomi continuamente quanto grande è il suo sentimento.



Un'ora dopo mi ritrovo completamente nuda e appagata tra le braccia del mio fidanzato mentre con la punta dell'indice ripercorro i confini del suo tatuaggio identico al mio, ad una ad una le lettere di quella semplice parola contornata da un cuore.

«Per sempre.» Sussurra al mio orecchio depositando un bacio tra i miei capelli. «Abbiamo aggiunto un cuore al nostro tatuaggio perché il nostro amore doveva essere eterno.»

Alzo il capo riportando i miei occhi nei suoi che non riescono più a celare i suoi sentimenti, paura e tristezza. «Non smetterò mai di amarti Jake.» Lo rassicuro unendo le nostre labbra e cercando di trasmettergli tutto il mio amore in quel semplice gesto. «Se fossi venuta da te forse sarei stata meglio e avrei evitato tutto questo.»

«Vuoi spiegarmi cos'è successo?»

Scuoto il capo mordendomi l'interno della guancia per trattenere le lacrime, vergognandomi per la mia reazione forse troppo esagerata. «Ho avuto un momento di crisi, mi sono sentita sola e tu eri così distante. Se non fosse per l'università farei le valigie e mi trasferirei a Washington immediatamente. Non sopporto più questa distanza.»

«Ti manca un anno amore, dobbiamo resistere solo un altro anno.» Inspira profondamente allungandosi fino a raccogliere il pantalone da terra. «Io credo e spero ancora che tra noi sia per sempre, dobbiamo solo portare pazienza. Il giorno stesso della tua laurea verrò a prenderti e ti porterò con me e saremo di nuovo insieme.»

«Vuoi che venga a vivere con te? Nella stessa casa?» Ripeto sorpresa dalle sue parole. Non abbiamo mai parlato di una possibile convivenza.

«Voglio molto di più.» Jake si alza dal letto portandosi in piedi di fronte a me e infila inaspettatamente i boxer scuri. Uso il lenzuolo per coprire il mio corpo nudo e lo seguo non capendo le sue intenzioni finché non lo vedo inchinarsi sul ginocchio destro e allungare verso di me una piccola scatolina di velluto rosso. Sento il respiro venirmi a mancare e il mio cuore perdere un battito quando il suo pollice fa pressione sulla chiusura dorata e la apre mostrandomi uno splendido anello in oro bianco con al centro un piccolo diamante dal taglio ottagonale. Rimango senza fiato a guardarlo incapace di emettere un solo suono in attesa della sua proposta. «Io voglio trascorre tutta la vita con te e perché no, magari anche con due o tre figli e un cane. Mia River vuoi sposarmi?»

E le parole escono dalla mia bocca semplicemente perché io ho sempre saputo la risposta a quella domanda. «Sì Jake, lo voglio.»


Angolo autrice. LEGGIMI!!!!

Eccomi qui... e a GRANDE richiesta anche sta settimana con un giorno d'anticipo.. il capitolo era pronto :)

Mia ha avuto i primi dubbi e Jake TATATAN

Vuoi sposarmi???

Chi di voi se lo aspettava??

Forse qualcuno si... ma ho saputo conservare la sorpresa.

Bene a questo punto sta ufficialmente per partire la seconda parte... il prossimo capitolo sarà l'ultimo di passaggio, PROMESSO.
Sarà ambientato esattamente ad un anno da questo, in concomitanza con la laurea di Mia.... Avete capito cosa intendo????

Spero vi sia piaciuto, continuo con il ringraziarvi sempre per tutto..

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