Capitolo 19

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«Vieni qui, ti aiuto.»

Barcollo sui tacchi altissimi faticando a tenermi in piedi, per fortuna le forti braccia di Ryan sono pronte a sorreggermi. Sono ormai le quattro del mattino e siamo rimasti praticamente solo noi all'interno del locale. Prendo dal tavolino accanto a me un bicchiere e me lo porto alla bocca assaporando un generoso sorso del liquido frizzante all'interno.

«Amelia, non ti sembra di aver bevuto troppo vino per stasera?» Mi rimprovera Ryan togliendomi di mano il calice e riponendolo nuovamente dove l'avevo prelevato.

«Dai Ryan... Non esagerare.» Mi lamento allungando nuovamente la mano per riprendermi ciò che mi è stato tolto, prima di riuscirci però il mio ragazzo mi allaccia la vita con il braccio destro e mi solleva di peso portandomi verso l'uscita.

«Ah! Sei completamente ubriaca. Ti porto a casa.» Poi si volta verso il mio gruppo di amici scrutandoli ad uno ad uno. «Siete in grado di guidare o serve che chiamo un paio di taxi.»

«Siamo tutti capaci di guidare bello.» Gli risponde Jake scuro in volto e con aria di sfida. L'alcool deve aver minato il suo autocontrollo.

«Non ho detto questo. Vorrei evitarvi un arresto per guida in stato di ebbrezza, e sinceramente dubito che anche solo uno di voi sia sotto il limite consentito.» Il tono di Ryan è ancora pacato nonostante le parole del mio amico.

«Jake e Jessica li posso accompagnare io appena chiudo.» Charlie si avvicina a noi poggiando la mano sulla spalla del cugino. «Porto anche Greta e ho un altro posto libero.»

«Bene. Allora potresti riaccompagnare Josh, perché io non credo che sarei capace di staccarlo dalla sua nuova fiamma.» Solo in quest'istante mi accorgo che i due ragazzi sono ancora nel centro della pista avvinghiati uno all'altra e dal modo in cui si baciano è evidente che deve essere scoccata la scintilla. La moretta deve averlo veramente colpito al cuore perché da quando sono tornata a New York non l'ho visto nemmeno una volta lasciarsi andare con una ragazza, nonostante più di una si sia dimostrata interessata a lui. «Chiamo un taxi per Megan, Robert, Spencer e Micheal.»

Charlie annuisce guardando male Jake in procinto di aggiungere qualcosa che, a giudicare dal suo ghigno, non doveva essere niente di gentile, fortunatamente si ammutolisce di fronte all'occhiataccia del cugino. «Grazie.»

Ryan estrae il telefono dalla tasca interna della giacca e chiama un'auto affinché riaccompagni a casa i nostri amici, quindi mi carica all'interno della sua auto e ci avviamo verso la Columbia.
Una volta arrivati mi aiuta a scendere ma i piedi mi fanno troppo male perché possa camminare e rido mentre il mio ragazzo mi cinge per la vita, mi carica come un sacco di patate sulla sua spalla e mi accompagna all'interno del dormitorio. Una volta nella mia stanza mi deposita sul letto sporgendosi verso di me per baciarmi la punta del naso.

«Servizio completo per la mia principessa.» Sussurra dolcemente a pochi centimetri dal mio volto unendo le nostre labbra.

Sarà colpa del troppo vino bevuto, o del modo fantastico in cui si è comportato stasera, o forse solamente del suo essere così dannatamente affascinante con l'abito che indossa, ma allungo le mani dietro il suo collo e lo costringo a seguirmi sul letto approfondendo il nostro bacio e facendo aderire il mio corpo al suo.

«Amelia.» Sussurra con voce roca appena mi stacco da lui per riprendere fiato.

«Ryan.» Rispondo cercando di sfoderare un tono di voce abbastanza sensuale.

«Non puoi provocarmi così.. Hai bevuto troppo.» Balbetta serio, sicuro che come sempre finirò per bloccarlo sul più bello costringendolo a fermarsi. Io invece azzero nuovamente le distanze tra noi mordicchiandogli prepotentemente il labbro inferiore e costringendolo a baciarmi ancora. Il desiderio sta prendendo il sopravvento sul mio autocontrollo e sul suo.

«Mia tra poco tornerò Spencer.» Ryan ha ormai il fiato corto, le sue mani scorrono veloci lungo il mio corpo fino al profondo spacco del mio abito dove sfiora delicatamente la porzione di carne scoperta ed infreddolita.

«Il tassista ha detto che ci avrebbe messo mezz'ora ad arrivare al Victrola. Abbiamo un po' di tempo.» Lo supplico aderendo ancora una volta a lui e congiungendo le nostre labbra in un bacio che sembra dissolvere tutti i dubbi di Ryan. La sua bocca si schiude approfondendo il bacio con una passione mai conosciuta prima, le sue mani si infilano sotto la delicata stoffa del mio abito sollevandolo fino a scoprire entrambe le gambe e costringendomi ad allargarle per fargli spazio tra di esse.

«Oh Amelia, non hai idea di quanto ti desidero.» Confessa scendendo a mordicchiare il lobo destro, il collo e l'incavo dei seni, facendomi gemere per il piacere. Sento la sua eccitazione scontrarsi prepotentemente con la parte più intima del mio corpo e la cosa mi manda completamente fuori di testa, tanto da darmi il coraggio di allungare le mani verso la sua camicia e sbottonarla aprendomi un varco verso il suo torace ampio e forte. Lui capisce immediatamente le mie intenzioni e scostandosi da me mi aiuta a sfilargliela insieme alla giacca, quindi passa ai pantaloni che lascia ricadere al suolo insieme ai calzini e alle scarpe. Sorride compiaciuto scoprendomi ad ammirare il suo corpo possente ed atletico coperto solo dai boxer rossi. Senza dire una sola parola mi toglie le scarpe e mi aiuta a ritornare in piedi, cercando con i polpastrelli l'apertura del mio vestito lungo la schiena. Con il cuore in gola indietreggio da lui di un passo e porto la mano sinistra sul fianco destro, esattamente poco sotto l'ascella, stringendo tra il pollice e l'indice la linguetta di ferro e tirandola verso il basso per sganciare i dentini della cerniera. Ryan mantiene i suoi occhi fissi nei miei colmi di desiderio e passione, attendendo che la stoffa blu abbandoni il mio corpo ed io inspiro profondamente prima di lasciarlo scivolare ai miei piedi.
Aspetta qualche interminabile secondo prima di accarezzare con le sue iridi blu il mio corpo coperto dalla sola biancheria intima, esita tuttavia a fare un solo passo probabilmente per paura del mio ennesimo rifiuto. Solo quando mi avvicino a lui uscendo dal groviglio di stoffa blu che giace a terra si decide a stringermi di nuovo tra le sue braccia baciandomi ancora una volta e spingendomi fino al letto dove ci stendiamo di nuovo uno sopra l'altro. Le sue mani curiose riprendono a vagare lungo il mio corpo accarezzandomi le natiche, il seno, il ventre, e le mie fanno lo stesso con lui soffermandomi sui possenti bicipiti, sull'addome scolpito, sul suo sedere sodo.

«IO TI ODIO.»

«SPENCER TI STO PARLANDO, NON OSARE VOLTARMI LE SPALLE.»

La porta si spalanca sbattendo rumorosamente mentre Spencer entra come una furia seguita da Micheal, e ad uno ad uno da tutti gli altri.

«NON MI INTERESSANO LE TUE GIUSTIFICAZIONI.»

Micheal sbuffa sonoramente colpendo con il pugno la porta che sbatte nuovamente sul muro. «TI HO DETTO CHE IO NON C'ENTRO NULLA. E' SOLO UNA MIA COMPAGNA DI CORSO.»

«TI HA BACIATO, SULLA BOCCA. E NON SAPEVA NEMMENO CHE AVESSI UNA FIDANZATA E IO E TE STIAMO INSIEME DA MESI.»

«Su calmatevi adesso, siete troppo agitati e ubriachi.» Interviene Josh cercando come sempre di fare da paciere, è rimasto fermo sulla porta, accanto a lui Greta e Jessica. Quest'ultima sorride maligna.

«NON SONO UBRIACA. E' FINITA!»

Né io né Ryan muoviamo un solo muscolo aspettando con terrore l'inevitabile momento in cui si accorgeranno della nostra presenza, in una posizione del tutto imbarazzante e con indosso la sola biancheria intima.
Dopo un'interminabile manciata di secondi il mio ragazzo inspira profondamente un paio di volte per farsi coraggio e utilizza il suo corpo per coprire il mio. «Scusate, vi dispiacerebbe uscire, almeno i ragazzi così Amelia si riveste.»

Da oltre le possenti spalle del mio ragazzo e nonostante la penombra posso vedere chiaramente l'espressione stranita dei miei amici che finalmente sembrano notarci, stesi sul mio letto.

«Oh Signore.» Strilla Megan comprendoni gli occhi con la mano dalla vista delle chiappe di Ryan coperte solo dal boxer portafortuna indossato per la serata.

«ECCO HAI SENTITO? VATTENE MICHEAL, ESCI DALLA MIA STANZA.»

«Mah» Balbetta il ragazzo senza indietreggiare di un solo passo.

«Potreste almeno voltarvi?» Continua il mio ragazzo con tono di voce estremamente seria mentre otto paia di occhi rimangono fissi su di noi. Le sue braccia mi stringono ancora di più al suo torace per proteggermi da occhi indiscreti.

Imbarazzata mi soffermo ad uno ad uno sui volti dei miei amici fino a giungere a quell'unico viso che non avrei voluto vedere, non ora che sono quasi nuda sul mio letto insieme ad un altro. Ci osserva cercando di non tradire emozione alcuna ma io conosco troppo bene quegli occhi per non sapere che sta soffrendo. Ed è proprio lui con tono di voce atono ad attirare l'attenzione di tutti. «Ragazzi usciamo, diamogli il tempo di sistemarsi.» Josh non se lo fa ripetere due volte mentre Micheal e Robert devono essere trascinati da Jake oltre la porta. Solo quando viene chiusa alle loro spalle Ryan si solleva da me e recuperando pantaloni e camicia dal pavimento, si riveste alla velocità della luce. Io invece prendo dall'armadio un paio di leggins e una felpa, li indosso e raggiungo Spencer che si è seduta sul suo letto in lacrime.

«Io vi lascio sole allora.» Il mio ragazzo ormai completamente ricomposto avanza verso la porta.

«Torno subito.» Sussurro alla mia coinquilina accarezzandole la chioma dorata. «Ti accompagno.» Dico a Ryan appena lo raggiungo sulla porta ed esco insieme a lui. Con il cuore in gola osservo il corridoio notando tuttavia che di Jake, Jessica, Josh e Greta non vi è più traccia, sono rimasti solo Robert e Micheal.

«Posso entrare adesso?» Mi domanda quest'ultimo vedendomi comparire.

«Non lo so...» Inizio titubante, mi dispiace per loro ma non so ancora cosa sia successo e Spencer sembra troppo turbata.

«Micheal, scusa se mi intrometto ma credo che adesso non sia il caso. Lasciala dormire e calmarsi, domani avrete entrambi la mente più lucida e potrete parlare.» Interviene Ryan in mio soccorso, come sempre riesce a dire la parola giusta al momento giusto. «Se vuoi ti accompagno al tuo dormitorio.»

Micheal annuisce e ci segue giù dalle scale insieme a Robert. «E scusateci se vi abbiamo disturbato.» Continua sconsolato uscendo dall'ingresso principale e lasciandoci da soli sulla porta.

«Beh, allora buona notte.» Lo saluto avvicinandomi a lui per baciarlo.

Ryan mi circonda la vita con le sue forti braccia e mi stringe al possente torace. «Ti prego, vieni a casa con me.» Mi supplica facendo incontrare le nostre labbra. «Ti voglio con me stanotte.»

Inspiro profondamente. «Oh Ryan, mi dispiace... Spencer... Si è appena lasciata con Micheal. Non posso lasciarla sola.»

Il mio ragazzo sbuffa sonoramente scuotendo la testa e per un istante credo che sia arrabbiato ma poi sorride e mi bacia ancora una volta. «Va bene.. Ti chiamo domani.»

Lo bacio ancora una volta e lo spingo fuori dalla porta affinché accompagni un Micheal totalmente distrutto in dormitorio.

Mi dirigo verso la cucina e accendo il bollitore, una buona tisana farà solo bene a Spencer.

«Vi abbiamo interrotti?»

Sobbalzo per lo spavento vedendo comparire un'ombra dal salotto completamente buio e per lo spavento urto il bollitore fortunatamente non ancora troppo caldo ma abbastanza da bruciarmi il dorso della mano sinistra. «Ah.» Gemo stringendola con l'altra e soffiandoci sopra per attenuare il dolore.

«Ti sei scottata?»

«Ma sei impazzito, mi hai fatto venire un infarto.»

Jake ignora le mie parole e si fionda immediatamente al mio fianco costringendomi ad alzare il braccio per vedere sotto la luce al neon le effettive condizioni della mia mano. «Non è grave. Basterà metterla sotto l'acqua.»

Mi conduce fino al lavello dove apre il rubinetto. Il contatto con il liquido freddo è rigenerante. «Grazie.»

«Sei sempre la solita pasticciona.» Mi rimprovera sorridendomi allegramente.

«Io cosa? Ma se è stata colpa tua.. Cosa diavolo ci facevi in salotto con le luci spente?»

Jake fissa i suoi occhi nei miei e scuote il capo ridendo. «Sto aspettando che Charlie torni a prendermi per riportarmi alla NYU. Mi sono tolto dall'ingresso quando vi ho sentiti scendere.»

«Potevi farti accompagnare da Ryan, sta portando Micheal.»

«Neanche morto salirei in macchina con lui.» Sibila Jake lasciando andare la mia mano e allontanandosi da me di qualche passo.

Rimango basita dalle sue parole. «Jake...» Sbuffo avanzando verso di lui, vorrei dirgli di smetterla con questo atteggiamento, di fare la persona matura, come d'altra parte faccio o cerco di fare io con Jessica.

«Non serve che dici nulla. Non lo accetterò mai.» Grugnisce rabbioso chiarendo la sua posizione nei confronti del viceprocuratore.

«Non ci hai nemmeno provato.» Biascico incredula. «E come mai sei rimasto qui se non era tua intenzione fermarti con Jessica?»

«Diciamo che era nei miei progetti inizialmente... ma poi mi è passata la voglia..»
I suoi occhi sono fissi nei miei e il mio cuore perde un battito. Ha cambiato idea dopo aver visto me e Ryan insieme? Indietreggio di un passo per prendere nuovamente le distanze dal suo profumo seducente ed invitante.

Jake conosce bene i miei limiti e intuisce chiaramente le mie intenzione. «Ti allontani?» Avanza verso di me incastrandomi nell'angolo della cucina. «Di cosa hai paura?»

«Jake..» Lo supplico allungando le mani a palmi aperti per mantenere una distanza di sicurezza. «Per favore.»

«Non preoccuparti Mia, non ho intenzione di baciarti.» Ghigna beffardo. «Non ti offendere ma mi farebbe schifo anche solo sfiorarti con un dito, hai ancora il suo odore addosso.»

Incasso le sue parole come un pugno in pieno stomaco. «Ah ah!» Mi sforzo di ridere da quanto mi sento indignata. «Adesso hai capito come mi sono sentita io nello scoprire che mi hai baciata subito dopo aver baciato Jessica.»
Come si permette di farmi la morale, lui che sembra non sapere nemmeno cosa sia.
«Anzi, probabilmente dopo averci fatto sesso.»

Il sorriso sparisce dal suo volto. «Non ti ho ancora chiesto come lo hai saputo.»

«Come l'ho saputo non ti riguarda, ciò che conta è che tu non sei stato nemmeno abbastanza uomo da dirmi che stavi con lei.»

«Eravamo amici... perché avrei dovuto dirtelo?»

Io per lui sono solo un'amica.

«E tu non ti fai problemi a baciare tutte le tue amiche!» Sono stanca del suo essere così altalenante, con una sola parola riesce a farmi passare dal paradiso all'inferno.

«Beh..» Inizia incapace di riuscire a contraddirmi, entrambi conosciamo perfettamente le sue abitudini. «Lo sai che non è proprio così...»

«Non era una domanda.» Scuoto violentemente il capo cercando di scacciare il desiderio di stringerlo. «Ti prego Jake, basta. Sono stanca e ho mal di testa.» Inspiro profondamente distogliendo lo sguardo da lui, non me la sento di continuare questa conversazione. Prima mi dice che sono un'amica e poi mi lascia intendere che sono diversa. Vorrei poter entrare in quella testa bacata e capire cosa ci frulla dentro, ma ho anche paura di scoprirci qualcosa di brutto, come i suoi sentimenti per Jessica. «E devo tornare da Spencer.»

«Va bene.» Jake Haiden alza le mani in segno di resa, ha capito che il nostro discorso è giunto al termine, almeno per stasera. «Buonanotte Mia.» Fissa le sue iridi azzurre nelle mie e dopo una lieve esitazione deposita un candido bacio sulla mia guancia sinistra, quindi chiude il cappotto e a grandi passi esce dalla Eaton House.

Rimango senza fiato immobile ad osservare la porta che si è appena chiusa dietro le sue spalle indecisa se rincorrerlo e chiarire definitivamente la nostra posizione o salire le scale e tornare nella mia camera da letto. La mia parte fifona ha ovviamente la meglio e mi dirigo al piano superiore raggiungendo la mia coinquilina che sta ancora piangendo.

«Si può sapere cosa è successo?» Domando a Megan che, seduta al suo fianco cerca invano di consolarla. «Era tutto a posto quando sono andata via.»

«Stavamo aspettando il taxi quando si è avvicinato a noi un gruppetto di ragazze amiche di Jake e Micheal.» Dovevo immaginarlo che c'era di mezzo lui e le sue "amiche". «Erano tutte piuttosto su di giri e molto accomodanti. Una si è avvicinata un po' troppo a Micheal chiedendogli se la accompagnava in dormitorio e Spencer si è fatta avanti per fronteggiarla. La rgazza era stupita di scoprire che lui avesse una fidanzata, rimproverandolo di non aver mai accennato alla sua esistenza, quindi l'ha salutato baciandolo sulla bocca. Spencer è andata completamente fuori di testa e l'ha schiaffeggiato davanti a tutti.»

Rimango senza parole ad ascoltare il racconto della mia amica. «Non ha tutti i torti.» Posso solo immaginare quanto faccia male vedere il proprio ragazzo baciare un'altra, io non riesco a sopportare nemmeno l'idea di Jake con Jessica ed è lei la sua ragazza...

«Lui dice che è solo una compagna di corso ma Spencer non crede che sia la prima volta che succede qualcosa tra loro. Lui non l'ha respinta e non le ha nemmeno mai detto di non essere single.» Constata Megan dispiaciuta. Vuole bene a Micheal ma stavolta non ha scuse.

«Tesoro..» Accarezzo il capo della coinquilina cercando di darle un po' di sollievo ma lei non smette di singhiozzare e piangere. Vorrei trovare qualche parola, dire qualcosa in grado di confortarla, ma più ci penso più nella mia testa trovo solo il vuoto.
L'unica cosa che posso fare è lo stesso che lei ha fatto per me decine di volte da quando ci siamo conosciute quasi quattro mesi fa, tutte quelle volte in cui io mi sono ritrovata nel mio letto a piangere a causa di Jake.
La costringo a voltarsi e le sfilo l'aderente vestito per la testa, quindi le metto addosso il pigiama e mi infilo con lei sotto le coperte. «Sfogati Spencer.» Le sussurro all'orecchio abbracciandola forte.


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