capitolo 2

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Raggiungiamo il parcheggio della Eaton House e un'orgogliosa Megan ci indica la sua meravigliosa auto: una Porsche 997 S Cabrio bianca. Non le è ancora passata la fissa per le belle auto. Il dolce rombo del motore quando accelera per uscire dal parcheggio mi riporta indietro nel tempo e una scarica di adrenalina mi attraversa l'intero corpo. Sono passati quattro anni ma a New York sembra essere rimasto tutto uguale.

«Quindi voi due vi conoscevate già?» Domanda Spencer dal sedile posteriore, le mani sui capelli per evitare che vengano spettinati dall'aria che le arriva addosso a causa del tettuccio aperto.

«Si. Siamo cresciute insieme» le risponde semplicemente Megan.

«Non sapevo che anche tu fossi del Kentucky, Megan.»

«In verità, Spencer, io sono nata e cresciuta qui. Mi sono trasferita in Kentucky solo quattro anni fa!» le spiego cauta.

«Sul serio? Come mai sei andata via?» Domanda insistente.

Con la coda dell'occhio guardo Megan al mio fianco. I muscoli delle sue braccia sono tesi, i pugni stretti al volante talmente tanto da sbiancare le nocche. «Mia nonna non stava bene. Mi sono trasferita da loro» Non amo mentire ma non sono ancora pronta a raccontarle di quella notte. Fortunatamente Spencer sembra non voler chiedere altro.
L'essere riuscita a deviare il discorso sembra aver rilassato anche Megan, chissà se lei ne parla mai con qualcuno.


***

Rallenta davanti all'ingresso del Victrola e immediatamente un ragazzo in giacca rossa e pantaloni bianchi ci corre incontro per parcheggiare la nostra auto. Conoscere il proprietario significa ricevere un trattamento da regine. All'ingresso Megan, invece di mettersi in fila dietro le numerose persone che attendono il proprio turno per entrare, si ferma leggermente fuori dalla coda, aspettando che il buttafuori la veda. Non ne capisco il motivo finché quest'ultimo non la nota e fa aprire la folla per permetterle il passaggio fino alle grandi porte d'epoca. Noi la seguiamo, imbarazzate dagli sguardi carichi di odio delle persone destinate a restare fuori.

«Ciao Adam» ammicca maliziosamente «loro sono con me!» Alle sue parole il corpulento Adam sposta la corda di velluto e ci lascia passare.

L'interno è da togliere il fiato. Le luci soffuse colorano la sala di rosso. Sembra di essere in un vecchio cinema e probabilmente in passato deve esserlo stato a giudicare dalle grosse tende pesanti color porpora e dalle poltroncine in velluto spostate lungo le pareti. L'alcool scorre a fiumi e alcune ragazze quasi del tutto svestite girano tra gli invitati porgendo grandi vassoi carichi di bicchieri di Champagne. Prendo un bicchiere a testa e proseguo verso la pista dove decine di nostri compagni di università ballano carichi di ormoni e alcool. Le ragazze strusciano ogni singola parte del proprio corpo, quasi a voler consumare davanti a tutti, e dalle facce dei loro accompagnatori finiranno sicuramente in qualche letto, o peggio, sul sedile posteriore della loro auto.
Io e Spencer ci blocchiamo in un piccolo spiazzo libero ma Megan ci afferra per i polsi scuotendo la testa e indicandoci una piccola parte di pista rialzata.

«Noi andiamo nella zona VIP!»

Alzandomi sulle punte dei piedi riesco a vedere indistintamente l'intero vecchio gruppo riunito. Micheal, Josh e Robert ballano accerchiati da un gruppetto di ragazze un po' più grandi di loro. Non sono cambiati molto, anzi quasi per niente se non in altezza e corporatura. Devono essersi abbonati ad una palestra perché sembrano decisamente più muscolosi. Poco distanti da loro, Brooke e Jessica, che sono state meno fortunate. Erano molto più carine una volte, più giovani e naturali, ora se non fosse per le profonde scollature e le gambe eccessivamente scoperte non le guarderebbe nessuno. Appena notano Megan la salutarono controvoglia e lanciano un'occhiata di odio a me e Spencer.

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