Capitolo 23

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«AMELIA RIVER APRI QUESTA DANNATA PORTA O GIURO CHE LA FACCIO CADERE A SUON DI CALCI.»

La voce di Jake rimbomba nei corridoi della Eaton House mentre entrambe le sue mani battono con forza contro la porta della mia camera rischiando di farla saltare dai cardini. Sembra arrabbiato, anzi ne sono sicura, non mi ha mai chiamata con nome e cognome completo.

«Vattene Jake, va via.» Grido tra le lacrime, seduta a terra con le spalle schiacciate contro la porta, le ginocchia raccolte al petto. Indosso ancora i vestiti bagnati e i miei capelli sono ancora zuppi. Sono sicura che mi ammalerò ma sinceramente poco mi importa.

I pugni di Jake esitano per un brevissimo istante, si deve essere reso conto della mia vicinanza. «Mia..» Sussurra appoggiando la fronte alla porta. «Aprimi per favore.» Il suo tono di voce triste mi stringe il cuore ma non posso cedere ancora, non ora che lui rischia così tanto. «Mia è il tramonto... Cos'è successo?»

Nascondo il volto tra le ginocchia scuotendo la testa. «HO DETTO VATTENE.» Urlo più forte che posso sperando di convincerlo a tornarsene alla NYU, il tramonto è passato e noi siamo ancora una volta separati.

«Come vuoi tu!» Sbotta battendo il pugno esattamente all'altezza della mia testa. «Ti conviene spostarti perché ho intenzione di scardinare questa maledetta porta.» E urta con forza l'asse di mogano che ci separa facendomi sobbalzare, e poi ancora e ancora. La sta sicuramente prendendo a spallate. «Mia ti prego spostati, non voglio farti del male.»

«ORA BASTA JAKE.» Interviene la voce di Megan in lontananza, probabilmente dal piano di sotto. Il rumore di numerosi passi lungo il corridoio mi fa intuire che non deve essere da sola.

«Calmati.» Continua Robert con tono più pacato di quanto potessi immaginare. «Ti farai solo male.»

«E io ho la chiave.» Conclude Spencer mentre il rumore della serratura mi costringe a spostarmi per non essere investita. Traditrice, eppure quando lei non voleva vedere Micheal io ho rispettato la sua volontà cacciandolo a malincuore ogni volta.

Ad uno ad uno i miei amici entrano all'interno della stanza, ci sono proprio tutti: Megan, Robert, Spencer, Josh, Micheal e Jake. Quest'ultimo non smette un solo istante di fissarmi, preoccupato e sorpreso. Devo essere un vero e proprio disastro con il trucco colato e i capelli arruffati. Raccolgo nuovamente le ginocchia al petto e nascondo il volto al suo sguardo indagatore. «E questa cosa sarebbe? Un'imboscata?» Grugnisco indignata.

«No Mia, preferisco definirla una terapia di gruppo.» Risponde Megan incrociando le braccia al petto e spostando il peso da una gamba all'altra. «Questa volta non ti permetterò di chiuderti in te stessa e di fuggire ancora.»

«Cosa è successo? Eri così felice questa mattina.» Continua Spencer avvicinandosi titubante. Istintivamente alzo lo sguardo verso il ragazzo biondo che mi osserva in silenzio appoggiato allo stipite della porta, cosa stai pensando Jake? Sei forse deluso?

«Lasciatemi sola.» Mormoro nascondendo ancora una volta il capo tra le ginocchia e rannicchiandomi su me stessa. Sento la testa pulsare e il sapore amaro della bile mi riempie la bocca, potrei vomitare da un momento all'altro.

«Dopo che avrai vuotato il sacco.» Minaccia Megan sbattendo ritmicamente il piede sinistro al suolo. «Dicci cos'è successo.»

Scuoto violentemente il capo. Non posso, non posso dire loro la verità. Come reagirebbe Jake?

«Jake non ti ho chiamato per farti rimanere in disparte a guardare, pensavo avresti detto qualcosa?»

Il parquet scricchiola sotto le sue Adidas bianche mentre lentamente si avvicina fino a bloccarsi a circa mezzo metro da me, con un tonfo crolla in ginocchio e con entrambe le mani afferra il mio viso costringendomi a guardarlo in faccia.
I suoi occhi incontrano i miei e un fremito attraversa entrambi. In quei due specchi d'acqua azzurra posso vedere chiaramente la mia immagine riflessa, gli occhi gonfi e arrossati per le troppe lacrime versate, i capelli spettinati, le guance sporche di quel che un tempo era il mio trucco.

«Mia, cos'è successo?» La sua voce è un sussurro, talmente bassa che stento io stessa ad udirla. Sta soffrendo ancora una volta e di nuovo la ragione sono io. Tutte le persone a cui voglio bene sono destinate a soffrire a causa mia, tutte.

«Ho preso la mia decisione.»

«Va bene.» Vuole sembra tranquillo ma una brevissima esitazione lo tradisce. «Va bene. Se è quello che vuoi veramente.»

Annuisco distogliendo lo sguardo da lui, dalla consapevolezza di aver appena spezzato il cuore al ragazzo che amo.

«Devi guardarmi in faccia però.» Con una lieve pressione della mano destra mi costringe ad alzare nuovamente il capo. «Guardami e dimmi perché piangi.»

Con un gesto improvviso mi libero dalla sua presa e mi alzo in piedi allontanandomi da lui, non posso mentirgli guardandolo in volto. «Jake che cosa vuoi da me? Mi hai chiesto di scegliere e io l'ho fatto. Non c'è più niente da dire.»

«Hai scelto di stare con Ryan quindi?» Mi domanda serio sollevandosi dal pavimento.

«No!» Rispondo senza pensarci. «Ryan non è più il mio ragazzo.» Jake se solo sapessi la verità.

«E allora? Non può essere svanito tutto quello che è successo ieri, quello che ci siamo detti. Dammi un solo valido motivo per uscire da quella porta e io non ti disturberò mai più.»

«Insomma Mia, non capisci che siamo preoccupati? Conosciamo Ryan e soprattutto le sue reazioni, devi dirci se ha fatto qualcosa...» Spencer lascia la frase in sospeso circondandosi la vita con entrambe le braccia quasi a volersi proteggere da qualunque cosa stia immaginando.

Scuoto il capo voltando le spalle all'intero gruppo, sei paia di occhi mi scrutano dalla testa ai piedi aspettando una mia parola, qualcosa che possa chiarire la situazione.

«Che diavolo Mia, adesso mi stai proprio facendo incazzare.» Jake afferra il mio polso destro, lo stesso ancora indolenzito per la lunga stratta di Ryan, e mi costringe a girarmi nuovamente verso di lui.

«Calmati Jake.» Josh fa un passo verso di noi, la mano sinistra sulla sua spalla per tranquillizzarlo.

«Calmarmi? Ho perso la pazienza. Mi dici che non vuoi stare con me e va bene, non ti posso costringere, ma adesso mi racconti cosa è successo.» Entrambe le sue mani stringono le mie spalle, indietreggio immediatamente ma nell'istante in cui la mia schiena aderisce al muro capisco di essere in trappola e di non avere via di fuga. Il suo sguardo indagatore scruta i miei occhi promettendomi silenziosamente di non avere intenzione alcuna di arrendersi.

Senza che possa evitarlo le lacrime tornano ancora una volta a scorrere lungo il mio volto. «Jake non posso.» Biascico inspirando profondamente e lasciando morire un singhiozzo all'interno della mia gola.

«Piccola tu puoi dirmi qualunque cosa.» Mi incoraggia senza slegare i suoi occhi dai miei. «Sono qui per te, siamo tutti qui per te. Cosa è successo con Ryan?»

«Lui sapeva già tutto, sapeva che tu avevi lasciato Jessica. Era venuto a cercarmi alla Eaton e lei gli ha detto che io non c'ero e che anche tu eri sparito. Aveva capito che ero con te e quando l'ho lasciato l'ha presa decisamente male.»

Un fremito percorre gli arti di Jake, dalle sue spalle alle mie. «Ti ha fatto qualcosa?» Sussurra cercando di controllare una rabbia ormai pronta ad esplodere e colpire tutto e tutti.

Scuoto il capo con decisione. «No, o almeno niente di grave.» Mi correggo ripensando alla sua presa decisa sul mio polso sul quale a breve comparirà sicuramente un significativo livido.

«E allora? Devi parlare Mia se vuoi che ti aiuti.»

«Ha detto che..» balbetto indecisa «che se io e te, insomma staremo insieme, non ti coprirà più!»

«Coprirmi?» Jake mi fissa sbigottito, la fronte corrucciata.

«Non ci credo! Ti ha veramente ricattata così?» Josh sbuffa indignato, non mi ero resa conto fosse ancora così vicino a noi.

«Perché dovrebbe farlo?» Domanda ancora una volta portando lo sguardo da me al nostro amico, l'espressione confusa di chi sembra essersi perso un particolare rilevante.

Josh si passa una mano fra i lunghi capelli pettinandoli all'indietro. «Ryan è l'infiltrato di Mr Crab in procura, è lui che ci avvisa dell'arrivo della polizia.»

«Ti denuncerà Jake, farà una soffiata su di te.» Continuo io togliendomi quest'enorme peso dal cuore.

Megan si porta entrambe le mani alla bocca soffocando quello che sembra essere un insulto nei confronti del mio ex ragazzo.

«E quindi?» Continua Jake sgranando gli occhi.

«Non hai sentito? Ho detto che la prossima volta che correrai lui ti farà arrestare!» Alzo esasperata il tono di voce, cosa non gli è chiaro?

«L'ho capito, ma allora? Non correrò!» Scrolla le spalle come se quello che ha appena detto sia la cosa più ovvia.

«NO JAKE.» Grido spingendolo con tutte le mie forze per prendere le distanze da lui. «NON TI PERMETTERO' DI FINIRE IN GALERA O DI RINUNCIARE ALLA TUA PASSIONE PER ME. IL THE RACER E' LA TUA VITA! IO NON POSSO.»

«Quindi è per questo che hai deciso di non venire al nostro appuntamento? Perché credi che per me sia più importante il The Racer?»

Annuisco chinando il capo, detta da lui sembra la cosa più stupida che abbia mai fatto in tutta la mia vita ma è così, non posso portargli via anche questo.

«Ok Mia, ascoltami bene perché non è facile, è la prima volta che dico una cosa del genere. Avrei voluto un po' di privacy, e magari un tramonto sulla spiaggia, ma mi posso accontentare.» Fissa i suoi occhi nei miei aggrappandosi nuovamente alle mie spalle. «Amelia River io ti amo.»

Spalanco gli occhi nel sentirgli pronunciare quelle due parole che nemmeno io ho mai avuto il coraggio di pronunciare a voce alta.

«Il resto non ha alcuna importanza se posso stare con te. Ti ho già lasciata andare una volta e abbiamo perso fin troppo tempo da quando sei tornata.» Le mani di Jake circondano il mio viso e le sue labbra incontrano le mie delicatamente, ignorando la presenza dei nostri amici a soli pochi passi da noi.

«Ma Jake, non voglio che tu abbia un solo rimpianto a causa mia.» Piagnucolo non appena mi lascia lo spazio necessario per parlare, tutta la mia decisione sembra svanire velocemente.

«L'unico rimpianto che posso avere è uscire da quella porta in questo istante e rinunciare a te. Mia, sei il mio primo pensiero al mattino e l'ultimo la sera, e non mi abbandoni per tutta la giornata.» Ispira profondamente trattenendo il fiato per alcuni secondi. «Voglio che sia tu la mia vita.»

«Jake.. Ne sei sicuro? Non voglio che tu abbia nemmeno un rimorso?» La mia determinazione annullata dal desiderio di sfiorare ancora una volta quelle labbra.

«Sono sicuro.» Sussurra leggendomi nel pensiero e annullando la distanza che ci separa. «E poi tra poco più di sei mesi dovrò iniziare la specializzazione in ospedale, non avrò tempo per correre.»

Dopo l'ennesimo bacio la sua lingua accarezza delicatamente il mio labbro superiore invitandomi a schiuderlo per accedere all'interno della mia bocca, le sue braccia si allacciano alle mie gambe, appena sopra il ginocchio, sollevandomi e costringendomi ad allacciarle ai suoi fianchi. Istintivamente porto le mani alla sua testa, stringendo tra le dita i lunghi capelli biondi, mentre continuo a baciare Jake con una passione che non credevo nemmeno di possedere.

«Scusate» mormora Jake staccandosi brevemente dalle mie labbra «credo che non ci sia più bisogno di voi, ora vorrei rimanere da solo con la mia ragazza.»

«La tua ragazza?» ripeto poggiando la mia fronte alla sua e perdendomi nell'azzurro acceso dei suoi occhi.

«Dobbiamo discutere ancora su questo punto?» Ghigna divertito in risposta senza interrompere il contatto visivo, nel suo sguardo nemmeno un'ombra di dubbio.

«No.» Rido unendo nuovamente le mie labbra alle sue e approfondendo immediatamente il nostro bacio stringo maggiormente le mie gambe ai suoi fianchi.

Lo sbattere della porta ci fa capire che gli altri sono usciti dalla stanza, lasciandoci finalmente da soli. Senza nemmeno rendermi conto mi ritrovo con la schiena contro il materasso del mio letto e la sua bocca che lascia una scia umida di baci dal mio orecchio all'incavo del collo facendomi rabbrividire e lasciandomi senza respiro. Le sue mani vagano sulla mia schiena sotto gli indumenti ancora umidi per tutta la pioggia presa poco più di un'ora prima, afferrano l'orlo della camicia e la sollevano fin sopra la mia testa. «Ti ammalerai con questi vestiti bagnati, meglio toglierli.» Ammicca con voce roca mentre i suoi occhi si soffermano sulla parte superiore del mio corpo coperta solo dal reggiseno bianco di pizzo. Titubante torna ad accarezzarmi il ventre e i fianchi risalendo piano verso i miei seni, strappandomi un sonoro gemito. «Mia, sei morbida e delicata proprio come immaginavo.» Sussurra lasciando un altro bacio sull'incavo del collo per poi scendere verso lo sterno obbligandomi ad inarcare la schiena per dargli maggior accesso. Posso sentire chiaramente il suo sorriso sulla mia pelle mentre con un'altra scia di baci torna verso la mia bocca mordendomi le labbra e stuzzicando la mia lingua. «Adoro il tuo profumo alla vaniglia.»

«L'avevo intuito.» Rispondo sorridendo e allacciando le braccia dietro il collo per costringerlo a baciarmi di nuovo. Riesco a sentire chiaramente la sua eccitazione che preme sulla mia anca attraverso i due strati di pantaloni. Mi sfugge un altro gemito quando improvvisamente morde la pelle sensibile alla base del collo. «Jake.» Invoco il suo nome stupendomi del tono troppo basso della mia voce. Le mie mani, sfuggendo al controllo della mia mente, sfilano la camicia dai bermuda e curiose sgusciano sotto il candido indumento, desiderose di sentire il corpo del ragazzo che mi sovrasta. Seguo il solco dei suoi addominali, risalendo fino al pettorale scolpito e ai muscolosi avambracci, con la punta delle dita accarezzo ad uno ad uno i suoi tatuaggi, la croce celtica e la fine della piccola scritta identica alla mia che fa capolino oltre la cintura dei pantaloni. Sorridendo Jake si stacca da me per un solo brevissimo istante necessario ad eliminare lo strato di stoffa e ritorna su di me, la mia pelle brucia a contatto diretto con la sua. «Jake.» Ripeto incapace di esprimete anche un solo pensiero compiuto. Solo una volta nella mia vita mi sono trovata a contatto così ravvicinato con un uomo ma le sensazioni che mi sta regalando Jake non sono minimamente paragonabili.

Le sue mani tornano sui miei fianchi ripercorrendo la linea della mia vita, fino all'orlo dei pantaloni, aggancia le dita ai passanti della cintura mentre le sue labbra scendono nuovamente verso i seni e poi fino all'ombelico.
Inspiro profondamente quando con il pollice e l'indice apre il bottone dei Jeans sentendomi sempre più a corto di aria. Jake mi sta facendo impazzire baciando quella piccola striscia di carne tra l'ombelico e la mia intimità come nessuno mai prima, nessuno.

«Jake.» Cerco di richiamare la sua attenzione prima di perdermi nell'oblio della passione. «Jake aspetta, c'è una cosa che devo dirti.»

«Mia non possiamo parlare più tardi?» Sussurra senza smettere di baciare l'orlo delle mie mutandine. «Ora ci sarebbero un paio di cose che vorrei fare e nessuna delle due prevede l'uso della parola, a meno che tu non voglia continuare a chiamare il mio nome, mi piacciono i tuoi gemiti.»

Arrossisco violentemente per le sue parole così spinte e il mio cuore salta un battito appena i suoi indici si insinuano oltre l'elastico dei miei slip.

«Jake no, sul serio, aspetta un attimo.» Ansimo afferrando le sue mani per impedirgli di sfilarmi Jeans e mutande insieme.

Jake si solleva sui gomiti fissando i suoi occhi nei miei. «Hai le tue cose per caso?»

«No!» Sbuffo indignata. «Assolutamente no.»

«Allora? Si può sapere cosa ti prende, perché se non lo avessi capito stiamo per...»

«Jake.. Io, in realtà io..» Balbetto distogliendo lo sguardo da lui per la vergogna.

Jake si solleva e si porta a sedere accanto a me costringendomi a guardarlo. «Mia tesoro, che ti succede?»

«Io..» Inspiro profondamente cercando il coraggio di continuare senza farmi sopraffare dalla vergogna. «Io non l'ho mai fatto.»

«Fatto cosa?» Domanda Jake, la fronte corrucciata per la sorpresa.

Mi copro il volto con entrambe le mani, perché non riesce a capire? «Questo.»

Jake spalanca entrambi gli occhi fissandomi incredulo. «Mi stai dicendo che sei... Mia non puoi essere vergine.»

«Posso invece, e non guardarmi così.» Afferro la sua camicia abbandonata sul letto e la uso per coprirmi.

«Nessuno? Ma tu e Ryan, io vi ho visti.» Biascica scuotendo la testa.

«No! Noi non abbiamo.. Avevamo bevuto e forse stavamo per... ma non l'abbiamo fatto!» Sollevo il lembo della camicia per coprirmi il volto arrossato per la vergogna. «Volevo solo fartelo sapere.»

«E meno male! Ti rendi conto che io stavo per... e tu sei...» Lascia in sospeso la frase quasi non avesse il coraggio di pronunciare nuovamente quella parola e si alza dal letto per percorrere in lungo e in largo l'intera stanza.

«Oh Jake, sono vergine non malata.» Sbotto innervosita dalla sua reazione totalmente esagerata e ingiustificata. «Ti ho per caso deluso?»

«Deludermi?» Jake si avvicina nuovamente a me cingendomi il volto con entrambe le mani e delicatamente ricongiunge le nostre labbra. «Assolutamente no.» Divora le mie labbra con sempre maggiore passione e per un istante credo che voglia riprendere ciò che abbiamo lasciato in sospeso. «Tu non hai idea di cosa ho provato tutte le volte che ti immaginavo insieme a Ryan, o insieme a chiunque altro, e invece tu... Nessuno ti ha mai... E tu vorresti farlo con me?»

Geloso. Jake era geloso di me.

«Jake se sono...» deglutisco cercando di controllare il rossore del mio viso «insomma hai capito... io non l'ho mai fatto con nessuno per te. Non hai mai smesso di pensarti un solo giorno negli ultimi quattro anni, sono uscita con alcuni ragazzi ma nessuno era bello come te, simpatico come te, sexy come te, nessuno di loro era te e io non riuscivo a dimenticarti.»

Jake non dice una parola, fissa i suoi occhi nei miei e ricongiunge le nostre labbra, si stende al mio fianco stringendomi al suo torace. «Non hai idea di quanto ti amo.» Sussurra al mio orecchio depositando un bacio tra i miei capelli ancora umidi.

Stringo le braccia al suo torace ancora nudo e mi concentro sull'incavo del suo collo che scendo a baciare, mordere,succhiare, strappandogli un piccolo gemito. Mi sposto a cavalcioni sopra di lui lasciando cadere sul pavimento la sua camicia decisa a non fermarmi questa volta, in fondo lui è Jake Haiden, il ragazzo che amo da quando avevo quattordici anni, e anche lui mi ama. Cosa posso volere di più? Le mie mani vagano ingorde lungo i suoi addominali fino alla cintura dei pantaloni evidentemente rigonfi, tentenno un solo attimo a causa della vergogna prima di liberare il bottone più alto.
Le sue mani raggiungono le mie intrecciando le nostre dita, con un colpo di reni ribalta la situazione e mi sovrasta bloccandomi i polsi sopra la testa. «Calma, calma tigre.» Ride bacandomi la punta del naso.

Istintivamente cerco di liberarmi dalla sua presa trovandola tuttavia stranamente eccitante. «Abbiamo interrotto qualcosa mi pare.» Sussurro cercando di sfoggiare un tono sensuale e femminile.

«Lo so bene piccola.» Ghigna divertito da me sfiorando ancora una volta le mie labbra con le sue. «Ma non succederà ora.»

Come non succederà ora? Trattengo il respiro vergognandomi improvvisamente di me stessa e della mia nudità, mentre il triste pensiero di essere stata rifiutata da lui inizia a logorarmi dentro. «Non - non mi vuoi più?» Balbetto stupita e delusa allo stesso tempo.

«Certo che ti voglio, come non ho mai voluto nessuna in tutta la mia vita.» I suoi occhi azzurri, scuri per la lussuria, fissi nei miei. «Ma abbiamo entrambi aspettato tanto questo momento e possiamo aspettare qualcosa di più speciale.»

Il mio cuore perde un battito alle sue parole e trattengo il respiro quando lascia le mie mani e mi stringe tra le sue braccia. «Tu vuoi aspettare per me?»

«Certo amore, e sarà bellissimo.» Sussurra teneramente al mio orecchio. «Sarò il primo e unico uomo ad averti.»

«Unico?» Ripeto soffocando una risata spontanea. «Siamo insieme da circa un'ora e già pretendi che sia per sempre?»

«Stai già pensando di lasciarmi?» Si allontana leggermente da me per guardarmi in volto con gli occhi eri stretti a fessura.

«Nemmeno per sogno, non ti libererai facilmente di me.»

«E allora potrebbe esserlo sul serio.» Le sue labbra tornano su quel punto preciso del mio collo che mi fa rabbrividire e le sue dita si intrecciano alle mie. «Per sempre intendo.»




Angolo autrice

Eccoci qui... Altro capitolo...
A quanto pare le minacce di Ryan non hanno avuto il riscontro che lui sperava... anzi!! Tutto l'opposto...

Che dire finalmente Mia e Jake stanno insieme.. e potrebbe essere per sempre.. O almeno lo speriamo tutti...

Alla settimana prossima con il capitolo 24..

Seguiranno poi un paio di capitoli che descriveranno alcuni momenti futuri importanti della mia coppia preferita e come anticipavo ci sarà la fine di questa prima parte della storia...
Prima parte però!!!
Non è mica finita!!
Già perché poi la storia riprenderà con un salto temporale di qualche anno!!!

Ringrazio come sempre tutte voi che mi seguite, leggete e ovviamente che recensite.. Le vostre parole sono favolose e mi rendete felicissima ogni volta.

Lachiaretta


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