Autrice: e su questo capitolo vorrei sentire il parere di molte di voi!!!
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Mi rigiro nel letto dopo aver passato le ultime dieci ore a fissare il soffitto bianco illuminato solo dal riflesso dei fari delle auto che sfrecciano sulla strada, ho cercato perfino di contarle nella speranza totalmente vana di prendere sonno. Nemmeno quando gli occhi stentavano a rimanere aperti tanto bruciavano per le lunghe ore passate a piangere sono riuscita a cadere tra le braccia di Morfeo e alla fine ho dovuto solo farmene una ragione, ho trascorso l'intera notte sveglia turbata dall'immagine di Jake, Hanna e i loro splendidi bambini biondi dagli occhi chiari.
Jake non è migliore di me. Mi ha giudicata, si è permesso di criticare le mie scelte e di lusingarmi con le sue belle parole facendomi sentire in colpa per aver desiderato un suo bacio pur non essendo libera. E lui? Come può comportarsi così quando quella Hanna porta in grembo suo figlio. È così spregevole da essere pronto a tradirla?Ryan ha provato a chiamarmi un paio di volte ma non ho potuto rispondergli, ero troppo turbata per rivolgergli anche solo una parola, avrebbe capito, avrebbe frainteso. E comunque non avevo alcuna voglia di sentire la sua voce.
Quando raggiungo mia madre in ospedale sono già le undici passate, sapevo che Jake sarebbe passato a prendere mio padre insieme all'equipe selezionata per l'intervento alle dieci e mezza e mi è bastato tardare quella mezz'ora per essere sicura di non incontrarlo. Non stamattina, non dopo ieri sera.
«Amelia tesoro, finalmente. Mi stavo preoccupando.» Mia madre mi si avvicina stringendomi in un caldo abbraccio appena varco le porte della degenza di mio padre. «Guarda che faccia che hai? Sembri stravolta!»
«Grazie mamma, sei gentilissima.» Ironizzo con entrambe le sopracciglia sollevate. «Stai tranquilla, va tutto bene. Non sono solo riuscita a dormire stanotte.» Le rispondo scrollando le spalle e lasciandomi cadere sulla poltroncina accanto al letto vuoto. Mia madre mi scruta dalla testa ai piedi scuotendo il capo alla vista del mio abbigliamento non proprio consono alla mia età e al mio ruolo: felpa con il cappuccio, pantacollant e converse. Già fatico a stare in piedi, volevo almeno stare comoda oggi.
«Lasciami indovinare, centra per caso il bel dottore?» Mi domanda a bruciapelo, il volto stranamente divertito.
Sgrano gli occhi presa alla sprovvista dalla sua affermazione. «Cosa te lo fa pensare?»
«Ti cercava stamattina, quando è venuto a prendere tuo padre, continuava a guardarsi intorno quasi sperasse di vederti comparire all'improvviso. Mi è sembrato deluso quando è dovuto andar via.» Jake? Come può stupirsi che io non abbia alcuna intenzione di vederlo.
«L'importante è che si concentri nell'intervento, no?» Le rispondo fingendo che le sue informazioni mi siano totalmente indifferenti.
«Dobbiamo fidarci di lui, infondo dicono che sia bravissimo e credo che metterà tutto sé stesso in questo intervento... per te!»
«Mamma è il suo lavoro, lo fa per questo.» Sibilo secca, non voglio che lui faccia niente per me.
«Se ne sei convinta! Io ora vado a prendere tua zia in aeroporto, tu beviti un caffè e cerca di riprenderti. Non usciranno prima di tre o quattro ore, sarò tornata per allora.»
Fisso sbalordita mia madre che si infila il cappotto ed esce dalla stanza, non prima di avermi depositato un bacio tra i capelli. Come può aver già capito tutti in così pochi giorni e senza bisogno di alcuna spiegazione? Le è bastato vederci vicini pochi istanti per percepire la tensione e scorgere quel brandello di sentimento che ancora ci lega. È pur sempre mia madre infondo.
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THE RACER
ChickLitAmelia River, dopo quattro lunghi anni torna a New York per frequentare la Columbia University. Era scappata da un passato che non riusciva ad affrontare, ma soprattutto dimenticare. Nonostante tutti i suoi sforzi il passato tornerà a bussare alla s...