Sei mesi dopo.
JAKE'S POV
L'ultimo mese non è stato affatto facile, abbiamo entrambi affrontato una sessione di esami particolarmente intensa, soprattutto io avendo dovuto sostenere le ultime prove e preparando in contemporanea la tesi di laurea che dovrò esporre tra meno di un mese. Abbiamo avuto così poco tempo per stare insieme che quando mia madre si è offerta di prestarci la casa agli Hampton non ce lo siamo fatti ripetere due volte, abbiamo preparato in fretta e furia le valigie e siamo partiti.
I primi tre giorni abbiamo a mala pena visto la luce del sole, siamo rimasti chiusi nella camera matrimoniale a recuperare le lunghe notti passate lontani l'uno dall'altra. A fare l'amore. Sì, perché io e Mia non abbiamo mai fatto sesso, nemmeno una volta, noi abbiamo sempre e solo fatto l'amore. Ogni notte dopo il piacere sempre più intenso che riesce a regalarmi la stringo a me e mi addormento inebriandomi del suo profumo di vaniglia, ed ogni mattina mi sveglio con lei ancora tra le mie braccia.
Ecco perché per me è stato così strano questa mattina svegliarmi da solo nel grande letto. Passo la mano sulle lenzuola ormai fresche, segno che Mia si deve essere alzata da tempo e il mio primo pensiero è che sia in cucina a preparare la colazione ma nell'aria non vi è alcun odore, tranne il nostro.
Controllo per sicurezza che non sia in bagno ma la porta è aperta e la piccola stanza completamente vuota, quindi scendo silenziosamente le scale. Anche la cucina è vuota e perfino la macchina del caffè è ancora spenta.
Anche se con indosso solamente i boxer spalanco la porta finestra e controllo la piscina e il tratto di spiaggia di fronte alla villetta, ma nemmeno lì vi è treccia della mia fidanzata.
Come può essere sparita così, senza svegliarmi, senza lasciarmi nemmeno un biglietto?
Non è da lei, cosa le sarà successo?
Torno all'interno dell'abitazione e mi accomodo sul divano di pelle nera notando immediatamente l'assenza delle chiavi della mia auto da sopra il mobile dell'ingresso.
È uscita? Per andare dove?
Mezz'ora più tardi sono ancora semi svestito seduto sul divano ad aspettarla quando il motore della mia Audi rimbomba nel vialetto e Mia apre la porta silenziosamente con in mano una piccola busta.
«Jake, che paura! Perché non sei a letto?» Sobbalza abbandonando le chiavi sul mobile dell'ingresso e affrettandosi a nascondere ciò che ha in mano all'interno della borsa.
«Perché mi sono svegliato da solo e non avevo idea di dove fossi.» Le rispondo asciutto, non voglio intromettermi troppo nella sua vita ma avrebbe potuto almeno avvisarmi che sarebbe uscita.
«Ah, ho fatto un salto in farmacia, mi sono svegliata con un terribile mal di testa.» Scrolla le spalle sedendosi a cavalcioni sulle mie ginocchia e facendo unire le nostre labbra in un candido bacio. Sta cercando di distrarmi e sa bene come fare ma non le permetterò di cambiare discorso.
«In bagno c'è una confezione da trentasei di Moment e non credo che mettersi alla guida della mia auto sia stata la scelta migliore se stavi così male.»
«Ah.» Affonda gli incisivi nel labbro inferiore colta alla sprovvista dalla mia affermazione. «Non me ne ero accorta. Ora vestiti che prima ho chiamato Megan, tra un'oretta ci raggiunge con Robert.» Sussurra baciandomi ancora una volta e facendo aderire il petto formoso coperto solamente dalla sottile canottiera verde al mio torace nudo.
«Mia! Sei uscita senza reggiseno?» Alzo leggermente la voce innervosito dal pensiero di tutti i ragazzi che possono aver incrociato la sua strada in tutto il periodo in cui è stata fuori.
«Non riuscivo a trovarlo al buio e poi tu mi dici sempre che ti faccio impazzire quando non lo porto.» Ride alzando gli occhi marroni al cielo.
«Appunto! Non lo devi portare con me, MAI senza di me.» Mi alzo in piedi agganciando le sue gambe intorno alla mia vita e costringendola ad allacciare le braccia al mio collo, a passo veloce mi dirigo al piano di sopra depositandola sul letto e scoprendo immediatamente le sue generose forme. «Odio anche solo l'idea di qualcuno che ti guardi.» Ringhio prima di baciarla con maggior passione.
Alla fine è riuscita a distrarmi, per ben due volta.
***
«Sicura che Mia ti ha detto di venire oggi?» Si lamenta Robert mentre la sua fidanzata bussa alla porta richiamando la nostra attenzione.
«Certo! Insomma, so quello che mi ha detto!» Sbuffa la bionda picchiando ancora una volta il pugno sulla lastra di legno che la separa dall'interno dell'abitazione.
Infilo velocemente una maglia e un paio di pantaloncini mentre lascio il tempo a Mia di lavarsi e rivestirsi. «Ragazzi, scusate ma stavamo dormendo.» Mi giustifico aprendo loro la porta e facendoli entrare. «Prendete un caffè?»
«Per me no! Mia è ancora a letto?» In tanti anni che la conosco Megan non è mai stata così acida e qualcosa mi dice che deve essere collegato allo strano comportamento di questa mattina di Mia.
«Sta facendo la doccia, arriva subito.» Le rispondo volgendo lo sguardo prima su di lei e poi su Robert che solleva le spalle sfoggiando un sorriso di circostanza.
«Beh io vado, non si farà problemi a farsi vedere da me.» Sbotta fiondandosi su per le scale ed entrando nel bagno senza nemmeno bussare e richiudendosi la porta dentro le spalle.
«Tu hai una minima idea di quello che succede alle ragazze?» Domando al mio amico porgendogli una tazza colma di caffè.
«Ma che ne so, era tutto a posto fino a ieri. È così da stamattina. Ha sentito Mia e ha preteso di venire qui immediatamente.»
«Anche Mia era strana stamattina, è uscita presto per comprare qualcosa. Aspetta l'ha lasciato in borsa.» Butto l'occhi verso la porta del bagno dove ancora le nostre ragazze sono ancora chiuse e recupero dal mobile dell'ingresso la borsa che le ho regalato per San Valentino.
«Cosa fai? Non puoi frugare tra le sue cose!»
«Perché? Tu non vuoi fare luce sulla faccenda?» Mi innervosisce il non essere appoggiato da lui, con estrema lentezza faccio scorrere la cerniera scoprendo il contenuto e il pacchettino sigillato della farmacia che guardo con sospetto. Non ha le dimensioni di una scatola di moment e non è stata nemmeno aperta.
Il rumore della porta che sbatte mi costringe a richiudere la borsa e tornare in cucina dove Robert ride divertito dal mio spavento.
Per questa volta lascio perdere ma scoprirò cosa mi stanno nascondendo quelle due.
***
Guardo la mia ragazza mentre prende il sole stesa accanto a Megan in riva al mare. Mia è tremendamente bella con quel bikini giallo fosforescente, piacevolmente in contrasto con la sua pelle già abbronzata dopo soli tre giorni di mare. Le sue forme generose mi fanno impazzire e potrei passare ore ad ammirarla.
Perso nei miei pensieri non mi accorgo immediatamente dei due ragazzi che già da qualche minuto stanno osservando l'adorabile fondoschiena della mia ragazza a mala pena coperto dalla mutanda brasiliana. Il gomito di Robert attira la mia attenzione appena in tempo per vedere i due sconosciuti che si avvicinano alle due ragazze per presentarsi ed entrambi ci alziamo in piedi pronti a delimitare il nostro territorio ma fortunatamente il cattivo umore di Megan di oggi li costringe a scappare a gambe elevate.
«Non ti sembra che Mia abbia il seno più grosso ultimamente?» Se ne esce di punto in bianco Robert buttandosi ancora una volta a sedere sulla sdraio accanto alla mia.
«E da quando guardi le tette della mia ragazza?»Sbotto colpendogli l'avambraccio con il pugno destro abbastanza forte da farlo sobbalzare.
«Ahi!» Grida attirando l'attenzione di Mia e Megan. «Dovevi proprio farmi così male! Certo che con te non si può fare nemmeno una battuta, e comunque non è colpa mia se il costume la copre a mala pena.»
«Non me lo dire, ho cercato di convincerla a metterne un altro ma non ne ha voluto sapere.» Guardo ancora una volta la mia bellissima fidanzata notando che effettivamente Robert potrebbe avere ragione, il suo seno sembra decisamente più grosso compresso nella fascia gialla. Cosa diavolo le sta succedendo. «Fammi un piacere, chiamami se le ragazze tornano in casa e se ti chiedono dì loro che sono andato in bagno.»
«Non vorrai tornare a vedere cos'ha comprato Mia stamattina?» Mi domanda alzando gli occhi al cielo. «Se ti scopre potrebbe arrabbiarsi parecchio.»
Sbuffo riservando un'occhiataccia al mio amico, mi dispiace che non sia d'accordo ma io devo scoprire cosa le passa per la testa. «Tu pensa a coprirmi intanto.»
Mi alzo dalla sdraio e dopo essermi infilato la polo bianca e le infradito mi incammino verso la villetta della mia famiglia entrando all'interno dell'abitazione dalla porta finestra, la stessa attraverso la quale abbiamo guardato il tramonto la prima volta che abbiamo fatto l'amore.
Cosa mi stai nascondendo Mia? Perché sei scappata questa mattina e cosa hai comprato in farmacia?
Prendo la borsa dal mobile dell'ingresso e la apro senza distogliere lo sguardo dalla spiaggia e dalla mia ragazza che entrata in acqua chiama il mio nome invitandomi a raggiungerla mentre Robert le risponde che sono andato in bagno. Devo fare in fretta, non ho molto tempo.
Prelevo dall'interno della borsa il piccolo involucro bianco e verde e lo stringo all'interno della mano destra indeciso se procedere o aspettare che sia lei a parlarmene, la curiosità però è troppa per attendere anche solo un altro minuto. Scarto velocemente la confezione attento a non strappare la carta per poterlo richiudere e quello che mi trovo tra le mani mi lascia totalmente sconvolto.
Lo lascio ricadere all'interno della borsa firmata e richiudo il tutto per evitare di essere scoperto.
***
Alle diciotto siamo quasi pronti per uscire per cena. Mia e Megan sembrano inseparabili e ancora non sono riuscito a parlare da solo con la mia ragazza, anche adesso si stanno preparando insieme in bagno. Megan esce dalla piccola stanza e si avvicina all'ingresso prendendo tra le mani la borsa di Mia e di conseguenza ciò che vi è custodito all'interno.
«Ti serve qualcosa?» Le domando portandomi alle sue spalle. Megan sobbalza rendendosi conto della mia presenza così ravvicinata.
«No – no.» Balbetta lasciando ricadere la borsa sul mobile dell'ingresso. «Assolutamente no.»
Non può averne parlato prima con lei che con me, eppure deve averla mandata a recuperare la borsa dall'ingresso. «Dille di usare questa per stasera.» Sorrido sornione allungandole il pacco che tenevo nascosto nel portabiti. «è il nostro mesiversario.»
Megan sgrana gli occhi evidentemente delusa e senza aggiungere nemmeno una parola prende il regalo che le sto porgendo e con passo pesante torna in bagno per consegnarla alla mia ragazza che sembra apprezzarlo particolarmente a giudicare dalle sue urla.
«Jake amore, è bellissima.» Come un fulmine Mia fasciata nel suo mini abito nero si fionda giù dalle scale dritta tra le mie braccia dove la accolgo stringendola a me.
«Tu lo sei, in particolare con questo vestito.» La mia mano scivola lungo la schiena nuda e scoperta della mia fidanzata, aveva già indossato quest'abito la prima volta che ci siamo incontrati dopo il suo ritorno a New York. Ricordo perfettamente quella sera, non appena i miei occhi hanno incrociato i suoi dall'altra parte del Victrola ho capito che qualcosa ci legava e che ci avrebbe legato per sempre. Per un istante avevo quasi riconosciuto i suoi occhi grandi marroni e il suo sorriso smagliante, somigliava così tanto alla mia migliore amica che avevo capito di amare il giorno stesso che mi aveva abbandonato ignorando le mie chiamate.
«Sei pazzo, questa è una Gucci.» Mi rimprovera sventolandomi la piccola borsa nera davanti al naso.
«La conosco bene, ci ho messo più di un'ora a sceglierla. Andiamo adesso?» Mia annuisce lanciando un'occhiata a Megan per farle cenno di uscire mentre l'altra continua a fissare il mobile dell'ingresso, puntano ancora a quella borsa. Mi dispiace Mia, voi siete amiche ma io sono il tuo ragazzo, non ti permetterò di escludermi da questa faccenda.
Mezz'ora dopo sediamo al mio ristorante preferito degli Hampton, era da molto che volevo portarci Mia anche se avrei preferito da soli.
«Posso portarvi intanto qualcosa da bere?» Domanda il cameriere porgendoci quattro menù.
«Sì grazie.» Rispondo prendendo due menù e porgendone uno alla mia bellissima fidanzata. Io e Robert ordiniamo due Franciacorta, seguiti da Megan che opta per un aperitivo analcolico.
«Per me invece un Hugo se lo preparate.» Termina Mia sorridendo smagliante al ragazzo che non riesce a fare a meno di guardare la profonda scollatura sulla sua schiena.
«Certamente.» Le risponde ammiccando così evidentemente che sono costretto a stringere i pugni sotto il tavolo per calmarmi.
«Mi scusi ma credo sia meglio che porti un aperitivo analcolico anche ALLA MIA FIDANZATA.» Sbotto alzando leggermente la voce sulle ultime tre parole, spero sia abbastanza intelligente da capire da solo di non permettersi più espressioni di tal genere.
«E perché?» Controbatte Mia sbattendo i suoi splendidi occhi marroni perfettamente truccati.
«Amore» mi avvicino a lei depositando un dolce bacio sulle sue labbra, forse superfluo se non per il cameriere che continua a guardarci deluso «stamattina avevi un gran mal di testa, credo sia meglio non bere alcolici.»
Mia apre e chiude la bocca un paio di volte cercando le parole con cui controbattere, alla fine annuisce e sostituisce il suo ordine. È questo il tuo gioco? Ti costringerò a dirmi la verità tesoro.
Attendiamo i nostri drink perlustrando i menù per la cena. Robert si lascia scappare che la specialità di questo posto è il pesce crudo, dal sushi alla tartara, e chiede di ordinare una barca da condividere tutti insieme. Mi stupisco quando Megan si porta la mano davanti alla bocca quasi a voler trattenere un conato di vomito dicendo di non voler nemmeno sentire l'odore di pesce crudo, eppure sono certo averla vista mentre lo mangiava in altre occasione. Tutto ciò però casca a mio favore perché Mia, per assecondare l'amica, decide di ordinare anche lei qualcosa di ben cotto e tutti optiamo per un San Pietro alla piastra con contorno di verdure.
Non le avrei mai permesso di ordinare pesce crudo nel suo stato attuale.
L'umore di Megan sembra non migliorare nemmeno per tutta la cena, continua a punzecchiare Robert e a rispondergli male nonostante Mia continui ad intervenire come paciere per calmare l'amica dato che Robert continua solamente ad assecondarla, senza fare o dire nulla che potrebbe irritarla sul serio. Conosco abbastanza bene Megan da sapere che in realtà il suo nervosismo è causato da ciò sta succedendo a Mia.
In tutti i momenti difficili Megan non ha mai esitato a chiamarmi e a costringermi ad affrontare Mia e i suoi momenti difficili, se stavolta non mi sta dicendo nulla può solo significare che la situazione non è positiva.
Porto lo sguardo verso la mia fidanzata che assapora l'ultimo boccone del suo piatto, mai l'ho vista mangiare così tanto cibo in un unico pasto da quando siamo insieme.
Che non voglia dirmi nulla? Che voglia in realtà... Mille dubbi mi assalgono e mi devo concentrare per non incominciare ad urlare.
La mano del cameriere che sfiora la spalla della mia fidanzata per chiederle se può portare via il piatto mi riporta alla realtà, fortuna che Robert prontamente afferra il mio avambraccio e con un cenno del capo mi intima di calmarmi.
«Posso portarvi qualcos'altro?» Domanda il nostro cameriere senza smettere di sorriderle.
«Io prenderei un amaro. Voi?» Mia si volta verso di noi scrutando ad uno ad uno i nostri volti.
«Ancora? Mia non mi sembra il caso.» Sbuffo scuotendo la testa a destra e sinistra.
«Oh insomma Jake, si può sapere cosa ti prende? Mi hai fatto saltare l'aperitivo, mi hai costretta a bere acqua per tutta la cena e ora non mi permetti nemmeno un amaro?»
«Come puoi essere così sconsiderata? Fumati una sigaretta visto che ci sei a sto punto!» Sbatto il pugno con un po' troppa violenza sul tavolo tanto da far cadere il calice a terra che si infrange in svariate schegge di vetro.
«Sigaretta? Cosa stai dicendo?» Spalanca i suoi grandi occhi marroni chiaramente sorpresa dalla mia reazione. Come può non pensare alle conseguenze? Non le importa nulla?
«Usciamo per favore.» Sibilo lasciando sul tavolo sue banconote da cento dollari e facendo cenno agli altri di seguirmi fuori dal locale. Non vorrei lasciare una così lauta mancia al cameriere che per l'intera cena non ha fatto altro che puntare la mia donna ma non ho intenzione di rimanere all'interno del locale un minuto di più.
«Jake!» Mi chiama Mia non appena siamo in strada, lontani da orecchie indiscrete. «Jake vuoi spiegarmi cosa sta succedendo?»
«Perché non me lo spieghi tu Mia, o preferisci continuare a non dirmi niente?» Il mio tono di voce si alza leggermente mentre le mie mani stringono le sue spalle sottili. Il suo silenzio può significare una sola cosa. «Come puoi non condividerlo con me, io ti amo.»
«Ti amo anch'io, ma non ci sto capendo niente.» Sussurra avvicinando il suo volto al mio per baciarmi. I nostri amici ci osservano interdetti a soli pochi metri da noi, ma ormai sono abituati a far parte dei nostri problemi.
«So che non avevi mal di testa stamattina, ho visto cosa sei andata a comprare.» Le parole escono come un fiume in piena dalla mia bocca e mi sembra di essermi tolto un macigno dal petto. «Perché non hai voluto parlarne con me?»
«Hai frugato nella mia borsa?»
«Eri così strana oggi, volevo capire cosa ti stava succedendo.» Ammetto portandomi la mano destra sul capo e spettinandomi nervosamente i capelli. «Aspettiamo un bambino?»
«NO!» Strilla stridula costringendomi a guardarla in volto.
«Non lo puoi sapere, non hai ancora fatto il test!» Obbietto scuotendo il capo, che sia riuscita a trovare il tempo di farlo?
«Non devo farlo, non sono incinta!»
«Ma le tue tette! Anche secondo Robert sono più grosse!»
Mia porta entrambe le braccia al petto stringendo il seno prosperoso. «Sono ingrassata Jake, sono solo ingrassata!»
«E allora perché avresti comprato un test di gravidanza?»
«Per me..» La voce di Megan ci raggiunge in un sussurro. Tutti ci voltiamo verso di lei compreso Robert, la bocca spalancata e gli occhi sgranati. Improvvisamente tutto diventa più chiaro: la loro visita, il suo umore decisamente negativo, il non volere né caffè né alcol per tutta la giornata, il conato di vomito al solo pensiero del pesce crudo. Mia la stava solo aiutando.
«Tu? Sei incinta?» Balbetta Robert sedendosi sul marciapiede e prendendosi la testa fra le mani quasi avesse paura di vedersela cadere da un momento all'altro.
«Sono solo in ritardo di qualche giorno, non ne sono sicura. Prima volevo fare il test ma Jake era sempre in mezzo.» Sistemandosi il corto vestito si siede accanto al suo ragazzo che la abbraccia immediatamente. «Volevo dirtelo ma ho avuto paura.»
«Scusami Megan, io pensavo che fosse Mia... Se lo avessi saputo non ti avrei intralciata.» Biascico vergognandomi di me stesso e di aver frainteso tutta la situazione.
«Tranquillo Jake, non c'è problema. Anche se vorrei che mi spiegassi la storia delle tette di Mia...» Ride lanciando un occhiataccia al suo ragazzo che solleva le mani scuotendo la testa come a voler negare di aver mai anche solo accennato una sola parola.
«Ora che abbiamo chiarito direi che è arrivato il momento di tornare a casa e fare quel test.»
***
«Posso farti una domanda?» Sussurra Mia al mio orecchio. Tornati a casa abbiamo lasciato Robert e Megan da soli per fare il test e ci siamo diretti in spiaggia. «Se fossi stata in cinta...» Inspira profondamente prima di continuare. «Ne saresti stato contento?»
«Piccola...» La stringo tra le mie braccia inspirando profondamente il suo candido profumo di vaniglia e accarezzando il suo ventre piatto. «Tu cosa credi? Ti avevo praticamente già tolto tutto alcool e tutto quello che avrebbe potuto fare male al nostro bambino.»
«Un giorno potrebbe esserci.» Sussurra stringendo le mie mani sulla sua pania e gonfiandola di aria.
«Ne sono sicuro amore mio.»
Ciao a tutte... Ecco una piccola avventura JIA di passaggio che spero non vi abbia annoiate!!!
Il prossimo capitolo sarà ambientato circa due anni dopo questo momento, sarà un altro capitolo di passaggio prima della vera e propria seconda parte.
Voglio ringraziare ancora tutti/e per i Voti ma soprattutto chi mi ha lasciato una piccola recensione.Non credevo che questo piccolo trip potesse piacere così e non finirò mai di ringraziarvi.
Ah Megan non è incinta, era solo un falso allarme. :) Ma chissà, magari in futuro potrebbe succedere.
Baci
Lachiaretta
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THE RACER
ChickLitAmelia River, dopo quattro lunghi anni torna a New York per frequentare la Columbia University. Era scappata da un passato che non riusciva ad affrontare, ma soprattutto dimenticare. Nonostante tutti i suoi sforzi il passato tornerà a bussare alla s...