Capitolo 7

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«Seduti ragazzi»

Il Professor Collins ci invita a prendere posto nell'aula e io e Josh ci sediamo ovviamente vicini, scambiandoci un'occhiata di intesa. La nostra conversazione di sabato sera ci ha avvicinati molto e siamo riusciti a finire di ripetere altre due volte l'intero programma. Non c'è paragrafo del libro che non conosciamo dalla prima all'ultima parola. E devo ammettere che dopo la sua rivelazione su Jake e sulla sua non troppo velata minaccia, il mio livello di concentrazione è stato molto più elevato, anche se lui purtroppo non si è più fatto sentire.

«Avete due ore di tempo. Come vedrete ci sono trenta domande e ogni domanda vale un punto. Se trovo qualcuno di voi a parlare o a copiare verrà escluso dal test, perdendo il 40% del punteggio finale. Capirete che dopo sarà necessaria la perfezione per poter superare il mio esame, quindi non credo sia conveniente per voi. Se avete studiato non avrete grossi problemi.»

Mentre parla il Professor Collins consegna ai capofila una copia del test, i quali la passano a chi è seduto dietro di loro e così via fino alla fine dell'aula. Appena mi viene consegnato l'usobollo scorro immediatamente con gli occhi le trenta domande. Alcune sono veramente facili, altre un po' più complicate, ma per ognuna di loro sono in grado di scrivere la risposta corretta. Appena finisco di leggere l'ultima parola dell'ultima domanda alzo lo sguardo verso il castano seduto al mio fianco che fa altrettanto rivolgendomi un sorriso smagliante. Decidere di preparare insieme l'esame è stata la scelta giusta.
Senza ulteriori esitazioni sollevo la mia fidata stilografica Mont Blank e inizio a rispondere alla prima domanda. E alla seconda. E alla terza ...
Dopo poco più di un'ora, e quindi a circa metà del tempo concessoci dal professore, finisco di scrivere anche l'ultima risposta, rileggo velocemente il mio elaborato e, pienamente soddisfatta dello svolgimento di tutti e trenta i quesiti, poggio foglio e penna sul banco.

«Signorina è in difficoltà?» Mi domanda il professore ghignando. Non ha ancora superato la sua antipatia nei miei confronti per averlo interrotto il primo giorno di lezione.

«No Professore. Tutt'altro!» Rispondo sorridendogli a mia volta.

«Allora perché non sta più scrivendo?» I suoi occhi si poggiano sulla mia penna chiusa e sul foglio ordinatamente ripiegato sul banco.

«Perché ho terminato» annuncio fiera facendo voltare tutti i miei compagni increduli verso di me.

«Tutto? Ha risposto a tutte le domande?»

«Si. Anzi se non le dispiace consegnerei e uscirei dall'aula. Ho proprio bisogno di un buon caffè.»

Un lampo di rabbia attraversa gli occhi del professore, deve proprio detestarmi. «Certo! Vada pure. Spero che tutta questa fretta non la penalizzerà.»

«Ne sono abbastanza sicura!» Esclamo sorridente mentre consegno il mio elaborato all'uomo di fronte a me.

«Professore, se non le dispiace consegnerei anch'io!» Il ragazzo al mio fianco si alza in piedi allungando il suo compito al docente.

«Anche lei signor Neil?» gli domanda incredulo. «Ho forse scelto delle domande troppo facili?»

«Assolutamente no.» La risposta proviene dal resto dell'aula che in coro manifesta il proprio disappunto.

Non riuscendo più a trattenere una risata mi dirigo verso la porta e, insieme al mio nuovo amico, esco dall'aula. Il primo test è passato e credo di averlo superato discretamente.

*** Io e Josh ci fiondiamo alla caffetteria migliore della Columbia discutendo sulla prova e concordando di aver dato praticamente le stesse risposte. A questo punto mi pare evidente di non aver commesso alcun errore e di aver ottenuto il massimo del punteggio. Ovviamente non posso cantare vittoria prima di vedere la correzione del mio elaborato e sono sicura che il professor Collins farà di tutto per abbassare il mio punteggio. Fortuna che non sarà da solo a correggerlo ma sarà affiancato dal viceprocuratore distrettuale che ci seguirà nello stage. Speriamo che almeno lui sia obbiettivo. «Signorina River.» Una voce familiare alle mie spalle mi chiama tuttavia sono costretta a voltarmi per capirne l'identità del proprietario. Avvampo per lo stupore trovandomi di fronte uno degli uomini più belli che io abbia mai visto in tutta la mia vita. Alto poco più di un metro e ottanta e dal fisico scolpito che risaltava divinamente attraverso l'abito blu notte, dello stesso colore sei suoi magnetici occhi. Il bel viceprocuratore distrettuale della sera dell'arresto. «Buongiorno Dottor ...» balbetto bloccandomi appena realizzo di non ricordare più il suo nome. «Bass. Ryan Bass. Ma puoi chiamarmi solo Ryan, ovviamente se mi permetti di chiamarti Amelia.» Un sorriso seducente gli si dipinge in volto, mostrando i suoi perfetti e bianchissimi denti. Lontano dai neon della centrale di polizia e alla luce del sole, è ancora più bello rispetto a quanto ricordava. «Certo! Ma.. Come fa a ricordarsi il mio nome?» Si passa una mano sulla testa scompigliandosi i capelli biondo scuro «Amelia, dammi pure del tu. E per quanto riguarda il tuo nome.. impossibile dimenticarlo.. non mi capita spesso di assistere ad interrogatori di giovani e bellissime ragazze.» risponde ammiccandomi e facendo confluire tutto il sangue in circolo nel mio corpo alle mie guancie. Ricordo della presenza di Josh solo quando lui tossisce per attirare la nostra attenzione. «Oh Josh! Ti presento il viceprocuratore distrettuale, il Dott Ryan Bass. Ryan ...» scandisco bene il nome proprio dell'adone in fronte a me «il mio amico Josh Neil.» «Viceprocuratore?» domanda Josh incredulo. «Si. Il viceprocuratore che mi ha lasciata andare la notte che sono stata arrestata. Per l'iniziazione..» calco bene l'ultima parola sperando che intuisca e non si faccia scappare nulla sul The Racer o che non contraddica la versione che abbiamo raccontato in centrale quella notte. «A proposito! Sei stata poi ammessa?» «Ancora no! Dovrò sostenere una nuova prova ma non so ancora quando né tantomeno cosa.» ammetto scrollando le spalle. In fin dei conti è vero.. Sono stata ammessa ma entro la fine dell'anno dovrò superare l'iniziazione. «Cosa ci fai qui? Ci sono dei problemi?» «Oh. No, assolutamente no. Ho frequentato anch'io la Columbia, mi sono laureato qui in giurisprudenza. Un mio vecchio professore mi ha chiesto la cortesia di aiutarlo a correggere alcuni compiti e di concedere ai tre migliori studenti uno stage in procura. Avrei dovuto supervisionare la prova ma ho avuto degli impegni improvvisi.» «Sei tu l'ex studente di Collins? Noi facciamo parte del suo corso e abbiamo appena sostenuto il test!» Esclama Josh sblordito. Ryan si volta verso di lui estremamente irritato, in effetti ha concesso solo a me di dargli del tu, non a lui. «In persona» risponde alla sua domanda, poi voltandosi ancora una volta verso di me «Sei solo al primo anno e già frequenti il corso di Collins?» Annuisco appena. Perché mi vergogno così tanto ad ammettere di essere stata ammessa ai corsi avanzati? «Bene Amelia, cercherò immediatamente il tuo compito allora. Mi aspetto grandi cose da te. Sarebbe un vero piacere averti tutti i giorni in procura per un mese intero» ammicca ignorando il mio amico e allungando una mano per portarmi dietro all'orecchio una ciocca ribelle sfuggita alla mia treccia improvvisata. «Ragazzi è stato un piacere incontrarvi. Ci vediamo tra due settimane per il prossimo test.» Dette queste ultime parole ci saluta e si allontana sinuoso nel suo bellissimo completo scuro. «Potresti smettere di fissargli il sedere» sbotta ridendo Josh scuotendo indignato la testa. «Oddio» rido imbarazzata. Non mi ero nemmeno accorta di averlo fissato così a lungo e così in basso. Megan ha pienamente ragione, Ryan ha due chiappe fenomenali. «Chissà perché credo che meritato o no uno di quei posti sarà tuo!» Con la mano sinistra spingo il mio amico. «Ma finiscila!» *** La sera stessa decido che è giunta l'ora di rompere il silenzio che si è creato tra me e Jake. In fondo se ha detto quelle cose a Josh ci sarà un motivo.Dopo essermi coccolata per l'intero pomeriggio e tirata a lucido, prendo un taxi in direzione Victrola.Ora non ho più bisogno di qualcuno che dica ad Adam di farmi passare, appena mi scorge fa aprire la coda per permettermi di passare. Faccio parte del gruppo.Non ho detto a nessuno che sarei uscita, nemmeno a Megan che mi crede a letto a recuperare il sonno perduto a causa dello studio. E infatti la sua faccia sconcertata parla da sé appena mi vede entrare attraverso le pesanti tende di velluto rosso. Le sorrido amabilmente alzando le spalle per non so bene quale motivo, non devo giustificarmi di essere venuta. I suoi occhi titubanti mi indicano un punto preciso alla sua destra. Seguo con lo sguardo quella direzione e lo vedo immediatamente.Jake seduto su uno sgabello impegnato a bere una birra mentre annoiato ascolta le chiacchiere di Jessica e altre tre biondine troppo svestite. Incredibile come si siano fiondate su di lui in mia assenza, lui però non sembra darci troppo peso.Mi avvicino a Megan e agli altri ragazzi, senza interrompere il contatto visivo dal mio uomo e dalla mano di Jessica che si poggia sulla sua gamba, accarezzandola delicatamente. Non si è ancora accorto di me.Continuo a fissarlo mentre ballo con gli altri ragazzi per vedere fino a che punto è pronto a spingersi. Lei però le ascolta svogliato, quasi annoiato. «Tranquilla! È da venerdì che lo tormentano ma a lui non interessa.» Mi urla Megan all'orecchio mentre Robert la afferra per i fianchi e la riporta al suo fianco per continuare a ballare insieme. Li guardo divertita continuando ad ancheggiare accanto a Spencer e Micheal. Dopo pochissimi istanti i miei occhi vengono nuovamente attratti come una calamita dal gruppetto di donne che circonda il mio uomo. La mano di Jessica vaga ancora ingorda sul suo corpo, passando dalla coscia al torace, e poi di nuovo alla gamba. Adesso basta, non sono disposta a sopportare un ulteriore palpeggiamento. Decisa ad interrompere tutto ciò mi fiondo a passo deciso verso quel gallinaio e facendomi strada tra loro fino a raggiungere il castano e stampargli un bacio sulla guancia destra. «Ciao Jake! Come stai?» Gli domando rimanendo a pochi centimetri dal suo volto. Jake, dopo qualche istante di smarrimento, fissa i suoi occhi azzurro cielo nei miei «Amelia! Non sapevo venissi stasera.» «Me ne sono accorta!» Gli rispondo indicando con le pupille le donne alla mia destra e alla mia sinistra. Poi senza permettergli di ribattere «Balliamo insieme?» Sfoggio uno dei miei sorrisi più smaglianti pregando che lui non rifiuti il mio invito. Jake in risposta sfodera il suo fantastico ghigno malizioso. «Scusatemi ragazze» mormora sollevandosi dallo sgabello. «Ma Jake, prima avevi detto che non volevi ballare.» Si lamenta Jessica, sbuffando seccata. «Probabilmente non voleva ballare con te.» Gli faccio notare maligna, prendendo il braccio di Jake e portandomelo lungo i fianchi permettendogli ad abbracciarmi. Ovviamente lui mi asseconda cingendomi con entrambe le mani e poggiando il mento alla mia spalla. «Sei perfida» mi sussurra all'orecchio facendomi sorridere. Vorrei rispondergli che la colpa è sua e del suo essere così irresistibile ma mi mordo l'interno della guancia preferendo tacere. In fondo è con me adesso. Senza lasciare le sue mani che circondano la mia vita mi faccio seguire oltre la corda che separa la zona Vip dal resto del locale, lontano dalle galline e lontano dagli sguardi ammiccanti dei nostri amici. Non c'è nulla di male a volere un po' di privacy.Quando raggiungiamo esattamente il centro della pista da ballo, mi volto verso di lui e mi lascio stringere al suo corpo tonico. Jake allaccia i suoi occhi ai miei senza smettere di sorridermi, facendomi perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Intorno a me potrebbe succedere qualunque cosa, potrebbero uscire tutti o entrare altre mille persone e non me ne renderei minimamente conto. La sua mano sinistra scivola languida lungo il mio fianco mentre la destra, dietro la mia schiena, avvicina ulteriormente il mio copro al suo facendo premere i nostri bacini, senza interrompere il contatto visivo. Abbiamo ballato tante volte insieme ma mai così.. C'è qualcosa di diverso: C'è passione, c'è desiderio, c'è quello strano calore che dal punto più intimo del mio corpo si irradia fino alla gola, accompagnato da numerosi brividi. Gli sorrido a mia volta allacciando le mie braccia dietro il suo collo e avvicinando il mio viso al suo, solo un paio di centimetri ci separano ma non voglio essere io ad annullare questa distanza. Purtroppo per me però non provvede nemmeno lui.Ci fissiamo negli occhi maliziosamente, divertiti, senza allontanare i nostri corpi, e balliamo a tempo di musica provocandoci l'un l'altra. «Perché lo fai?» gemo sforzandomi di continuare a sostenere ancora il suo sguardo perso e interrogatorio. «Perché fai così se non ti interesso?» «Amelia non è vero che non mi interessi» Mi risponde sconcertato, inclinando la testa leggermente all'indietro per vedere meglio il mio volto. «Ma... non ti sei mai fatto grandi problemi con le altre ragazze. E con me invece fatichi a sfiorarmi.» Ammetto sconsolata e delusa per i quasi dieci centimetri che adesso separano i nostri nasi. «Vuoi che ti tocchi quindi?» ammicca malizioso facendo calare la mano destra dal centro della mia schiena fino al sedere e stringendo con forza per poi risalire velocemente. Avvampo per l'imbarazzo guardandolo con odio. Mi sta forse prendendo in giro? «Non intendevo questo Jake. È che è un po' che usciamo ma... da quella sera... la sera dell'arresto tu non... insomma... non mi hai più baciata. Nemmeno prima delle corse, come portafortuna..» Non posso credere di avergli detto sul serio di voler essere il suo bacio pre gara. «Guarda che la storia del portafortuna era solo una scusa per baciarti!» «Ah» Esclamo dubbiosa «e allora perché non l'hai più usata?» Dal suo volto sparisce ogni malizia. «Amelia, tu mi piaci. Sei diversa e quando sto con te mi sento.. non so come spiegarti.. mi sento a casa. Mi sembra di conoscerti da sempre e sento di poter essere me stesso e poterti dire ogni cosa. Non voglio sbagliare con te.» Le ultime parole sono quasi un sussurro mentre poggia la sua fronte alla mia. «E poi Megan mi ha minacciato di tagliarmi entrambi i testicoli se ti faccio soffrire.» Ammette portando la mano sinistra a proteggere i tesori di famiglia con e facendomi scoppiare in una fragorosa risata. «Non voglio correre.» Ripete alla fine socchiudendo gli occhi. «Ma non puoi nemmeno ingranare la retromarcia!» Gli suggerisco mordendomi il labbro inferiore così forte che potrei tagliarmi. Jake alza la mano sinistra per accarezzare delicatamente la mia guancia e utilizza il pollice per liberare il labbro inferiore dalla tortura a cui l'avevo sottoposto. Istintivamente socchiudo gli occhi travolta dall'intensità del suo tocco e prima di potermene rendere conto sento le labbra morbide e carnose del ragazzo che amo da tutta la vita poggiarsi sulle mie. Un bacio dolce, gentile e apparentemente infinito. Tuttavia per me non è sufficiente.Sento le sue braccia intorno ai miei fianchi e le mani sul fondo della mia schiena e rabbrividisco sotto il suo tocco. Schiudo le labbra aprendogli un varco verso l'interno della mia bocca sperando che lui colga il mio invito. Per un istante mi aspetto che si allontani ancora insicura che lui voglia realmente baciarmi, invece Jake fa scorrere la lingua intorno alle mie labbra, assaporandone il sapore, e dopo aver mordicchiato leggermente quello inferiore, approfondisce il nostro contatto infilando la lingua all'interno della mia cavità orale alternando piccoli tocchi a cerchi concentrici. Presa alla sprovvista dalla travolgente passione del suo contatto seguo i suoi movimenti cercando di baciarlo altrettanto bene mentre le mie mani scorrono sulla schiena muscolosa, accarezzando il delicato tessuto della sua camicia, fino alla sua testa. Lo sento chiaramente trattenere un gemito quando gli tiro leggermente i capelli. «Non sai da quanto aspettavo di farlo» sussurra staccando brevemente le nostre labbra prima di riprendere a baciarmi con ancora più desiderio e io per un istante rimpiango di essere al Victrola circondata da centinaia di persone. *** La mattina dopo passo tutte le prime quattro ore di lezione a ripensare a quello che è successo tra me e Jake, e sono sicura che le tre del pomeriggio non saranno da meno. Devo salvaguardare la mia sanità mentale ed evitare di pensarci almeno a pranzo.Ottimi propositi, più facili a dirsi che a farsi. Meglio evitare sia Megan che Spencer, non riuscirebbero a parlare d'altro. Che poi non c'è molto da dire: ci siamo solamente baciati, per quasi un'ora intera, ma ci siamo solamente baciati al centro della pista da ballo sotto gli occhi di tutti.Senza pensarci ulteriormente prendo il telefono dalla borsa e digito velocemente una mail, pranzare fuori dal campus potrebbe essere un'ottima idea. Esattamente mezz'ora dopo vengo raggiunta da Robert che si accomoda al mio tavolo dopo avermi schioccato un bacio sulla guancia. «Ciao Amelia, come stai? È da un po' che non ci trovavamo più io e te! Sentivo la mancanza della mia amica.» «Hai ragione, scusami.. è che sono stata molto impegnata ultimamente. Ieri ho avuto la prima parte del test e tra meno di due settimane toccherà alla seconda.» Inizio a giustificarmi stringendomi nelle spalle. In effetti ultimamente credo di averlo trascurato. «E c'è Jake!» Esclama lui ridendo sornione. Non posso fare a meno di annuire desolata. La sera del mio rifiuto gli avevo assicurato che non ero interessata al suo amico, ma poi le cose sono decisamente cambiate. «Tranquilla Amelia, non c'è nessun problema. Siamo amici adesso io e te, e sinceramente sono rimasto colpito da lui. Ti avevo messa in guardia dal Jake donnaiolo ma sembra tenerci sul serio a te. E poi a me interessa un'altra adesso.» Alle ultime parole abbassa timidamente lo sguardo, come se mi stesse rivelando un grosso segreto. Le sue parole mi sbalordiscono, non mi ero accorta che avesse conosciuto una ragazza e tantomeno che fosse così attratto da lei. «Sul serio? Chi è la fortunata? Come l'hai conosciuta? Vi state già frequentando?» lo tempesto di domande incapace di trattenere la curiosità. «Ah ah, calma, calma. In realtà non sa nulla nessuno, nemmeno lei. Diciamo che la conosco da un po' ma solo adesso mi sono scoperto attratto da lei» ammette stritolando nelle mani la salvietta con talmente tanta forza che ho paura che possa romperla. «In realtà siamo solo amici e sono il primo ad essere sorpreso di questo sentimento. Ultimamente ho avuto varie occasioni di starle accanto e mi sono ritrovato più volte incantato dal suo sorriso, dal suo corpo perfetto, dai suoi luminosi capelli, da lei insomma.» I suoi occhi marroni si illuminano quando parla della misteriosa sconosciuta. Deve esserne molto attratto o addirittura innamorato. «Sei la prima persona a cui lo dico, gli altri non capirebbero. E anche se inizialmente ne ho sofferto molto devo ringraziarti, è stato solo grazie al tuo rifiuto che mi sono riavvicinato a lei tanto da capire cosa provo. Ovviamente ho sempre pensato che fosse una ragazza stupenda e anche caratterialmente mi è sempre piaciuta però... come spiegarti? L'ho sempre considerata off- limits.» «Off-limits?» domando incuriosita. «Si! Non che fosse fuori dalla mia portata» scherza ridendo e sollevandosi il colletto della camicia azzurro chiaro «è stata a lungo fidanzata con un nostro amico e da quando loro si sono... lasciati... non so come spiegarti. Lei è cambiata. E per tutti noi lei è sempre stata la donna del nostro amico, anche quando non lo era più. Per questo è sempre stata off-limits» confessa imbarazzato. Per quanto lui sia generico però a me non serve un nome per intuire quale sia la sua reale identità. Chi altri può essere se non Megan dal sorriso ammaliatore, dal corpo perfetto e dai capelli lucenti, Megan ex fidanzata di Scott. «Quindi nessuno di voi le si è mai avvicinato?» In fondo non ho mai saputo niente di ciò che è successo negli ultimi quattro anni e sono consapevole delle brutte abitudini di Jake di provarci con ogni bella ragazza che gli ronza intorno. E Megan non è solo bella, è meravigliosa. Improvvisamente mi ritrovo ad aver paura di una possibile relazione tra la mia migliore amica e quello che potrebbe essere il mio ragazzo. No! Lei non lo avrebbe mai fatto, né a me né tantomeno a Scott. Però ha caldamente evitato l'argomento Jake da quando sono partita, che mi abbia nascosto qualcosa? «No! E nemmeno lei si è mai interessata, non solo a nessuno di noi, ma a nessun ragazzo. È sempre stata sola. SEMPRE!» mi confida desolato, quasi a voler ammettere che se anche lui si dichiarasse riceverebbe comunque un rifiuto. «Megan non ha più avuto nessun ragazzo?» Gli domando incredula dimenticandomi di dover fingere di non aver intuito la vera identità della cotta di Robert. Il senso di colpa comincia a farsi strada nel mio stomaco. Come ho potuto non rendermi conto di questo suo isolamento sentimentale? Megan ha chiuso il suo cuore e non ha più permesso a nessuno di accedervi. Sapevo che soffriva ancora ma non immaginavo che ne soffrisse ancora così tanto. Anzi, credevo l'avesse superato. Di fronte ad un bel ragazzo non si è mai fatta alcun problema a manifestare un suo possibile interesse. In effetti ripensando a questi mesi trascorsi insieme, al Victrola, al The Racer, alla Columbia, non l'ho mai vista né avvicinarsi a nessuno né accettare le avance dei numerosi ragazzi che le fanno la corte ogni sera. Ma non mi è mai passato per la testa che fosse perché vuole restare sole né che questo suo isolamento perduri da anni. Il volto di Robert si dipinge di un bel color peperone «Chi ti ha detto che si tratta di Megan?» Cavolo... lui me ne parlava liberamente convinto che io non potessi capire. Scrollo le spalle in mia difesa. «Ho solo provato ad indovinare!» «Si nota così tanto? Lei ha capito qualcosa?» La tensione è palpabile nella sua voce. Agito le mani a palmo aperto davanti al volto per negare. «No, no. Almeno non credo. Diciamo che mi ha accennato qualcosa sulla sua precedente relazione e ho capito che parlavi di lei.» Robert sgrana entrambi gli occhi sorpreso. «Deve considerarti veramente un'ottima amica. Megan non parla mai di Scott. Nessuno di noi in realtà parla più di quella storia.» «Immagino di sì. Credo che abbia sofferto molto» sussurro abbassando lo sguardo, incapace di sorreggere il suo ulteriormente e temendo che possa leggere la verità nei miei. «Si. Non è stato facile. Erano insieme da molti anni ed tutti eravamo convinti che si sarebbero sposati di lì a poco. Io avevo scommesso che sarebbero scappati insieme a Las Vegas appena compiuti diciotto anni. Poi quattro anni fa è finito tutto. E per colpa della sua migliore amica anche se Megan non sembra ostinarsi a giustificare le sue colpe. Non è stato facile per lei rialzarsi in piedi. Per fortuna Mia se n'è andata e non si è più fatta vedere.» Ricevere un pugno in pieno viso da Robert mi ferirebbe meno male delle sue parole. Il suo tono trasuda odio puro. Se Megan sembra non avercela con me, lui non sembra dello stesso avviso. Come ho potuto anche solo immaginare che mi avrebbe perdonata? E come ha potuto perdonarmi Megan? È stata colpa mia, SOLO MIA. «Per fortuna è andata via..» La mia è una semplice affermazione, una constatazione di come lui consideri una fortuna la mia fuga e che sia contento che io sia uscita dalle loro vite. Lui prende la mia frase per una domanda «Si! Ha fatto le valigie ed è scappata in piena notte per andare Dio solo sa dove. Si pensa che sia andata dai suoi nonni paterni ma nessuno l'ha praticamente più sentita. Ha creato il disastro ed è scappata senza affrontare le conseguenze, ha lasciato tutti noi a soffrire e leccarci le ferite. A me non è mai piaciuta in fondo, ma Megan e Jake erano amici suoi e loro sono stati quelli che hanno sofferto di più. Fortuna che Jake, a differenza di Megan, la vede per quello che è. Ha detto chiaramente che non vuole più avere niente a che fare con lei.» A me non è mai piaciuta.

È scappata senza affrontare le conseguenze.

Ha lasciato tutti noi a soffrire e leccarci le ferite.

Fortuna che Jake la vede per quello che è.

Ha detto chiaramente che non vuole più avere niente a che a che fare con lei.

Non posso dire a nessuno chi sono, ma in queste condizioni non posso nemmeno rimanere al loro fianco.
Ricaccio indietro le lacrime che fanno pericolosamente capolino sotto le mie palpebre socchiuse

«Scusami Robert, devo andare.» Poggio dieci dollari sul tavolo e mi alzo dalla sedia allontanandomi velocemente.

«Amelia dove vai? Non hai nemmeno finito il pranzo.» Urla Robert. La mia fuga l'ha preso talmente alla sprovvista che rimane seduto sulla sedia a vedermi correre verso l'uscita.

Devo sparire!




Messaggio di posta da Josh Neil. Martedì, ore 16.03. "Amelia stai male per caso? Non sei venuta a lezione.. Ti avviso che abbiamo entrambi preso trenta."

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