SETTE SETTIMANE DOPO.«Cosa diavolo ci fai qui?» Josh si fionda all'interno della mia stanza facendo sobbalzare il povero stagista per la paura. «Ti è stato detto di stare a riposo!»
«Solo la gamba deve stare a riposo.» Preciso indicando il non più candido gesso appoggiato alla sedia di fronte a me sperando che il mio amico non riesca a vedere sotto il morbido vestito giallo. «Finché Louis mi porta tutto quello di cui ho bisogno sono a posto. Anzi gradirei un buon cappuccino al cioccolato, ma a lui non posso proprio chiederlo.» Addolcisco la voce sbattendo velocemente le lunghe ciglia scure, sicura che Josh non potrà mai negarmi una richiesta così semplice.
«Ho capito, ci vado io! Ma non voglio vederti lontana da quella sedia, se non per andare in bagno. Altrimenti ti costringerò a farla in un pappagallo!»
Scoppio a ridere sonoramente sbattendo una mano sulla possente scrivania di mogano. «Le donne non usano il pappagallo Josh, la padella semmai. E non permetterò nemmeno a te di togliermi nuovamente il lusso di potermi sedere su un water.» Ricordo ancora con orrore le lunghe settimane trascorse in ospedale, costretta a letto senza possibilità di alzarmi in piedi e obbligata a chiedere aiuto a chiunque di passaggio ogni volta che dovevo fare la pipì o peggio. I primi giorni sono ormai solo un lontano ricordo, offuscato dagli antidolorifici e dal forte dolore e credo di essere diventata veramente cosciente di ciò che mi circondava solo dopo un'intera settimana. Megan e Josh non mi hanno abbandonata un solo minuto permettendo a mia madre di fare la spola tra il mio capezzale e quello di mio padre che nel frattempo si era risvegliato dopo essere stato operato da Jake per ben tre volte.
Spencer si è fiondata in ospedale direttamente dall'aeroporto e dicono non abbia smesso di piangere fino al mio risveglio, purtroppo essendo appena rientrata da una lunga vacanza non ha potuto prendere altri giorni di ferie e a malincuore non riusciva mai a trattenersi abbastanza a lungo. Il lato positivo di questa situazione è che ci siamo tutti riavvicinati, soprattutto Josh con Micheal e Robert, come se gli ultimi anni non fossero esistiti.
Persino Hanna è venuta a trovarmi, lo sguardo basso per il senso di colpa, mi ha ringraziata scusandosi per il suo atteggiamento inizialmente ostile nei miei confronti. Si mordeva il labbro inferiore come se si stesse trattenendo dal dirmi qualcosa ma prima che potessi domandarle qualsiasi cosa è fuggita dalla mia stanza seguita come un'ombra dal bell'ortopedico che mi ha operata.
L'unica persona che sembra tenersi volontariamente alla larga da me è Jake Haiden. Non è mai venuto a trovarmi, nemmeno una volta, anche se sono sicura di averlo visto spiare l'interno della camera ogni singola volta che lo scorgevo passare, distogliendo immediatamente lo sguardo appena i nostri occhi s'incrociavano.
«Ecco qui!» Josh mi porge il bicchiere di fumante chococappuccino prendendo posto su una delle sedie di fronte alla mia. «Come sta Ryan?»
«Non ne ho la più pallida idea. Ci siamo visti ieri per la sua intervista ma siamo riusciti appena a scambiare due parole. Dopo due ore ero stanca e mi sono fatta accompagnare a casa dal suo autista mentre lui si è fermato per la conferenza stampa e la cena di beneficenza.» Gli rispondo atona ripensando alla difficoltà di tenermi in piedi sulle stampelle e un'unica scarpa col tacco al piede sano. «Ha provato a chiamarmi una volta finito ma avevo già spento il cellulare. Stavo guardando "Le regole del delitto perfetto" e non volevo essere disturbata.» Scrollo le spalle sfoggiando un sorriso smagliante.
«Per quanto andrà avanti questa storia?» Mi rimprovera scuotendo la testa a destra e sinistra.
«Ancora qualche giorno. Domenica si vota e poi saremo finalmente liberi.» Lo rassicuro mandando giù un generoso della bevanda da lui gentilmente offerta. «E comunque è stata Rebecca ad uccidere Laila.»
«Ma no!» Inveisce contro di me alzandosi in piedi e sbattendo i pugni sul tavolo. «Ero di turno ieri sera, volevo vederlo oggi pomeriggio!» Sbuffando sonoramente mi volta le spalle e uscendo a grandi passi dalla mia stanza dopo aver sbattuto la porta di fronte ad un Louis sbigottito. Sgrano gli occhi per lo stupore per la sua reazione, il mio era solo uno scherzo. Prima di poter pronunciare però una parola lui riapre la porta e ridendo torna a sedersi di fronte a me, sfoderandomi un sorriso maligno. «Lo so benissimo che non è stata lei, per non ricevere alcuno spoiler avrei dovuto chiudermi in un monastero senza internet o qualunque altro contatto con la realtà. So già da tre settimane chi è l'assassino.» Ride sonoramente incrociando le braccia al petto.
«Mi hai terrorizzata!» Lo accuso puntandogli contro la punta di una delle stampelle e facendo perno sull'altra per alzarmi in piedi. «Louis penserà che siamo tutti pazzi qui dentro.» Preciso ricordando al mio amico la presenza dello stagista all'interno della stanza che ci sta fissando senza emettere più una sola parola. Il ragazzo sentendosi chiamato in ballo distoglie lo sguardo frettolosamente riprendendo la sua ricerca di alcune pratiche all'interno del grande armadio a muro.
«Beh penso di aver dato il meglio di me quando sono arrivato alle mani con Jake.» Annuisce titubante sottolineando il nome del mio bellissimo ex fidanzato. «L'hai più visto o sentito?»
Sento il mio volto indurirsi mentre cerco le parole giuste per rispondere alla sua domanda. «No! E sinceramente credo che sia meglio così. Sono quasi morta per salvare Hanna e il loro futuro figlio e lui non è nemmeno venuto a trovarmi. Per quel che gli riguarda sarei anche potuta morire.» Rispondo asciutta stringendo le mani alle stampelle e allontanandomi dalla scrivania di qualche passo.
«Sai bene che non è vero. Ti ho già detto che ti ha rianimata personalmente e non si è allontanato da te finché non è stato sicuro che ti saresti ripresa.» Il suo tono serio mi sorprende. Da quando prende le parti di Jake? Sono per caso tornati amici?
«Beh potrebbe anche chiamare.» Aggiungo stizzita dalla strana piega che ha preso la nostra conversazione.
«No che non può, non ha il tuo numero e ti immagina chiusa in una casa a riprenderti dall'incidente subito, casa di cui non conosce l'indirizzo.»
Abbasso lo sguardo mentre le parole di Josh mi colpiscono il volto quasi mi avesse preso a schiaffi. «Dettagli! Sono dettagli. E si può sapere perché adesso sembri esserti schierato dalla sua parte? Che cosa dovrei dire a Jake?»
«Beh magari la verità su Ryan potrebbe essere un buon inizio» Le perfette sopracciglia divaricate mentre i suoi occhi scuri e sicuri si fissano nei miei. «Potrebbe avere anche lui qualcosa da dirti.» La sua voce si affievolisce sull'ultima frase mentre gli incisivi affondano con forza nel labbro inferiore. Cosa mi sta nascondendo?
«Se anche fosse non mi interessa.» Sbotto frustata dall'irresistibile voglia di passarmi la mano tra i capelli e non potendo essendo costretta sorreggermi alle stampelle.
JOSH POV"Ciao Megan, come va?" Sussurro al telefono mantenendo un tono bassissimo nel caso in cui Mia si avvicini alla porta.
"Ciao Josh, io benone. Voi? Cenate da noi una di queste sere?" Risponde con il solito tono allegro che la contraddistingue.
"Potrebbe essere un'idea ma dovresti invitare anche Jake."
Megan rimane in silenzio per una manciata di secondi. "Mmmm... Posso provare ma non credo che lui accetti. Ha detto che non è sua intenzione parlarle ed evita tutti i luoghi in cui crede di poterla incontrare. Ti rendi conto che Hanna mi ha detto che si è perfino stampato i suoi orari della fisioterapia? Al solo sospetto della sua presenza alzerà i tacchi e scapperà a gambe levate."
"Quel solito testone. Ci vorrebbe un pretesto." Ci soffermiamo entrambi a riflettere sul da farsi finché non la sento sospirare dall'altro capo del telefono.
"Ok! Ho un'idea. Tu porta Mia da noi esattamente alle diciotto, io penso a Jake. Passate dal retro."Megan e Josh che confabulano.
Ecco il nuovo capitolo...
Mi spiace dirvi che i prossimi aggiornamenti saranno più lenti perché 🎉🎉👰🏻 mi sposo tra 2 mesi esatti!!
Ho tante cose a cui pensare e tutto maggio sarò in viaggio di nozze!
Ma aspettatemi e non abbandonate la mia storia ❤️
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THE RACER
ChickLitAmelia River, dopo quattro lunghi anni torna a New York per frequentare la Columbia University. Era scappata da un passato che non riusciva ad affrontare, ma soprattutto dimenticare. Nonostante tutti i suoi sforzi il passato tornerà a bussare alla s...