Capitolo 8

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Mi rigiro nel letto incapace di prendere sonno. Le parole di Robert rimbombano ancora nella mia mente e da ore mi tormentano.
Non mi hanno mai perdonata e non lo faranno mai.
Cosa pensavo di risolvere fingendo di essere un'altra persona?
Io non sono Amelia, sono la vecchia Mia, e quando Jake, Robert e Josh lo scopriranno mi odieranno, non solo per il passato, ma anche per averli presi in giro per tutto questo tempo.
E Megan? Odierebbero anche lei! Perché mi ha perdonata? Perché non mi detesta anche lei?
La cosa migliore che posso fare per loro è sparire ed evitare che scoprano la verità su di me. In questo modo potrò sdebitarmi con Megan.

Dopo il pranzo con Robert sono tornata al dormitorio e mi sono chiusa nella mia stanza. Ho detto a Spencer di essere molto malata e lei per paura di essere contagiata e non potendosi permettere di stare a letto con gli esami in arrivo, ha preso la maggior parte delle sue cose e si è trasferita da Micheal. Da allora sono passati esattamente due giorni e non mi sono mai alzata dal letto, se non per andare al bagno. Tocco a mala pena il cibo che ogni tanto Spencer mi porta in camera. Mi limito a bere un po' di acqua ogni tanto o la tisana che la mia coinquilina mi prepara una volta al giorno.
Il telefono ha squillato più volte invano. Non devo controllare per sapere che è Megan, a parte Spencer è l'unica ad avere il mio numero di cellulare. Ieri ha anche provato a bussare un paio di volte senza tuttavia ricevere risposta.
Ero stata chiara con Spencer. Deve dire a tutti che non sto bene e che non voglio essere disturbata.

Dopo tre giorni mi decido ad aprire la casella E.mail e controllare la posta.


Messaggio di posta da Jake Haiden. Martedì ore 15.23. "Ciao piccola. Ci vediamo stasera? Pensavo di uscire io e te da soli."

Messaggio di posta da Robert Campbell. Martedì ore 16.48. "Amelia, tutto bene? Sei scappata via oggi. :("

Messaggio di posta da Jake Haiden. Martedì ore 22.30 "Amelia penavo di vederti stasera... o di sentirti almeno."

Messaggio di posta da Robert Campbell. Mercoledì ore 9.15. "Ohi.. tutto bene? Ho saputo che stai male? Da come sei scappata credo che si tratti di dissenteria :). Scherzo.. Fammi sapere quando stai meglio così passo a prenderti con il tuo adorato Chocco – cappuccino."

Messaggio di posta da Jake Haiden. Mercoledì ore 12.41. "Ciao Amelia , ho saputo che stai male. Fammi sapere se hai bisogno di un infermiere?"

Messaggio di posta da Josh Neil. Mercoledì ore 15.17. "Ciao Amelia, come stai? Te li passo io gli appunti."

Giovedì mi costringo a trascinarmi fuori dal letto e cambiarmi e portare il mio culo ulteriormente dimagrito a lezione per non rimanere troppo indietro. Infilo un paio di leggins e una felpa del campus, raccolgo i capelli a nido di cuculo in cima alla testa ed esco senza un minimo di trucco. Così conciata passo inosservata per quasi tutta la giornata, finché in corridoio non incrocio Robert. Prima che possa fermarmi giro a destra e corro via, ignorando la sua voce che urla il mio nome.

Messaggio di posta da Robert Campbell. Giovedì. Ore 11.48. "Amelia eri tu prima? Sono sicuro che eri tu. Ma non sono sicuro che tu stia bene perché eri vestita da casa e sei letteralmente scappata da me!"

Messaggio di posta da Megan Foster. Giovedì. Ore 12.27. "Mia tutto bene? Sono a pranzo con Robert e mi ha appena detto che sei fuggita da lui, ma soprattutto che avevi una felpa."

Messaggio di posta da Jake Haiden. Giovedì. Ore 18.56 "Ho fatto per caso qualcosa di sbagliato? Devo aver paura di vedermi arrivare Megan armata di forbici per togliermi i gioielli di famiglia."

Messaggio di posta da Megan Foster. Giovedì. Ore 20.00. "Amelia per favore, mi stai spaventando. Rispondi."

Messaggio di posta da Jake Haiden. Giovedì. Ore 23.25 "Amelia ti prego non sto scherzando. Perché non mi rispondi più?"


E finalmente anche giovedì sembra essere passato.
Il problema più grande sarà la lezione di procedura in cui inevitabilmente dovrò incontrare Josh, anche se ho elaborato un piano infallibile. Sarò l'ultima ad entrare e la prima ad uscire, in questo modo potrò sedermi lontano da lui e scappare via senza doverci parlare.

Messaggio di posta da Josh Neil. Venerdì. Ore 10.13. "Perché sei scappata oggi dopo lezione? Pensavo di chiederti di studiare ancora insieme. Fammi sapere?"

Messaggio di posta da Robert Campbell. Venerdì. Ore 11.38. "Piccola non te la sei presa perché ti ho detto che mi piace Megan.. Vorrei ricordarti che sei stata tu a rifiutarmi.. Ah ah :) devo immaginare che in realtà sei innamorata di me?"

Messaggio di posta da Jake Haiden. Venerdì. Ore 18.26. "Mi costringi a venire alla Eaton House."

Fortunatamente leggo il suo messaggio appena in tempo per rientrare nella biblioteca in cui mi sono rinchiusa per l'intero pomeriggio. Che vada pure alla Eaton House, io non ci sarò.

Messaggio di posta da Spencer Prince. Venerdì. Ore 21.02. "Mia dove diavolo sei? Jake è stato allontanato dalla sorveglianza. Urlava il tuo nome e non mi ha creduto quando gli ho detto che non c'eri. Non so perché tu lo stia evitando ma ti avviso che la sua auto è ancora parcheggiata qui sotto."

Messaggio di posta da Megan Foster. Sabato. Ore 07.33. "Mia cosa succede? Spencer mi ha appena raccontato di ieri sera e dice che non sei nemmeno tornata stanotte? Sono preoccupata!"

Messaggio di posta da Jake Haiden. Domenica. Ore 14.00. "Amelia se non volevi più vedermi bastava dirlo!"

Rileggo tutti i messaggi ricevuti negli ultimi cinque giorni e sono un colpo al cuore.
Jake mi ha aspettato quasi tutta la notte fuori dalla Eaton House per parlarmi e io ho passato l'intera notte chiusa in biblioteca. La mattina seguente ho trovato Megan e Spencer sedute sul mio letto ad attendermi, decise a non lasciarmi una via di fuga.

«Adesso ti siedi e ci spieghi cosa sta succedendo!» Sbraita Megan irritata dai miei giorni di silenzio.

«Megan cosa vuoi? Sto preparando un esame e non ho bisogno di distrazioni.»

«Ok, posso capire che per te sia così importante l'esame ma non vuol dire che devi sparire tagliando fuori tutto e tutti. Non di nuovo.» I suoi occhi si riempiono di lacrime, la sto facendo ancora soffrire.

«Hai ragione Megan ma mi devo concentrare e ho bisogno di stare da sola. E a quanto pare non volete capirlo.»

«Se solo avessi risposto anche ad uno solo dei nostri messaggi lo avrei saputo e non ti avrei disturbata.» Urla esasperata passandosi le mani tra i capelli. Una lacrima ricade incontrollata lungo la sua guancia.

Vederla così mi spezza il cuore. «Hai ragione Megan. Scusami. È che ho solo bisogno di tempo. È tutto così difficile.»

«E Jake? Ti ha aspettato tutta la notte. Perché lo stai trattando così?»

«Oh beh. Non credo di dovermi fare troppi problemi per Jake. Lui non è mai stato un santo, e non solo con me. Adesso capirà cosa vuol dire essere usato.» Non credo alle mie orecchie quando sento la mia stessa voce pronunciare quelle orribili parole. In quale angolo della mia mente sono riuscita a scovarle? E quel dono indignato?

«è per questo che lo hai fatto? è per questo che sei tornata qui, bellissima? Per conquistarlo e spezzargli in cuore come lui ha spezzato il tuo? È stata solo una vendetta?» Rimango in silenzio incapace di rispondere alla sua accusa. «Non voglio credere che tu sia diventata così meschina Mia. Chiamami quando il tuo cervello deciderà di tornare tra noi. Fino ad allora ti lascerò in pace con i tuoi libri.»

Da allora non l'ho più né vista né sentita. È dura e so che sta soffrendo tanto quanto me ma lo sto facendo per lei. Non merito un'amica come lei.
Come sempre raggiungo l'aula di procedura esattamente un minuto dopo il cambio dell'ora. Josh sembra essere tornato al suo stato di diffidenza dopo avermi vista per giorni scappare da lui e non credo che cercherà di parlarmi, ma preferisco non correre rischi. Ormai manca poco meno di una settimana al secondo test e una volta finito il corso non sarà più costretta a vederlo tutti i giorni, sempre che non venga assegnato ad entrambi lo stage, perché in questo caso sarò proprio nella cacca. Questa mattina però al mio ingresso in aula non trovo i soliti occhi rabbiosi del Professor Collins ad accogliermi, ma quelli radiosi del bellissimo viceprocuratore Ryan Bass.

«Buongiorno signorina River, si accomodi pure.» Mi indica un posto in prima fila dipingendosi un sorriso smagliante sul volto. È tornato ad un formale Lei. «Come vi stavo spiegando il professor Collins oggi sarà assente e mi ha chiesto di tenere lezione al posto suo, tuttavia non ho proprio voglia di fare l'insegnante e pensavo di farvi vedere un film determinante per questa materia. "La Giuria" tratto dall'omonimo romanzo di Josh Grisham»

Con queste parole si guadagna un fragoroso applauso da parte di più della metà dell'aula, mentre l'altra metà, ovvero le ragazze, sembra pronta a sfilarsi le mutandine e lanciargliele addosso.
Ryan quindi posiziona il videoproiettore e spegne le luci. Nell'istante in cui lo vedo dirigersi verso di me focalizzo di essere accanto ad uno dei pochi posti vuoti della classe. Che mi abbia indicato quella sedia per questo? Si accomoda al mio fianco e avvicina leggermente strisciando rumorosamente le gambe della sedia sul pavimento. Posso chiaramente sentire tutti gli occhi puntati su di noi, compresi quelli di Josh, e so cosa sta pensando.

«Ciao Amelia. Come già saprai hai ottenuto il massimo al test. L'ho corretto personalmente e farò altrettanto con il prossimo. Studia mi raccomando, mi dispiacerebbe molto dover assegnare lo stage ad altri studenti.» Sussurra avvicinandosi al mio orecchio senza rendersi conto di aver magnetizzato l'interesse di tutta l'aula.

Cerco di allontanare il capo il più possibile da lui «Farò del mio meglio Dott. Bass. In fondo è un premio per i più meritevoli.»

«Ti ho detto di chiamarmi Ryan. Fammi sapere se qualche argomento ti è poco chiaro, sarò felice di darti una mano» e nonostante il buio dell'aula posso cogliere il suo smagliante sorriso.

Rimane al mio fianco per tutta la durata del film, commentando le scene, secondo il suo parere, più cruciali. Il modo in cui viene costruita la difesa, in cui viene pianificata l'accusa e in particolare il processo attraverso il quale la giuria elabora il suo verdetto. È veramente uno dei film più belli mai girati in materia penale e devo ammettere che è illuminante. E lui sembra conoscerlo molto bene. La sua presenza al mio fianco mi tiene sulle spine e quando si volta per far sentire i propri commenti a tutta la classe, con un gesto che potrebbe sembrare del tutto casuale ma che credo che di casuale non abbia proprio nulla, poggia una mano sulla mia spalla, stringendola delicatamente e lanciandomi addosso una serie di potenti scariche elettriche. Inizio a temere di vincere lo stage.

Sfortunatamente il film è più lungo del previsto e io non riesco a sfuggire come mio solito in tempo dall'aula. In particolare da Josh che per sorpassarmi mi urta violentemente la spalla con la sua, spingendomi per uscire per primo.

«In un modo o nell'altro immagino che arriverai prima vero? Ti passerà le domanda prima?» Borbotta maligno facendo sghignazzare le due ragazze che lo seguono.

«Finiscila Josh. Sai che non è così.» Sbotto, ma lui sta già attraversando il corridoio a grandi passi allontanandosi da me.



Passo anche la settimana seguente chiusa tra le aule di lezione e in una delle tante biblioteche del campus a studiare fino a tardi. Evito accuratamente i corridoi durante i cambi dell'ora e la mensa in pausa pranzo. L'unico che sembra non rinunciare a cercarmi è Robert che sembra sentirsi la causa del mio cambiamento. In più ora che Megan gli ha ammesso che abbiamo discusso mi tormenta per capire cosa sia successo e trovare un modo per riappacificarci. La maggior parte delle volte lo ignoro, ma ogni tanto rispondo a qualche sua mail ricordandogli che entro pochissimi giorni dovrò sostenere un esame importante e che quello che riguarda me e Megan è un problema nostro. Prima o poi si stancherà di cercarmi.

Unico lato positivo di questa mia pazzia è che arrivo alla data del secondo test preparatissima.

Mi siedo in prima fila e attendo che il professor Collins, come suo solito, dopo le innumerevoli ramanzine e avvertimenti, consegni i fogli del test. Ovviamente conosco ogni singola risposta e, come la prima volta, poco dopo che sia scoccata la fine della prima delle due ore che ci sono state concesse, ho già finito di rileggere l'intero elaborato. Prima di uscire alzo fugacemente lo sguardo verso Josh, l'altra volta ci aveva impiegato tanto quanto me a terminare, invece questa volta non sembra aver ancora terminato la terza facciata. Non so il perché, ma mi dispiace per lui.

Esco dall'aula e mi dirigo in caffetteria. Dovendo evitare i cambi dell'ora è da molto tempo che non bevo uno dei miei adorati chocco – cappuccini. Mi siedo su uno degli sgabelli alti vicino al bancone e ordino la mia brodaglia.

«Dovrò ricordarmi quello che bevi.» una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare così violentemente che rischio di cadere dalla sedia, fortunatamente due mani forti mi circondano entrambe le braccia e mi trattengono. «Scusa non volevo spaventarti.»

«Dott. Bass... è che non mi aspettavo di incontrare nessuno.» Rispondo accaldata per quel suo abbraccio che perdura nonostante io abbia ritrovato il mio equilibrio.

Ryan Bass avvicina il mento alla mia spalla e con voce dannatamente seducente sussurra «Io invece sapevo benissimo dove incontrare te. E ti ho detto di chiamarmi Ryan.» Poi come se niente fosse lascia la sua presa e si sposta sullo sgabello accanto al mio ordinando un macchiato alla cannella. «Quindi choco-cappuccino?»

Alzo un sopracciglio divertita. «Ryan se avrò superato il test sarò io la stagista. Dovrò portarti io il caffè, non il contrario.»

«Come è andato il compito?» Risponde ignorando la mia battuta. Discutiamo delle domande e delle mie risposte e giungiamo alla conclusione che dovrei aver superato anche questo test con quasi il massimo del punteggio. «Solo in due avete ottenuto il massimo dei voti, se avrai risposto esattamente anche a tutte le domande di oggi posso già dirti che sei stata ammessa allo stage.»

«Dovrei essere io ad esultare, non tu. E aspetterei di vedere la correzione prima di cantare vittoria.» Scherzo pacatamente sorseggiando la mia bevanda.

«Ti ho già detto che mi dispiacerebbe molto non vederti gironzolare per la procura tutti i giorni Amelia, quindi spero vivamente che tu abbia risposto correttamente a tutte le domande.»

«Beh i risultati usciranno tra un paio di giorni. Incrocia le dita allora.» Alzo la mano destra con l'indice e il medio incrociati e gliela sventolo davanti agli occhi.

«Ma potremmo saperlo anche subito. Inizio adesso la correzione e potrei iniziare proprio dal tuo.»

Nonostante ogni mio rifiuto e opposizione Ryan afferra il mio polso destro e con estrema facilità mi trascina nuovamente verso l'aula di procedura per visionare subito il mio test. Fortunatamente tutti gli studenti sembrano aver finito e l'aula è completamente deserta. Sfila dalla tasca destra dell'elegante pantalone grigio una piccola chiave e la inserisce nella toppa di uno dei cassetti della scrivania estraendone una quarantina di usobollo. Partendo dall'ultimo, alias il primo consegnato, trova immediatamente il foglio con scritto il mio nome. Estrae dal taschino la sua Mont Blank e inizia silenziosamente a scorrere le mie risposte.
Terminato il primo foglio mi sorride smagliante. «Fin qui direi che è tutto giusto.»

«Lo sai vero che non puoi fare favoritismi e che il professore dovrà confermare il tuo voto?» Mi manca solo che lui mi dia il massimo dei voti ingiustamente.

«Tranquilla Amelia, anche se per te farei qualche favoritismo, le tue risposte sono praticamente perfette. Anche volendo non ce n'è bisogno.» Contenta del mio risultato mi concentro con lui sulla seconda pagina del mio elaborato.

«Amelia hai finito il test?» La porta dell'aula viene spalancata con irruenza alle nostre spalle e un ragazzo fa irruzione all'interno dell'aula.

«Ma che modi sono questi? È un'aula e si bussa prima di entrare.» Ryan alza la voce irritato sbattendo entrambi i pugni sul tavolo.

«Non mi pare che ci sia una lezione in corso e lei non assomiglia al Professor Collins, quindi non credo di aver interrotto nulla. Amelia se hai finito il test avrei bisogno di parlarti.»

«Non credo di averla mai vista, lei non frequenta questo corso!» Ryan scruta lo sconosciuto ragazzo che mi fissa, determinato a non uscire da solo dall'aula.

«Se per questo non frequento nemmeno questa università. Sono qui solo per Amelia. Se hai finito il test, ti prego di venire con me.» Negli occhi di Jake posso leggere la sua supplica. «Ho bisogno di parlarti.» Non se ne andrà mai senza aver parlato con me.

«Dott. Bass, la ringrazio, ma attenderò come tutti la pubblicazione dei risultati.» E con queste parole mi congedo da lui raggiungendo Jake Haiden e invitandolo con un cenno del capo a precedermi fuori dall'aula.




«Si può sapere cosa ti è preso?» Sbotto appena richiudo la porta dietro le mie spalle.

«Cosa mi è preso? Diavolo sono due settimane che mi eviti perché dovevi studiare per questo maledetto test. L'hai fatto! Adesso avrai un po' di tempo?» Esasperato, ecco cos'è, esasperato.

Abbasso lo sguardo per non incrociare i suoi occhi. «Jake in realtà... Si, tempo ne ho adesso, ma non credo sia più il caso di uscire insieme.»

«Non credi sia più il caso? Non ci credo. È quella pantomima che hai inscenato al Victrola? Cos'era? Pensavo significasse qualcosa anche per te.» Pantomima? Pensa che l'abbia preso in giro. No Jake.. Io volevo sul serio stare con te, ma non posso.

«Oh insomma Jake, è stato solo un bacio. Non ti ho promesso amore eterno!» Le parole escono maligne dalla mia bocca, lo stesso tono che per anni sentivo usare da lui quando lasciava le sue conquiste dopo una notte di fuoco. Quella strana luce che vedo lampeggiare nei suoi occhi mi fa intuire che devo aver centrato il bersaglio, ho ferito il suo orgoglio.

«Non ci posso credere. Di solito sono io che dico queste cose per allontanare le ragazze da me, mai avrei creduto che sarebbe stata una ragazza a scaricarmi.» Jake esasperato si passa entrambe le mani tra i capelli. «È per il bel dottorino vero?» Urla indicando la porta alle mie spalle.

«Ma cosa stai dicendo? E abbassa la voce!» Lo intimo sperando invano che Ryan non stia origliando la nostra conversazione.

«Josh me l'ha detto sai? Mi ha raccontato dei vostri incontri. Vuoi uscire con lui adesso? Lo fai per lo stage?»

Non posso credere che mi stia accusando anche lui. La rabbia pervade il mio corpo e prima di rendermene conto il mio palmo si scontra violentemente con la sua guancia. Uno schiaffo degno di un film, con tanto di effetto sonoro e inclinazione laterale del viso. Jake sembra metterci qualche secondo a metabolizzare quello che è successo ma appena la situazione torna chiara ai suoi occhi afferra la mia mano ancora bloccata in aria e premendo sulla spalla opposta mi spinge verso il muro bloccandomi con il suo corpo. «Allora è così? Mi stai lasciando per lui?»

Prima che io possa dire anche solo una parola Ryan, sicuramente attirato dai nostri toni, spalanca la porta accanto a noi e, spingendo Jake lontano dal mio corpo, mi si para davanti facendomi da scudo con il suo corpo.

«Credimi se ti dico che è meglio per te se ne stai fuori» Lo minaccia Jake incenerendolo con lo sguardo.

«Non ti rivolgere a lui così. È pur sempre il viceprocuratore distrettuale» Grido a Jake sperando che si tranquillizzi. Non vorrei che la lite terminasse in questura con l'arresto di Jake per aver messo le mani addosso ad un pubblico ufficiale.

«Non ti preoccupare Amelia» mi sussurra accarezzandomi dolcemente la spalla dolorante per lo scontro con Jake «Quanto a te invece ti conviene calmarti. Mi sembra che la signorina non abbia piacere a continuare questa discussione quindi sei pregato di andartene.» Termina la frase rivolgendosi per la prima volta al mio amico.

«No! Tu devi andartene.» Vedo chiaramente le mani di Jake stringersi a pugno e non posso permettermi che la situazione degeneri. Sguscio sotto il braccio di Ryan e torno davanti a Jake alzando le braccia per difendermi da un possibile attacco.

«No Jake, sei tu che devi andartene. Per piacere. Sei troppo agitato adesso, ne riparleremo quando ti sarai calmato.» Cerco di usare un tono pacato per evitare di agitarlo ancora di più. Del tutto inutilmente.

«Calmato? Calmato?» Ripete come se avesse appena perso la ragione. «Ma vaffanculo! Ti credevo diversa e avevo ragione. Sei proprio una stronza.»

All'ennesimo insulto mi spinge contro Ryan e si allontana velocemente. Appena scompare dalla mia vista svoltando nel corridoio di destra mi lascio crollare al suolo, mentre alcune lacrime, nonostante tutti i miei tentativi di trattenerle, sfuggono al mio controllo e si riversano sulle mie guancie.

«Vieni Amelia. Torniamo in aula e terminiamo di correggere il tuo compito.» Mi si rivolge dolcemente l'uomo alle mie spalle accarezzandomele entrambe.

In risposta scuoto la testa. «Ti ringrazio Ryan, ma attenderò come tutti i risultati.» E senza nemmeno salutarlo, sollevo da terra la mia borsa e a passi spediti ritorno alla Eaton House.

Attraverso di corsa il salone principale ignorando l'espressine delle mi compagne che mi fissano preoccupate. Adesso le lacrime escono copiose dai miei occhi e dalle grosse macchie nere che mi ritrovo su entrambe le mani quando cerco di asciugarle posso intuire di avere il trucco completamente sbavato. Apro a fatica la porta della mia camera e mi distendo sul letto abbandonandomi a dolorosi singulti e ignorando la voce di Spencer che mi chiama. Come ho potuto ferire Jake in quel modo. Come ho potuto dirgli quelle malignità. Lui teneva a me, credeva che tra noi ci fosse qualcosa di serio, e c'era ma io ho rovinato tutto. Ma cosa potevo fare? Non posso continuare per sempre a fingere di non essere Mia, prima o poi la verità sarebbe venuta a galla.

L'ho perso sul serio per sempre.

Dall'interno della mia bolla sento una voce aggiungersi all'interno della stanza. Megan! Deve averla chiamata Spencer.

«Mia cosa hai combinato? Mi ha appena chiamata Jake dicendomi di non osare più portarti nel suo locale o al The Racer. Cosa è successo?»

Afferro la salvietta che Spencer mi sta porgendo per soffiarmi il naso con forza. «Gli ho detto che non voglio più vederlo.»

«Ma se ci stai così male perché l'hai fatto? Non ci credo che fosse solo un modo per vendicarti di lui.» Megan scuote il capo a destra e sinistra incapace di comprendere il mio gesto, mentre Spencer mi aiuta a mettermi seduta.

«Perché?» Le domando tra i singhiozzi. «Perché Robert mi ha detto cosa tutti pensate di me, di Mia. Mi ha detto che ancora accusate me per quello che è successo e che nessuno vuole avere niente a che fare con me, in particolare Jake.»

Megan si copre la bocca con la mano destra cercando di sopprimere un gemito. «Mia non è proprio vero...»

«Lo sai benissimo anche tu che la colpa è solo mia e non capisco come tu possa avermi perdonata?» Urlo facendo scoppiare a piangere anche lei.

«Tu sei la mia amica e io so che ... non volevi.» Singhiozza.

«No! Megan! No che non volevo, ma è successo e non posso cambiare il passato. Non posso continuare a fingere di essere un'altra persona e non posso dire a nessuno chi sono. Anche adesso sto continuando a farvi del male. Tu sei distrutta. Jake.. oddio tu non hai visto la sua faccia. Da oggi taglierò ogni rapporto con tutti loro e non mi farò più vedere, e se tu non accetterai la mia decisione chiuderò anche con te.» Sentenzio alla fine.

È la decisione più giusta. Prima o poi si dimenticheranno di Amelia e nessuno soffrirà più a causa mia.

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