Capitolo 24

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Entrare al Victrola mano nella mano con Jake è un'altra cosa, siamo una coppia adesso e non ci facciamo problemi a nasconderlo, anzi. Le braccia di Jake possessive mi stringono continuamente al suo torace e le sue labbra affamate faticano ad allontanarsi dalle mie. Finalmente siamo insieme e nessuno dei due sembra intenzionato a separarsi dall'alto.

Dopo aver deciso di posticipare la nostra prima volta insieme, la mia prima volta ad un momento migliore rispetto ad un puro impeto di passione, Jake ha insistito per organizzare il nostro primo vero appuntamento. Mi faccio una doccia veloce e scelgo, forse per la prima volta da quando sono tornata a New York, in completa autonomia l'abito per la serata. La scelta non è stata poi così difficile, consapevole della passione del mio ragazzo per i colori chiari, l'abito pesca aderente e senza spalline mi è praticamente caduto tra le mani.
Quando scendo le grandi scalinate del mio alloggio lo trovo in cucina, comodamente seduto su uno degli alti sgabelli della zona colazione. Dal modo in cui sgrana gli occhi e dal sorriso che gli si apre in volto capisco di aver fatto la scelta giusta, per l'abito e per aver scelto di stare finalmente con lui.
Mi aiuta ad infilare il cappotto nero e insieme, mano nella mano, ci dirigiamo in parcheggio verso la sua auto. Stento a credere alle sue parole quando mi dice che sono la ragazza più bella con cui sia mai uscito, sicuramente sta esagerando per farmi felice ma posso accettarlo, infondo sono l'unica a cui lui abbia mai detto quelle due parole, le sette lettere che aspettavo da una vita, "ti amo".
Tra noi non è solo sesso, lui prova qualcosa per me e per me è disposto ad aspettare un momento speciale.

Rimango stupita quando parcheggiamo davanti allo stesso ristorante italiano del suo primo appuntamento con Amelia, quando ancora non sapeva che io ero veramente Mia. E la sorpresa diventa maggiore quando noto che ha prenotato il medesimo tavolo: «Ho dovuto insistere per far spostare una coppia.» Sussurra divertito al mio orecchio.

Lo guardo dubbiosa non comprendendo il significato delle sue parole e men che meno le sue intenzioni.

«Voglio ricominciare da capo, da qui, come se gli ultimi mesi non esistessero, Ryan, Jessica, le cattiverie e le bugie. Voglio solo ricordare i momenti belli.»

Mi stringo ancora una volta a lui baciandolo con forse troppa passione per essere in un ristorante e ci accomodiamo per la nostra prima cena da fidanzati.
Io ordino burrata e insalata mentre lui si concede un fumante piatto di lasagne alla bolognese, accompagnando il tutto con un'ottima bottiglia di Franciacorta.
Punto fisso della nostra conversazione è l'ormai prossimo esame di biologia e l'aver perso un giorno di studio, non ha intenzione di lasciarmi tregua e non è disposto ad accettare un voto inferiore al massimo, come se abbassasse la sua media piuttosto che la mia.

Finita la cena raggiungiamo gli amici al Victrola, la sua mano non abbandona la mia nemmeno durante il tragitto in auto rendendogli non poco difficoltoso il cambio delle marce. «La prossima auto avrà il cambio automatico, così non dovrò mai staccarmi da te.» Ride intrecciando ancora una volta le nostre dita.

Quando entriamo nel locale saliamo immediatamente a salutare Charlie che si dimostra entusiasta della nostra relazione pretendendo di brindare con un vino di ottima annata. A quanto pare se lo aspettava da tempo, sicuro dei nostri reciproci sentimenti. Raggiungiamo i nostri amici riuniti come sempre nella parte di sala a noi riservata, oggi stranamente vuota. Prevedibile: ormai nessuno dei ragazzi sembra più interessato ad invitare nuove ragazze ad unirsi a noi.
Le braccia possessive di Jake mi stringono a lui, quasi a voler dimostrare a tutti che sono sua, e non si limita nel dimostrarmi il suo dispiacere quando devo allontanarmi da lui per accompagnare Megan alla toilette.

«Torno subito.» Sussurro sulle sue labbra prima di baciarlo ancora.

«Ragazzi, andiamo solo al bagno. E pensare che fino a qualche giorno fa non eravate capaci di stare insieme nella stessa stanza.» Sbuffa Megan afferrandomi per il braccio e trascinandomi con forza attraverso le centinaia di persone che ormai riempiono il locale verso il bagno delle donne.

«Che modi! Hai per caso un attacco di dissenteria?» Le domando stupita per la sua irruenza.

La mia amica si blocca all'altezza dei lavandini e mi fissa alzando il sopracciglio destro come suo solito. «NO!» Sbotta offesa per la mia richiesta e per il non aver intuito cosa le passa pel testa. «Ho solo bisogno di parlarti.» Continua seria voltandosi verso lo specchio per sistemarsi il trucco leggermente sbavato sotto l'occhio sinistro.

«Cosa succede?» Il suo tono e l'espressione del suo volto mi preoccupano non poco.

«Robert.» Ammette dopo lunghi secondi di silenzio. «Oggi pomeriggio, dopo che vi abbiamo lasciati soli nella tua stanza, Spencer e Micheal sono usciti, Josh ha raggiunto Greta e io e lui siamo scesi in sala per vedere un film.» Inspira profondamente un paio di volte prima di voltarsi ancora una volta verso di me e coprirsi il volto con entrambe le mani, si vergogna di qualcosa, ma che cosa? «Eravamo soli, il film era così romantico e io ho sentito quella sensazione allo stomaco. Mia non la sentivo da così tanto tempo, da quando ho conosciuto Scott.» Sentire pronunciare il nome di mio fratello in una conversazione "normale" mi fa sobbalzare. «Il mio cuore batteva così forte che ho avuto paura di sentirmi male e l'ho fatto.»

«Hai fatto cosa?» Domando totalmente spiazzata dalle sue parole.

«L'ho baciato Mia, l'ho baciato.» Grida arruffandosi esasperata i capelli.

«Cosa? E lui? Insomma, lui ti ha ricambiata ovviamente, è perso per te da mesi ormai. Vero?»

«Sì, mi ha ricambiata, almeno finché gliene ho dato il tempo.» Scuote il capo riportando le mani davanti agli occhi. «Sono scappata in camera prima che potesse dire o fare altro. Ti rendi conto, l'ho lasciato da solo sul divano della Eaton dopo averlo baciato.»

«Sei scappata?» Ripeto, gli occhi sgranati per la sorpresa.

«Mi ha preso il panico, non ho mai baciato nessuno dopo... beh lo sai. E ora Robert nemmeno si avvicina a me.» Annuisce amareggiata.

«Ragazze.» La testa di Spencer fa capolino oltre la porta del bagno. «Jake mi ha mandata a controllare che fosse tutto apposto.» Sorride entrando all'interno della stanza e salutandoci con un bacio ciascuna.

«A quanto pare già non riesce più a starti lontano.» Ghigna Megan divertita. «Quanto ti invidio.»

«Che novità è questa? Non dirmi che sei interessata a Jake?» Lo stupore sul volto di Spencer ci fa scoppiare entrambe a ridere.

«No, no! Ma a quanto pare ha sentito quella sensazione allo stomaco.» Le rispondo senza smettere di ridere. «E tu, va da Robert e digli quello che senti. Vedrai che lui non scapperà!»

«Ci proverò! Andiamo adesso, Jake rischia di andare fuori di testa.» Continua Megan scuotendo la testa e sorridendo. Il suo umore è decisamente migliorato, e spero per lei che riesca a parlare con Robert. Conoscevo bene mio fratello e non avrebbe mai accettato di vederla soffrire dietro il suo fantasma, è troppo giovane per isolare il suo cuore. Robert è un bravo ragazzo e saprà renderla felice.

Usciamo tutte insieme dal bagno e attraversiamo la pista colma di persone che ballano avvinghiati gli uni agli altri cercando di non farci travolgere. Il loro numero è più che raddoppiato nei dieci minuti che abbiamo trascorso nelle toilette. A circa metà strada due mani possessive avvolgono i miei fianchi e due labbra carnose sfiorano delicatamente la pelle delle mie spalle scoperta per l'abito senza spalline. Sorrido lasciando le mie amiche procedere per la loro strada e crogiolandomi tra le braccia che mi accarezzano sensualmente il ventre, certa che nessuno sfiderebbe mai il mio ragazzo sfiorandomi nemmeno con la punta di un dito. Siamo insieme solo da poche ore ma già negli ultimi mesi non ha mai esitato a chiarire ai ragazzi soliti frequentare il Victrola di starmi lontani.
La mia sicurezza sfuma tuttavia nell'istante in cui alzo lo sguardo verso la parte di locale rialzata e riservata al nostro gruppo di amici dove incontro il volto di Jake che discute animatamente con Micheal e Robert sorseggiando una birra scura.
Istintivamente cerco di liberarmi dalla presa di quelle mani che sembravano conosciute e voltarmi per vedere in volto il proprietario, la stretta però si fa più forte impedendomi di muovere un solo muscolo.

«Allora piccola, cosa hai deciso?» Sussurra vicinissimo al mio orecchio, una voce inconfondibile: Ryan.

«Ryan cosa fai qui? Vattene.» Sibilo continuando a guardare il viso del mio fidanzato indecisa se sperare che lui si accorga di noi oppure no, la sua reazione potrebbe essere imprevedibile.

«Devo presumere che tu non abbia cambiato idea su di noi.»

Spencer e Megan proseguono per la loro strada ignare del mio contrattempo e nessuna delle persone intorno a noi sembra rendersi conto del mio disagio. «Infatti, non ho cambiato idea. E ti informo che né io né Jake siamo disposti a cedere ai tuoi ricatti. Ora lasciami, non sono una tua proprietà, non puoi fare quello che vuoi quando vuoi.»

«Lasciala Ryan.» La voce di Mr Crab riecheggia seria alle nostre spalle costringendoci a voltarci verso di lui. «Non hai idea della sorpresa quando i ragazzi mi hanno chiamato per raccontarmi quello che è successo oggi. Puoi spaventare Mia o intimorire Jake, ma con me non funziona.» Scuote il capo a destra e sinistra, senza riuscire tuttavia a nascondere un ghigno segno che ha la situazione sotto controllo. «Ti sei invaghito di una ragazzina e ora che lei ti ha lasciato stai perdendo la testa. Ma non sei l'unico che può approfittare della sua posizione. Sul mio telefono ho tutte le tue chiamate e i tuoi messaggi, chissà cosa direbbe un Giudice se scoprisse il ruolo del viceprocuratore nelle tanto odiate corse illegali.»

Le mani di Ryan si stringono intorno alla mia vita con maggior forza schiacciandomi contro il suo torace finché altre due braccia mi afferrano improvvisamente e mi separano da lui. «Credevi sul serio che ti avrei permesso di continuare a minacciarla.» La voce di Jake mi fa rilassare e istintivamente lo abbraccio facendo aderire i nostri corpi. Deve essersi accorto della mia assenza una volta raggiunto dalle nostre amiche.

«Non puoi dire sul serio. Tu hai bisogno di me.» Sibila Ryan rivolgendosi al più anziano di noi. «Senza di me non puoi gestire le tue corse.»

«Certo, ma ricorda che se io vado a fondo, tu vieni a fondo con me. Quindi rifletti bene sulle tue intenzioni Ryan» Ghigna vittorioso Daniel Crab. «E adesso vattene.»

«Come volete.» Sbotta stringendo i pugni. «Congratulazioni Amelia, hai ottenuto quello che volevi. Ma ricorda: il lupo perde pelo ma non il vizio.» Su queste ultime parole scoppia a ridere, ci volta le spalle e se ne va.

Aspetto di vederlo uscire dal locale per rilassarmi quindi mi volto verso il mio ragazzo, il volto teso, la mascella contratta. «Grazie Daniel.» Jake stringe la mano a Mr Crab.

«Ci mancherebbe, se avessi saputo prima che Mia si era messa con lui l'avrei avvisata.» Continua il mio vecchio baby-sitter, accarezzandomi la spalla con la mano sinistra. «Tu invece sei sicuro di voler smettere di correre?»

«Sì, prima o poi doveva succedere. Lasciamo spazio ai nuovi piloti.» La mano destra sul capo arruffa i capelli meccanicamente come ogni volta che si sente in imbarazzo. «Tutto bene tesoro?» Sussurra infine al mio orecchio baciandomi delicatamente il capo.

Annuisco per tranquillizzarlo, Ryan è stato più gentile del solito dopotutto, non riesco tuttavia a non pensare alle parole: Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
So perfettamente che si riferiva a Jake e alle sue vecchie abitudini. Saprà amarmi al punto da essermi fedele? Rinuncerà a tutte le sue avventure per me. I volti di tutte le ragazze con cui sono certa sia stato mi si ripresentano davanti agli occhi, compresa Jessica con la quale saremo costretti a convivere, e uno strano bruciore mi assale la bocca dello stomaco. Scuoto il capo cercando di scacciare i cattivi pensieri, non mi devo lasciare influenzare dalle allusioni del mio ex fidanzato. «Possiamo tornare a casa?»

***

Quella notte, come tutte le successive, le trascorriamo insieme alternandoci tra la Eaton e la N.Y.U.. Ogni sera Jake si spoglia degli indumenti rimanendo con indosso solo un paio di boxer mentre io indosso una sua maglietta, quindi ci stendiamo nel letto e io mi accoccolo al suo torace permettendo alle sue braccia di avvolgermi e ingabbiarmi. Le sue labbra si premono sulle mie e la sua lingua mi stuzzica finché non gli lascio libero l'accesso all'interno della mia bocca e ci baciamo a lungo fino a crollare addormentati per la stanchezza. Mai una volta ha preteso qualcosa in più determinato ad aspettare quel momento speciale che vuole regalarmi.
Di giorno invece mi aiuta a studiare biologia interrogandomi senza sosta fino ad essere certo della mia preparazione. Alla data prefissata per l'esame mi accompagna in aula, chococappuccino e muffin alla nocciola alla mano, attende di vedermi terminare la colazione quindi mi bacia e mi augura in bocca al lupo uscendo giusto un attimo prima della consegna dei compiti.
Tre ore dopo esco dalla stanza, rilassata e felice per essere riuscita a rispondere a tutti i quesiti presenti nel foglio, sicura di aver ottenuto un ottimo risultato anche al mio terzo esame.

In mensa trovo ad aspettarmi ovviamente Jake, Megan, Robert e Spencer, quest'ultima in lacrime per essere stata bocciata all'esame di sociologia.
Prendo un sandwich al tacchino e li raggiungo al tavolo cogliendo immediatamente la mano di Megan intrecciata a quella di Robert. Ammicco alla mia amica che mi sorride di rimando promettendomi mentalmente di raccontarmi tutto in un altro momento. Mi siedo accanto alla mia coinquilina e le poggio una mano sulla spalla per consolarla, purtroppo non ci sono parole se non un banale "andrà meglio la prossima volta". Dopotutto non mi sembra di averla vista studiare molto ultimamente, era inevitabile la sua bocciatura soprattutto per un esame tosto come quello che ha sostenuto oggi. Dall'altra parte del tavolo Jake mi osserva sorseggiando una Fanta e sorridendo sornione, lo conosco abbastanza per sapere che qualcosa gli frulla in testa e non vedo l'ora di scoprire cosa.

«Cosa facciamo oggi?» Gli domando non appena rimaniamo soli al nostro tavolo, con la coda dell'occhio vedo la mano di Robert poggiarsi sulla schiena di Megan e accompagnarla oltre la porta.

«Io ho da fare per un paio d'ore, ti passo a prendere verso le sei.» Mi risponde soprapensiero baciandomi velocemente sulla bocca.

«Cosa devi fare? Finalmente ho un pomeriggio libero e tu ti prendi degli impegni?» Incrocio le braccia al petto delusa, potevamo uscire finalmente, passare delle ore spensierati insieme. «Devi incontrare qualcuno?»

«Non essere assurda! No, ho solo promesso a mia madre che sarei passato da casa.» Si affretta a giustificarsi scrollando le spalle.

«Vengo anch'io allora, ho proprio voglia di rivedere Alice.»

Jake porta la mano destra tra i capelli arruffandoseli come in tutti i momenti di difficoltà. «Scusa ma oggi preferisco di no, la prossima volta. Passo a prenderti alle sei in punto, metti qualcosa di carino.» Unisce ancora una volta le nostre labbra e fugge da me per chiudere la conversazione.


***


Passo l'interno pomeriggio a girovagare completamente sola per il campus, Spencer sembra letteralmente sparita ma credo sia da Micheal, mentre Megan mi liquida asserendo di essere impegnata e che mi chiamerà domani. Non sembra esserci traccia nemmeno di Josh o Greta.
L'unica persona conosciuta che incrocio è Jessica ma da perfetta codarda mi sono nascosta per evitare di affrontarla. Cosa potrei dirle? Mi spiace se il tuo ragazzo ti ha lasciata per stare con me?
I dubbi non smettono di tormentarmi un solo minuto: dov'è Jake? Con chi è? Che impegno ha?
Quando ormai credo di essere arrivata al punto di non sopportazione digito il numero di sua madre, mi risponde la cameriera e senza presentarmi chiedo di lui. La risposta mi lascia totalmente interdetta: Mi spiace signorina, il signorino Jake non c'è, non vive più qui da qualche anno, se mi lascia il suo numero la farò richiamare.
La goccia che fa traboccare il vaso. Mi ha mentito.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Come richiesto da Jake mi sono infilo un abito nero molto corto e tacchi altissimi, lascio i capelli sciolti che ricadono sulle spalle e sistemo più volte il trucco sbavato da qualche lacrima traditrice che sfugge al mio controllo.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Alle diciotto in punto scendo nel parcheggio ripetendomi mentalmente di dargli la possibilità di spiegarsi prima di perdere totalmente la testa. La mia determinazione tuttavia vacilla quando la sua auto parcheggia davanti a me e Jake, bellissimo come sempre, mi raggiunge unendo le nostre labbra.

«Ciao piccola. Andiamo?»

Annuisco distogliendo lo sguardo da lui e precedendolo all'interno della sua auto.

«Tutto bene?» Domanda raggiungendomi all'interno dell'abitacolo.

«Certo! Com'è andata da tua madre?» Ribatto con finta disinvoltura, ma colgo immediatamente il suo respiro improvvisamente pesante.

«Bene, l'ho aiutata a scegliere alcune cose vecchie da dare in beneficenza e ho giocato con alice alla Play.»

«Ah, sei stato lì tutto il pomeriggio quindi?» Sento la ma voce incrinarsi leggermente sulle ultime parole, cosa mi sta nascondendo.

«Sì!» Annuisce con gli occhi fissi sulla strada, almeno non ha il coraggio di mentirmi guardandomi negli occhi. Dove è stato tutto il pomeriggio?

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Alzo il volume della radio e sposto lo sguardo fuori dal finestrino alla mia destra indecisa se parlargli o meno. Lo vedo agitarsi, si tocca continuamente i capelli e le braccia, qualcosa lo turba magari il senso di colpa. Improvvisamente accosta l'auto in mezzo alla tangenziale est e si volta verso di me.
«Siamo arrivati?» Domando guardandomi intorno e vedendo solo strada e abitazioni.

«No, ma dovresti mettere questa.» Allunga una benda nera invitandomi a metterla sugli occhi per impedirmi di vedere dove mi sta portando. «Ti prego.»

Inspiro profondamente un paio di volte prima di portarmi la stoffa sul volto, in un altro momento mi sarebbe piaciuto tantissimo questo alone di mistero ma ora che la mia razionalità sta andando alla deriva non so più cosa pensare.

Finalmente dopo un'interminabile ventina di minuti l'auto rallenta nuovamente e accosta, le agili mani di Jake mi slacciando la cintura e mi aiuta a scendere dall'auto.

«Non toglierla ancora.» Si affretta a dirmi appena le mie mani raggiungono la nuca per liberarmi del tessuto che mi impedisce di vedere

«Jake per favore, non riesco a camminare a occhi chiusi con queste scarpe.»

Le sue mani circondano i miei fianchi e mi conducono lungo il nostro percorso. «Tranquilla piccola, ti guido io.» Sussurra dolcemente al mio orecchio lasciandomi un bacio appena sotto l'attaccatura e facendomi rabbrividire. «Attenta allo scalino.»

Alzo il piede a vuoto un paio di volte prima di individuare lo scalino in questione. «Insomma Jake, quanti ce ne sono? Rischio di ammazzarmi così!»

«Oh quante storie, adesso ci penso io.» Improvvisamente si ferma e portandomi una mano dietro le ginocchia mi solleva di peso.

«Cosa fai? Mettimi giù! Sono pesante!» Strillo per lo spavento sentendo la terra mancarmi da sotto i piedi.

«Smettila di lamentarti.» Sbuffa Jake baciandomi ancora una volta l'orecchio.

Il suo tono di voce, divertito ma serio, mi induce a smettete di oppormi quindi mi stringo al suo torace assaporando una generosa dose del suo odore. «Jake ma dove siamo sento profumo di...» Il sapore della salsedine mi pizzica il naso e in lontananza sento chiaramente il rumore delle onde. «Siamo in spiaggia?»
A fatica armeggia con quella che sembra una serratura e dal cambio di temperatura intuisco che dobbiamo essere entrati all'interno di qualcosa, ma di che cosa? «Posso guardare adesso?»

«Ancora un attimo.» Delicatamente mi lascia tornare con i piedi per terra e mi aiuta a rimettermi dritta. «Aspetta qui.» Le nostre labbra si incontrano per un brevissimo istante e poi Jake si allontana da me lasciandomi sola nel bel mezzo di quello che potrebbe tranquillamente essere il nulla. Dopo una manciata di interminabili secondi torna da me slegando il nodo della benda che mi costringe gli occhi chiusi. «Ecco, ora puoi guardare.»

Lentamente apro gli occhi e dopo una iniziale difficoltà ad inquadrare ciò che mi circonda rimango letteralmente a bocca aperta. La stanza è illuminata dalla luce di una decina di candele rosse, al centro un gigantesco piumone dello stesso colore ricoperto di petali di rosa, oltre la porta finestra un breve tratto di spiaggia e il mare.

«Jake ma dove siamo?» Balbetto sbalordita per la sua sorpresa trattenendo ancora una volta le lacrime.

«Questa è la casa agli Hampton di mia madre.. lei e Alice si trasferiscono qui d'estate.» Jake si passa la mano tra i capelli imbarazzato, non è da lui tanto romanticismo.

«Sono senza parole.. Hai fatto tutto questo per me?»

«Ti avevo promesso qualcosa di speciale, e poi da qui vediamo la spiaggia e tra poco ci sarà il tramonto.»

Mi alzo sulla punta dei piedi e congiungo le nostre labbra stringendo le mani dietro il suo collo. È tutto così tremendamente romantico. «Quando hai preparato tutto questo?» Sussurro sentendo la sua stretta intensificarsi.

«Oggi pomeriggio, gli altri mi hanno aiutato.»

Ecco dov'era? Era con i nostri amici ad organizzare tutto questo per noi, per me. Una lacrima sfugge nuovamente al mio controllo mentre la felicità prende il posto del dolore che nelle ultime ore continuava a tormentarmi. Non mi ha tradita.
Ci baciamo senza interrompere lo sguardo visivo, e io mi perdo nei suoi occhi che troppo a lungo non ho potuto ammirare a causa della benda, cercando di trasmettergli con il pensiero tutto ciò che provo per lui, l'amore e il bisogno di sentirlo ancora più vicino a me. Non abbiamo bisogno di altre parole io e Jake, posso sentire tutto ciò che prova attraverso la sua pelle, dal modo in cui le sue mani si insinuano sotto il mio abito, dalla sua lingua che si attorciglia alla mia desiderosa di approfondire sempre di più il nostro bacio.

«Mia» Sospira il mio nome tra un bacio e l'altro, il viso affondato nell'incavo del mio collo su quel preciso punto che mi fa impazzire, tanto che non riesco più a trattenere un gemito.
Le sue mani decise raggiungono la cerniera e con una lentezza esasperante apre il mio vestito che ricade al suolo lasciandomi in intimo e tacchi, facendomi ringraziare di aver comunque scelto un completo sexy.
I suoi occhi, incantati e famelici scrutano il mio intero corpo soffermandosi su ogni singolo centimetro di pelle scoperta. «Sei meravigliosa, e sei mia.» Sussurra tornando sulle mie labbra e conducendomi verso il centro della stanza.

Fortunatamente la luce fioca delle candele cela il rossore delle mie guance, sono tua Jake, lo sono sempre stata e adesso lo sarò veramente. «Jake... voglio fare l'amore con te.» Gli sussurro con il fiato corto.

Velocemente la camicia di Jake raggiunge il pavimento, seguita a breve da tutti gli altri indumenti e dalle mie scarpe. «Quest'attesa è stata una tortura.» Ammette tornando su di me con indosso i soli boxer, mi stringo al suo torace desiderosa di sfiorare la sua belle ancora leggermente abbronzata, i suoi addominali scolpiti e le sue braccia forti.
Si stende al mio fianco stringendomi a sé, mi bacia il capo invitandomi a guardare fuori dalla finestra. Il sole è calato sulla distesa di acqua di fronte a noi colorando l'esterno di calde striature rosse e arancioni. Trattengo il fiato guardando quello spettacolo della natura e sentendo il mio ragazzo ripetere quelle tre splendide parole in un sussurro all'interno del mio orecchio. «Ti amo Mia.»

Ancora una volta stringo le braccia intorno al suo collo e congiungo le nostre labbra baciandolo con passione e permettendogli di sistemarsi in mezzo alle mie gambe.
La sua mano scivola tra la mia schiena e le coperte e si sofferma sul retro del reggiseno, i suoi occhi si fissano nei miei, seri e lussuriosi, in attesa di un mio consenso che non tarda ad arrivare. Incapace di emettere un suolo suono che non sia un gemito mi limito ad inarcare la schiena permettendo alle sue dita abili di slegare il piccolo gancio e liberare i miei seni su cui affonda il viso facendomi perdere completamente la testa. Non avevo mai nemmeno fatto vedere a nessuno quella parte del mio corpo priva di qualsiasi indumento, e mai avrei potuto anche solo immaginare che la sua bocca e le sue mani avrebbero potuto regalarmi sensazioni così profonde.

«Jake.» Ansimo incapace di contenermi.

«Sei così bella.» Senza interrompere il delizioso supplizio a cui mi sta sottoponendo le sue mani raggiungono velocemente il pizzo rosa cipria delle mie mutandine, agganciando l'elastico con entrambi i pollici e inspirando profondamente prima di farle scivolare verso le mie caviglie.

«Jake..» Ormai l'unica parola che riesco a pronunciare. Vorrei fare qualcosa per lui, per fargli provare le mie stesse emozioni ma ora che sono completamente nuda di fronte a lui riesco solo a tremare per la paura di ciò che sta per succedere.

«Piccola, sei sicura di essere pronta?» Sussurra stringendomi ancora una volta al suo torace. «Potrei morire in questo momento, ma se non sei pronta io posso aspettare ancora.»

Il mio cuore si riempie di gioia, ancora una volta Jake sta mettendo me e i miei sentimenti prima di tutto e tutti compreso se stesso. La sua erezione attraverso il sottile tessuto del suo intimo ed è tremendamente grande e pulsante, deve costargli non poca fatica proporre di attendere ancora.
«Ti voglio Jake.» Sussurro nascondendo il viso nell'incavo del suo collo e la voce mi muore in gola quando la sua mano torna sul mio seno.

«Tranquilla Mia, farò piano.» Sussurra con voce roca baciandomi ancora una volta, dolcemente, a stampo. «Ma devi dirmi se ti faccio male.»

Annuisco senza staccare i miei occhi dai suoi e artigliandomi alla sua schiena, ho bisogno di lui, di sentirlo dentro di me.

Le sue labbra sfiorano ancora una volta le mie delicatamente. «Non aver paura»

I suoi movimenti delicati sono una tortura anche per lui, lo leggo nei suoi occhi, nel fremito che attraversa il suo corpo ad ogni centimetro. Non deve essere facile trattenersi così.

«Scusami.» Sussurra baciandomi l'angolo della bocca e fermandosi per qualche istante in modo da permettermi di abituarmi a lui.

«Va tutto bene, non ti fermare ti prego.» Ansimo cercando di nascondere l'intenso dolore che provo e allacciando le gambe dietro la sua schiena per concedergli maggior accesso.

Alle mie parole aumentando il ritmo, senza smettere di baciarmi e sussurrarmi parole di scusa, finché la sensazione di dolore sparisce lasciando spazio al piacere, togliendomi il respiro, facendomi fremere e facendo impazzire il mio cuore. Il suo respiro irregolare mi solletica la base del collo, i nostri corpi ormai madidi di sudore si incontrano e incastrano alla perfezione, le orecchie colme dei suoi gemiti. Sono persa in quegli occhi azzurri come il cielo mentre l'ultimo briciolo di passionalità mi abbandona.
A nessuno mi sono mai concessa in questo modo, come non ho mai amato nessuno con tanta intensità e ora che siamo un unico essere sento che aspettarlo è stata la decisione più giusta.
E boccheggio nell'istante in cui il piacere ci travolge entrambi con tanta intensità che non riesco a trattenermi dall'urlare mentre lui chiama più volte il mio nome fremendo sopra di me.

«Ti ho fatto male?» Sussurra al mio orecchio spostandosi stremato al mio fianco.

Scuoto il capo rannicchiandomi contro di lui e poggiando il capo sul suo torace. La sua mano mi accarezza delicatamente i capelli. «La prima volta più bella in assoluta!» Sorrido nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.

«è stata una prima volta anche per me sai?» Continua costringendomi ad alzare il viso e guardarlo negli occhi. «Non avevo mai fatto l'amore.»


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