Capitolo 15

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«Rivoglio almeno la mia amica.»

Fortunatamente riusciamo a metterci subito in contatto con Charlie che nell'arco di mezz'ora è fuori dalle porte a disattivare l'allarme per permetterci di uscire dalla nostra gabbia.

Dopo la sua richiesta di essere amici ho preteso di prepararmi un paio di Vodka-Tonic, con molta, forse troppo, Vodka, tanto per buttare giù insieme all'alcool l'amaro nodo che mi stringe la gola. Essere amici? Perché ho accettato? Come posso essere sua amica se in fondo so di provare ancora qualcosa per lui, di amarlo. Mi sembra di essere tornata la brutta ragazzina innamorata del suo migliore amico, destinata a soffrire vedendolo tra le braccia di altre ragazze. Avrei dovuto rifiutare la sua offerta, restare fedele al mio progetto di tagliare i ponti con lui e con il tempo dimenticarlo e invece come sempre non sono riuscita a resistergli.

Quando finalmente usciamo Jake si offre di riaccompagnarmi al campus e io accetto anche se controvoglia, sopportando ormai a fatica la sua vicinanza.

Arrivata alla Eaton sfuggo dalla sua auto permettendogli appena di sfiorare le mie guancie con le sue labbra calde e morbide mentre mi augura la buona notte. In camera mi aspetta Spencer ancora sveglia.

«Mia, ciao.» Si tira su mettendosi a sedere sul letto e accendendo la lampada sul suo comodino. «Come va?»

«Immagino che tu sappia già tutto, vero?» La sua agitazione la tradisce.

«Sì, mi ha chiamata Megan. Ha detto che hai corso al The Racer e che tardavi perché sei rimasta chiusa dentro al Victrola con Jake. Allora?»

«Beh, ho vinto la corsa e Jake si è scusato e mi ha chiesto di tornare ad essere sua amica.» Breve e concisa.

Spencer allarga le sopracciglia sgranando gli occhi verdi. «Amici? Ne sei sicura?»

«Certo che ne sono sicura, ero presente, l'ho sentito con le mie stesse orecchie.»

«E tu? Hai accettato?»

Inspiro sonoramente sedendomi sul bordo del letto. «Certo, non sono riuscita a dirgli di no. Anche se dovrò trovare un modo per dirlo a Ryan.» Improvvisamente mi torna in mente il mio ragazzo. «Dannazione Ryan, non ho più risposto alle sue telefonate.» Afferro il telefono da dentro la borsa e digito velocemente il suo numero, dopo il primo squillo tuttavia parte la segreteria telefonica. Deve aver spento il telefono.

*******

Messaggio da Ryan. Ore 07.00 "Devo parlarti. Ti aspetto nel mio ufficio in pausa pranzo."

Vengo svegliata dalla fastidiosa vibrazione del mio telefono sul comodino, un messaggio da parte del mio ragazzo, poche parole che non promettono nulla di buono. Sarà sicuramente arrabbiato per le otto telefonate a cui non ho risposto durante la gara e la conversazione con Jake. Sono già le undici, faccio in tempo a vestirmi e partire.

«Ciao.» Faccio capolino dalla porta socchiusa dell'ufficio. Ryan Bass siede alla sua scrivania con il capo chino su alcuni fogli che stringe tra le mani, la giacca blu scuro abbandonata su una delle sedie e la cravatta allentata. Al mio saluto porta i suoi occhi nei miei facendomi raggelare, sembra estremamente serio e chiaramente molto arrabbiato. Senza proferire parola mi indica la poltrona di fronte alla sua invitandomi ad entrare. Chiudo la porta alle mie spalle e mi siedo appendendo il cappotto viola allo schienale.

«Ordiniamo qualcosa per pranzo?» gli domando inclinando la testa di lato sperando di rompere il muro di silenzio che ha eretto fra noi.

«Non ti ho chiamata per mangiare.» Accenna scuro in volto.

«Lo immaginavo.» Scrollo le spalle titubante. «Hai detto che volevi parlarmi.»

«Già! Dove sei stata ieri sera?»

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