Capitolo 46

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...Mi prese per i fianchi e mi fece sedere con delicatezza sul mio letto, il mio sguardo era fisso nei suoi occhi verdi e le mie mani erano appoggiate sulle sue spalle, tenni la schiena rigida per impedirgli di farmi sdraiare, le sue labbra si avvicinarono, con lentezza, al mio collo fino a quando sentì umidi baci posarsi su di esso,

"Ma che fai!" Urlai, allontanandolo da me, schifata,

"Ora sei la mia fidanzata, è lecito che voglia baciarti.." Rispose come se fosse una cosa ovvia,

"No, non sarò mai tua, non mi interessa cos'avete progettato tu e mio padre, io amo Alessio, appartengo solo a lui" Mi difesi arrabbiandomi e alzandomi dal letto, allontanandomi da lui subito dopo,

"Non permetterti di parlarmi così" Alzò la voce, pochi secondi dopo avevo gli occhi lucidi e la guancia, rossa riportava il segno della sua mano,

"Sei solo una ragazzina capricciosa, fino a quando non capirai che qua dentro dovrai fare quello che dico io, rimarrai chiusa nella tua stanza" A ogni parola che pronunciava avanzava di un passo fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza da me, mi spaventai e, ancora con la guancia dolorante fra le mani, lo guardai uscire dalla camera, appena la porta si chiuse sentì qualche mandata di serratura, era come se fossi chiusa in una cella.

POV MADDIE
Erano passate all'incirca due settimane dalla partenza di mia sorella e dall'ultima volta che avevo visto Francesco, era ancora presto per vedere la pancia prendere forma, ma non era presto per iniziare ad ingrassare, anche se, sono sicura che quello era dovuto alla quantità industriale di biscotti al cioccolato che trangugiavo ogni mattina a colazione.
Decisi di provare a chiamare Abby, questa cosa non poteva più rimanere un segreto, presi il mio smartphone e composi il suo numero per poi portare il cellulare all'orecchio,

"Pronto" Sentì parlare una voce tremolante,

"Abby?" Chiesi non riconoscendola,

"Si, Maddie dimmi" Mi incoraggiò a parlare

"Tesoro come stai?" Chiesi, prima di dare la notizia

"Mi manca casa, ma Hollywood non è male" Rispose, non mi sembrava tanto sicura di quello che diceva, ma pensai che avesse quell'umore per via della mancanza di Alessio, non andai in fondo alla situazione,

"Abby.. Devo dirti una cosa, una cosa troppo importante per rimanere segreta..." Iniziai ad aprirmi,

"Cioè?" Chiese con tono preoccupato,

"Sono incinta" Dissi tutto d'un fiato, ci fu qualche secondo di silenzio

"Ma sei sicura? E di chi è?" Chiese incredula e con paura di sapere chi era il padre,

"Sono sicura, è di Francesco..." Risposi, dall'altra parte della cornetta sentì un sospiro di sollievo quando nominai il nome di Fra,

"...Ma ho deciso di abortire, Fra se n'è andato, non riuscirei a tenere un neonato, da crescere, da sola, e poi.. Se lo sanno mamma e papà.." Continuai sicura di quello che dicevo, sicura della mia decisione

"Maddie, devi essere convinta di quello che vuoi fare, non si torna più indietro, comunque sappi, che qualsiasi cosa scegli, io sono con te" Mi sostenne mia sorella, mi commossi a quelle parole, poi, chiudemmo la chiamata.

Verso le nove e mezza di sera uscì di casa e mi diressi verso l'ospedale per firmare vari documenti e mettere fine a questa 'pazzia'.
Quando entrai in quell'edificio con le pareti fredde, bianche e verdi, e sentì quell'odore, di medicine misto a disinfettante, entrare nelle due cavità del mio naso, mi venne un nodo allo stomaco.

"Salve, ho un appuntamento con la ginecologa Tirone" Dissi con voce rotta

"Può attendere nella sala d'aspetto infondo a destra" Rispose in modo frettoloso, una dipendente, per poi tornare al lavoro.
Mi sedetti sulla prima sedia libera, poco dopo, vidi la porta, che si affacciava ad un corridoio, che a sua volta portava a varie sale per i vari interventi, aprirsi e la dottoressa comparire e pronunciare il mio cognome.

"Allora Maddie, sei davvero sicura? Non si torna più indietro e potresti pentirtene" Mi chiese la dottoressa una volta raggiunto il suo studio,

"Non me ne pentirò" Risposi cercando di apparire il più sicura possibile,

"Va bene, puoi seguirmi nella tua stanza, stanotte la passerai qui e domani mattina faremo l'intervento" Disse accompagnandomi alla camera, dopodiché mi misi il camice per i pazienti dell'ospedale, appeso all'attaccapanni dietro la porta, mi infilai nel letto caldo e cercai di addormentarmi mentre una lacrima rigò dolcemente il mio viso.

La notte passò in fretta ed il momento arrivò.
Erano le otto del mattino quando aprì gli occhi,

"Buongiorno signorina Maddie" Mi salutò un'infermiera molto giovane,

"Salve" Ricambiai con voce assonnata,

"Tra pochi minuti arriverà il dottore che si occuperà di lei, per portarla in sala intervento, d'accordo?" Mi chiese come se potessi cambiare idea, non mi rimase altro che annuire col capo.

Il dottore non tardò ad arrivare, entrò in camera e tolse il letto, con me sopra, dalla sua postazione, lo afferrò dal lato destro e mi trascinò fin davanti alla porta, sapevo che una volta oltrepassata quel l'entrata non si poteva più tornare in dietro e sapevo che una volta uscita dall'ospedale questo orribile giorno me lo sarei portato sulla coscienza tutta la vita, ma sapevo benissimo che quello che stavo facendo era la cosa migliore per me, Francesco e soprattutto per il nascituro...

Ero pronta per entrare, nello stesso momento in cui il letto si faceva spazio tra le porte scorrevoli mi accarezzai la pancia e simulai un 'perdonami' con le labbra.

"Maddie ferma!"

Mentre ero immersa nei miei pensieri sentì urlare il mio nome, questo gesto impedì al dottore di portarmi dentro la sala, mi alzai leggermente dal letto e guardai in dietro per capire chi mi avesse chiamato, un'infinità di lacrime iniziarono a scendere velocemente e posarsi sulle mie goti, quando vidi la figura di Francesco venire verso di me, stringere la mia mano destra tra le sue e baciarla, per poi dire

"Non entrare lì dentro, non commettere questa pazzia.."

"Ma tu hai detto che..." Intervenni dopo aver ascoltato le sue parole, ma lui non mi fece finire che ricominciò a parlare,

"Lo so cosa ho detto, perdonami, non è quello che penso, io e te ci amiamo, il nostro amore ha creato una creatura che sarà bellissima, non importa quanti anni ho, io ho te e tu hai me, abbiamo tutto quello che ci serve per riuscire ad affrontare, insieme, tutto questo"

Presi il suo viso fra le mani e lo baciai come se non ci fosse un domani, e quando ci staccammo, ordinai alle infermiere di riportarmi in camera dove mi sarei rivestita, avrei preso le mie cose e me ne sarei andata non mettendoci più piede lì dentro, se non, tra qualche mese, per dare alla luce il nostro bambino.

Ehi bellezze,
Come state? Per noi, Jackers, questo è un periodo orribile... Ma nonostante quello che succederà alla band, volevo avvisarvi che continuerò comunque la storia, ci sono affezionata e non avrebbe senso lasciarla a metà.
Detto questo, spero vi piaccia il capitolo e ricordiamoci di rimanere sempre unite, i ragazzi hanno bisogno di noi.
Un bacio <3

Tu sei il mio RomeoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora