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Chelsea's P.O.V.
Amavo le domeniche soprattutto per un principale motivo: non si lavorava. Lo stress e le stanchezze andavano per un giorno in vacanza e me ne stavo in casa a dormire fino a mezzogiorno.
Ora sono le undici e mezza e sono ancora accocolata fra le coperte con Zoe che continua a leccarmi la punta del naso.«Cosa c'è, amore?» le chiedo e lei miagola. «Se solo potessi capirti» ridacchio e lei continua a miagolare. «Ma qualcosa mi dice che tu hai fame, vero? Bene, anch'io... quindi, questo è un valido motivo per alzarmi»
Mi alzo dal letto e la prendo in braccio andando insieme fino in cucina. Verso il suo cibo nella sua ciotola e la poggio per terra per lasciarla mangiare. Mi preparo del tè con latte e dei biscotti, anche se non è proprio quello che devo mangiare a quest'ora.
«Sai, il signor Tomlinson ha avuto una grande discussione con la moglie e ho paura che divorzierà con lei se va avanti così e dovrà lottare per avere la custodia congiunta o esclusiva del figlio» sospiro. «Perché non sei una persona, Zoe? Sei l'unica che mi ascolta senza annoiarsi» rido e lei continua a mangiare. «O forse, tu mi ignori e basta e fai finta di ascoltarmi solo per avere in ricambio cibo» faccio spallucce.
Parlavo parecchio con Zoe ed è sicuramente l'unica a sapere dei miei segreti più oscuri e profondi, oltre a Johanna, ed è strano perché è solo una gatta e non può capirmi. Ma vivo solo con lei, quindi con chi altro posso parlare?
Di certo, mi rinchiuderebbero in un ospedale psichiatrico se i miei genitori venissero a sapere che parlo con Zoe dei miei problemi e delle mie giornate come se fosse una vera persona. Ma chi di noi è normale? Nessuno.«Cosa facciamo tutto il giorno, Zoe? Fuori sta piovendo e non è il caso per farsi un bel giretto per il parco» faccio una piccola smorfia. «Non ho voglia di stare qui dentro a guardare film, telefilm e mangiare e mangiare. Mi annoierei.»
Il cellulare iniziare a squillare e sullo schermo appare il nome del signor Tomlinson. Mi chiedo perché mai dovrebbe chiamarmi a quest'ora di domenica mattina.
«Pronto, signor Tomlinson?» rispondo bevendo un piccolo sorso del mio tè.
«Chelsea, mi dispiace chiamarti a quest'ora di domenica ma ho bisogno di chiederti un favore» dice.
«Certo, mi dica. Dopotutto, sono la sua assistente personale»
«Puoi badare a Steven? Mia moglie non può perché lavora anche nel week-end e io ora devo andare in ospedale perché mia madre ha avuto un incidente, ma non posso portare con me Steven perché soffre il mal d'auto e fare viaggi in auto lo fanno star male» mi dice frettolosamente.
«Allora, come fa a portarlo a scuola?» gli chiedo confusa.
«Teniamo la finestra aperta, oppure, si addormenta per un po', ma è quasi mezzogiorno ed è bello sveglio e carico. Fuori sta piovendo, quindi non posso tenere le finestre aperte»
«Oh, capisco» annuisco. «Ma va bene, posso occuparmi del suo Steven finché non lei tornerà qui»
«Grazie, ora arrivo e te lo porto. Temo che dovrà restare da te fino a domani, ti va bene? Domani mattina vengo a prendervi tutti e due in auto per portarlo a scuola e tu ed io andremo poi dritti al lavoro»
«Ehm, certo» annuisco anche se non può vedermi in questo momento. «Vi aspetto, allora»
«Certo, a tra poco» e mette giù.
«Bene, fra poco arriverà il figlio del signor Tomlinson e starà qui fino a domani mattina» appoggio il cellulare sul bancone della cucina. «Comportati bene con il bambino o saranno seri guai con te, signorina» le dico facendo dei piccoli grattini sulla testa bianca. «Ma perché parlo con una gatta?» mi chiedo da sola con tono esasperato.
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Styles
FanficHarry Styles, un ricco e giovane capo delle imprese Styles. Conosciuto dappertutto e con un carattere un po' presuntuoso. È sposato e arrogante, ma ciò non gli impedisce comunque di essere un donnaiolo. Chelsea Kerrey, assistente personale del capo...