EPILOGO

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Leggete lo spazio me e lo spazio pubblicità! Buona lettura <3<3<3<3<3

EPILOGO

4 anni dopo

Sandra's pov

Stesa su un letto ,se così si può chiamare, a fissare il soffitto grigio ormai rovinato dalle macchie di umidità come le pareti.

Le urla delle altre persone dentro questo posto si mischiano creando un gran trambusto ma ormai ci ho fatto l'abitudine e rimango sul letto roteando gli occhi per la stanza. Già dopo un anno qui ho memorizzato tutto di questa stanza ,ma nonostante ciò guardarsi in giro è l'unica cosa che puoi fare se tralasciamo le due ore che ci lasciano per uscire all' 'aperto' . Il rumore metallico del materiale che divide me e il tizio dall'altra parte mi risveglia dai miei pensieri e gli lancio un'occhiata annoiata .

"Si mangia!" Dice semplicemente e ,dopo essermi sistemata la tuta lisciando quelle fastidiose pieghe, esco dalla stanza. Antonio, l'uomo che ha aperto la porta , mi affianca per tutto il percorso.

"Come va?" Chiede guardando avanti.

"A meraviglia" Rispondo ironica e lui sbuffa.

"E con quel ragazzo?"

In risposta sbuffo e faccio finta di non aver sentito.

"Andiamo Sandra sono passati 4 anni e sei cresciuta... ne è passata di acqua sotto i ponti" Si blocca e lo guardo ,so dove vuole andare a parare.

"Senti ti sono grata per esserti comportata come un secondo padre ma penso che questi siano affari miei" Dico scocciata.

"Invece sono anche affari miei,ti sono stato accanto da quando sei arrivata in questo schifo di carcere e solo dio sa come non ti abbiano messo insieme a un altro criminale. Per me sei come la figlia che non ho potuto avere ,è ovvio che voglia sapere come vanno le cose con quel ragazzo,Andrea"

"Alessandro" Lo correggo.

"E io che ho detto?"

Dopo l'arresto di Alessandro le cose sono cambiate. Ero sempre stanca di fare tutto e a scuola non andava bene. Neanche Giovanna è riuscita a tirarmi su il morale nei mesi a seguire,così ho fatto qualcosa di cui me ne pento tantissimo. Ricordo tutto come se fosse ieri, ero uscita per farmi un giro e senza rendermene conto si era fatta sera ma sono rimasta ancora per un po' fuori. Per strada si sentiva della musica e man mano che mi avvicinavo alla fonte mi allontanavo dalla strada di casa mia. Non so perché ,ma seguii la musica e mi ritrovai davanti a una villetta con una mega festa in corso e senza pensarci due volte entrai. Ragazzi e ragazze non più grandi di me ballavano, bevevano e mettevano aghi nelle loro braccia, ma non mi mossi di lì. Continuai a girare per la casa finché non mi scontrai con una ragazza piuttosto ubriaca che,senza darmi il tempo di scusarmi , mi portò nel salone dove c'erano dei ragazzi in cerchio che osservavano qualcosa sul pavimento. Quando intravidi della polvere bianca e le pasticche non mi fece né caldo e né freddo,ma pensai subito ad Alessandro e mi odiai per questo. Ogni cosa mi faceva pensare a lui. Alla fine ,non ricordo come e perché, forse per spegnere il cervello e i miei pensieri , presi una pasticca e una sensazione di calma mi invase dopo alcuni minuti. Da quel giorno ,quando ne avevo la possibilità o ero troppo stressata e triste,contattavo la ragazza della festa,Anna, che mi procurava della droga. Successe per tre –quattro volte ,poi venimmo sorprese dalla polizia durante una festa dove aiutavamo a vendere un po' di roba. Ovviamente i miei vennero informati dell'accaduto e ,esterrefatti, non si opposero quando dovettero portarmi in riformatorio per un paio di anni.Purtroppo continuai a sentirmi con Anna e venimmo beccate di nuovo,solo che questa volta ci portarono in carcere con una condanna di 4 anni e di questi ne ho scontati 2. I miei genitori non si sono fatti sentire,troppo sconvolti e delusi dalla loro figlia. Mio fratello ,quando può, viene a farmi visita e io continuo a chiedergli come stanno i nostri genitori,ricevendo sempre la stessa risposta 'Male,ma sono sicuro che col tempo ti perdoneranno'. Ma io sono stanca di aspettare .Non potete capire come ci si sente ad essere respinte dai propri genitori per degli stupidi sbagli,anche se l'unica stupida sono io. Qui in carcere ho incontrato Antonio,lo stesso poliziotto che mise le manette ad Alessandro, con cui parlo e mi sfogo,è come un secondo padre. Ho instaurato un bellissimo rapporto con lui e gli racconto tutto,anche se mi infastidisce l'argomento Alessandro. Quando sono arrivata in carcere mi diedero una tuta grigia e mi permisero di portare anche i miei vestiti,ma non li metto spesso. Ironia della sorte Alessandro si trova qui e al mio arrivo non aveva smesso di staccarmi gli occhi di dosso,provando più volte a parlarmi , ma lo ignoravo. Vi chiederete perché,semplice. È colpa sua se sono qui,se non avesse chiamato la polizia lui non sarebbe in prigione e io non sarei diventata una depressa del cazzo e la mia vita non avrebbe preso una brutta piega. Inutile dire che continua ad insistere e più volte chiede le chiavi della mia cella ad Antonio, che ovviamente cede,per farmi una visita di notte. Si stende nel letto con me e mi accarezza per ore. È stato Antonio a dirmelo ma in un certo senso non mi ha dato fastidio, ora so perché dormo bene ultimamente. Senza rendermene conto arrivo nella mensa e prendo un vassoio ,che viene riempito con un pezzo di pane,acqua e un piatto di...penso sia pasta. Vado a sedermi vicino ad Anna,sì la ragazza della festa, e iniziamo a parlare.

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