#3# "KnockOut" che?!

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Hope

Sasha si presentò puntuale davanti a casa mia, dopo che la sera prima mi aveva contattato per farmelo sapere. L'avevo già vista un po' di volte, uscendo con Meg, Rule e gli altri... Mi era sembrata una ragazza simpatica, sempre gentile e divertente, senza mai risultare troppo noiosa, dato che era una super cervellona. Io solo una normale minchiona che viveva alla giornata, da quando Rule mi aveva insegnato che era più divertente non sapere mai quale fosse il finale.

Dio se mi mancava il mio fratellone... Lui mi aveva insegnato a vivere veramente, mentre i miei cercavano solo di cambiarmi, rendendomi la perfetta figlia ricca, viziata, spocchiosa e troietta; loro non volevano Hope, ma soltanto una Barbie, che prendesse il posto anche del primo genito troppo indisciplinato. Dovevo stare con la schiena dritta anche mentre guardavo la televisione e respirare quando mi dicevano che potevo farlo... Volevano una marionetta da manovrare, ma Rule mi aveva tirato fuori da quella merda appena in tempo, prima che mi trasformassi in un mostro privo di idee o volontà.

Mi aveva insegnato a guidare moto di grossa cilindrata, facendomi assaggiare il sapore del vento e la carezza dell'aria sul viso, fra i capelli; mi aveva mostrato cosa voleva dire avere emozioni sballate da un'alba, cosa fosse una luna piena e un cielo di stelle, visto dal tettuccio di un camion in corsa. Era arrivato a portarmi sul mio limite estremo, facendomi provare il tornado di adrenalina di un salto da sessanta metri, fatto da una cascata, nella pozza d'acqua sotto di essa. Rule mi aveva fatta entrare nel primo locale notturno, mi aveva pagato la prima birra e il primo drink alcolico; mi aveva portata a ballare, mostrandomi come il corpo si sentisse bene quando si muoveva al suo ritmo e non stava solo rigido come un palo. Il mio caro fratellone mi aveva mostrato il sangue che si versava quando ci si trovava in mezzo ad una rissa, o si combatteva per soldi.

- Ehi, Hope! - MI salutò Sasha, saltellando sui gradini di casa mia.

- Ciao! - Sorrisi e poi la raggiunsi, al che rimasi quasi interdetta dal suo abbraccio caloroso.

- Come stai, piccola peste? - Chiese.

Risi, perché molte delle mie prime volte erano state registrate nella sua mente, dato che spesso si univa a me e alla combricola di mio fratello, mentre io sperimentavo tutte quelle belle cose. Si ricordava la prima sbronza, il mio primo pugno da molestatore in discoteca e ovviamente la mia prima caduta da tacco dodici.

- Bene e tu? - Risposi, mentre ci avviavamo.

Mi strinsi nelle spalle, sentendo quell'aria così fresca e avvolgente caratteristica del tempaccio inglese, che però non mi dispiaceva così tanto alla fine. Guardare il cielo grigio sopra di me, era un po' come guardarmi dentro e osservare tutta la tempesta che mi riempiva il petto, il cervello e in generale non mi lasciava spazio per pensare che ci fosse qualcosa di bello nella vita.

Mi strinsi la felpa pesante, che avevo rubato a mio fratello prima che partisse per i Marine e poi mi tirai sù il cappuccio, pur di non sentire i brividi che correvano lungo il mio collo. Mi sentivo depressa quando i miei occhi incrociavano tutti i ragazzi intorno a me e poi quelli di Sasha, dove un tempo, affianco a me, camminavano Rule e il suo amico Felix; ci voleva molta forza di volontà per non pensare a loro e a tutto quello che avevamo condiviso in due fottutissimi anni.

- Meg dice che hai scoperto la questione delle KnockOut. - Sputò alla fine, dopo tutto un melodramma sulla professoressa di lettere.

- Già, ma cos'é: russo? - Chiesi.

Lei si mise a ridere e portò dietro all'orecchio una ciocca di capelli nera: - No, no. - Rise ancora. - Una KnockOut è una matricola che sceglie di diventare "aiutante", per così dire, dei ragazzi più grandi al Melburn. - Sorrise imbarazzata: - Di solito si tratta della fidanzata o di una amica... Sai... Le Out devono fare TUTTO quello che gli viene chiesto. -

Hitboy ~ Louis Tomlinson [Ended]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora