#6# - Oh, Merda! -

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Hope

Posai il foglio con la "dieta" di mia madre sul bancone, sospirando pesantemente; mi chiesi quando, dati i suoi impegni sempre crescenti e più importanti della mia esistenza, avesse avuto il tempo di ficcare quel pezzo di carta, con stampate sopra tante stronzate, nella mia borsa. Però, senza nemmeno rendermene conto, mi ritrovai poi ad appenderlo sopra al frigo, dove di solito era situato nella mia vecchia casa.

Il programma alimentare per modelle era veramente una merda... Non potevo mangiare quasi nulla di quello che mi piaceva e se lo mangiavo, poi dovevo fare sessioni di esercizi extra, pur di bruciare i "grassi saturi" assunti, o come le chiamava mia madre schifezze da ulcera immediata. Beh... Erano parole di una donna che non aveva mai mangiato Nutella quelle, perciò era come chiedere a uno che si considerava ateo se credesse nel paradiso, prima ancora avergli spiegato cosa fosse.

Rimasi un po' ad osservare tutte le verdure e le proteine che l'inchiostro nero sembrava minacciarmi di assumere... I fogli stampati mi avevano sempre inquietata un po'... Quel nero sporcava il bianco, diventando permanente, cosa che io non avevo mai avuto modo di apprezzare; mi era stato insegnato che nulla era per sempre, se non si faceva qualcosa per preservarlo, eppure, su quei fogli, l'inchiostro rimaneva, anche quando li si bagnava; ovviamente, sfocava e si disperdeva a macchia sul bianco, ma non se ne andava comunque.

Mi trascinai verso il soggiorno, arrendendomi all'idea che, dopo il ritrovamento del foglio, la fame se ne fosse andata del tutto.

Ripensai a ciò che avevo detto a Louis, poi confrontando la stronzata che avevo fatto col foglio: se non volevo più sottostare ad alcuna regola di mia madre, o di alcuna persona in generale, perché invece di buttarlo l'avevo appeso? No sense. Mi rispose una voce, fin troppo famigliare, nella mia testa.

Era quella che mi teneva compagnia nei momenti di solitudine e depressione totale.

Voltai di poco la testa, giusto per vedere che ore fossero. L'orologio accanto alla televisione segnava le sette passate da pochi minuti, così mi alzai e afferrai la felpa grossa di Rule, che tenevo per stare in casa, uscendo in seguito dalla porta. Chiusi a chiave e mi avviai verso una direzione casuale, appena varcato il vialetto di casa, bisognosa di distrarmi da tutto quello che gli scatoloni mi stavano ricordando. Quello che, in fondo, non volevo ricordare affatto.

La sensazione di soffocare era ancora sul mio petto, nonostante tutti i chilometri che mi separavano da casa mia, o quella che era stata la mia prigione...

Camminai veloce, con la speranza di poter seminare quella rete di pensieri che mi stava precipitando contro, cercando di intrappolarmi in un freddo e doloroso momento di depressione. Mia madre non aveva mai saputo dei miei attacchi di panico... Ne avevo raramente, dato il mio carattere quasi sempre menefreghista, ma quando li avevo smettevo seriamente di respirare; quei pochi, a cui alcuni suoi collaboratori avevano assistitito, si erano verificati proprio durante il lavoro, quando non volevo fare qualcosa e litigavo con lei, finendo per arrabbiarmi a tal punto di cedere sotto la pressione dei miei stessi nervi.

La rabbia e la rassegnazione combattevano, fino a trasformarsi in panico: non potevo scappare, non potevo difendermi e allora crollavo.

Il primo ad assistere ad un attacco fu il mio fotografo, Luke Green. Ricordavo vagamente di essere stata portata in braccio fino al mio camerino dal ragazzo giovane, da poco diventato un professionista. E dato il lavoro che faceva su di me... Era un dio dell'obiettivo vero e proprio.

Di nuovo la morsa al petto. Cazzo. Pensai, cercando una boccata d'aria vorace, più delle altre. Cazzo, cazzo, non anche ora! Ero lontana! Che fottuti poteri aveva mia madre per riuscire a farmi dare i numeri lontana centinaia di chilometri di terra e acqua?! Sicuramente quella psicopatica di Circe era una merda, in confronto. Nemmeno Magnus Bane poteva compere. E Magnus... Beh, lui era Magnus!

Hitboy ~ Louis Tomlinson [Ended]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora