#30# Every Freedom Has Its Prize

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Hope

Entrai e mi chiusi la porta alle spalle, rilasciando il respiro che stavo trattenendo da circa venti minuti buoni.

Dopo aver riattaccato la chiamata ero saltata addosso a Calum e l'avevo tempestato di insulti e pugni sulle braccia e sul petto, dandogli del coglione.
Non avevo nemmeno osato spiegare la ragione della chiamata, preoccupata com'ero sull'esito del mio prossimo incontro con Bianca.

Quando sembrava che l'avessi fregata, in realtà mi aveva già fottuto in altre seicento maniere, senza che io nemmeno me ne accorgessi o potessi fare nulla.

La sera successiva avrei anche avuto la chiamata Skype con Rule.

E se prima avevo voluto salutarlo dicendogli che Bianca era stata mandata a quel paese, in quel momento ero quasi certa di dover tacere su tutta la storia, o almeno fino a quando non avrei saputo come sarebbero andate seriamente le cose con lei.

Un accordo.

Tutto era possibile.

Se c'era una cosa in cui mia madre era veramente brava era truffare la gente, aggirandone la personalità e gli interessi e finendo per farle fare quelo che LEI voleva senza che questa nemmeno se ne accorgesse.

- Ehi. Pensavo che l'asiatico ti avesse riscucchiato dal naso respirando. - La voce ironica di Louis fu una sorta di toccasana per i miei nervi.

Alzai gli occhi e lo trovai seduto sul divano a gambe incrociate, che leggeva un libro di fisica, con i suoi soliti occhiali da "insegnante sexy" sul naso: la montatura nera un po' spessa e la lente quadrata ampia, che incorniciava i suoi occhi azzurro ghiaccio in modo perfetto.

Infilai le chiavi di nuovo nella borsa e la lasciai cadere sul tavolino all'ingresso, sfilandomi le scarpe prima di raggiungerlo, come mi aveva fatto fare molte altre volte.

Lo vidi sorridere soddisfatto della mia abitudine e farmi spazio sul divano. - Credo tu abbia qualcosa da dirmi... -

- Ciao. - Scherzai, buttandomi coricata e finendo con la testa sulle sue gambe.

Lou alzò gli occhi al cielo, sorridendo. Chiuse il libro e lo appoggiò alla sponda, cominciando a passarmi una mano fra i capelli e l'altra sul collo; dovevo ammettere che la convivenza con lui non era poi così male come avevo immaginato all'inizio, scoregge mattutine a parte.

Una volta mi aveva quasi ucciso.

Mi tirò una ciocca di capelli, guardandomi negli occhi e piegandosi quanto bastava a lasciarmi un bacio leggero. - Allora, racconta un po' cosa ti ha procurato quest'adorabile arricciatura del naso. - Mi sfiorò il dorso di quello con il pollice, prima di dare un lieve colpetto sulla punta, che mi fece fare una smorfia infastidita.

Sbuffai. Era impossibile ormai tenergli nascosto qualcosa. - Calum ha risposto ad una chiamata di Lucifero e me l'ha passato. Domani mattina alle 9 dovrei incontrarla e discutere di un "accordo" con lei, in base al quale io poi sarei libera di fare quello che voglio e non posare più come modella per lei. - Buttai fuori la questione tutta d'un fiato, perché tanto, ormai, non c'era più alcun bisogno di tenermela per me.

Sapeva tutta, ma proprio TUTTA, la storia, da Luke, all'autolesionismo, poi Rule e il processo.
Sapeva di Bill e del fatto che era morto a causa di un incidente provocato da me.
Era a conoscenza delle sfaccettature più incasinate della mia vita, eppure rimaneva lì e non mollava un secondo il posto che aveva occupato al mio fianco.

- Non sembra poi così... -

- OH! - Saltai su, puntandogli un dito contro, cosa che lo zittì immediatamente. - Non dirlo nemmeno! Lei è capace di tutto. - Borbottai, ritornando con la testa sulla sua coscia e prendendo la mano che aveva lasciato a mezz'aria, spinta via dal mio scatto improvviso.

Hitboy ~ Louis Tomlinson [Ended]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora