#28# **Yes girl?** [No more]

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Hope

Sul serio, non sapevo cosa fare.
Camminavo più lentamente di una lumaca pur di prendere tempo e pensare a qualcosa di palusibile da dire a mia madre per i numerosi cambiamenti che si sarebbe trovata davanti agli occhi nel momento in cui mi avrebbe vista...

Avevo rifiutato il passaggio di Louis un'altra volta, perché davvero, non ci tenevo ad arrivare così velocemente a casa.

Megan era accanto a me, che messaggiava con Fil, spiegandogli cosa stesse succedendo e chiedendogli se per quella volta potessimo scambiarci i turni a Skype, in modo che sentissi Rule il prima possibile; mio fratello aveva due chiamate al mese, perciò erano turni tra me e lui, in modo che potesse parlare con entrambi i continenti, rimanendo sempre aggiornato sulle novità.

Avevo ignorato le chiamate da parte di mia madre per tutto il pomeriggio, mandandogli un messaggio con su scritto che non doveva chiamarmi durante le lezioni, però, come al solito, Bianca Jackins non si lasciava mai dire cosa poteva e non poteva fare. Aveva insistito sei o sette volte, fino a quando non le avevo staccato direttamente la chiamata in faccia, senza nemmeno risponderle.

Sfiorai le punte dei capelli con le dita, desiderando ardentemente di avere ancora le mie adorate ciocche blu, una sorta di scudo difensivo contro i giudizi di Bianca.
Megan parve accorgersi che la mia mente vagava da troppo tempo ormai, tanto che mi diede una gomitata, sorridendo in modo incoraggiante; lei sarebbe andata a cercare Louis in caso sentisse urla isteriche e piatti che volavano, in modo tale da assicurarsi che una delle due Jackins uscisse dalla villetta ancora viva.

Quale era un mistero.

Non mi sentivo ancora pronta ad affrontarla a muso duro, però il corso degli eventi era uno schifo totale e il destino aveva deciso di farmi scontrare un'altra delle innumerevoli prove della vita, cercando di capire se avessi le palle per continuare ad andare avanti, oppure se fossi destinata a rimanere bloccata nella voragine di dispotismo e tirannia che mi aveva già profondamente segnato.

- Ehi, andrà bene. - Provò ancora a dirmi la mia amica, riponendo il cellulare nella tasca dei suoi jeans.

Scrollai il capo e deglutii amaramente, notando il profilo della mia casa avvicinarsi sempre di più; sulla destra, la mia vicina di casa, la signora Murple, stava spiando con il binocolo in quella direzione, probabilmente chiedendosi di chi diavolo fosse l'Hammer bianco parcheggiato di fronte al suo giardino.

L'avevo soprannominata così perché nelle prime due settimane in cui mi ero trasferita aveva seppellito un'innumerevole quantità di animali domestici, proprio come la Miss Murple della serie televisiva, antenata della Signora in Giallo: ovunque quelle due andassero, c'erano omicidi a destra e a manca.

E poi la gente pensava che i gatti neri portassero sfiga...

Quando arrivammo alla casa del criceto di merda, Megan si fermò, con una smorfia dispiaciuta: non poteva entrare con me o mia madre avrebbe dato di matto ancora prima di vedere sua figlia... Meg non l'era mai piaciuta, la odiava a morte, con tutta se stessa.
Ma era reciproca la cosa... Anche la mia amica nutriva più o meno lo stesso mio sentimento di odio e repulsione nei suoi confronti; solo che lei era più coraggiosa di me e, nelle poche volte in cui si parlavano, rispondeva a tono, dandole qualche frecciatina piuttosto sfacciata e cattiva.

La guardai disperata, mordicchiandomi l'interno della guancia destra, come ogni volta che rimanevo in ansia per certe cose... Lei mi posò le mani sulle spalle e poi mi tirò verso di sé, abbracciandomi: - Ce la farai. - Sussurrò, stringendomi di più.

Io stavo crollando dentro, proprio nel momento in cui dovevo mostrare un po' di spina dorsale e affrontare il mostro. - Tu dove vai? - Domandai, cercando di farle capire che non volevo lasciasse quella zona, in caso fosse successo un cataclisma e avessi deciso di uccidermi davvero.

Hitboy ~ Louis Tomlinson [Ended]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora