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Mi fa stranissimo scrivere di lei, sapendo che è venuta a mancare, ma nella storia voglio che lei continui ad esserci, proprio come continua attraverso ai figli e a ciò che gli ha insegnato.

All the love, Johannah.

AUGURI LOUIS ❤❤❤

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Avevo fatto l'unica cosa che mi sembrava sensata: scappare dalla città.

Però avevo i miei motivi...

1) Bianca era ancora a piede libero da qualche parte

2) L'aria che si respirava in quel    posto era ormai troppo pesante per me

3) Mi serviva un disperato aiuto per    tradurre quei documenti e dovevo assolutamente avere spiegazioni per    la questione di Rule...

Non che il fatto di lasciare Louis fosse meno grave, però, gerarchicamente parlando, Rule era mio fratello/non fratello (ormai non la sapevo nemmeno più) e per me sarebbe sempre venuto lui prima, in ogni circostanza.

Soprattutto dopo quello che aveva fatto per me.

Sostanzialmente ero corsa a casa del mio ragazzo, gli avevo lasciato un biglietto in cui mi scusavo per l'essere sparita così all'improvviso, avevo agguantato il mio pc e buttato un paio di indumenti in una borsa a tracolla e gli avevo pure fottuto le chiavi della macchina.

Della Mini.

Perché a quanto pareva aveva pure una Mini parcheggiata nel garage sotterraneo...

E, a spese della sua pazienza e della sua benzina, mi ero precipitata nell'unico posto in cui mi potevo affidare a mani esperte: Casa Tomlinson.

Johannah Deakin mi aveva aperto la porta con un sorriso, prima che quella gioia mista a stupore si trasformasse in confusione e paura, di fronte alle mie lacrime e alla mia faccia sconvolta: - Io... Ho bisogno di voi... - Avevo allungato i fogli e lei gli aveva dato un'occhiata, prima di abbracciarmi e tirarmi dentro casa sua.

Poi, quello che era stato del plico di fogli in aramaico, non lo sapevo, perché mi aveva buttato nella vecchia stanzetta di Lou, con il pianoforte e tutto il resto e mi aveva detto che dovevo riposare tranquilla. Mi avrebbe chiamato lei nel pomeriggio.

Avevo saltato il pranzo ed ignorato tutte le chiamate di Louis che mi erano arrivate; sapevo che era questione di tempo prima che chiamasse i suoi genitori e gli chiedesse se mi avessero vista o meno. Il problema era che volevo staccare per un po' da tutto e da tutti...

Rimanere sola, come ai vecchi tempi, crogiolarmi nel dolore e nella confusione più totale senza che qualcuno cercasse di riordinare il casino al posto mio.

Dovevo solo chiudere gli occhi e scollegare il cervello per un po'.

La vibrazione del cellulare mi fece arricciare il naso: lo bloccai, senza nemmeno guardare il mittente dell'ennesima chiamata e mi girai dall'altra parte.

Sinceramente non mi aspettavo di vedere le gemelle... Ferme, a fianco al letto, con le braccia conserte, come se fossero arrabbiate con me. Una smorfia sul viso.

Quella che mi sembrava Daisy, mi strappò il cuscino da sotto la testa e poi me lo lanciò in faccia, con una velocità inaudita per una bambina della sua età. - Non ci hai salutate! - Piagnucolò, colpendomi di nuovo.

Misi le braccia davanti al viso per ripararmi, mentre anche Phoebe si univa alla vendetta cuscinosa: -Ehi, ehi! Eravate a scuola voi due! Stavo dormendoooooo! - Strillai tra una botta e l'altra.

Hitboy ~ Louis Tomlinson [Ended]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora