Mi fa stranissimo scrivere di lei, sapendo che è venuta a mancare, ma nella storia voglio che lei continui ad esserci, proprio come continua attraverso ai figli e a ciò che gli ha insegnato.
All the love, Johannah.
AUGURI LOUIS ❤❤❤
*************
Avevo fatto l'unica cosa che mi sembrava sensata: scappare dalla città.
Però avevo i miei motivi...
1) Bianca era ancora a piede libero da qualche parte
2) L'aria che si respirava in quel posto era ormai troppo pesante per me
3) Mi serviva un disperato aiuto per tradurre quei documenti e dovevo assolutamente avere spiegazioni per la questione di Rule...
Non che il fatto di lasciare Louis fosse meno grave, però, gerarchicamente parlando, Rule era mio fratello/non fratello (ormai non la sapevo nemmeno più) e per me sarebbe sempre venuto lui prima, in ogni circostanza.
Soprattutto dopo quello che aveva fatto per me.
Sostanzialmente ero corsa a casa del mio ragazzo, gli avevo lasciato un biglietto in cui mi scusavo per l'essere sparita così all'improvviso, avevo agguantato il mio pc e buttato un paio di indumenti in una borsa a tracolla e gli avevo pure fottuto le chiavi della macchina.
Della Mini.
Perché a quanto pareva aveva pure una Mini parcheggiata nel garage sotterraneo...
E, a spese della sua pazienza e della sua benzina, mi ero precipitata nell'unico posto in cui mi potevo affidare a mani esperte: Casa Tomlinson.
Johannah Deakin mi aveva aperto la porta con un sorriso, prima che quella gioia mista a stupore si trasformasse in confusione e paura, di fronte alle mie lacrime e alla mia faccia sconvolta: - Io... Ho bisogno di voi... - Avevo allungato i fogli e lei gli aveva dato un'occhiata, prima di abbracciarmi e tirarmi dentro casa sua.
Poi, quello che era stato del plico di fogli in aramaico, non lo sapevo, perché mi aveva buttato nella vecchia stanzetta di Lou, con il pianoforte e tutto il resto e mi aveva detto che dovevo riposare tranquilla. Mi avrebbe chiamato lei nel pomeriggio.
Avevo saltato il pranzo ed ignorato tutte le chiamate di Louis che mi erano arrivate; sapevo che era questione di tempo prima che chiamasse i suoi genitori e gli chiedesse se mi avessero vista o meno. Il problema era che volevo staccare per un po' da tutto e da tutti...
Rimanere sola, come ai vecchi tempi, crogiolarmi nel dolore e nella confusione più totale senza che qualcuno cercasse di riordinare il casino al posto mio.
Dovevo solo chiudere gli occhi e scollegare il cervello per un po'.
La vibrazione del cellulare mi fece arricciare il naso: lo bloccai, senza nemmeno guardare il mittente dell'ennesima chiamata e mi girai dall'altra parte.
Sinceramente non mi aspettavo di vedere le gemelle... Ferme, a fianco al letto, con le braccia conserte, come se fossero arrabbiate con me. Una smorfia sul viso.
Quella che mi sembrava Daisy, mi strappò il cuscino da sotto la testa e poi me lo lanciò in faccia, con una velocità inaudita per una bambina della sua età. - Non ci hai salutate! - Piagnucolò, colpendomi di nuovo.
Misi le braccia davanti al viso per ripararmi, mentre anche Phoebe si univa alla vendetta cuscinosa: -Ehi, ehi! Eravate a scuola voi due! Stavo dormendoooooo! - Strillai tra una botta e l'altra.
STAI LEGGENDO
Hitboy ~ Louis Tomlinson [Ended]
FanfictionHope: la nuova stundentessa del Melbourn College. Spigliata, abbastanza trasandata, schietta, ma anche molto riservata sul suo passato. Superato un infelice periodo della sua vita, sta iniziando per lei un nuovo anno scolastico, ricco di sorprese gi...