#34# From Rags to Riches

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Hope

Se si cercava la definizione di persona furba su un dizionario, si trovava la descrizione del cervello di Bianca Jackins, di tutti i meccanismi che lo facevano funzionare e le subdole strategie psicologiche da lei adottate per fare in modo che la gente facesse quello che voleva.

Mia "madre" era un vero genio del male, a detta di Johannah e Dan, che avevano analizzato da cima a fondo il contratto propostomi in cambio della mia libertà; in più, oltre all'arguzia che trasudava da tutti quei fogli rimasti sulla mia scrivania.

Dan sosteneva che alcuni termini potevano essere contestati tranquillamente, perché troppo... "Restrittivi". Aveva fatto una lista di punti che avrei dovuto discutere con Bianca al momento dell'incontro, con molta discrezione e calma, in modo tale che non mi saltasse al collo, cercando di uccidermi.
Avevo già sfidato quella donna prima e mi ero presa una cinquina in faccia, perciò era comprensibile il mio timore di essere schiaffeggiata selvaggiamente in un luogo pubblico e affollato.

Quella mattina, infatti, mi era arrivato un messaggio che mi informava su quale fosse il posto in cui mi sarei dovuta recare il giorno seguente... Si chiamava "Blue Lash".
Quando ero andata su internet con Megan a fare un sopraluogo per le vie di fuga, ero rimasta letteralmente a bocca aperta, scoprendo che il Lash era una sorta di mezzo country club inglese, uno di quei posti in cui mi ero ripromessa di non entrare mai più.

E dopo un'occhiata eloquente al mio abbigliamento, avevamo silenziosamente accordato di passare alla mia vecchia casa e riesumare uno degli abiti che avevo comprato con Cloe; uno di quelli che avevo appeso in fondo all'armadio.

Per quella ragione, dopo il primo allenamento di atletica, alla quale avevo ceduto, Megan sarebbe venuta con la macchina di Zayn a prendermi e poi saremmo state tutto il pomeriggio insieme a decidere una strategia di guerra per il pomeriggio successivo.

Negli utlimi due giorni quei due si erano dati alla pazza gioia e non mi ricordavo di aver visto il moro con un sorriso più ebete di quello con il quale si era presentato quel giorno, in mensa.

- Jackins! Correre! Correre! Correre! - Mi urlò dietro il coach e io lo guardai scazzata, perché stavo GIA' correndo da almeno venti minuti, ma a quanto pareva voleva che morissi io, i miei polmoni e che le scarpe da ginnastica che indossavo si consumassero al punto che avrei fatto prima a toglierle ed andare scalza.

Barefoot Cinderella! Wohoooo....

Ashton, accanto a me, sbuffò un risatina divertita e mi diede una spallata giocosa, sbilanciandomi un po': anche lui era entrato da poco in squadra e la sua specialità era lo scatto nei cento metri. Era un velocista, insomma.  - Che ne dici se facciamo un giro sparato e poi lo mandiamo a cagare per una pausa più che meritata? - Propose e io non me lo feci ripetere due volte.

Sorrisi, lanciando un'occhiata agli spalti, notando Cloe che mi salutava, con accanto i ragazzi, appena usciti da un'amichevole con un'altra scuola, alla quale avevano fatto il culo. C'erano Louis, Niall, Luke e Calum. Michael era arrivato dopo una chiamata dell'ultimo, mentre Zayn era impegnato a casa con Meg; Liam aveva un incontro di pugilato e doveva difendere il ruolo di HitBoy, perciò li avrebbe raggiunti più tardi. (Si sperava con un sorriso e Sophie al suo fianco)...

Spaccagli la faccia! Pensai, pregando il vento o qualsiasi altra entità affinché vincesse l'incontro.

- Allora? - Ash mi diede una pacca molto vicina al fondoschiena e per risposta gli rifilai un pugno sul braccio, poco amichevole.

Tuttavia non si scompose e rise, osservandomi con quei suoi occhi da cucciolo, castano-verdi.
Era un essere alieno... Lo insultavo e rideva. Lo picchiavo e rideva.
Come cazzo faceva?!

Hitboy ~ Louis Tomlinson [Ended]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora