#1# "Pedone-scontro" molesto

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Hope

Saltellai fino al mio armadio, infilandomi i jeans chiari tutti strappati e cercando di tenere tra la spalla e l'orecchio il telefono con cui stavo litigando.

- Ehi, culattona! - Rispose al centonovantaseiesimo squillo Meg. - Ti stai preparando per la tua bellissima scuola? Vedi di trovarti un fidanzato o ti ucciderò! - Rise e io sbuffai.

- Ma sei così morta di cazzo? Vai a battere all'angolo, se sei in astinenza, piccola scimmia bananifera... - Ribattei e lei rise ancora più forte.

- Mi ero quasi dimenticata che il lunedì per te è un taboo... - Mi prese per il culo.

- Ammazzati, scema. -

Guardai le maglie che avevo nell'armadio e rimasi a pensare quale fosse la più adatta per il primo giorno di scuola, ma non ne avevo la minima idea. Io non ero Meg e non sapevo come abbinare un bel cazzo di nulla, senza sembrare una sorta di clown spastico e con problemi di daltonia...

- Ehm... - Mormorai.

- Che jeans hai, stronzetta? - Disse, esasperata.

Scoppiai a ridere: - Quelli che mi hai regalato il mese scorso. -

- Allora metti la canotta nera modello maschile. - La immaginai mentre gesticolava con nonchalance, in camera sua, pensando probabilmente che anche una marmotta cieca avrebbe avuto più gusto di me, nel vestire. - Dovrebbe andare bene per la tua personalità: bionda, carina, occhioni, ma anche CAZZUTA E SBOCCATA. Sai, la classica ragazza bastarda... -

- Potresti morire. - Ribattei, secca.

- Ah, ah. - Rispose non curante, mentre io mi preparavo a prendere la pistola immaginaria che c'era nel cassetto del mio comodino e andare ad ucciderla in quello stesso istante. - Vestiti, stronzetta. E porta quel tuo culetto sodo a scuola. -

- Dio, che palle... - Borbottai e, dopo averla salutata, finii di cambiarmi e scesi al piano di sotto, per fare colazione.

In cucina non c'era nessuno, come al solito, perciò feci da me la colazione e poi lavai il piatto nel quale avevo mangiato le mie famose crepes alla nutella. Afferrai la borsa che c'era sul bancone e uscii, portandomi dietro la mia depressione da primo giorno di scuola.

La Melburn era una buona scuola, solo che certe volte mi venivano i brividi a pensare che cazzo succedesse là dentro: Meg aveva detto che delle sue amiche venivano chiamate KnockOut... E la maggiorparte dei ragazzi degli ultimi anni era detta Hitboy. Ma che cazzo fumavano là dentro?! Crac? Marjuana? Oppio? Incenso? Gessetti????????? Cos'erano tutti quei nomi in codice e che diamine significava essere una KnockOut? Cioè... Capivo "primina" o "senior", ma "KnockOut"?

Scrollai le spalle, infilandomi le cuffiette e cominciando a camminare lungo il marciapiede, abbastanza trafficato già alle otto del mattino; casa mia era piuttosto vicina al Melburn College, tanto che, per mia sfiga, ci volevano solo dieci minuti a piedi per raggiungerlo.

Guardai tutti i ragazzi che c'erano intorno a me, con la spilla della mia nuova scuola sui propri zaini e sulle tracolle; molti di loro avevano davvero un viso e un fisico fuori dall'ordinario, con accanto una ragazza tutta tette e chiappe, che indossava o jeans striminziti, o una gonna dalla lunghezza che stava proprio sull'orlo tra il "wooohhhh" e il "Bleahhhhh". Non capivo che problemi le tipe avessero con la stoffa o con il pudore più in generale, ma tutto sommato almeno non andavano in giro nude. Già lo apprezzavo, come sforzo.

Osservai una moretta strusciare il suo davanzale sul braccio del ragazzo accanto a lei, mentre lui sembrava piuttosto scocciato della cosa. Oddio... Era la prima volta che vedevo una reazione del genere, per un ragazzo a contatto con tette o altre parti femminili morbide... Raro. Cioè... Beh, poteva essere gay.

Hitboy ~ Louis Tomlinson [Ended]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora