Capitolo 2

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"Eccoti!"

L'espressione di Ignazio si rilassa visibilmente. Mancano solo cinque minuti alla nostra entrata in scena.

"Gianluca la prossima volta giuro, ti faccio fare una figura di merda davanti a tutti! Ma quanto ci stai per sistemarti quei maledetti capelli?"

"Esattamente quanto ci stai tu con i tuoi, Piero." Ribatto acido, rivolgendogli uno sguardo truce, pronto a saltargli a dosso alla prossima mezza parola. Sono talmente nervoso che ..

"Hei, cosa c'è? Se hai litigato ancora una volta con Martina, non prendertela con noi!"

"Ragazzi per favore, smettetela! Gianluca, calmati, è essenziale che tu lo faccia! I problemi, fuori." ecco, ci mancava solo la predica di Torpedine, per farla completa.

"Tre minuti e si va in scena!" un tecnico sbuca dal nulla alle mie spalle. A quanto pare ci siamo, penso di essere pronto, sento il pubblico urlare dagli spalti. L'adrenalina sale, ma il nervosismo continua a starmi a dosso.

"Tutti qui." Esordisce Ignazio avvicinandosi a me e a Piero. Ci stringiamo in modo da formare un piccolo cerchio, Piero mette una mano al centro, io e Ignazio facciamo lo stesso, stringendo forte a vicenda.

"Pronti?"

"PRONTI." Si va in scena.


Emma pov's.

Entro nella stanza e mi chiudo in fretta la porta alle spalle. Che razza di idiota.

Ci si doveva mettere anche lui, questo lavoro fa già abbastanza schifo così, ci mancava solo che io dovessi incontrare clienti del genere in questo stupidissimo Hotel.

"Sarà una grande vacanza." Dicevano. "Vedrai Emma, ci divertiremo."

E' andata a finire che adesso qui ci devo pure abitare, grandioso.

Prendo il telefono dalla tasca, qui mi è permesso farlo, tanto non mi vede nessuno.

1 messaggio. Alex : "Chiama quando puoi, baci."

Alessandra, o più semlicemente Alex (per gli amici), la mia migliore amica, la mia condanna. Un nome, una garanzia.

Apro la rubrica e la chiamo, risponde quasi subito.

"Pronto?"

"Non ho molto tempo, dimmi tutto."

"Come va?" hem, prossima domanda(?)

"Odio questo lavoro, la gente è più acida della panna andata a male."

"Ci abitueremo, vedrai!" Si, lei la fa facile, lavora in un centro kiko. L'avrei preferito, giuro.

"Tuo padre ha chiamato?" chiedo speranzosa, voglio ritornare a casa, in Abruzzo, questa non è vita, è un incubo, doveva essere una vacanza dopo il diploma e non una situazione quasi stazionaria. Se tutto va male, per come la vedo io, dovremmo iscriverci qui all'università e guadagnarci da vivere lavorando per posti orripilanti, tipo quello in cui sono capitata io.

Lussuoso, grande, un Hotel a cinque stelle, bello direte voi .. si, ma solo se siete ospiti tutti da servire e riverire.

Io e Alex dovevamo solo divertirci, ed essere libere cittadine per circa due settimane e mezzo, e invece .. ci siamo ritrovate in questo pasticcio. In Abruzzo abitavo a casa sua, i miei genitori sono morti in un'incidente d'auto, o almeno così dicono, non li ho mai conosciuti. Forse è stato un bene, o forse no. Non ricordo nulla, avevo appena due anni all'epoca. Solo qualche foto di loro sparsa per casa, è tutto quello che mi resta. 

Vacanze Romane// Il Volo - GianlucaGinoble (#Wattys2016) -IN REVISIONE- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora