Capitolo 51

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Gianluca pov's.
La mia vita è cambiata così, da un giorno all'altro scopro che era tutto una menzogna. Di chi posso ancora fidarmi? Chi sapeva già tutto, oltre ad Ignazio?
Piero forse?
No, impossibile. Non sa tenere segreti così grandi per sè. È troppo onesto per farmi un torto del genere.
Emma? Non credo proprio. Stava per sposare quel traditore bugiardo, credo che lei sia solo una vittima, proprio come me.
Le vittime siamo noi. Io e lei. L'amore della mia vita. La ragazza che mi ha fatto battere il cuore così forte da farmi girare la testa. Avrei ucciso per lei, ma non avrei mai potuto fare nulla con un presunto bambino di mezzo.
E adesso, dopo mesi, scopro che mio figlio era solo una presa in giro, un piano. Una catena per tenermi attaccato alla persona che adesso, odio di più al mondo.
Ha ingannato me, la mia famiglia, i miei amici.
La mamma piangeva ieri. Papà mi ha raccontato così stamattina.
Siamo fermi a New Orleans, il concerto è stato ieri sera. Io non sono andato. Ho detto di dire a tutti che stavo male.
Se la sono sbrigata Piero e Ignazio, alla meno peggio, credo.
Non ho voluto vedere nessuno, l'unico con cui sono riuscito a parlare è stato mio padre. Anche la mamma a provato ad entrare in camera mia, ma ovviamente con scarso successo.
Credo che me ne tornerò a casa, a Roseto. Devo parlare con Torpedine.

[...]

"Dobbiamo parlare."
"Tutto bene, figliolo?"
"No, Michele. Dobbiamo parlare e subito."
Con un cenno della mano mi invita a sedermi alla sua scrivania.
Ci guardiamo negli occhi per diversi minuti, minuti che sembrano ore.
"Sono mortificato per quello che è successo ieri, Gianluca."
Il suo tono calmo e pacato non fa altro che farmi salire ancora di più i nervi.
"Capisco." Rispondo freddamente stringendo i pugni.
"Di cosa volevi parlarmi?"
"Io me ne vado."
Torpedine inarca un sopracciglio.
"Come te ne vai? Dove vai?"
"Torno a casa mia. Non posso più stare qui."
"Figliolo .. Sei impazzito?"
"Non sono impazzito, voglio solo andarmene da qui! Sono stanco, Torpedine. Tutte queste cose .. Ho bisogno di rimettere in ordine un po di cose."
"Ma siamo nel bel mezzo di un tour mondiale."
Michele scatta in piedi, sbattendo violentemente le mani sulla scrivania.
"La mia vita è diventata una farsa, e tu vorresti farmi preoccupare solo di un tour?"
"È un tour mondiale, Gianluca. È il tuo lavoro. Avete ancora un sacco di date da fare, quasi tutte sold out. Non puoi tornare a casa!"
Basta è troppo. Adesso si fa solo a modo mio, faccio solo quello che voglio.
"No! Io me ne torno a casa. Ho chiuso con tutto questo."

[...]

Tiro fuori le valigie dall'armadio e le scaravento sul letto.
Apro i cassetti e trasferisco a caso tutto quello che trovo al loro interno.
Qualcuno bussa alla porta.
Mi viene istintivo rispondere "non posso aprire al momento, non ci sono."
"Gian.. Sono io."
Emma.
"Co.. Cosa vuoi?" Mi fermo per un'attimo, lasciando cadere alcune magliette che avevo in mano per terra.
"Posso entrare?"
La sua voce tremante che mi scioglie il cuore. Sospiro e vado ad aprirle la porta.
Quando apro lei schiude le labbra e mi guarda, ha gli occhi gonfi, la faccia un po bianca.
"Tutto bene?"
"Sì." Risponde decisa, portando una mano alla fronte e abbassando lo sguardo.
"Entra."
Lei fa come dico, e a metà corridoio si ferma.
"Gianluca .. Ma cosa stai facendo?"
Metto le mani sui fianchi, sospirando.
"Faccio le valigie .. Io torno a Roseto."
La sua faccia sempre proprio uguale a quella che aveva Torpedine mezz'ora fà.
"Cosa? Ma tu .. Non puoi.."
"Devo." Insisto, raccogliendo le magliette da terra e posizionandole a caso nella prima valigia a portata di mano.
"No! Fermo!" Mi prende per un braccio. "E il tour? I ragazzi? E .."
"E cosa? Emma.. Io ho bisogno di tornare a casa. Non posso più stare qui. Ho già fatto causa a Martina, ho delle cose da sbrigare."
"E noi?"
Quelle parole le escono dalla bocca come una supplica.
Noi .. Noi?
"Abbiamo perso.. Così tanto tempo.
Gianluca ti prego, non dividiamoci un'altra volta. Io non .."
La fermo, posizionandole un dito sulle labbra.
Poggio la mia fronte sulla sua e lascio che le nostre mani si intreccino.
Chiudo gli occhi e per la prima volta, dopo tanto tempo, inspiro il suo profumo.
Con una mano mi accarezza debolmente una guancia.
"Devo andare a casa."
Per la prima volta da quando desidero andarmene, pronuncio con fatica queste parole.
Il mio respiro tremolante unito al suo mi confonde, mi stordisce, mi annebbia la mente.
"Ti prego.. Non andare."

Spazio autrice;
Non chiedetemi come andrà a finire. Ci sto ancora pensando, haha!
Scusate l'attesa ma per adesso sto leggermente navigando nella merda in TUTTI I SENSI!
Ma cerco lo stesso di andare avanti, vi penso sempre e cerco comunque di dare il meglio di me ad ogni capitolo!
(Anche se quest'ultimi hanno fatto schifo, lo so!)
Siamo a più di 15.000 visualizzazioni, ancora non mi sembra possibile! Siete fantastici davvero!! Grazie di TUTTO!!
Al prossimo capitolo (spero al più presto!) vi adoro'!

-Ire.

Vacanze Romane// Il Volo - GianlucaGinoble (#Wattys2016) -IN REVISIONE- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora